Correva l’anno 1991 quando, un folto gruppo di Cittadini, uniti sotto le insegne dell’Associazione “Progetto Uomo-Ambiente”, creata allo scopo, tra cui il sottoscritto, insieme a tutta la sua famiglia, stanchi di assistere inerti al degrado ed all’abbandono in cui versava un parco, inaugurato in pompa magna solo alcuni anni prima, che la sciatteria ed il disinteresse che contraddistingueva la politica in quegli anni non aveva nemmeno pensato a dargli un nome. Con grande fantasia veniva definito “parco Maroncelli”.
Attilio, Luigi, Carlo, Michele, Luisa, Azelio, Giancarlo, Babina, Paolo, Franco, Mario, Alberto, Mara, Claudio, Francesco, Antonio, Nunzia sono i pionieri di un gruppo che negli anni si è sempre di più allargato.
Un folto gruppo, di cui solo alcuni sono immortalati nella foto del 1993, che ci ritrae insieme a Maria Falcone. Un gruppo, dicevo, che con grande entusiasmo ed abnegazione riesce, in poco temp,o a risanare, recuperare e valorizzare questo bellissimo angolo verde.
Alcuni anni dopo, in collaborazione con il corpo insegnanti delle scuole di Santa Maria, l’Associazione lancia un questionario, riservato ai ragazzi, per la scelta del nuovo nome da dare al parco, a cui i ragazzi rispondono in modo corale, indicando il nome di Giovanni Falcone, magistrato ucciso dalla mafia appena pochi mesi prima.
Una scelta, quella di dedicarlo al magistrato che, per la sua tempistica, fa risultare il parco, il primo luogo pubblico in assoluto ad essere dedicato a Giovanni Falcone e per il modo in cui è stato scelto, da circa 1.000 ragazzi, colpisce profondamente Maria Falcone.
La sorella del magistrato, infatti, non mancherà di visitarlo e di incontrare i ragazzi delle scuole di Santa Maria, un legame che la porta a diventare,Presidentessa onoraria dell’Associazione Progetto Uomo- Ambiente.
In tutto questo rifiorire di entusiasmo, dovuto alla nascita del nuovo Comune di Boville, un’ombra però si aggira nel futuro del parco, ovvero il rischio che prima o poi nell’area prospiciente al parco venisse realizzato uno stabile.
Ebbene, dopo 28 anni, l’incubo peggiore dei tantissimi volontari che hanno collaborato a questo progetto sta oggi diventando una realtà. Nei giorni scorsi, infatti, l’area adiacente all’entrata del parco è stata recintata ed è comparso un cartello che annuncia la realizzazione di un edificio residenziale, opera che completerà l’accerchiamento del parco, eliminando anche il parcheggio che a suo tempo fu realizzato dal Comune ma che a quanto pare, lo stesso non ha mai provveduto ad espropriare. Una realizzazione che sarà un pugno nell’occhio, nello stomaco, ma anche al ricordo dei tantissimi volontari che hanno lavorato a questo progetto. Voglio ricordare coloro che ora non sono più tra noi: Luigi Carletti, Renato Arioli, Ventura Fiorini.
Una cosa che, questa Amministrazione Comunale più delle altre che l’hanno preceduta non, dico NON, doveva permettere che succedesse.
Ora ovviamente partiranno le difese d’ufficio che, dall’alto della loro sapienza, ci spiegheranno che, essendo un’area privata ed edificabile, non si poteva impedirne la costruzione.
Concetto che noi semplici Cittadini di questo infelice Comune abbiamo imparato molto bene a nostre spese, ossia che le uniche garanzie certe sono quelle riservate ai singoli, a scapito di quelle della collettività.
Ma a questo sciagurato concetto pensavamo che, un’Amministrazione che, ad onor del vero, in altre occasioni ha dimostrato attenzione ed interesse, ne opponesse uno altrettanto legittimo, ovvero quello di “Esproprio per Pubblica Utilità”.
Una situazione che, presenta, a parte il finale, molte analogie con quella dell’area ex fonte San Pietro. In quel caso la nostra Capo Redattrice, in un articolo di alcuni mesi fa, denunciava il rischio che in quell’area stesse per nascere una palazzina. Notizia poi per fortuna, (e per ora) non confermata, che fece scattare l’indignazione degli amministratori locali, che la smentirono categoricamente.
Ora, scopriamo che, lo scampato pericolo in quel caso, fu dovuto essenzialmente al fatto che l’area in questione rientrava nell’ampliamento, deciso nel 2018, del parco dell’Appia Antica.
Tutta questa storia fa venire in mente un detto di una vecchia volpe della politica nazionale che recitava: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.
Antonio Calcagni |
25/02/2020 Articolo letto 4.342 volte |
Commento di: Davide
Mirabile informazione che racchiude la storia del parco e buona parte della recente storia locale.
Il parco Falcone è meraviglioso, un piccolo e prezioso gioiello e deve essere difeso per tutto ciò che rappresenta.
Rinnovati complimenti ai fondatori ed un grazie particolare al "missionario" che lo cura quotidianamente; un uomo apparentemente semplice, eppure nobile di spirito come un vero principe !
Chi pratica Il parco, conosce bene il suo nome e la sua profonda dedizione .
Commento di: Antonio Calcagni
Caro Davide, la persona a cui ti riferisci ha un nome ed un cognome che tutti conoscono ed apprezzano e sono rispettivamente: Attilio Vernile.
Commento di: Simona
Tantissimi complimenti a chi ha realizzato e continuato a mantenere vivo il Parco Falcone, fonte di ritrovato benessere per noi e innostri figli. Mi chiedo, cosa si può fare per riportare in vita i giochi, lo scivolo e le altalene che versano in uno stato penoso e pericoloso a piazza Sciotti?? Grazie anticipate per la vostra dedizione,Simona
Commento di: Roberta
Trovo ingiusto accusare l'attuale amministrazione di non essere intervenuta sulla concessione per la costruzione della palazzina, un'amministrazione che si è sempre battuta, e dico sempre, per la tutela e la difesa del nostro territorio.
Probabilmente In molti casi la legge vieta determinate azioni anche a tutela dei privati cittadini.
Commento di: Antonio Calcagni
Gentile signora Roberta, questo articolo è un atto d'accusa verso tutto la politica, di quelli ultimi decenni che ha sempre garantito gli interessi privati a quelli della collettività. Lei dice che questa Amministrazione si è sempre battuta nella difesa del territorio?bene, in linea di massima concordo con lei, ma mi permetta di dire, non in questo caso. Ed è proprio questo il punto. Da loro, più che da altri ci saremmo aspettati più attenzione.
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