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Salute
Ictus: che cos'è e come riconoscerlo?

 

 

 

Salute: Ictus: che cos'è e come riconoscerlo?

Salute
24/02/2020
Annalisa Muto

 

Ictus e riabilitazione neuro-motoria

 

In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano le principali cause di invalidità e mortalità. Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica riferisce che il 44% dei decessi è imputabile a cardiopatie ischemiche (infarti cardiaci) ed accidenti cerebrovascolari (ictus ischemici o emorragici). Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore o dei vasi sanguigni.

 

Il cuore è un muscolo composto da quattro parti (cavità): atrio destro, atrio sinistro, ventricolo destro e ventricolo sinistro. Il sangue povero di ossigeno, arriva al cuore da tutti gli organi tramite le vene cave. Entra nell’atrio destro, e passa nel ventricolo destro. Da questo viene pompato nelle arterie. Nel polmone il sangue si ossigena. Da qui ritorna nell’atrio sinistro e passa nel ventricolo sinistro. Da questo viene pompato nell’arteria aorta e da questa in tutte le arterie che lo distribuiscono ai vari organi. Tra gli organi irrorati dal sangue, grazie all’incessante lavoro delle arterie carotidi interne e delle arterie vertebrali, troviamo anche il cervello. Quando il circolo cuore-vasi-cervello viene interrotto per qualche motivo (infarto cardiaco, rottura di un vaso, ostruzione di un vaso) si va incontro a danni cerebrali, più o meno gravi.

 

Il cervello è il più meraviglioso e complesso organo del nostro corpo. Esso pesa circa 1.5 Kg ed è situato nel cranio. È grazie al cervello che noi possiamo respirare, mangiare, parlare, muoverci, interagire con il mondo, pensare e svolgere tutte le attività che ci permetto di soddisfare i nostri bisogni primari e secondari. Quest’organo funge da direttore d’orchestra dell’intero organismo, coordinando tutti gli altri apparati. Il cervello, insieme al tronco encefalo ed al cervelletto, costituisce l’encefalo, organo appartenente al Sistema Nervoso Centrale. Questa struttura si costituisce di neuroni, cellule che formano il tessuto nervoso e che sono specializzate nel ricevere, elaborare e trasmettere impulsi nervosi.

 

Il cervello si costituisce di una complessa architettura. Esso si divide in due emisferi: il destro e il sinistro. Ognuna di queste due parti controlla il lato opposto del corpo (emisfero destro controlla la parte sinistra del nostro corpo e viceversa). Inoltre, studi hanno dimostrato che in generale l’emisfero sinistro è dominante per le funzioni del calcolo e dell’abilità logica e matematica mentre il destro risulta dominante per la capacità di riconoscere le facce, le abilità spaziali e le immagini.

 

Ogni emisfero può essere idealmente ulteriormente suddiviso in quattro regioni: lobo frontale; lobo parietale; lobo occipitale; lobo temporale. Ciascuno di essi è deputato al controllo di più funzioni, motorie e cognitive. Le funzioni cognitive rappresentano tutte quelle abilità che permettono ad ogni essere umano di percepire, memorizzare, elaborare, manipolare ed esprimere informazioni al fine di svolgere qualsiasi compito dal più semplice al più complesso. Tra le funzioni cognitive individuiamo: attenzione, memoria, pianificazione, linguaggio, autocontrollo, risoluzione di problemi, elaborazione di informazioni sensoriali, orientamento nel tempo e nello spazio, elaborazione di movimenti complessi non automatici etc.

 

Cosa succede se il cervello subisce un danno cardio-vascolare?

 

Come precedentemente affermato la nostra società è altamente a rischio per patologie cardio-vascolari. Un ipo-funzionamento del cuore (infarto), la rottura di un vaso (emorragia) o l’ostruzione di un’arteria (ischemia cerebrale) può comportare assenza temporanea di flusso sanguigno al cervello e, a seconda della durata, provocare danni permanenti o morte cerebrale.

 

Le conseguenze di tale ipossia dipendono dalla parte del cervello che viene danneggiata e dalla gravità del danno. La stessa ripresa, seguente a cicli di riabilitazione neuro-motoria, è fortemente dipendente dal tipo di danno, dalla gravità e dall’età dell’individuo. Tra i danni che può comportare un ictus:

 

  • Emiplegia (paralisi di una metà del corpo)
  • Afasia (disturbi acquisiti di linguaggio sia in produzione che comprensione)
  • Emiparesi facciale (paralisi di metà volto)
  • Disfagia (disturbi nella capacità di deglutire gli alimenti)
  • Deficit cognitivi (disturbi di attenzione, deficit di memoria, difficoltà nell’autocontrollo o nella pianificazione etc.)
  • Incompetenza sfinterica

 

Come si riconosce un ictus in fase acuta?

 

I sintomi dell’ictus, che possono comparire all’improvviso, sono i seguenti:
1) debolezza o intorpidimento di faccia, braccia o gambe, soprattutto di un lato del corpo;
2) vertigini, difficoltà a camminare, perdita di equilibrio e coordinazione;
3) confusione, difficoltà nel parlare e nel capire;
4) problemi alla vista (a uno o entrambi gli occhi);
5) fortissimo mal di testa senza una causa apparente.

Cosa fare in caso di ictus?

Le ore che seguono i primissimi sintomi dell’ictus sono cruciali. È bene, se ci si trova davanti a questi sintomi, recarsi urgentemente in pronto soccorso. La precocità nei soccorsi consente di migliorare le possibilità di cura immediata e di ridurre il rischio di invalidità permanente. Per questo occorre fare molta attenzione ai segni premonitori.

 

Si guarisce dopo un ictus?

Come accennato precedentemente le conseguenze di un ictus dipendono da tre fattori fondamentali:

  • Sede del danno;
  • Entità del danno;
  • Età del soggetto colpito (tendenzialmente persone più giovani hanno maggiori possibilità di recupero rispetto ai più anziani).

 

Una volta stabilizzatasi la situazione acuta, il soggetto colpito viene sottoposto a cicli di riabilitazione neuro-motoria che includono fisioterapia, logopedia, terapia neuropsicologica e terapia occupazionale (oltre al supporto psicologico) coordinate da specialisti quali neurologo, fisiatra e foniatra. L’equipe, specializzata in assistenza e riabilitazione neuro-motoria, lavorerà con tre obiettivi:

  • Potenziamento delle competenze residue;
  • Stimolazione delle aree cerebrali danneggiate che, grazie alla neuro-plasticità del cervello, permetterà la riorganizzazione a livello sinaptico;
  • Fornire strategie compensative per permettere al paziente di svolgere una determinata attività nonostante il danno permanente.

 

Come prevenire un ictus?

  • Avere uno stile di vita sano
  • Ridurre lo stress
  • Praticare attività fisica e sportiva
  • Mantenere un peso corporeo adeguato con un’alimentazione corretta
  • Non fumare
  • Eseguire controlli medici annuali

 

Abbiate cura della vostra salute!

 

 

Annalisa Muto
24/02/2020
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Si abilita presso la CCIAA di Roma e fa esperienza nel campo immobiliare affiancando per un periodo il vicepresidente FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari) per poi intraprendere l’attività di Agente Immobiliare su Roma e Castelli Romani.
 
 
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