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La Nostra Voce

NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di; Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

Nuove sigle carburanti: come riconoscere benzina, gasolio e gas

Nuove sigle carburanti: come riconoscere benzina, gasolio e gas Copertina (2.039)
Domenico Brancato

Dal 12 ottobre le stazioni di rifornimento di carburanti italiane ed europee adottano una nuova nomenclatura ed un nuovo sistema di simboli.

La norma EN 16942 europea stabilisce identificatori  standardizzati per i combustibili liquidi e gassosi immessi in commercio, al fine di integrare le esigenze d’informazione per gli utenti in merito alla compatibilità dei combustibili sul mercato con i veicoli. L’applicazione della norma è   riferita  ai veicoli immessi in commercio per la prima volta, anche se non si esclude l’applicazione ai veicoli già in circolazione, per i quali, però, attualmente non vige nessun obbligo di adeguamento.

L’identificatore deve essere apposto nelle stazioni di servizio e sulle apparecchiature di erogazione, sui veicoli, nelle concessionarie di veicoli e nei libretti d’istruzione.

Sono interessati tutti ni veicoli leggeri e pesanti, dalla due alle quattro ruote, le automobili e gli autobus. I simboli da applicare, in particolare sui: bocchettoni dei serbatoi delle auto o all’interno dello sportello per il serbatoio e le pistole e pompe di rifornimento dei carburanti,  sono di forma geometrica circolare, quadrata e romboidale, rispettivamente per: Benzine, Diesel e Carburanti Gassosi, come illustrato nella seguente  riproduzione (vedi allegato):

All’interno  di ogni etichetta, poi, come si può osservare, sono inserite  lettere e numeri indicanti la tipologia di carburante, come appresso specificato, distintamente per ogni  forma  di simbolo:

  •  Circolare: lettera  E  che sta per Etanolo  (alcol etilico o bioetanolo prodotto dalla fermentazione degli zuccheri presenti nella biomasse vegetali residuali e/o provenienti da prodotti agricoli ricchi di glucidi: barbabietola e canna da zucchero, mais, vinacce e in prospettiva,  ligno-cellulosiche come:  paglia, alghe, ecc;  dall’ alto contenuto energetico: Kcal/Kg 6.400 e  caratteristiche simili alla benzina, tanto da   renderlo compatibile per l’alimentazione dei motori a scoppio, con il vantaggio di  un impatto ambientale più contenuto rispetto quello derivante dall’uso dei combustibili fossili (benzina e gasolio), in termini di emissioni in atmosfera di composti inquinanti, quali:  particolato, monossido di carbonio -CO-, anidride solforosa -SO2- e gas serra: anidride carbonica -CO2-  e metano – CH4-), seguita da un numero: 5, 10 e 85 che indica la percentuale di  etanolo   presente nella benzina;
  •  Quadrata: lettera  B  che sta per Biodiesel (viene prodotto mediante la trasformazione chimica degli oli e dei grassi animali e/o vegetali provenienti dalla raccolta differenziata degli oli esausti nelle attività di ristorazione, nelle industrie di trasformazione degli alimenti,  nelle utenze domestiche e  dalle colture oleaginose: girasole, colza e palma da olio, che lo rende affine al gasolio e quindi adatto a sostituire quest’ultimo nell’alimentazione dei motori a ciclo Diesel. Sostituzione che trova riscontro in importanti benefici ambientali,  per la migliore qualità delle emissioni rilasciate nel corso della combustione, caratterizzata dalla minor presenza del 50 % di monossido di carbonio, del 65 % di polveri sottili, fino al 71 % di  idrocarburi incombusti e la mancanza di emissioni di Anidride solforosa. Benefici  però non esenti da svantaggi dovuti a maggiori emissioni di ossidi di Azoto,  rispetto al gasolio, che tuttavia è possibile contenere dotando gli scarichi di appositi catalizzatori,  ed a conseguenze negative socio-ambientali, quali: - utilizzo di terreni coltivabili non per soddisfare i bisogni alimentari  della popolazione, ma per alimentare i motori delle auto; - innalzamento del prezzo delle materie prime, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo; - Adozione di tecniche di coltivazione monocolturali con conseguente riduzione della biodiversità, aumento dell’erosione del suolo ed il rischio di diffusione di parassiti  specifici resistenti delle coltivazioni. ), seguita, come per l’Etanolo, da un numero: 7, 10 e 100 (Biodiesel puro) che indica la percentuale di Biodiesel presente nel Gasolio;
  • A Rombo: nel quale compaiono le seguenti sigle abbinate alla denominazione del corrispondente carburante gassoso:
  • H2 = Idrogeno
  • CNG = Metano per auto (Gas naturale compresso)
  • LPG = GPL  ( Gas di petrolio liquefatti )
  • LNG = metano liquido. (Gas naturale liquefatto)

Dettagliata identificazione  dei carburanti, questa, che trova rispondenza nella maggiore esigenza qualitativa dell’alimentazione di motori sempre più sofisticati, come ormai  i diffusi  propulsori   turbo (sovralimentati per effetto della maggiore quantità di miscela aria-benzina che viene spinta a forza nel cilindro da una turbina) che sviluppano molta più potenza rispetto ai normali motori aspirati (dove l’aria nel cilindro entra a pressione atmosferica presente nell’ambiente circostante),  e  quelli con più elevati  rapporti di compressione ( dotati, cioè, di una ridotta camera di scoppio,  in quanto  il valore del  rapporto  è dato dalla somma  del volume del cilindro e  della camera di  scoppio, diviso  il volume della camera di scoppio ), che nei  motori a scoppio, ad accensione comandata,  alimentati a benzina,  è compreso fra 9:1 e 12:1 ( vale a dire   che il volume iniziale della miscela aria-benzina viene ridotto di 9 o 12 volte ), mentre per i motori Diesel oscilla  fra  i 14:1 e  25:1, trattandosi di motori ad accensione spontanea della miscela aria-gasolio,  per  effetto dell’elevata  temperatura che raggiunge l’aria, fortemente compressa,  al momento dell’iniezione del gasolio nella camera di combustione.

 Maggior rapporto di compressione,  che nei motori a scoppio  viene   limitato dall’insorgenza del fenomeno della  detonazione (comunemente definito  “ battito in testa “ dovuto all’accensione del carburante prima che scocchi la scintilla della candela: causa di irregolarità di  funzionamento del motore e di sollecitazioni anomale  che, a lungo andare, possono danneggiare irreparabilmente  organi essenziali per il funzionamento  del motore) che  è correlata al  numero di ottano della benzina (da  98  a  101, fino a 130 per speciali benzine da competizione ed avio) che, a sua volta, dipende dalla   percentuale   di additivi che vengono aggiunti. Additivi che, per  finalità  ecologica, trovano riscontro  nel metanolo, etanolo o alcool etilico, ricavabili da metano, carbone e biomasse.

Complessività  di trasformazioni e modifiche strutturali che  rendono alquanto propizia  l’applicazione della richiamata norma che, attraverso una dettagliata classificazione e denominazione  dei carburanti,  consente l’inequivocabile  riscontro ed il più rispondente  abbinamento della composizione del   tipo di  carburante  con ogni tipologia  di motore,  permettendo, così,  di   conseguire  il miglior funzionamento, il più elevato rendimento ed il minor impatto ambientale.

Comunque, l’ideale sarebbe che i prodotti impiegati per realizzare nei motori effetti della combustione opportunamente meno inquinanti, non sottraessero preziose materie prime destinabili al sostentamento alimentare di molte popolazioni e non provocassero, a causa delle tecniche di coltivazione e dei sistemi di lotta antiparassitaria non in sintonia con il rispetto  dell’ambiente , danni  tali da ridimensionare ampiamente gli esiti sperati.

Ridimensionamento evitabile attraverso lo sviluppo delle realtà esistenti e la promozione di  metodologie tecnologicamente avanzate  finalizzate all’utilizzazione di sempre maggiori quantità di sottoprodotti, in sostituzione delle materie prime, ancora ampiamente impiegate per la produzione dei menzionati carburanti a basso tasso di inquinamento.

 

A cura del Prof. Brancato

 

 

 

Il Parco di Palaverta: s'ha da fare o no?

Il Parco di Palaverta: s'ha da fare o no? Copertina (452)
Eleonora Persichetti

Da tempo gli abitanti di Palaverta attendono la realizzazione del Parco in Piazza XXI ottobre, tra la Nettunense e Frattocchie. Allo stato attuale, come si evince anche dalle foto che pubblichiamo, l'antica strada in basolato che portava al Teatro e al Circo dell'Antica Bovillae “riversa in uno stato vergognoso”, commenta Mauro Abate, Presidente della Sezione di Marino di Italia Nostra. Al posto del Parco c’è “un ettaro e mezzo circa abbandonato, pieno di calcinacci, rifiuti e arbusti incolti, in cui è pericoloso avventurarsi”, continua Abate.
 
Sarebbe importante avere questo Parco considerando che l’area di Palaverta è tutta cementificata. Il Presidente Abate ci ha spiegato cosa è successo e cosa accadrà nei prossimi giorni. L’incarico di realizzazione del Parco è stato dato alla Progedil, la ditta che ha costruito anche gli appartamenti a S. Maria delle Mole, dietro via Maroncelli. Le erano state date delle concessioni edilizie e come onere accessorio avrebbe dovuto realizzare il Parco a Palaverta. I fatti che si sono susseguiti poi, ovvero costruzioni fermate dalla Giunta 5 Stelle, il ricorso della Progedil, ecc., sono noti a tutti, la conclusione è che, ad oggi, il Parco non c’è. 
 
La Sezione di Marino di Italia Nostra si era recata dal Sindaco a settembre 2022 per sollecitare la questione del Parco e poi lo ha incontrato nuovamente pochi giorni fa. La Progedil aveva bisogno di un archeologo per procedere ai lavori, ora, a quanto pare, l’avrebbe trovato. “Il Sindaco ci ha detto che se la ditta non inizia i lavori del Parco entro 15/20 giorni, interromperà la concessione per le Palazzine a S. Maria delle Mole”, ha spiegato Abate. Questa storia dura ormai da anni, ma dovremmo essere in dirittura d’arrivo. Il Parco/Piazza avrebbe aree attrezzate con giochi per bambini, per i cani, per le associazioni. 
 
La costruzione delle Palazzine andrà, quindi, di pari passo, con quella del Parco.
 
”La realizzazione di un parco o di una piazza nel grande terreno in oggetto è centrale nella vita sociale di Frattocchie e in particolare del quartiere Palaverta. Ed è anche di grande importanza per la conservazione del bene culturale e archeologico che ivi si trova, un'antica strada romana, col suo basolato originale, che portava all'antico Circo e Teatro di Bovillae. La realizzazione dell'opera è un onere concessorio, cioè che va realizzato dalla ditta edile per l'ottenimento di licenze edili.  Viene disattesa dalla ditta edile da diversi anni, prima per divergenze sulla concessione o revoca dei permessi a costruire di palazzine a Santa Maria delle Mole, e - una volta che le divergenze sono comunque state superate - la ditta ha impiegato più di un anno, secondo quanto riferisce, solo per trovare un archeologo che sovrintenda i lavori. Trattandosi di un onere concessorio, i lavori vanno fatti e terminati, altrimenti occorrerà richiedere che vengano presi tutti i necessari provvedimenti di legge”, conclude Mauro Abate. 
 
 
 
 
 

Marino Aperta APS presente alla manifestazione del 5 marzo sulla Pace

Marino Aperta APS presente alla manifestazione del 5 marzo sulla Pace Copertina (559)
Eleonora Persichetti

 
 
Nella mattinata del 5 marzo presso il Parco della Pace a Cava dei Selci, si è svolta la manifestazione sulla pace organizzata dal Coordinamento Marinese INSIEME PER LA PACE di cui Marino Aperta APS fa parte insieme a circa 70 realtà che operano sul territorio di Marino, per esprimere solidarietà alla popolazione ucraina e a tutte le popolazioni vittime della violenza e dei conflitti.
 
L'evento ha visto la presenza di tutte le scuole di Marino di ogni ordine e grado: l'I.C. S.Maria delle Mole, l'I.C. Primo Levi, l'IIS Amari Mercuri, l'IC Marino Centro, il CMFP Alberghiero, con la partecipazione di centinaia di ragazzi e ragazze con le loro famiglie, numerosi volontari in rappresentanza delle associazioni, cooperative, comitati del territorio, tutti riuniti sotto l'unica bandiera possibile, quella colorata della pace. Durante la manifestazione i dirigenti scolastici hanno presentato le loro riflessioni e i lavori fatti nei vari plessi, e con alcuni docenti, un gruppo di studenti è intervenuto ai microfoni dando voce a poesie e frasi a sostegno della pace e contro tutte le guerre e ogni forma di violenza. Testimonianze anche dalla comunità ucraina e da cittadini russi, ma anche di profughi afgani a Marino.
Non potevano mancare, tra le istituzioni che si adoperano in prima linea, le testimonianze della CRI Colli Albani e della Caritas città di Marino.
 
Sul finire, con dei nastri uniti in un grande simbolico cerchio, una canzone "C'era un ragazzo" cantata tutti insieme con i bambini e ragazzi delle scuole e i rappresentanti di tutte le organizzazioni del coordinamento Insieme per la Pace, diretta dalla prof. Maria Giovanna Ruffini.
 
Marino Aperta APS è tra i promotori dell'iniziativa. Questo il manifesto: "Crediamo sia necessaria una mobilitazione pacifista che parta dal basso e che sappia rilanciare l’obiettivo della Pace in Europa e nelle altre parti del mondo dove si combatte ancora, spesso nell’indifferenza comune.
Crediamo che sia necessario ribadire che la guerra non può essere considerata un’alternativa al dialogo e alla diplomazia ed il coinvolgimento delle giovani generazioni mira proprio a trasmettere questo valore sin dall’infanzia, perché le principali vittime di ogni conflitto sono sempre i civili e tra questi tanti, troppi bambini a cui è negato un futuro".
"Come presidente dell'associazione", dichiara Ivana Chiodo, "condivido e appoggio fattivamente l'operato del direttivo in tal senso, nello spirito di solidarietà fondante di Marino Aperta APS."
 
Per aderire al Coordinamento si può scrivere all’indirizzo e-mail: insiemeperlapace2022@gmail.com, inoltre il Coordinamento ha aperto una Pagina Facebook: https://www.facebook.com/MarinoInsiemePerLaPace e un account Instagram: https://www.instagram.com/marino_insiemeperlapace/

L'occhio indiscreto del satellite sul nostro territorio

(624)
Gianni Morelli

Salve, 

vi invito caldamente a partecipare e diffondere la seguente iniziativa di Italia Nostra Castelli Romani.
Enrico Del Vescovo.

L'uso del satellite è decisamente efficace ai fini del controllo e studio del territorio, fornendo  immagini dettagliate sull'evoluzione temporale della fisionomia del territorio misurando, quindi, anche l'entità numerica del consumo del suolo dovuto alla progressiva avanzata del cemento. A suo tempo il Parco regionale dei Castelli Romani aveva partecipato al progetto EUROPEO "Primavera" (progetto basato sulle tecniche di osservazione della terra integrato da tecniche informative GIS). Purtroppo i risultati non furono poi utilizzati. Proprio di recente l'ente Parco avrebbe deciso di recuperare i dati raccolti in passato in collaborazione con l'ESA-ESRIN. A tal fine l'ente  sta cercando stagisti in grado di collaborare per l'aggiornamento del sistema suddetto senza però aver trovato ancora una risposta adeguata.

 

  GIOVEDI 10 MAGGIO 2018, ore 18:00

FRASCATI, sala degli Specchi del comune, piazza Marconi


"L'OCCHIO INDISCRETO DEL SATELLITE SUL NOSTRO TERRITORIO"

IL CONSUMO DEL SUOLO, LA TRASFORMAZIONE DEL PAESAGGIO, IL PROGETTO RELATIVO AL SISTEMA "PRIMAVERA" dell'ente Parco regionale dei Castelli Romani.

SEMINARIO con IMMAGINI e DIBATTITO 

EMANUELE LORET
  Ricercatore, collaboratore presso ESA-ESRIN
 
MICHELE MUNAFO' 

Ricercatore presso ISPRA


PAOLO LUPINO
Direttore del Parco regionale Castelli Romani.


A cura di
Enrico Del Vescovo
Presidente di Italia Nostra Castelli Romani

Ingresso libero


ITALIA NOSTRA Castelli Romani, info 3331135131


 

 

Festa delle scuola Primo Levi 2018

(842)
Domenico Brancato

In occasione   della “Festa della scuola Primo Levi” del 26 maggio, il campo sportivo “Attilio Ferraris” di S. Maria delle Mole, anche quest’anno, è divenuto  palco scenico  per uno stupendo  spettacolo animato da tantissimi festosi protagonisti.

In una mattinata densissima di attività ludiche che hanno impegnato spontaneamente e gioiosamente centinaia di Bambini entusiasticamente  assecondati  da molti volontari Intrattenitori, Genitori e Nonni.

Seguita da un pomeriggio nel quale è stato riservato ampio spazio alle performance di molti gruppi di studenti delle varie Sedi dell’Istituto Comprensivo  e di alcune  Associazioni locali che hanno espresso apprezzabili abilità  di natura canora e musicale.  

Una manifestazione che, certamente, deve la plebiscitaria conferma del successo riscosso lo scorso anno alla capacità organizzativa, alla disponibilità ed all’impegno profuso nell’affrontare un così articolato Programma, dalle numerose, volitive ed efficientissime Esponenti dell’Associazione Genitori, coordinate dall’intraprendente “Simona“ ed  assecondate dalla fondamentale condivisione e fattiva collaborazione degli Operatori scolastici.

Indispensabile sinergia d’intenti e d’azione, per poter conseguire un’integrazione di contributi cultural-formativi, evidenziare gli apprezzabili esiti di specifiche attività didattiche, avviare i ragazzi a proficue esperienze di socializzazione ed integrazione extrascolastiche e, soprattutto, promuovere costruttivi ed edificanti rapporti di reciproca stima fra Genitori ed Insegnanti.

Condizione questa che si ritiene imprescindibile per la conquista di tali straordinari obiettivi e per contrastare e prevenire il ripetersi di  quei casi di  gratuita, deprecabile e diseducativa conflittualità frequentemente riportata dalle recenti  cronache.

 

 

Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato

Gli insetti arriveranno, a breve, sulle nostre tavole?

Gli insetti arriveranno, a breve, sulle nostre tavole? Copertina (661)
Domenico Brancato

A gennaio 2018 è entrato in vigore il regolamento UE sui “Nuovi Alimenti” (Novel Food) che porterà gli insetti sulle tavole degli Italiani.
 
In occasione del 19° Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, tenutosi a Roma il 18 e 19 Novembre 2021, la Coldiretti (Maggiore Associazione di rappresentanza e assistenza dell’Agricoltura italiana) ha offerto, una degustazione dei numerosi insetti (o entomi) e delle preparazioni che li comprendono, per permettere di riconoscere sia i vari esemplari interi, che nuovi alimenti e prodotti tradizionali da paesi terzi. Ciò, al fine di avviare, di fatto, la produzione e vendita, anche in Italia, di alcune delle 2000 specie che, secondo la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura), sono considerati commestibili e consumati da almeno 2 miliardi di persone nel mondo.
 
Anche se, secondo il rapporto Coldiretti/Ixe’ (Istituto di ricerca), attualmente, il 54% degli italiani, contrariamente a ciò che è in uso in altre parti del mondo, considerano gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale, e il 24, il 16 e il 6% si dichiarano rispettivamente: indifferenti, favorevoli e non interessati. Secondo poi una ricerca condotta da Luisa Torri, docente di Scienze sensoriali presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo -Cuneo-, pochissimi sono favorevoli alla possibilità di consumare insetti interi, mentre maggiore disponibilità si è riscontrata come ingredienti di piatti elaborati. Da cui, la deduzione che il gradimento di prodotti a base di insetti sia estremamente influenzato dal livello di riconoscimento dell’insetto.
 
Secondo previsioni degli esperti del settore poi, i prodotti che con più probabilità potrebbero giungere sulle tavole degli italiani risultano essere: il grillo domestico, le tarme della farina essiccate e la locusta migratoria (Cavalletta). Quest’ultimo in modalità: intero congelato o essiccato e intero congelato, in polvere, come snack o ingrediente. Poiché la Commissione europea ne ha autorizzato la commercializzazione come nuovo alimento nell’UE, a seguito della valutazione dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa), che ha affermato che il consumo di questo insetto è sicuro per i descritti usi previsti dai richiedenti.
 
Autorizzazione che rientra nella strategia “Fattoria da Forchetta” (Farm to Fork), cioè dal produttore al consumatore, per rendere il sistema alimentare europeo più sostenibile, garantire una filiera alimentare sostenibile in tutte le sue fasi, incrementare il consumo di cibi che promuovono la transizione verso abitudini alimentari sane e ridurre gli sprechi. Sprechi che nelle case degli italiani ammontano mediamente a 36,5 Kg all’anno pari a (g 36.500 : gg 365) g 100/giorno pro capite, corrispondenti ad un valore, per famiglia, di circa 5,00 euro la settimana e a 6,7 miliardi (famiglie italiane n. 25.700.000 x n. settimane/anno 52 x euro/settimana 5,00 = 6.682.000.000 di euro) euro/anno, che vanno a finire nella spazzatura.
Gli insetti per la Commissione costituiscono perciò, una ricchezza nutrizionale, che, se sfruttata in maniera appropriata, potrebbe produrre un notevolmente favorevole impatto sulla nostra alimentazione. Come le considerazioni e i dati relativi alla valutazione delle fasi del ciclo di vita (LCA) di un prodotto alimentare, l’impronta ambientale dello stesso (PEF) e la sostenibilità degli alimenti che contengono insetti edibili, di seguito specificati, evidenziano.
Gli insetti edibili, infatti:
  • sono animali a sangue freddo o pecilotermi (cioè, che non attuando la regolazione della temperatura corporea, come gli omeotermi, sono soggetti a variazioni di quest’ultima, in relazione alle variazioni ambientali) e, come tali, sono capaci di convertire più efficientemente il mangime in massa corporea. Dato che necessitando di poca energia per riscaldarsi e per mantenere in equilibrio il loro metabolismo (insieme di tutte le reazioni chimiche che sostengono la vita di un organismo), per cui sono in grado di trasformare quasi la totalità del cibo in biomassa. Il che, in termini pratici, significa che da 10 Kg di mangime, si possono ottenere 8-9 Kg di carne da insetto. Mentre, con la stessa quantità di mangime si ottiene una crescita media di peso di Kg 1, 2-3 e 4-5, rispettivamente in: un bovino, suino e pollo;
  • si prestano a modelli di economia circolare, consentendo di utilizzare per l’alimentazione anche l’invenduto dell’ortofrutta dei mercati rionali e dei supermercati;
  • per ogni Kg di peso richiedono 800 l di acqua, contro gli oltre 5000 l dei suini e i 15000 dei bovini;
  • per l’allevamento, a parità di chilogrammi prodotti, serve uno spazio inferiore di 10, 3 e 2 volte, nei confronti dei bovini, dei suini e dei polli;
  • sono edibili per oltre l’80%, a differenza della trasformazione in carne del 40% di un bovino e del 60% di un pollo e di un suino. Poiché, ad esclusione delle ali e di alcuni esoscheletri (apparati che svolgono, al tempo stesso, la funzione di protezione degli organi interni e di separazione e di collegamento con l’ambiente esterno), dell’insetto si mangia tutto;
  • hanno, in genere, un eccellente valore nutrizionale che trova riscontro in: molte proteine di qualità simili a quelle della carne del pesce, lipidi, carboidrati, vitamine idro e liposolubili, fibre, sali minerali (fosforo, potassio, calcio, ferro, rame, selenio manganese, zinco, magnesio e sodio), grassi insaturi (meno nocivi par la salute); oltre ad un alto valore energetico, pari solo a quello della carne di maiale. Mentre l’esoscheletro in chitina (polisaccaride), che non viene digerito dagli occidentali, sembra favorisca il transito intestinale;
  • producono fino al 90% in meno di gas serra, rispetto ad un allevamento intensivo di bovini;
  • sono meno rischiosi di altri animali, ai fini della trasmissione di pericolose malattie da virus, come quella della mucca pazza e l’influenza aviaria. In quanto essendo geneticamente più distante dall’uomo, rispetto ai mammiferi, la probabilità che i virus compiano il “salto di specie” è molto bassa;
  • sono, sia per la loro struttura fisica che comportamentale, distanti da noi e quindi la loro soppressione, per molti, potrebbe porre meno problemi etici rispetto a quella dei mammiferi;
  • e possono rappresentare una differenziazione nelle attività dell’agricoltore che, in spazi contenuti, può integrarle, investendo per un loro allevamento.
 
Cioè, trattasi di aspetti di sostenibilità, per i quali l’ inserimento degli insetti nella dieta potrebbe veramente rappresentare un valido contributo per la soluzione di alcuni preoccupanti incombenti problemi di natura ambientale, alimentare ed economica.
Tutti problemi che trovano rispondenza nella decisione della Commissione Europea, basate sulla considerazione che il 37% delle emissioni di gas ad effetto serra, responsabili dell’incremento del riscaldamento climatico e delle disastrose conseguenze, è legato al settore alimentare. Quando, per ottenere una dieta sostenibile, basterebbe variare soltanto gli ingredienti e la loro abituale quantità, per ridurre la produzione di 2 Kg di CO2 equivalente per ogni singolo pasto. Variazione che troverebbe una soluzione ottimale nell’ipotetico consumo degli insetti.
Senonché, mentre in alcuni Paesi gli insetti rappresentano un’autentica prelibatezza, in Italia, secondo il citato esito di indagini statistiche, soltanto il 16%, attualmente, sarebbero disposti ad accettare il loro consumo. Il che, però, non è un valore trascurabile, se si pensa che l’attuale diffusa avversione è conseguenza di una ereditata atavica locale educazione. Come, si può dedurre dal fatto che nell’ambito di uno stessa Comunità o Regione, alcune specialità (le lumache ne sono un chiaro esempio) possono risultare una squisitezza per molti e produrre un senso di ripugnanza e disgusto per altri.
Pertanto, prospettare l’estensione del consumo degli insetti, oltre a destare curiosità, si prefigge di stimolare riflessioni ed approfondimenti sull’argomento che, specie fra le nuove generazioni, potrebbero influire a rimuovere l’attuale ritrosia verso la proposta dell’innovazione in esame. Anche perché, come per tutte le innovazioni, per la loro affermazione occorre, a seconda della tipologia di retaggio culturale, il tempo necessario per subentrare alle consolidate abitudini e, nel caso specifico, per superare la profonda avversione di natura psicologica, dovuta alla sensazione di disgusto.
Sensazione che, secondo numerosi esperti, potrebbe essere più agevolmente allontanata attraverso l’escamotage della commercializzazione degli insetti sotto forma di farina, da aggiungere ad altri semilavorati di provenienza vegetale, da impiegare per la produzione di vari alimenti.
A tal proposito la FAO, già nel 2003, in previsione della crescita della popolazione mondiale e della, già in atto, progressiva diminuzione della risorse per sfamarla, nel suo programma “Edible Insect” , prendeva in considerazione tutte le potenzialità di una dieta integrata con insetti.
Previsione che oggi acquista maggior senso, considerato che la carenza di risorse alimentari ed energetiche, a causa di una coincidenza, senza precedenti, di manifestazioni di eventi catastrofici, è divenuta un’attuale realtà dagli imprevedibili sviluppi temporali.
 
Trattasi quindi di un più che opportuno tentativo di avvio di transizione, coerente con l’imminente difficoltà a mantenere l’attuale regime alimentare.
Coerenza che trova riscontro, in particolare:
  • nell’influenza pesantemente negativa del cambiamento dei fattori climatici sulle produzioni agricole, che costituiscono gli ingredienti essenziali, oltre che per l’alimentazione delle persone, per tutte le tipologie di allevamenti di bestiame che, oggi, forniscono un sostanziale apporto all’alimentazione quotidiana della stragrande maggioranza degli italiani. Apporto che, secondo un approfondito studio condotto da un’equipe universitaria coordinata da Vincenzo Russo, Professore emerito di Zootecnia all’Università di Bologna, corrisponde ad un consumo reale edibile di 104 g (ivi comprese tutte le tipologie di carne ed i contenuti presenti nelle preparazioni e confezioni varie), contro i 237 g , in media, di consumo giornaliero apparente (comprendenti le parti non edibili) stimati dalla FAO o ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare);
  • nella riduzione, negli ultimi 10 anni, di molte essenziali materie prime e, in particolare, di quasi 1/3 della produzione nazionale di mais (principale componente del mangime per animali), a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori dalle industrie che hanno preferito continuare ad acquistare, per anni, in modo speculativo, sul mercato mondiale;
  • nella limitatezza della superficie agricola utilizzabile, a livello nazionale (12,5 milioni di ettari), in costante calo per diverse cause (cementificazione, abbandono dei terreni coltivabili, superfici destinati ad impianti fotovoltaici ed eolici, ecc.), che determina la diminuzione dell’estensione delle coltivazioni. Tanto da non essere più ampiamente in grado di far fronte alla domanda interna proveniente sia dal settore alimentare che mangimistico, ed essere, conseguentemente, costretti a ricorrere ad una sempre maggiore quota d’importazione, che ormai supera abbondantemente la soglia del 50%;
  • nei pericoli imputabili alla mancanza di garanzia della continuità delle importazioni indispensabili per compensare le citate carenze e consentire il mantenimento della mole degli attuali allevamenti. Timori che, a causa della guerra in atto, sono divenuti un’immediata realtà, per il blocco delle esportazione da parte dei Paesi coinvolti così da porre già, secondo la Coldiretti, in serio rischio la sopravvivenza di un allevamento su quattro.
 
Tutto ciò non può non influire a dover optare a prendere in esame l’introduzione degli insetti nell’alimentazione in termini meno ipotetici e più probabilistici. Naturalmente, attraverso l’ausilio di convincenti metodi di comunicazione e informazione, finalizzati a rimuovere l’avversa condizione di “neofobia alimentare” (esitazione a provare e sperimentare nuovi cibi) e creare i presupposti per non disdegnare l’entomofagia (consumo di insetti da parte dell’uomo).
Metodologia, la cui efficacia trova rispondenza nell’esito di un’intervista a 165 persone, sia prima che dopo un seminario informativo sugli insetti edibili, condotta dai ricercatori delle Università di Pisa e Parma. I quali, dal confronto delle due serie di risposte, hanno rilevato come le informazioni ricevute abbiano influenzato positivamente tutte le opinioni sugli insetti come alimenti e ridotto sensibilmente la percezione di disgusto sensoriale. Oltre che nell’affermazione del professor di ecologia e biologia presso l’Università di Padova Maurizio Paoletti: “gli insetti sono sempre stati presenti nelle diete tradizionali italiane”, come dimostrano i diffusi consumi descritti nei seguenti esempi, riguardanti:
  • la cucina del Friuli accompagnava alle piante selvatiche i bombi (genere di insetti della famiglia Apidae che, allo stesso modo delle api, raccolgono il nettare ed il polline per nutrirsi) e le cavallette;
  • gli apprezzati formaggi con i vermi (larve della mosca Piophila casei), tipici delle varie regioni d’Italia: - Casu Marzu sardo; - il pecorino Marcetto o Cace Fraceche abruzzese; - il Casu du Quagghiu calabrese, che in Puglia e Molise è chiamato Casu Punt o Puntu (cioè punto dalla mosca); - il “Formaggio che cammina” o Bross Ch’a Marcia piemontese; - il Gorgonzola coi grilli (dove per grilli si intendono i vermi che saltano) dell’entroterra ligure; - il Robiola Nissa o Formaggio nisso (che salta o che brucia per il sapore piccante dovuto alla presenza di larve della mosca casearia) ed il Saltarello di Udine;
  • la Cocciniglia , ampiamente usata come colorante alimentare di colore rosso (Additivo denominato E120) per succhi, yogurt, caramelle, dolci e liquori;
  • e il Miele, in particolare, che altro non è che una sostanza secreta dalle api.
 
Esempi che dimostrano come, già oggi, alcuni insetti facciano parte delle nostre quotidiane abitudini alimentari. Tanto che, secondo uno studio statistico, pare che ogni anno, più o meno inconsapevolmente, se ne mangi circa mezzo chilo. Quantità che, in passato, quando l’uso dei pesticidi in agricoltura era molto contenuto, certamente sarà stata maggiore, per effetto del consumo di frutta e verdura più accessibili agli entomi.
Ad avallare la fondatezza di tali riferimenti lo dimostra la possibilità che su Internet è possibile trovare ricette a base di farina di grilli, locuste o tarme, per preparare biscotti, polpette, pizza, pasta e dolci.
E quindi, considerato che in passato abbiamo mangiato insetti, che continuiamo gradevolmente a mangiarli, sotto varie forme, in alcune tipologie di alimenti, perché non provare ad estendere il consumo ad un maggior numero di specie; magari sotto la forma più rispondente a superare il pregiudizio culturale ed eludere il comprensibile sgradito impatto sensoriale della loro morfologia originale?
Si tratterebbe, tutto sommato, di seguire ciò che avviene in Paesi a noi vicini, come la Francia e il Belgio, che commercializzano pasta fresca, paté e snack, a base di insetti. E degli Stati Uniti, dove il consumo di insetti sembra sia diventato abituale, e dove diverse startup (aziende di piccole dimensioni che si lanciano sul mercato, supportate da idee innovative), hanno investito in questo settore, utilizzando gli insetti per la produzione di cioccolata e farine.
 
Cosa ne pensa il lettore?

Oltre 400 firme per la realizzazione del #cancello

Oltre 400 firme per la realizzazione del #cancello Copertina (1.100)
Antonio Calcagni

Il Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole è lieto di comunicare che:
Si è conclusa, con grande successo, la raccolta firme per l'apertura del cancello che, se realizzato, permetterà di collegare le scuole Verdi e Ciari con il grande parcheggio sito in via Fratelli Cervi.
 
Un'operazione estremamente semplice ma efficace, che garantirà un accesso a scuola in tutta sicurezza per i nostri piccoli alunni e, nel contempo, de-congestionerà via Maroncelli che durante gli orari di entrata/uscita è sistematicamente impraticabile.
 
Le firme raccolte hanno superato le 400 unità, quindi ben aldisopra del numero minimo richiesto.
Poi una capillare verifica da parte nostra ha stabilito che ad alcune di queste mancavano dei riferimenti del firmatario e pertanto sono state scartate.
 
All'amministrazione comunale chiediamo quindi di prendere nota dell'esigenza espressa, dai tanti cittadini che hanno firmato, ed adoperarsi senza esitazioni affinché almeno alla riapertura delle scuole a settembre il problema sia stato risolto.
 
Nei prossimi giorni provvederemo alla consegna ufficiale.

Paciotti sul Natale 2021

Paciotti sul Natale 2021 Copertina    (audio/video) (469)
Eleonora Persichetti

Marino, Paciotti sul Natale 2021: “Grazie a tutti. Già al lavoro per nuovi progetti”

Da sabato 13 novembre 2021, giorno dell’inaugurazione, a domenica 9 gennaio 2022, per salutare definitivamente le Feste: sono state accese quasi due mesi le “Luci in Allegria” di Santa Maria delle Mole, frazione di Marino, ideate e progettate dal fotografo Andrea Paciotti in occasione del Natale 2021 di Santa Maria delle Mole e allestite da Risi Luminarie.

Orsi polari, renne, Babbo Natale e tante altre luminarie e attrazioni hanno fatto brillare tutta l’area commerciale di Santa Maria delle Mole riscuotendo, come accade puntualmente, un grandissimo successo. Lo dimostrano le migliaia di persone, residenti a Marino e nei comuni limitrofi, che hanno partecipato all’appuntamento con calore ed entusiasmo.

Andrea Paciotti ha voluto, dunque, rivolgere a loro, e non solo, questo messaggio.

“Carissimi commercianti e cittadini di Marino e dintorni – esordisce Paciotti –, inizio da voi con i ringraziamenti, perché io e l’Associazione Commercianti Frazioni di Marino, della quale faccio parte da circa 4 anni, realizziamo sempre eventi per il territorio di Santa Maria delle Mole. Anche durante la pandemia siamo stati sempre in prima linea, dando il meglio di noi stessi, per portare a termine i nostri progetti con professionalità, ma tutto questo non avrebbe alcun senso senza la vostra partecipazione e il vostro affetto. Non ho davvero parole! Ancora una volta siete stati magnifici e avete dimostrato con i fatti di avere fiducia in me e il sostegno che non mi fate mai mancare mi dà la forza e la motivazione per continuare a impegnarmi per fare ancora meglio. In questo 2022 appena iniziato sono di nuovo al lavoro, per realizzare nuovi progetti per i cittadini e per tutti i commercianti”.

“Come referente dell’ACF Marino – aggiunge Paciotti – presenterò nuovi progetti, come ho fatto negli ultimi 4 anni, come la Notte Bianca e il Natale in Allegria 2018, la Festa di Primavera, il Villaggio di Babbo Natale e il Presepe Artistico 2019 e, appunto, le ‘Luci in Allegria’ 2021, tutti eventi che hanno richiamato decine di migliaia di visitatori, superando le nostre aspettative”.

“Proseguo – continua – ringraziando tutti coloro che hanno lavorato insieme a me: dall’amministrazione precedente di Marino e quella attuale al presidente dell’ACF Marino Massimo Caucci e tutti i commercianti di Santa Maria delle Mole e di Marino, da Cristiano Consoli e il suo staff a Fabrizio Palermo e tutto il servizio di sicurezza, dalla Polizia Locale di Marino alla Polizia di Stato di Marino, ai Carabinieri di Santa Maria delle Mole e Marino e al Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole. Ringrazio, poi, tutte le radio, le televisioni e i giornali che hanno seguito con interesse la genesi, lo sviluppo e la realizzazione di queste ‘Luci in Allegria’, con una menzione speciale al mio amico e portavoce Luca Rossetti, sempre abile, con le sue capacità giornalistiche e di scrittura, a dare risalto in maniera efficace e puntuale alle mie idee e alle mie iniziative”.

“Adesso ripartiamo tutti insieme con i nuovi progetti 2022 – conclude Paciotti – con la speranza che finalmente il Covid ci lasci in pace!”.
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