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Cittadini ed Amministrazioni: dal conflitto al dialogo

Cittadini ed Amministrazioni: dal conflitto al dialogo Copertina    (commenti:3) (1.027)
Gianni Morelli

Dalle esigenze reali alla loro strumentalizzazione

 

 

Riflettevo su quali siano gli stimoli che orientano le nostre scelte quando siamo chiamati ad eleggere i nostri rappresentanti che dovranno operare nelle Pubbliche Amministrazioni.

 

Il più delle volte sono stimoli di tipo emotivo, derivanti, ad esempio, dalla nostra irriducibile ideologia politica, o dalla ribellione contro le difficoltà che viviamo, o dalla simpatia/antipatia verso specifici candidati. Stimoli molto spesso indotti da campagne pubblicitarie sempre più rozze e fuorvianti, che tendono a sollecitare i nostri più profondi sentimenti di rivalsa nei confronti di quei ‘nemici’, reali o creati ad arte, descritti come origine delle nostre insoddisfazioni e delle nostre paure.

 

Mi sembra, inoltre, che pochi di noi si soffermino ad esaminare con la dovuta attenzione quali siano i reali obiettivi di coloro che ci inondano di sollecitazioni, ci bombardano di slogan e ci annegano di promesse che appaiono molto attraenti ma che, alla fine, risultano molto difficili da realizzare o addirittura irrealizzabili e che molte volte non vengono perseguite con la stessa determinazione con cui sono state strumentalmente e disonestamente:

 

  • forzate nell’opinione pubblica
  • pubblicizzate e vendute ad un pubblico quanto meno ingenuo ed in cerca di cambiamenti.
  •  

 

Promesse che già appaiono irrealizzabili nel momento stesso in cui vengono elargite, ma, dalla maggioranza di noi, considerate come verità sacrosante.

 

Da sempre le nostre insoddisfazioni, opportunamente pompate o sgonfiate a seconda dell’idea politica di chi ci presenta candidati alle elezioni, vengono inserite in programmi elettorali che, per incapacità dei rappresentanti eletti o per incuria, o per cambiamenti della loro linea politica, sono destinati, in molti casi, ad essere disattesi.

 

E molte volte succede che gli stessi candidati che ci vengono proposti non vengano scelti in funzione delle loro effettive capacità, ma in funzione di altre considerazioni che, pur se tipiche della politica attuale, non sono certamente orientate unicamente alla soddisfazione dei cittadini, ma tendono soprattutto al consolidamento del ‘potere’.

 

Credo, infine, che questa eterna battaglia elettorale in cui ci dibattiamo ormai da anni non renda facile distinguere tra esigenze reali ed esigenze indotte dalla propaganda politica, intesa nel senso più deleterio del termine.

 

Ed è altrettanto sconcertante, per me, osservare come tutto, nell’opinione pubblica, sia trasformato in opinione politica e come siano viziati ed aprioristici i meccanismi di sostegno o di opposizione ai candidati eletti:

 

  • da una parte c’è chi giustifica tutto, anche gli errori più smaccatamente evidenti
  • dall’altra c’è chi critica aspramente ogni iniziativa, anche la più positiva,
  •  

senza considerare quelli che vivono passivamente gli eventi che li riguardano e non esprimono mai il loro assenso o il loro dissenso per quanto viene fatto e per quanto viene invece disatteso.

 

Una presa di posizione ideologica e statica che non ha nulla a che vedere con la soluzione dei problemi di cui ci lamentiamo TUTTI e delle esigenze che condividiamo, TUTTI.

 

Ed allora io propongo che quei TUTTI, che poi siamo noi cittadini, si uniscano e, insieme e senza l’intromissione di ideologie politiche indotte forzosamente:

 

  • Individuino, ed elenchino in ordine di priorità, le esigenze insoddisfatte ed i problemi che ostacolano la conduzione di una vita sociale serena e rilassata
  • Commentino e segnalino questi elenchi a tutte le organizzazioni politiche in grado di presentare candidati alla loro soluzione
  • Chiedano ai candidati quali di quelle richieste pensando di poter evadere, in che modo, con quali risorse ed in quanto tempo
  • Votino per i candidati che meglio e più onestamente possibile, rispondono nel rispetto di quanto richiesto
  • Impostino un sistema obiettivo e condiviso di valutazione e controllo dell’andamento delle attività degli eletti, completamente scevro da ideologie politiche e basato essenzialmente sui fatti e sui risultati ottenuti.

 

La mia idea è quella di ‘rivoltare la frittata’ e di essere noi stessi a definire i programmi, ad eleggere i candidati che danno maggiori garanzie ed a controllare che questi nostri eletti siano davvero nostri rappresentanti e non siano asserviti ad entità il cui unico scopo è quello di gestire il ‘potere’ , in particolare quello economico.

 

E quindi chiedo a TUTTI un maggior interessamento alla gestione della Cosa Pubblica da parte di molte più persone. Interessamento diretto al supporto delle Amministrazioni elette, ma anche in competizione con coloro che della politica hanno fatto una professione e che, purtroppo, non agiscono nell’etica che questa onorevole professione richiede e, come tali, sono soggetti a regole che nulla hanno a che vedere con la soddisfazione delle nostre esigenze.

 

Sarei molto lieto che questo mio scritto riuscisse ad aprire una discussione che, coinvolgendo un buon numero di persone ragionevoli e disposte ad impegnarsi, riuscisse a modificare le modalità di approccio all’elezione dei nostri rappresentanti ed al controllo dell’attività da loro svolta.

 

La discussione è aperta.

Conviene pulire o lasciare sporco?

Conviene pulire o lasciare sporco? Copertina    (commenti:3) (763)
Francesco Raso

E’ già da diverso tempo che mi pongo questa domanda e mi torna in mente ogni volta che percorro via Capanne di Marino.

 

Ultimamente vedo, passando, del personale con un’autoscala che traffica con la telecamera puntata nell’area della multiservizi.

Si, avete capito bene: esattamente dove negli ultimi mesi sono sorte spontanee delle lamentele sull’abbandono dei rifiuti.

Ovviamente questo personale impegnato sta recuperando immagini e/o video di coloro che hanno osato abbandonare le proprie schifezze.

Infatti queste foto sono anche state messe in rete, non tanto come deterrente ma più come trofeo di caccia.

Ora non so se i personaggi immortalati siano stati multati (spero di si), ma il quesito “Conviene pulire o lasciare sporco?” è sempre nella mia mente.

Passando nella zona interessata tutti i giorni per almeno 2 o 3 volte posso anche stabilire l’anzianità dei sacchi di immondizia, ciò significa che non vengono rimossi.

Proprio oggi (28 maggio 2019) ci è pervenuta l’ennesima segnalazione da un nostro lettore Segnalazione 59 e se andate a riprendere le foto pubblicate su facebook potete riconoscere i sacchi.

 

Perchè vengono immortalati gli zozzoni e non rimossi questi sacchi e sacchetti?

Mantenendo sempre e comunque pulita l’area prima o poi, multa dopo multa, questa abitudine va a scemare.

A questo punto la mia domanda trova risposta, che è sempre la stessa ogni volta che nasce un problema: Sfruttare la situazione per far cassa.

 

Spero tanto di sbagliarmi ma se fosse vero ciò che ho appena espresso, il problema è molto più serio e preoccupante del previsto!

 

L’immenso patrimonio dell’Appia Antica

L’immenso patrimonio dell’Appia Antica Copertina    (commenti:3) (1.689)
Gianni Morelli

Lavori in corso

Nonostante la ‘panza’, ma forse proprio nell’inutile tentativo di eliminarla, cammino quasi ogni giorno per circa un’ora per Santa Maria. Non camminate molto impegnative, ma passeggiate e piccole gite che mi danno l’opportunità di guardarmi in giro e di registrare con il mio cellulare le immagini che più mi colpiscono.

In altre occasioni avevo espresso la mia soddisfazione per l’interesse dimostrato dalla nostra Amministrazione e per il buon esito delle proposte di finanziamento dei lavori di recupero, inoltrate sulla base di progetti che sono risultati ben strutturati.

Avevo espresso la sicurezza che quei lavori sarebbero stati seguiti con attenzione dai cittadini in ogni fase del loro sviluppo. Ed ho voluto dare seguito a questa dimostrazione di partecipazione camminando da Frattocchie alla Stazione di Santa Maria e scattando alcune foto che spero rendano l’impressione positiva che ho avuto nel vedere quali progressi siano già stati fatti nella pulizia di questo nostro tratto di strada antica.

L’unica mia preoccupazione deriva dal fatto che l’erba ricresce velocemente e che potrebbe invadere di nuovo la sede stradale coprendo ancora una volta quei reperti che gradualmente verranno riportati alla luce, rendendo inutile, come successo in altre occasioni, questo lodevole tentativo di recupero.

Nel tentativo di esprimere anche attraverso le immagini l’atmosfera che ho respirato nel vedere i primi risultati dei lavori ho scattato alcune fotografie nella scarsa luce della sera incipiente.

Ed è proprio camminando in questa atmosfera, che mi è venuto da pensare a quanto avremmo perso oggi se i popoli antichi avessero assoggettato a ‘valutazioni costi/benefici (spesso assegnate a consulenti amici con esito negativo già definito nella stessa enunciazione)’, la costruzione delle strade, degli acquedotti, dei ponti, delle piramidi, e se lo stesso avessero fatto i grandi ‘sponsor’ dell’arte, dai Medici ai Papi più lungimiranti. Infatti in queste valutazioni i costi sono facilmente determinabili mentre, per arrivare ad individuare i benefici, è necessario possedere le doti che sono tipiche degli artisti dei creativi e dei geni che concepiscono le idee iniziali. Chi, al tempo, avrebbe mai potuto immaginare, prevedere e calcolare il valore futuro di quello che ingegneri, architetti ed artisti con la loro genialità ed il loro impegno stavano realizzando e quanto ne avremmo noi posteri goduto e da quali stimoli sarebbe derivato il nostro godimento?

Per rimanere in tema, credo che per contribuire alla conservazione di questi patrimoni che i nostri avi ci hanno regalato, potrebbe essere importante riuscire a costituire gruppi di volontari che, sotto la guida di persone esperte, potessero aiutare a mantenere vive queste antiche e preziose vestigia.

Il coronavirus non cancella il diritto alla genitorialità

Il coronavirus non cancella il diritto alla genitorialità Copertina    (commenti:3) (1.090)
Eleonora Persichetti

Genitori separati e diritto di visita: il coronavirus non cancella i diritto alla genitorialità
 
 
Avvocato Ruggiero: “I genitori in possesso di un provvedimento del Giudice, si attengano a quello. Rallentamenti per le cause di separazione e affidamento. In molti casi, dovrebbe subentrare l’intelligenza e il buon senso genitoriale”
 
 
Al fine di contenere la diffusione del contagio da COVID-19, il Governo ha emanato l’ormai ben noto decreto che vieta a tutti i cittadini sul territorio italiano di uscire dalla propria abitazione, se non per comprovate necessità. Una situazione che, soprattutto inizialmente, ha creato grande confusione tra i genitori separati, e che sta moltiplicando la richiesta di consulenza ai professionisti del settore.
 
 
“Durante questo difficile periodo non si devono interrompere le relazioni tra figli minori e genitori non collocatari, rispettando quanto stabilito nei provvedimenti presidenziali o con sentenza e decreti dei Giudici. Tutto ciò è stato chiarito con decreto del 10 marzo dalla Presidenza del Consiglio dei ministri appositamente, perché si iniziavano a manifestare le prime conflittualità. – spiega l’Avvocato Valentina Ruggiero, esperta di diritto di famiglia – In questi giorni, molti clienti mi stanno contattando per avere dei chiarimenti. In primo luogo, voglio dire a tutti quei genitori che sono in possesso di un provvedimento del Giudice, che devono attenersi a tale provvedimento. Lo spostamento per far visita ai propri figli, o per andare a prenderli a casa dell’ex coniuge, per portarli alla propria, è concesso anche in questo periodo, e non può essere sanzionato in alcun modo. Coloro che vorrebbero approfittare del momento e venire meno agli accordi, commettono un illecito se non vi è l’accordo di entrambe le parti”.
 
Il decreto ha, inoltro, previsto la chiusura delle aule di tribunale. Questo vuol dire che, salvo poche eccezioni previste dallo stesso decreto, sono rinviate tutte le udienze dei procedimenti civili e penali, sono sospesi i termini per il compimento di ogni atto dei procedimenti rinviati. Tra le eccezioni previste, figurano anche le cause relative ad alimenti o ad obbligazioni alimentari derivanti da rapporti di famiglia, di parentela, di matrimonio o di affinità.
 
“Questo periodo di emergenza, a mio parere, non può e non deve essere considerato un periodo di ferie, ma un periodo in cui deve regnare la normalità, poiché in caso contrario si derogherebbe al contenuto di tutti i provvedimenti emessi e ci sarebbe confusione. – prosegue l’Avvocato Ruggiero – Tra i miei assistiti, ci sono anche famiglie che stanno attendendo l’udienza del Giudice e, già da tempo, si stanno regolamentando di fatto con un diritto di visita del padre ai figli minori in modo costante. In questi casi, ci sono problemi per le uscite per poter comprovare il trasferimento dei figli da un’abitazione all’altra, poiché non possono dimostrare il diritto allo spostamento attraverso un atto ufficiale. A questo punto dovrebbe subentrare l’intelligenza e il buon senso genitoriale e continuare ad applicare quel regime di fatto e autocertificare, semmai con il conforto e la comprova dell’altro genitore, quanto dichiarato, oppure, visitare i figli nella casa famigliare. Ovviamente, i figli minori devono essere prelevati dall’abitazione di un genitore e condotti immediatamente nell’altra abitazione e non devono uscire dal loro territorio, in ottemperanza a quanto disposto dal Governo”.

#iorestoacasa

#iorestoacasa Copertina    (commenti:3) (1.072)
Antonio Calcagni

 
Non sono un medico, tantomeno un virologo e neppure  un paramedico, pertanto non sarò certo io l’ennesimo che pretenderà di  spiegarvi tecnicamente i pericoli relativi all’epidemia di Coronavirus che sta imperversando nella nostra Nazione e non solo.
 
Ciò detto, la mia vuol essere solo la riflessione di un semplice  Cittadino, mediamente informato su quello che sta succedendo in queste ultime settimane.
 
Nel mese di gennaio, per la prima volta nel nostro sereno vivere quotidiano, è entrata dirompente la notizia che, in una sperduta città della Cina di appena 11 milioni di abitanti, chiamata Wuhan, si stava diffondendo a macchia d’olio un’epidemia. Sentire poi che quella stessa città insieme alla sua regione, che conta circa 60 milioni di abitanti, venissero  messe in quarantena, ci ha sì allarmati, ma non più di tanto.
 
Poi il contagio ha cominciato ad avvicinarsi pericolosamente a noi, e quando abbiamo sentito parlare, forse per la prima volta, di una  Cittadina del basso Lodigiano chiamata Codogno, messa in quarantena, ci siamo allarmati un po’ di più, ma poi come sempre, ha vinto l’idea che tanto la distanza che ci separava da quella località era sufficientemente grande per farci sentire al sicuro.
 
Da pochi giorni a questa parte, la situazione di contagio ha però travalicato i confini iniziali e si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Italia.
 
Per arginare il dilagante diffondersi dell’epidemia, sono stati varati una serie di  Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri,  che estendono a tutta la Nazione il divieto di circolazione, ANCHE A PIEDI , senza  un  giustificato motivo, quali: salute, lavoro, acquisto generi di prima necessità.
 
Cardine di questo provvedimento è l’applicazione tassativa del concetto di ridurre al minimo la possibilità di contagio. Va, infatti, ricordato che al momento, in attesa di un vaccino, questa semplice regola risulta essere l’unico, POTENTE,  argine al diffondersi dell’epidemia.
 
UNA REGOLA CHE VA RISPETTATA SENZA SE E SENZA MA,  evitando di perdersi in questioni e sottigliezze eccessive  sull’interpretazione delle  varie norme emanate,  ne va della nostra e dell’altrui incolumità.
 
E non serve neanche cullarci sul concetto che tanto il nostro territorio non è poi così interessato dall’epidemia, al contrario dobbiamo sfruttare al meglio il vantaggio che abbiamo avuto, rispetto ad altre zone dell’Italia più sfortunate di noi.
 
E’ notizia di pochi giorni fa che, nella Cina dove gli infettati hanno superato le  85.000 unità,  grazie al  ferreo isolamento durato alcune settimane, oggi i nuovi contagi sono tendenti a Zero,   una “cura” che sembra stia funzionando anche in quelle zone del nord Italia dichiarate a suo tempo “zona rossa”.  
 
Rimanere a casa quindi è prima di tutto un gesto di grande valore civico e morale verso se stessi e verso gli altri, ma non dimentichiamo, è anche e soprattutto un OBBLIGO  la cui trasgressione porta a conseguenze PENALI (3 mesi di carcere).
 
Per concludere è stato provato “scientificamente” che 25 giorni di isolamento non ammazzano nessuno, stessa cosa purtroppo non può dirsi  per il contagio da Coronavirus.
 
Ci conviene rischiare?
 
 
Antonio Calcagni, Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole

Identikit di un Troglodita

Identikit di un Troglodita Copertina    (commenti:3) (2.066)
Antonio Calcagni

 

Oggi proviamo a capire chi sono coloro che, a sfregio delle più elementari regole del vivere civile, con l’abbandono sistematico ed indiscriminato dei  propri rifiuti solidi urbani, stanno riducendo in una discarica a cielo aperto la nostra Cittadina.

Un comportamento dilagante che, coinvolge  ormai tutto il centro abitato ma che raggiunge il suo apice: nell’area intorno al parcheggio di via Mameli/ Capanne di Marino, dove ciclicamente vengono a formarsi delle vere e proprie discariche; ed in via della Falcognana, dove tutto il suo tracciato è  ormai sommerso  da rifiuti.

Con conseguenza che, mentre la  prima, essendo pubblica, con una certa periodicità viene ripulita, la seconda, che invece, è bene  ricordare, è privata, rischia di rimanere a vita una discarica a cielo aperto.

In entrambi i casi non c’è che dire, un modo veramente originale di dare il  Benvenuto a chi arriva a Santa Maria delle Mole.

Un atteggiamento verso cui sta montando la rabbia dei tanti Cittadini che, ritiene  un  tale comportamento come l’azione  dei “soliti incivili”, un’impressione ovviamente corretta ma parziale, riduttiva e soprattutto fuorviante.

Per capire  meglio di cosa stiamo parlando è bene fare una breve excursus.

Prima dell’istituzione della raccolta differenziata “porta a porta”, c’era  il nomade o l’emarginato che rovistava tra i rifiuti per trarne un, sia  pur misero profitto, lasciando dietro di se, più o meno traccia del suo  passaggio.

Un’azione che generalmente prediligeva i cassonetti per la raccolta degli indumenti, ma che non disdegnava  la visita anche agli altri tipi di cassonetto.

A questa categoria si aggiungevano poi i nostalgici della raccolta indifferenziata, ovvero alcuni  abitanti  dei Comuni limitrofi, in cui era stato già istituito il servizio  di raccolta differenziata “Porta a Porta”, supportato da controlli.

Costoro, essendo  rimasti legati affettivamente al cassonetto  mangiatutto, venivano a farci visita ed una volta qui, sentendosi finalmente a proprio agio, depositavano il loro fardello dove meglio gli ispirava in quel momento.

Un sistema, quello della raccolta, attraverso i cassonetti su strada, oneroso, sia in termici economici che ecologici,  ma che aveva il “pregio”  dell’anonimato. 

Ovviamente non mancavano certo gli incivili che, per hobby,  al conferimento nei cassonetti ovvero all’isola ecologica  sceglievano, con molta fantasia, dove di volta in volta depositare i propri rifiuti, ma ribadisco, parliamo di uno sparuto manipolo di  hobbisti.

Con l’introduzione del servizio di raccolta differenziata  “porta a porta”, e conseguente assegnazione dei mastelli alle singole famiglie ovvero condomini, un consistete numero di utenti, si parla di  molte centinaia, si è trovato da un giorno all’altro nell’impossibilità  di  conferire  più i propri rifiuti.

Sono i cosiddetti fantasmi , ovvero  coloro  che pur vivendo stabilmente nella nostra Cittadina, risultano sconosciuti all’Erario Comunale.

Gente che, con il loro comportamento incivile, ma anche e soprattutto egoista, menefreghista ed avaro,  danneggia gli onesti Cittadini per ben 3 volte ovvero: 

  • Sottraendosi al pagamento della TARI, scaricano su tutta la collettività la loro quota di tassa;
  • Risanare poi queste discariche spontanee, necessita da parte della Multiservizi, la distrazione, dal normale servizio di raccolta, di risorse umane ed economiche, con conseguente ricadute negative sul servizio generale;
  • L’abbandono indiscriminato ovviamente non contempla la differenziazione dei materiali,  pertanto,  tutto quello che viene raccolto in queste aree, viene poi smaltito, a caro prezzo nella discarica.

Una situazione che sta diventando insostenibile ed inaccettabile per un paese normale, e di cui il nostro Comitato di Quartiere,a cui arrivano quotidianamente molteplici segnalazioni, intende farsene carico, esaminando le eventuali azioni da intraprendere.  

Nel frattempo chiediamo all’Amministrazione Comunale di avviare una politica di contrasto con tutti i mezzi a questa ignobile pratica, ovvero con: l’installazioni di telecamere; il controllo dei Vigili Urbani e con l’immediata  istituzione della figura dell’Ispettore Ecologico, ma anche e soprattutto attraverso un lavoro di controllo incrociato dei dati, per dare al più presto un nome a questi soggetti.

Appendice riservata  a questi nostri simpatici “Concittadini” che spero leggano questo articolo.

Vi ricordo che, in base all’art. 255, comma 1, D.Lgs. n. 152/06. 

Un soggetto privato che abbandona un rifiuto è punito:
- con una sanzione amministrativa pecuniaria da 300,00  a 3.000,00  euro, se si tratta di rifiuti non pericolosi;
- se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi, la sanzione amministrativa va da 600,00 a 6.000,00 euro..

Come vedete, se solo un giorno di questi, vi capiterà  la giornata sbagliata, (e noi ci auguriamo che succeda presto) rischiate di pagare in un solo colpo ben 10 volte il costo annuo della TARI . Vi conviene continuare su questo atteggiamento?

A proposito ci risulta che sono partiti gli accertamento giudiziari per stabilire i responsabili di coloro che hanno depositato i rifiuti presso l’area adiacente al parcheggio di via Mameli, pensate a quante informazioni sul suo proprietario potrebbe contenere un sacchetto dell’immondizia.

 

 

 Articolo redatto da  Antonio Calcagni, Presidente del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole

Facciamo bella la nostra scuola

Facciamo bella la nostra scuola Copertina    (audio/video)    (commenti:2) (1.237)
Antonio Calcagni

 
 
I cortili come paesaggi gioco-didattici
 
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo, inviatoci dal “Gruppo Progetto-Facciamo Bella la nostra scuola”. Questo fantastico gruppo ha realizzato un progetto che, migliorando l’aspetto dei cortili delle nostre scuole, porta lustro alla nostra comunità, oltre ovviamente a rendere più piacevole la frequentazione delle scuole da parte dei nostri piccini. Una sola parola. Grazie per quello che fate.
 
Oggi 6 aprile 2024 si è concluso il primo passo del progetto Facciamo bella la nostra scuola, che riguarda l’abbellimento dei cortili di cinque plessi dell’Istituto comprensivo di Santa Maria delle Mole.
 
Tutto ha avuto inizio lo scorso settembre, quando una maestra ha segnalato questa iniziativa di carattere nazionale. Il Consiglio d’Istituto, sostenendo questa esperienza, ha colto l’occasione sia per aggregare la Comunità Scolastica sia per migliorare l’aspetto dei cortili delle scuole, disegnando e colorando i classici giochi da cortile: campana, tris, bersaglio, copiami, jump e twister. Per la scuola media, invece, sono previsti dei murales sul tema dei quattro elementi naturali: terra, acqua, aria e fuoco.
 
L’obiettivo è quello di promuovere e valorizzare la partecipazione attiva dei genitori alla vita della scuola, stimolare il senso di cooperazione e di impegno civico, proporre e realizzare un’azione educativa, fondata sul senso di appartenenza e di responsabilità nei confronti dei beni comuni.
 
Grazie a dei genitori “specializzati” (quattro architetti, una restauratrice e un decoratore) è stata avviata la fase ideativa nei vari plessi, successivamente sottoposta all’approvazione sia del Consiglio d’Istituto sia degli Assessori Comunali.
 
Tutto questo è stato possibile anche attraverso il supporto di Leroy Merlin- Ciampino, che ha fornito prodotti di alta qualità (vernici, pennelli, rulli, ecc.) per la realizzazione dei lavori; mettendo a disposizione anche un consulente specialistico, che ha orientato la scelta di tutti i prodotti. La multinazionale francese, ancora una volta, si è dimostrata sensibile alle tematiche educative, rivolte ai bambini, che sono decisive per affrontare l’elevato grado di complessità e mutevolezza della società contemporanea.
 
La Comunità Scolastica dell’Istituto Comprensivo di S. Maria delle Mole, nel fine settimana appena trascorso, si è riunita per dare vita all’evento di partecipazione collettiva, prendendosi cura del cortile del plesso Verdi; il primo dei cinque investiti dal progetto. E non si vede l’ora di abbellire la prossima scuola”.

Delegazione: il CdQ S. Maria delle Mole consegna quasi 2000 firme

Delegazione: il CdQ S. Maria delle Mole consegna quasi 2000 firme Copertina    (commenti:2) (2.057)
Luca Perrone

 

Nella mattinata di mercoledì 13 novembre, il Comitato di Quartiere S.Maria delle Mole, rappresentato dal Presidente Antonio Calcagni e del Segretario Luca Perrone, insieme ad alcuni componenti del direttivo, è stato ricevuto dal vicesindaco Paola Tiberi per la consegna delle firme riguardanti il ripristino della delegazione a S.Maria delle Mole.

 

Il Comitato ha consegnato quasi 2000 firme, tutte raccolte in maniera autonoma, per richiedere il ritorno degli uffici comunali a S.Maria delle Mole o comunque in un luogo baricentrico, idoneo e facilmente raggiungibile tra S. Maria, Cava dei Selci e Frattocchie e la riapertura a giorni alterni tra Marino e Frattocchie dell’ufficio anagrafe.

 

L’iniziativa del Comitato è stata concepita fin dall’inizio in maniera collaborativa verso l’Amministrazione proprio per sollecitare un intervento tempestivo e ridurre al minimo i disagi che la cittadinanza sta avendo da quando, nel 2015, fu spostata in maniera scellerata la delegazione su Via Nettunense prima e sono sorti i problemi di carenza di personale poi.   

 

E’ stata riscontrata nella cittadinanza grande sensibilità su questo tema visto che da anni è in atto una vera e propria spoliazione dei servizi ed il Comitato si dichiara molto soddisfatto del risultato raggiunto in quanto, oltre all’alto numero di firme raccolte in pochi giorni, ha riscontrato piena disponibilità e consapevolezza del problema da parte dell’Amministrazione, che ha illustrato le ipotesi attualmente al vaglio con l’impegno di trovare e comunicare quanto prima una soluzione.  

 

Per quanto riguarda la riapertura dell’ufficio anagrafe a giorni alterni tra Marino e Frattocchie, è stato comunicato che a breve verrà attivato tale servizio. Il Comitato ne prende atto con grande soddisfazione in quanto si adoperò fin da subito con l’Amministrazione Comunale affinché tale richiesta avesse un seguito concreto in tempi brevi, nell’attesa di riavere il ripristino della delegazione (come fino al 2014) nel nostro territorio.

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