Adesso esiste la prova del Dna contro i proprietari incivili.
L’idea è nata dagli Amministratori di un condominio di Devon Wood, nel Massachusetts, che stanchi di rinvenire defecazioni canine negli spazi comuni, sui marciapiedi , sui viottoli e i prati dei parchi pubblici, lungo i viadotti e nelle aiuole e delle vane sollecitazioni rivolte ai proprietari degli amici a quattro zampe, per un maggiore impegno all’igienica convivenza, hanno escogitato il sistema per identificare l’animale e, di conseguenza, il detentore, attraverso il test del Dna sugli escrementi.
Constatata la drastica diminuzione delle deiezioni abbandonate per la deterrenza prodotta dal citato provvedimento, l’iniziativa si è estesa, in via sperimentale, in Spagna, in Inghilterra e, da circa due anni , anche in Italia, a partire da Napoli, nel quartiere del Vomero, con un progetto definito: “ Prevenzione della fecalizzazione canina sul territorio metropolitano “, grazie all’attuazione del quale è stata già ottenuta una riduzione del 70 % delle deiezioni in strada. Atri esperimenti del genere, assecondati da Coldiretti , in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori – Aia – , le Amministrazioni Comunali e le Aziende Territoriali Sanitarie – Ats - sono in atto a: Livorno, Trieste, Cremona, Comuni di Malnate ( Varese ) e Villasanta ( Monza e Brianza ), per cercare di far prevalere una questione di civiltà e di rimuovere quel diffuso atteggiamento di noncuranza verso il bene pubblico e l’osservanza delle norme igieniche, in particolare.
Studi scientifici, Infatti, hanno dimostrato come gli escrementi dei cani stiano incrementando pericolosamente l’inquinamento, in quanto contengono una specifica tipologia di batterio capace di resistere agli antibiotici. Se si considera che un cane può produrre mensilmente fino a 18 Kg di feci, la cattiva abitudine del cospicuo loro abbandono sul suolo pubblico rappresenta un rischio sia per l’ambiente che per l’uomo e per gli stessi cani, poiché le feci non raccolte possono trasformarsi in focolai per la prolificazione di pericolose malattie.
Il procedimento per il conseguimento della descritta tipologia di intervento, in genere, trova rispondenza: in un’ordinanza del Sindaco a fare il prelievo ematico o di un campione salivare presso l’ospedale o centro veterinario dell’ ASL; nella catalogazione del campione prelevato; nell’invio all’Istituto Zooprofilattico o altro Istituto specializzato per l’esame del Dna; nell’istituzione del registro del Dna dei cani; nella raccolta del campione della deiezione abbandonata, da parte di un Operatore ambientale o una Guardia zoofila o un Vigile urbano; nell’ invio all’Istituto per l’individuazione del cane attraverso il raffronto tra il Dna del campione e quelli contenuti nella banca dati; nel Collegamento del proprietario al cane tramite l’iscrizione all’anagrafe canina; e nella comminazione della sanzione al trasgressore.
Il Ministero della Salute, infatti, già nel 2013 aveva reso noti i nuovi obblighi per i possessori di animali domestici: “ i cani non possono circolare nei luoghi pubblici senza guinzaglio e deve essere cura del padrone raccogliere le deiezioni con gli appositi sacchetti. Se non rispettosi delle regole, i trasgressori possono incorrere in multe i cui importi variano tra i 50 ed i 100 E “.
Dal punto di vista economico, il test del Dna ha un costo di circa 20 euro che , si ipotizza, non dovrebbe costituire un aggrazio di spesa per i cittadini, in quanto gli introiti provenienti dalle multe per le deiezioni non raccolte, secondo l’esperienza di alcuni Sindaci dei Comuni sedi della sperimentazione, compenserebbero gli oneri sostenuti dalle Amministrazioni. Anche se la disponibilità all’esborso di un piccolo contributo, si ha motivo di credere, non verrebbe negato dalla stragrande maggioranza della popolazione, pur di godere del beneficio di un ambiente vivibile e pulito.
Esigenza che si avverte in maniera sensibile nel nostro territorio, per la presenza di un notevole numero di cani e di buona parte di proprietari che trasgrediscono, disinvoltamente, le norme igieniche e di convivenza civile. Pertanto si ritiene esistano tutti i presupposti affinché la descritta iniziativa venga condivisa ed avviata anche dall’Amministrazione Comunale di Marino.
Ma in attesa che ciò avvenga, non si può non esprimere l’auspicio che gli abituali trasgressori, attuali o futuri, in previsione dell’applicazione di un sistema di controllo così infallibile per la loro individuazione, optino, sin d’adesso, per comportamenti più responsabili e scelte più consapevoli delle incombenze e dei doveri che comporta una razionale convivenza con l’ “amico o gli amici “ a quattro zampe.
In modo tale che la detenzione di un così potenzialmente prezioso animale, non sia la conseguenza dell’accondiscendenza alla occasionale richiesta di un Bambino ( in quanto al “Cucciolo” non si può attribuire la funzione di un inerte giocattolo, trattandosi di un essere vivente in rapida crescita che necessita di continue cure ed attenzioni ) o dell’assecondare un impulsivo desiderio di seguire la diffusa ed allettante tendenza alle passeggiate o al footing in compagnia dell’amico più fedele e protettivo, anche quando non si è in grado di:
A cura del Prof. Brancato
In riferimento alla nota pubblicata su questo sito in data 22/0672018, dal titolo: A Luglio l’avvio del Reddito di Cittadinanza locale a Marino: a chi spetta il beneficio? Si informano gli interessati che:
A cui ha fatto seguito la Determina di pubblicare, dal 20/09 al 4/10/2018, sul sito del Comune di Marino, l’elenco degli ammessi e degli esclusi e di dare atto che gli interessati potranno presentare ricorso al Comune di MARINO – Servizi Sociali – Largo Palazzo Colonna 1 – 00047 Marino o tramite Pec al seguente indirizzo: protocollo@pec.comune.marino.rm.it - entro i 15 giorni dalla data di pubblicazione della graduatoria provvisoria.
A cura del Prof. Brancato
Per chi espone al sole, anche per breve tempo, le confezioni d’acqua destinate alla vendita, si configura il reato di detenzione per la vendita di sostanze alimentari in cattivo stata di conservazione.
Questa è la conclusione alla quale è giunta la Corte di Cassazione, terza sezione penale, nella sentenza n. 39037/2018, respingendo il ricorso di un commerciante e confermando la sua condanna alla pena di euro 1.500 di ammenda per il reato ex art. 5 della Legge 283/1962.
In quanto, la contravvenzione di cui al citato articolo 5 è un reato di pericolo presunto che si concretizza anche senza l’effettivo accertamento del danno al bene protetto: la salute ( cfr. Cassa. N. 3674/2016).
Infatti, sempre per la Cassazione, il reato di detenzione per la vendita di sostanze alimenti in cattivo stato di conservazione è configurabile quando si accerti che le concrete modalità della condotta siano idonee a determinare il pericolo di un danno alla salute. Ciò, in riferimento alla considerazione che “ l’acqua è un prodotto alimentare vivo e come tale è soggetto a subire modificazioni allorché: - rimane isolata dal suo ambiente naturale e posta all’interno di contenitori stagni che impediscono i normali interscambi che avvengono con l’aria, la luce e le altre forme di energia; - viene sottoposta ad aumento di temperatura o ad esposizione continua ai raggi solari “ .
Ciò è dovuto al fatto che l’acqua non può essere considerata, significativamente, diversa da altri liquidi alimentari, quali l’olio ed il vino. La normativa, pertanto, in considerazione di tale tesi, ha stabilito che la conservazione di bottiglie di acqua minerale in contenitori PET (Polietilentereftalato) all’aperto ed esposti al sole, costituisce la contravvenzione prevista dalla Legge 283/1962, per la quale: l’esposizione, anche parziale, di prodotti destinati al consumo umano, alle condizioni atmosferiche esterne ( tra cui l’impatto con i raggi solari ), può costituire potenziale pericolo per la salute dei consumatori, poiché sono possibili fenomeni chimici di alterazione dei contenitori e conseguentemente del loro contenuto.
Per estendere le informazioni sull’argomento, in seguito alla propaganda che circola ciclicamente online, secondo la quale il PET rilascerebbe grandi quantità di Antimonio quando le bottiglie vengono esposte alla luce diretta del sole, si riporta l’esito di un’indagine condotta e pubblicata da ALTROCONSUMO nel n. 327 Luglio – Agosto 2018 della omonima Rivista, riguardante, appunto “ tracce di sostanze inquinanti provenienti da prodotti chimici (Nel caso specifico l’Antimonio) usati per la produzione di contenitori PET “. Indagine che evidenzia la poca o nulla rispondenza di tale affermazione, sia con l’esito degli studi effettuati in condizioni estreme a riguardo, e sia nelle prove di laboratorio eseguite da Altroconsumo stesso. Dove non sono state rilevate tracce di Antimonio in nessuno dei campioni esaminati. Mentre, su 18 confezioni dei 42 esaminati sono state riscontrate piccole tracce di xilene ed etilbenzene, molto probabilmente provenienti dalla plastiche dei contenitori.
Comunque, fermo restando l’attendibilità delle precauzioni sulla salute stabilite dalla citata normativa, si ritiene opportuno precisare che oltre agli inquinanti menzionati, la qualità dell’acqua si giudica anche in funzione della quantità degli elementi analizzati riportati in etichetta e dal confronto dei valori degli stessi con i limiti stabiliti dal D. Lgs. n. 31 del 2/02/2001 e della Direttiva CEE/CEEA/CE n° 83 del 3 /11/1998 .
In quanto, non sempre il continuo martellare della pubblicità, che tende a far credere che l’acqua in bottiglia sia sempre la migliore, risponde ad obiettiva verità.
Come dimostra la scoperta , sempre di Altroconsumo, riguardante l’acqua “ RADENSKA“ imbottigliata in Slovenia e venduta in Veneto e Friuli Venezia Giulia, consistente nell’accertamento di valori notevolmente al disopra dei limiti stabiliti dal Decreto Legislativo 31/05/2001 per le acque destinate al consumo umano, come di seguito specificato:
Nonostante trattasi, considerata l’entità dei valori e la contaminazione di cui sopra, di un’acqua da assumere in piccole dosi e solo su suggerimento di un medico. Motivo per cui Altroconsumo ha provveduto a segnalare il caso al Ministero della Salute.
Ovviamente, però, la quasi totalità delle acque minerali non presentano caratteristiche qualitative fuori norma, anche se è sempre opportuno verificarne la regolarità, attraverso il riscontro ed il confronto dei valori limite (Vedi Allegate Tabelle 1, 2, e 3) con quelli riportati in Etichetta, ivi compresa la data dell’ultima analisi (molto frequentemente risalente ad anni addietro), specie quando i caratteri delle etichette risultano poco leggibili ad occhio nudo.
Per non accettare passivamente l’equazione: “acqua in bottiglia migliore dell’acqua del rubinetto” , anche perché, nella stragrande maggioranza dei casi, una tale convinzione risulta priva di fondamento, come dimostrano i risultati dei controlli che le ASL effettuano sugli acquedotti con una frequenza dipendente dal volume di acqua distribuito giornalmente. Frequenza che a Marino, in considerazione degli 8.759 mc erogati (Dedotti dal prodotto del numero degli abitanti: 43.797 per un consumo pro capite giornaliero di litri 200), secondo quanto previsto dal D.Lgs 31/01, trova riscontro in n. 31 controlli all’anno, di cui 27 di routine e 4 di verifica.
A differenza della periodicità di 5 anni con la quale, secondo il D. Lgs 25/1/1992, n. 105, art. 11, comma 6, dovrebbero essere aggiornate le analisi riguardante la composizione dell’acqua minerale. Periodicità che, anche se venisse rispettata, rappresenta un arco di tempo nel corso del quale potrebbero verificarsi, lungo il corso delle sorgenti, cambiamenti di natura fisico-chimica e processi di inquinamento di natura antropica (riguardane l’influenza dell’attività dell’uomo , specie nei settori agricolo-zootecnico ed industriale) non evidenziabili in tempo reale in etichetta.
Inoltre, la qualità dell’acqua del rubinetto, pur essendo garantita dagli Enti Istituzionali preposti ai controlli ( ASL e ARPA ), può essere periodicamente verificata dagli stessi utenti (Vedi allegata Scheda “ Qualità dell’Acqua – COMUNE DI MARINO “), accedendo al PORTALE COMUNE MARINO e seguendo, in progressione, i seguenti passaggi: Servizi online; Aree Tematiche; Idrico; Acea acqua – Acea ATO 2 SpA; Bene Prezioso- Scopri la Qualità della tua Acqua – Vai alla Mappa; Digitare il tuo Indirizzo (con Via n. civico e Città); Puntale evidenziante l’area geografica di appartenenza; Cliccare sulla Mappa esternamente al Puntale; Per maggiori informazioni clicca qui; Salvare il file “ Marino zona 2 - Colonna – Frazioni “ e cliccare sulla denominazione dello stesso per evidenziare la “Tabella sulla qualità dell’Acqua COMUNE DI MARINO”.
Per completare il quadro delle informazioni sulle differenze fra l’acqua del rubinetto e le acque minerali in bottiglia, si riportano ulteriori non trascurabili dettagli riguardanti queste ultime, quali:
- alla produzione: che stando ai dati forniti dall’Annuario acque minerali e di sorgente Beverfood, nel 2006 sono stati prodotti in Italia circa 12 miliardi di litri di acqua minerale e registrato un consumo interno superiori agli 11 miliardi per l’imbottigliamento, dei quali, secondo Mineracqua sono state utilizzate 350 mila tonnellate di PET provenienti da circa 665 mila tonnellate di Petrolio ed una emissione di gas serra complessiva di 910 mila tonnellate di CO2 equivalente (Secondo l’EPA statunitense, per ogni Kg di PET prodotto vengono emesse 2,6 Kg di CO2 eq.);
- al trasporto: secondo Mineracqua solo il 18 % delle bottiglie di acqua minerale viaggia su ferrovia e l’82 % su gomma, attraverso percorsi anche di migliaia di chilometri, come per una delle più diffuse marche: la Levissima, che, partendo dall’Arco Alpino, per raggiunger i supermercati di Napoli, Puglia e Palermo percorre, rispettivamente, una distanza di 894, 1.000 e 1.500 Km, a bordo di veicoli pesanti che contribuiscono alle emissioni di PM 10 ( Polveri sottili dal diametro uguale o inferiore ai 10 millesimi di millimetro ) da trasporto stradale nella misura del 23 %;
- allo smaltimento: dai dati rilevati dall’Associazione di categoria Mineracqua e dal Corepla (Consorzio per il recupero degli imballaggi in plastica ), già nel 2006, dei 2,2 milioni di tonnellate di imballaggi plastici immessi al consumo, 409 mila erano in PET, dei quali 350 mila sono state utilizzate per la produzione di bottiglie per acque minerali, di cui soltanto 124 mila (pari al 35 %) avviate al riciclaggio.
Riciclaggio che, vale la pena ricordare, oltre a sottrarre l’antieconomico conferimento dei contenitori in discarica e dal pregiudizievole abbandono nell’ambiente, consente, stando ai dati riportati nel libro “ Il Riciclo Ecoefficiente “ dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, attraverso l’utilizzo del PET riciclato per la produzione di nuovi imballaggi, un risparmio di emissione di CO2 del 95 % ed energetico del 93 %, rispetto alla produzione partendo dalla materia prima.
Ed è proprio per tentare di contenere tali insostenibili sprechi di esauribili risorse naturali e di immissione di gas inquinanti nell’aria che si respira , che ritornato in Italia, in fase sperimentale, il “ Vuoto a rendere” (già utilizzato negli anni 60 – 70) previsto da un Regolamento del Ministero dell’Ambiente, pubblicato il 25 Settembre sulla Gazzetta Ufficiale ed entrato in vigore il 10 Ottobre 2017.
Tale sperimentazione, che durerà un anno ed è finalizzata ad incentivare comportamenti che salvaguardino l’ambiente, attraverso la sensibilizzazione dei consumatori sull’importanza del riciclo, viene evidenziata nei vari ambienti che hanno scelto di aderire alla fase sperimentale (Bar, Ristoranti, Alberghi e vari altri punti vendita) con l’esposizione di un apposito simbolo.
Quanto fin qui esposto non si prefigge certo di interferire sulla libertà di scelta di chi ritiene conveniente dissetarsi con l’acqua minerale in bottiglia, bensì vuole essere soltanto un contributo di conoscenze sull’argomento mirato a consentire ai lettori- consumatori di operare tale scelta in maniera più consapevole e compatibile con la salute dell’Ambiente, dalla quale dipendono le nostre condizioni di vita. Affinché si eviti, di divenire complici inconsapevoli, sebbene con una lieve incidenza ( anche se è fuor di dubbio che ogni grande dimensione, non è altro che la somma di tantissime e piccolissime frazioni della stessa), della causa dei 91.000 decessi prematuri che ogni anno si verificano in Italia e del costante incremento di diagnosi di tumori maligni, ictus, problemi cardiaci e malattie respiratorie ( rilevati nei Siti di interesse Nazionale o Regionale – SIN o SIR ) che interessano particolarmente le fasce di età da zero a 24 anni, imputabili all’inquinamento da ozono e particolato fine, cioè a particelle di diametro inferiore ai 2,5 micrometri, particolarmente pericolose, poiché possono raggiungere facilmente gli alveoli polmonari e quindi il flusso sanguigno.
Insomma, il detto un tempo in voga: “ siamo quel che mangiamo “ oggi, purtroppo, a ragion veduta, è diventato: “siamo quel che mangiamo e quel che respiriamo”.
A cura del Prof. Brancato
Lo vedi, ecco Marino
la sagra c'è dell'uva
fontane che danno vino
ma quest’anno serve il bigliettino!
L’autunno a Marino sarà ancora più rovente dell’estate. Si riparte subito con una grande polemica intorno all’evento dell’anno: la Sagra dell’uva. Stavolta giustificata.
A partire da questa edizione, la 94esima, in programma dal 5 all'8 ottobre, le fontane daranno ancora vino, ma servirà un bigliettino! Il costo sarà di 3/6 euro, a seconda del percorso che si sceglie, per i non residenti adulti. Il biglietto potrà essere acquistato online o presso punti vendita dislocati sul territorio. Inoltre, vi saranno controlli agli accessi per impedire che vengano introdotte bottiglie e contenitori di vetro sia vuoti che pieni per evitare pericoli alla incolumità dei partecipanti.
Sui controlli nulla da ridire, ubriacarsi fino a mettere in pericolo la sicurezza propria e altrui è un danno alla comunità, così come oltraggiare il decoro con pezzi di vetro e vomito in ogni angolo. Sulla questione biglietto d’ingresso, invece, la polemica è più che accesa. Non sarà più un evento gratuito, sarà controllato e a numero chiuso, almeno per domenica 7 ottobre, giorno in cui si assisterà al "miracolo" delle "fontane che danno vino". Viene meno lo spirito della sagra popolare, momento di aggregazione sociale, di ritrovo, di vanto nei confronti degli altri paesi, limitrofi e non, per l’uva e il vino, per i prodotti locali. Un evento secolare, retaggio di culture e tradizioni che ancora sopravvivono e che quest’anno si discioglieranno nel mondo del capitalismo che prima o poi ingoia tutti nel suo vortice.
E pagare 3/6 euro per entrare significherebbe valorizzare la manifestazione e dare maggiore prestigio all’immagine della città di Marino? O forse si è speso troppo e c’è necessità di rimpinzare le tasche comunali? “Si intende istituire un servizio di ticketing che faciliti tutte le operazioni di safety e security previsti dalla normativa vigente (solo per la giornata di domenica 7 ottobre), il cui gestore sarà individuato dagli uffici competenti attraverso le procedure Mepa”. Si legge questo nella delibera di indirizzo della giunta comunale.
Come se 3 euro fossero un impedimento ad ubriacarsi. Come se, avendo cacciato dal portafoglio quella cifra, improvvisamente si diventasse responsabili. Forse, e la buttiamo lì, la campagna del bere responsabile andrebbe portata avanti tutto l’anno, nelle scuole, nelle strade, nei parchi, nei centri sociali.
Ma si sa, nel 2018 anche Marino si compra con un bigliettino. Parola di vino!
Eleonora Persichetti
http://www.lavocedeicastelli.com/
DETTAGLIO DEI COSTI:
Per i non residenti il ticket per l’accesso è di € 3,00 e comprende la visita gratuita al Museo civico “Umberto Mastroianni”, al Museo del Vino, al Museo del Bottaio, al Museo del carretto a vino e alle grotte sotterranee.
In alternativa pagando un ticket di € 6,00 si ha diritto all’accesso + degustazione guidata percorso enogastronomico di Piazza S. Barnaba (offerta promozionale con importo ridotto; presentando il biglietto all’’ingresso del percorso enogastronomico si avrà diritto al coupon degustazioni delle eccellenze del territorio).
Si intendono esentati dal pagamento d’ingresso i minori di anni 12, i diversamente abili e relativo accompagnatore.
Per i Gruppi sono previste 15 gratuità ogni 40 biglietti acquistati online.
Per i residenti nei giorni 6, 7 e 8 ottobre e per i non residenti nei giorni 6 e 8 ottobre 2018 limitatamente al solo accesso al percorso enogastronomico di Piazza S. Barnaba, con degustazione guidata a cura dell’Ass.ne Green Mind – Il Bene Comune della Terra, è previsto un biglietto di € 5,00.
COMUNICATO STAMPA
“La nostra Amministrazione ha a cuore la riqualificazione urbanistica ed architettonica di tutto il territorio di Marino.
Come criterio generale daremo impulso ad ogni iniziativa pubblica o privata che tenda a valorizzare il patrimonio esistente, evitando il consumo ulteriore di suolo agricolo o comunque libero.
In riferimento alla Esselunga, al momento non è stato definito ancora nulla, vi sono solo ipotesi al vaglio.
Allorquando verrà presentato il progetto di dettaglio che s'intenderà proporre ed una volta dimostrata ed analizzata l'utilità pubblica saremo lieti di rendere pubblici i particolari del progetto."
L’Assessore all’Urbanistica del Comune di Marino
Andrea TRINCA
Informazione V/S Propaganda
Tra le due modalità di espressione c’è esattamente la distanza che separa la frase
‘abbiamo provveduto a mettere in sicurezza le scuole. Collegati al sito Comunale’
dalla frase
‘noi cambiamo. Messa in sicurezza la scuola …x.. Collegati al sito del movimento …’
Diverse volte ho cercato di evidenziare il fatto che le pagine esistenti su FB sono state create per favorire lo scambio di informazioni tra i cittadini oltre che, molto importante, tra questi ed il Comune. Diverse volte io stesso ho contribuito a diffondere comunicati del Comune che illustravano iniziative rivolte a soddisfare varie esigenze di cittadini, come ad esempio le ultime iniziative ‘estive’ o l’apprezzamento che ho sempre dimostrato per l’introduzione della raccolta differenziata.
Spesso ho ricordato il concetto secondo il quale, indipendentemente dalla Lista, dal Movimento, dal Partito o dalla Coalizione da cui sono stati presentati, una volta democraticamente eletti gli Amministratori Comunali debbano necessariamente perdere il ‘colore’ originario e diventino Gestori del Benessere Pubblico a beneficio di ‘tutti’ i cittadini.
Inoltre, a mio avviso, tutto quello che faranno, sarà loro attribuito a livello personale, e non ad un’entità astratta come un Partito o un Movimento
Io, ad esempio, pur essendo molto lontano dai concetti che ispirano il Movimento, sarei orientato a votare molti degli Amministratori attuali, indipendentemente dal ‘colore’ con il quale si candidassero in futuro. Solo in base all’osservazione di come si stanno comportando attualmente nell’esercizio delle loro funzioni.
Quindi ritengo che la loro comunicazione debba essere fatta senza aggiungere contributi alla roboante e continua propaganda cui siamo tutti assoggettati attraverso tutti i media, dalla televisione alla radio, dai giornali ai manifesti. Ognuno di noi è continuamente sottoposto alle continue dichiarazioni di intenti, alle promesse, alla distruzione di questo o quello esponente politico o dirigente di Azienda o religioso o laico, profuse a piene mani senza nessun rispetto per le idee e la sensibilità di quanti stanno intorno e sono costretti ad ascoltare.
Le nostre pagine sono aperte a tutti, tutti possono esprimere le proprie opinioni e, per quanto mi riguarda, sono particolarmente ben accette le segnalazioni che Sindaco, Assessori e Consiglieri ritengono di voler pubblicare attraverso questi strumenti, così come sono grato per l’impegno che viene in modo evidente profuso nello svolgimento delle loro mansioni nonché per il contributo e la presenza che non fanno mai mancare in ogni occasione della vita cittadina.
E sono sicuro che tutto questo non passa inosservato ai cittadini che in buona parte, a qualsiasi ideologia politica appartengano, apprezzano l’operato di questa Amministrazione, in particolare se la confrontano con quelle che di recente l’hanno preceduta.
Quindi ritengo inutile, oltre che fastidiosa, l’insistenza su questa linea propagandistica che, se pur giustificata da un entusiasmo ideologico quasi religioso, disturba il flusso di comunicazione che è sicuramente veicolo di una migliore reciproca comprensione.
Spero di essere riuscito ad esprimere il mio pensiero in modo sufficientemente chiaro, di non avere creato stupide barriere alla fluidità del percorso comunicativo, di non aver mostrato incomprensione o rigetto di idee politiche diverse dalle mie e di non aver urtato la sensibilità di quanti operano nella nostra Amministrazione Comunale.
Ma ho sentito la necessità di chiarire quali modalità di utilizzo delle pagine mi aspetto da tutti coloro che le consultano e contribuiscono a renderle un valido strumento di contatto.
Grazie per l’attenzione
Qui di seguito, vengono riportati i numeri dei biglietti vincenti, estratti alla lotteria della festa patronale in Santa Maria delle Mole del 9 settembre 2018
Ordine |
Numero |
Premio |
1 | 3528 | Buono viaggio da 1,500,00 Euro |
2 | 2390 | Servizio fotografico da € 1.000,00 |
3 | 1730 | Bicicletta |
4 | 1942 | Orologio |
5 | 695 | Buono pranzo/cena da € 160,00 |
6 | 1617 | Abbonamento total wellness 3 mesi |
7 | 4235 | Bottiglia di grappa stravecchia |
8 | 2630 | Trapunta |
9 | 4675 | Servizio di piatti da 12 in porcellana |
10 | 1498 | Barbecue grill |
11 | 1449 | Buono spesa da € 100,00 pasta all’uovo |
12 | 662 | Buono pranzo/cena da € 100,00 |
13 | 2370 | Videogioco |
14 | 4721 | Macchina per caffè |
15 | 4838 | 3 massaggi alla schiena |
16 | 392 | Buono da € 50,00 trattamento unghie |
17 | 4125 | 1.000 biglietti da visita a colori |
18 | 3144 | 2 menù Nertò |
La circolare n° 107 del 5 Luglio 2017 dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale fornisce le indicazioni operative relative alla nuova disciplina per le prestazioni di lavoro occasionale, introdotto dall’articolo 54-bis del Decreto legge 24 Aprile 2017, n° 50, convertito dalla Legge n° 96 del 21 Giugno 2017.
Intendendo per lavoro occasionale una prestazione professionale fornita da persone che desiderano avviare un’attività lavorativa in modo sporadico e saltuario.
Trattasi di un contratto mediante il quale l’utilizzatore può acquisire prestazioni di lavoro occasionali o saltuarie di ridotta entità.
La gestione informativa e finanziaria delle prestazioni di lavoro occasionale è stata affidata all’INPS, che provvede a gestire i versamenti effettuati dai datori di lavoro ed eroga i compensi ai lavoratori.
I buoni lavoro potranno essere utilizzati dalle imprese agricole, dalle strutture turistiche o alberghiere o ricettive (di accoglienza e ospitalità).
In particolare, imprese agricole, strutture alberghiere o ricettive operanti nel settore del turismo, nonché gli enti locali, potranno utilizzare i Voucher come mezzo di retribuzione per under 25, disoccupati, pensionati, percettori del reddito di inclusione - REI – (Provvedimento, a livello nazionale, di contrasto alla povertà, comprendente un beneficio economico ed un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa) o di altre forme di sostegno al reddito.
Successivamente all’abrogazione del sistema dei Voucher in precedenza utilizzato, per la retribuzione di questa formula lavorativa, sono stati introdotti i seguenti due nuovi strumenti:
Esso è destinato a persone fisiche, che non esercitano attività professionali o d’impresa e non devono avere in corso o avere avuto, nei 6 mesi precedenti, rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e collaborativa con i prestatori.
Ed è composto da titoli di pagamento, dal valore nominale di 10 euro, per prestazioni di durata non superiore ad un’ora. Valore nominale che viene ripartito in euro:
Il datore di lavoro, entro il terzo giorno del mese successivo allo svolgimento della prestazione lavorativa deve comunicare all’INPS: i dati identificativi del lavoratore; - il numero di titoli utilizzati per il pagamento; - il luogo di svolgimento della prestazione; - la durata e l’ambito di svolgimento della prestazione; - altre informazioni per la gestione del rapporto.
Comunicazione che, successivamente, verrà notificata, tramite E-Mail o Sms al prestatore. L’INPS, a sua volta, entro il quindicesimo giorno del mese successivo allo svolgimento dell’attività lavorativa, provvede ad erogare il compenso previsto.
In caso di violazione dell’obbligo di comunicazione preventiva all’INPS delle prestazioni da effettuarsi, ovvero di uno dei divieti al ricorso al contratto di prestazione occasionale elencati nel comma 14 dell’art. 54-bis, del D. L. N. 50/2017:
si applica la sanzione Amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 500 ad euro 2.500, per ogni prestazione lavorativa giornaliera per la quale risulti accertata la violazione.
Questa tipologia contrattuale non può essere utilizzata da:
Le imprese agricole possono ricorrere al Cop soltanto per l’impiego di lavoratori comprese nelle seguenti categorie:
Il compenso giornaliero viene stabilito sulla base della retribuzione oraria delle prestazioni di natura subordinata individuata dal Contratto Collettivo Nazionale stipulato dalle Associazioni sindacali – CCNL – e, comunque, non può essere inferiore al compenso previsto per 4 ore lavorative.
Le pubbliche Amministrazioni possono usare questo tipo di contratto solo nell’ambito delle seguenti attività:
Per attivare il contratto l’utilizzatore, a differenza che per il Libretto di Famiglia, deve comunicare, attraverso il servizio online, entro un’ora prima dell’inizio della prestazione i dati identificativi del prestatore.
Sia il Libretto di Famiglia che il Contratto di Prestazione Occasionale sono soggetti ai seguenti limiti economici, riferiti all’anno di svolgimento della prestazione e ai compensi percepiti dai prestatori, al netto di contributi, premi assicurativi e costi di gestione:
- un lavoratore, con riferimento alla totalità degli utilizzatori, non può percepire più di 5.000 euro l’anno (art. 54-bis, comma 1, lett. A), per prestazioni occasionali e non più di 2.500 euro (art. 54-bis, comma 1, lett. B) l’anno per quelle effettuate presso il medesimo datore di lavoro;
- il datore di lavoro,, che può ricorrere a più prestazioni di lavoro occasionale e a diversi prestatori, dal canto suo, con riferimento alla totalità dei prestatori, non può superare i 5.000 euro l’anno e i 2.500 euro per ogni prestatore.
Nel caso di superamento del limite di 2.500 euro per ciascuna prestazione resa da un singolo lavoratore in favore di altrettanto singolo utilizzatore, o della durata della prestazione di 280 ore, nell’arco dello stesso anno, il rapporto si trasforma in un rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato.
Il prestatore deve ricevere una retribuzione giornaliera non inferiore a 36 euro, relativa al compenso previsto per 4 ore lavorative. Ma anche se la paga oraria può essere concordata liberamente dalle parti, non deve essere, salvo che per il settore agricolo, inferiore a 9 euro l’ora.
I lavoratori che forniscono le prestazioni occasionali hanno diritto, con oneri a carico degli utilizzatori, all’assicurazione per invalidità, la vecchiaia e i superstiti (nel caso di morte dell’assicurato) e a quella contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
E’, inoltre previsto dal comma 20 dell’art 54-bis, come già menzionato, un limite di durata pari a 280 ore nell’arco dello stesso anno. Mentre per il settore agricolo, il suddetto limite, è pari al rapporto tra il limite di importo dei compensi di 2.500 euro e la retribuzione individuata dal Contratto Collettivo Nazionale di lavoro – CCNL - stipulato dalla Associazioni sindacali, ai sensi del comma 16 del citato art. 54-bis: euro 7,57 – 6,94 – 6,52, rispettivamente per l’area: -1 (lavoratori in possesso di titolo o di specifiche conoscenze e capacità professionali che consentono lavori richiedenti specifica specializzazione) – 2 (lavoratori che svolgono compiti esecutivi variabili non complessi e non richiedenti conoscenze professionali) – 3 (lavoratori capaci di eseguire solo mansioni generiche e semplici), di appartenenza del lavoratore.
Inoltre, sarà possibile l’uso dei Voucher ad alberghi e strutture ricettive (di accoglienza ed ospitalità di lavoro) che hanno alle proprie dipendenze fino ad 8 lavoratori a tempo indeterminato, a differenza delle Aziende agricole, per le quali resta il limite di 5 dipendenti.
Così pure risultano allungati i tempi di utilizzo rispetto agli attuali 3 giorni. Infatti, il pagamento con l’introduzione del nuovo sistema potrà avvenire con riferimento ad un arco temporale non superiore a 10 giorni, tra la data d’inizio ed il monte ore complessivo presunto.
L’utilizzatore per potersi servire delle prestazioni di lavoro occasionale deve, preventivamente, alimentare il proprio portafoglio telematico, attraverso il versamento della provvista destinata a finanziare l’erogazione del compenso al prestatore, l’assolvimento degli oneri di assicurazione sociale ed i costi di gestione delle attività, avvalendosi delle seguenti modalità:
A seconda delle forme di pagamento, le somme sono utilizzabili per remunerare le prestazioni occasionali ed assolvere agli obblighi contributivi, di norma, entro 7 giorni dall’0perazione di versamento.
Per il Libretto Famiglia ogni versamento è pari a 10 euro o a multipli di 10.
Mentre, per il Contratto di prestazioni occasionali, l’entità dei versamenti è stabilita dall’utilizzatore.
L’erogazione dei compensi ai prestatori , come in precedenza precisato, verrà pagato dall’INPS, entro il 15° giorno del mese successivo a quello di svolgimento della prestazione, tramite:
Poste Italiane trasmette al prestatore una comunicazione con la quale si rappresenta la disponibilità delle somme entro il 15 del mese, riscuotibili presso qualsiasi ufficio postale, previa esibizione di documento di identità e della medesima comunicazione.
Sia gli utilizzatori che i prestatori devono preventivamente registrarsi al servizio dedicato alle prestazioni occasionali tramite una delle seguenti modalità:
All’atto della registrazione occorre disporre delle credenziali personali (PIN INPS, credenziali SPID) e scegliere se accedere al Libretto Famiglia o al Contratto di Prestazione Occasionale.
A cura del Prof. Brancato