Il cambiamento dell’andamento climatico ha prolungato la presenza delle zanzare: come contenere le deleterie infestazioni.
Le zanzare, in quanto animali a sangue freddo, non essendo in grado di regolare il calore corporeo, la loro temperatura dipende da quella dell’ambiente circostante.
Temperatura che per la schiusura delle uova ed il risveglio degli adulti occorre che sia intorno ai 20 ° C , condizione che, in genere, coincide con i primi tepori del mese di marzo.
Quando le femmine, sia delle zanzare comuni ( Culex pipiens), tigri (Aedes albopictus), che quelle di recente introduzione: Aedes japonicus e Aedes Koreicus, escono dal letargo, hanno necessità di accumulare una congrua riserva di sangue per procurarsi le sostanze necessarie per la produzione delle uova.
La soddisfazione di questa esigenza, come è noto, si consuma a spese di persone ed animali: cani e gatti, in particolare.
Il picco di massima proliferazione della zanzare si verifica con valori medi intorno a 25 ° C, solitamente fra agosto e settembre, contemporaneamente alla presenza di ristagni d’acqua.
I livelli di temperatura in precedenza riportate evidenziano come anche le zanzare, al pari di tutti gli esseri viventi, si moltiplicano e si sviluppano in relazione alle condizioni climatiche.
Difatti, negli ultimi 2 anni , grazie alla mitezza degli inverni, la deposizione delle uova è stata superiore che in passato; anche se il successivo caldo asfissiante (superiore anche ai 35 ° C) e i lunghi periodi di siccità, hanno fatto si, che in gran parte di questi insetti, venisse annullata la vitalità, impedendo così un altrettanto imponente proliferazione.
Nel corrente anno, infatti, nei mesi di luglio e agosto ed in parte settembre, si è riscontrata una trascurabile ed innocua presenza a causa della assenza di ristagni di acqua e di vegetazione spontanea: sede del microclima ideale per il rifugio delle zanzare.
Tale condizione ambientale, però, è notevolmente mutata in seguito all’arrivo delle precipitazioni di ottobre, all’ abbondante rugiada, al permanere di temperature più che miti ed al lussureggiante conseguente sviluppo della vegetazione.
Proprio queste circostanze, mutate rispetto al passato in termini di clima, hanno influito a prorogare le condizioni migliori per la riproduzione e la diffusione delle fameliche zanzare, sia in ambienti domestici che in prossimità di aree verdi.
E poiché per il futuro si prevede una graduale intensificazione ed estensione temporale di tali anomale condizioni meteorologiche, onde cercare di non aggiungere ai già pesanti disagi di natura climatica quelli derivanti dalle conseguenze della maggiore permanenza delle zanzare, si ritiene necessiti l’attuazione di una appropriata strategia di difesa, per assicurare un controllo che copra l’intera durata delle circostanze favorevoli al compimento dei loro cicli riproduttivi.
Strategia che tenga conto che:
- prima dell’inizio dei trattamenti occorre pulire l’interno dei tombini, cunette e l’ingresso di caditoie, dalle presenze di fango, foglie ed altri detriti;
- il trattamento va ripetuto dopo ogni periodo di intense precipitazioni, con intervalli correlati al tipo di prodotto utilizzato, e no secondo cadenze prestabilite;
- il metodo più razionale ed efficace, unitamente alla prevenzione, è soltanto quello larvicida, in quanto agendo sul nascere del ciclo di riproduttivo, offre ampie garanzie di sicurezza, sia nei confronti del contenimento delle infestazioni , che degli effetti nocivi sull’uomo, animali e insetti utili;
- il trattamento adulticida, invece, rappresenta un’opzione da praticare soltanto in via straordinaria, in coincidenza di accertate elevate densità di insetti adulti. Poiché l’effetto abbattente è sempre parziale, di limitata durata e di notevole impatto ambientale, giacché trattasi di irrorazioni a base di insetticidi non selettivi e altamente inquinanti.
La disinfestazione, come è risaputo, nelle aree pubbliche viene condotta a cura delle Amministrazioni comunali.
Tuttavia, per conseguire una lotta integrale contro il minaccioso l’insetto, dato che la maggior parte dei focolai si sviluppano nelle aree di pertinenza delle abitazioni, risulta essenziale una imprescindibile assidua collaborazione da parte dei cittadini, mirata all’eliminazione di ristagni di acqua in tutte le possibili sedi di deposizione delle uova (pozzetti di scolo dell’acqua di cortili, sottovasi delle piante, annaffiatoi, secchi, bottiglie, barattoli ed ogni tipologia di contenitore anche di piccola capacità).
Poiché, soltanto con una messa in atto dei soprascritti interventi e un attento adeguamento all’andamento climatico che via via si manifesta, sarà possibile realizzare, attraverso un’azione sinergica fra chi di competenza sul complesso delle aree pubbliche e private, un soddisfacente contenimento della presenza delle malefiche zanzare (specie per le persone di gruppo sanguigno “0” che, secondo uno studio del 2004, verrebbero punte il doppio delle volte, rispetto a quelle di gruppo sanguigno “A”).
Tale contenimento si rende indispensabile per poter consentire alla popolazione un andamento di vita meno problematico, come:
- condurre le attività quotidiane senza l’incubo delle conseguenze delle punture, e del frequente ricorso all’ applicazioni di pomate o dei non del tutto innocui prodotti repellenti, per attutire od evitare gli effetti delle fastidiosissime pruriginose irritazioni;
- non rischiare il contagio di eventuali malattie infettive virali del genere “febbre del Nilo Occidentale”, causata dal virus West Nile, trasmesso, appunto, dalla puntura di zanzara;
- poter dormire sonni non turbati dal tipico snervante minaccioso ronzio in prossimità delle orecchie.
Per quanto concerne poi la tipologia degli insetticidi utilizzabili per effettuare la disinfestazione (reperibili presso le “Agrarie”, negozi specializzati e le farmacie), si precisa che, per motivi di sicurezza, occorre verificare che siano registrati dal Ministro della Salute e che la distribuzione debba avvenire in maniera conforme a quanto prescritto in etichetta.
Comunque, fra quelli da impiegare in ambito domestico, è da preferire, “Il preparato biologico Bacillus thuringiensis var. istaelensis” , in quanto innocuo per le persone, gli animali e l’ambiente.