Salute: Il mio bambino respira male
02/10/2019
Annalisa Muto
Perché mio figlio si ammala sempre? Perché mio figlio ha le occhiaie? È normale che mio figlio la notte russa? A quanti anni è bene fare una visita dall’otorino? Quando è bene togliere le tonsille o le adenoidi? Quali sono le conseguenze sul linguaggio di bambini ‘’cattivi respiratori’’?
Sono queste le domande che spesso i genitori si pongono rispetto alle condizioni di salute dei propri figli. L’obiettivo di questo articolo è quello di fornire risposte adeguate a queste domande.
È bene non sottovalutare le problematiche di natura otorinolaringoiatrica poiché queste condizioni (naso chiuso, otiti, occhiaie marcate, russamento, apnee notturne etc.) hanno un impatto negativo sulla qualità della vita dei bambini. Come anticipato nel precedente articolo (vedi ‘’Mamma, mi dai il ciuccio?’’) la respirazione gioca un ruolo fondamentale nell’attività cerebrale. Un’adeguata respirazione comporta una maggior quantità di ossigeno a livello sanguigno con conseguente miglioramento dell’attività dei neurotrasmettitori cerebrali. Si pensi che uno studio, condotto in Olanda e presentato al congresso ‘’The European College of Neuropsychopharmacology (ECNP)’’, ha dimostrato una stretta correlazione tra problematiche respiratorie croniche (allergie, riniti, adenoiditi etc.) e deficit di attenzione.
Viene considerata adeguata la respirazione di tipo nasale (cioè esclusivo utilizzo della cavità nasale per inspirare ed espirare aria con contemporanea chiusura delle labbra). Il naso ‘’neutralizza’’ l’aria, la scalda e fa da prima barriera fisica contro batteri ed agenti esterni, non solo grazie a peli e muco, ma anche grazie all’azione delle adenoidi, che contribuiscono alla sorveglianza immunitaria del sistema respiratorio. Analoga mansione viene svolta dalle tonsille palatine nella zona oro-faringea.
Le dimensioni della tonsilla adenoidea tendono ad aumentare dopo il terzo anno di età, fase in cui il sistema immunitario del bambino è fortemente stimolato all’azione da agenti patogeni esterni, fino a raggiungere il massimo sviluppo verso il decimo anno, superato il quale il tessuto va incontro a un fenomeno di regressione naturale. Ne consegue che è fisiologico che le adenoidi siano ingrossate durante questa fascia di età. Tuttavia, il ripetersi di processi infiammatori a carico delle adenoidi (adenoiditi) può causare la formazione di vegetazioni adenoidee ipertrofiche con conseguenze respiratorie (ricorso alla respirazione per via orale a causa dell'ostruzione delle vie nasali), fonatorie (rinolalia chiusa e disfonia), auricolari (otiti medie con conseguente ipoacusia), russamento ed OSAS (Sindrome Apnee Ostruttive nel Sonno), psicomotori (disordine fonologico, deficit attentivi e di apprendimento) oltre che alta frequenza di stati febbrili durante l’anno. Saranno gli specialisti quindi a fare un’attenta ed approfondita valutazione al fine di capire se l’ingrossamento adenoideo rientra nei range fisiologici oppure se c’è una problematica conclamata tale da necessitarne l’asportazione (adenoidectomia).
Quando togliere le adenoidi?
L'intervento di adenoidectomia è consigliabile:
- nei casi che non si risolvono dopo terapia antibiotica
- nei casi in cui vengono ricercate e trattate le possibili patologie concomitanti (allergia e reflusso gastroesofageo)
- nei bambini con sindrome dell'apnea ostruttiva di grado "significativo"
- nei bambini con otiti secretive.
Questo è quanto viene consigliato nelle linee guida sull’ ‘’Appropriatezza e sicurezza degli interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia’’.
Quando togliere invece le tonsille?
Le stesse linee guida raccomandano di limitare le indicazioni alla tonsillectomia ai soli casi di tonsillite ricorrente di comprovata gravità in quanto la tonsillite ricorrente tende a migliorare nel tempo. Pertanto i clinici prima di proporre tonsillectomia devono soddisfare tutti i seguenti criteri (sia nei bambini che negli adulti):
• cinque o più episodi di tonsillite per anno;
• episodi invalidanti e tali da impedire le normali attività;
• sintomi perduranti per almeno un anno.
Come suddetto, nei casi di ostruzione delle vie nasali a causa di raffreddori, riniti allerghiche, adenoiditi ed altre ostruzioni organiche delle alte vie respiratorie, la respirazione nasale viene sostituita dalla respirazione di tipo orale (esclusivo utilizzo della bocca sia per inspirare che per espirare l’aria). Tale meccanismo si può instaurare per un tempo limitato o cronicizzarsi, a seconda della causa scatenante.
Quali sono le conseguenze della respirazione orale?
La cronicizzazione della respirazione orale rappresenta una situazione patologica che comporta una serie di eventi dannosi per il bambino. Di seguito verranno elencate alcune conseguenze tipiche riscontrate nei respiratori orali:
- Occhiaie marcate
- Mancanza di energia;
- Difficoltà ad alzarsi al mattino e stanchezza cronica durante la giornata;
- Permanenza della deglutizione di tipo infantile (per approfondimenti vedere articolo ‘’Mamma, mi dai il ciuccio?’’;
- Alterazione delle arcate dentali con sovraffollamento dentario o diastema (spazio tra gli incisivi superiori);
- Difficoltà ad articolare alcuni suoni (disturbo di linguaggio);
- Problematiche posturali;
- Frequenti raffreddamenti durante la stagione invernale;
- Presenza di difficoltà negli apprendimenti scolastico, con calo dell’attenzione o difficoltà di memorizzazione;
- Iperattività o astenia;
- Russamento notturno;
- Cefalee ed emicranie.
Come determinare se vostro figlio è respiratore orale?
- Presenza di russamento notturno. Il russamento non è fisiologico in età evolutiva e, se presente, deve essere indagato.
- Presenza di apnee notturne (OSAS). Quest’ultima condizione ha un maggior grado di gravità rispetto al russamento. Le apnee notturne nei più piccoli possono provocare scarsa resa scolastica, iperattività, deficit a livello delle funzioni esecutive, problemi comportamentali ed altre problematiche correlate. A tal proposito si rimanda all’articolo ‘’le funzioni esecutive nella sindrome delle apnee ostruttive in sonno (osas) in età evolutiva: studio caso-controllo’’ vedi link in bibliografia.
- Respirazione notturna con la bocca aperta.
- Presenza di saliva sul cuscino e/o sul viso del bambino al risveglio.
- Presenza di faces adenoidea. Osservare il visus (volto) di vostro figlio è un altro step importante per questa indagine. I bambini respiratori orali solitamente presentano occhiaie marcate, viso pallido, naso gonfio e di colore tendente al verde/viola, faccia allungata, zigomi appiattiti, labbra voluminose e flaccide, palato alto e stretto.
- Inoltre, se volete cimentarvi in un’ulteriore prova, chiedete a vostro figlio di tenere tra le labbra un foglietto di carta per almeno 10 minuti. Il bambino respiratore orale non durerà a lungo a causa dell’inabitudine a respirare con naso o a causa di un’eventuale ostruzione organica (adenoidi ingrossate, turbinati ingrossati etc).
Può succedere, in molti casi, che vostro figlio abbia una respirazione di tipo misto, utilizzando il naso di giorno e la bocca di notte. Anche questa viene considerata situazione problematica.
Come agire in caso di respirazione orale?
- La prima cosa da fare è consultare uno specialista. La visita dall’otorinolaingoiatra è una tappa obbligatoria in età evolutiva. Solitamente alla nascita i bambini vengono sottoposti a screening neonatale per indagare il corretto funzionamento del sistema uditivo, dopodiché i controlli vengono accantonati ed effettuati solo in caso di emergenza. Le linee guida del Bambin Gesù consigliano di ‘’effettuare una visita otorinolaringoiatrica di controllo al raggiungimento del terzo e del quinto anno di età nei casi in cui il bambino non presenta alcun sospetto di problema uditivo, nessun ritardo nello sviluppo del linguaggio, ha un tranquillo riposo notturno e non presenta una condizione di infezioni ricorrenti delle alte vie respiratorie ’’. Qualora si presenti, invece, una problematica a livello di naso, orecchio e gola è bene rivolgersi immediatamente allo specialista, previo consulto del Pediatra.
- Curare l’igiene nasale di vostro figlio fin dai primi mesi. Di seguito consigli semplici e facilmente attuabili per promuovere la respirazione nasale:
- Effettuare frequenti lavaggi nasali, mattina e sera, con Neti Lota, recipiente che permette di far passare la soluzione fisiologica contenuta in esso da una narice all’altra;
- Stimolare il bambino a soffiarsi il naso. Quest’ultima è un’attività complessa che non tutti i bambini riescono a fare in modo spontaneo. Esistono giochi e attività che possono stimolare questo meccanismo (es. fare le bolle con il naso nella vasca, soffiare con il naso in una cannuccia e fare le bolle etc.);
- Praticare fumenti, anche detti suffumigi, derivanti dall’evaporazione di acqua bollita miscelata a sostane naturali emollienti e decongestionanti (es. camomilla, bicarbonato, erbe, radici e oli essenziali), fine di idratare e decongestionare la mucosa dalla cavità nasale;
- Utilizzare il rinowash/doccia nasale. Si tratta di uno strumento in grado di lavare accuratamente le cavità nasali mediante un getto di soluzione nebulizzato in particelle. È adatto a pazienti di tutte le età. Esso si differenzia dall’aerosol per il distretto che raggiunge. Se la doccia nasale è utilizzata per le affezioni delle alte vie respiratorie, l'aerosol è finalizzato al trattamento della bassa.
Buona respirazione a tutti!
Per approfondimenti, consigli e richieste specifiche rivolgersi a:
Bibliografia
- Linee guida nazionali per la ‘’prevenzione ed il trattamento odontoiatrico del russamento e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in età evolutiva’’ Allegato PDF
- Linee guida ‘’Appropriatezza e sicurezza degli interventi di tonsillectomia e/o adenoidectomia’ Allegato PDF
- le funzioni esecutive nella sindrome delle apnee ostruttive in sonno (osas) in età evolutiva: studio caso-controllo Allegato PDF
Annalisa Muto
Annalisa Muto
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02/10/2019 Articolo letto 2.895 volte |
Annalisa Muto Logopedista. Rubricista: salute Tel. 3803616243 |
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