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Nuove sigle carburanti: come riconoscere benzina, gasolio e gas

 

 

 

Nazionali: Nuove sigle carburanti: come riconoscere benzina, gasolio e gas

Nazionali
24/10/2018
Domenico Brancato

 

Dal 12 ottobre le stazioni di rifornimento di carburanti italiane ed europee adottano una nuova nomenclatura ed un nuovo sistema di simboli.

La norma EN 16942 europea stabilisce identificatori  standardizzati per i combustibili liquidi e gassosi immessi in commercio, al fine di integrare le esigenze d’informazione per gli utenti in merito alla compatibilità dei combustibili sul mercato con i veicoli. L’applicazione della norma è   riferita  ai veicoli immessi in commercio per la prima volta, anche se non si esclude l’applicazione ai veicoli già in circolazione, per i quali, però, attualmente non vige nessun obbligo di adeguamento.

L’identificatore deve essere apposto nelle stazioni di servizio e sulle apparecchiature di erogazione, sui veicoli, nelle concessionarie di veicoli e nei libretti d’istruzione.

Sono interessati tutti ni veicoli leggeri e pesanti, dalla due alle quattro ruote, le automobili e gli autobus. I simboli da applicare, in particolare sui: bocchettoni dei serbatoi delle auto o all’interno dello sportello per il serbatoio e le pistole e pompe di rifornimento dei carburanti,  sono di forma geometrica circolare, quadrata e romboidale, rispettivamente per: Benzine, Diesel e Carburanti Gassosi, come illustrato nella seguente  riproduzione (vedi allegato):

All’interno  di ogni etichetta, poi, come si può osservare, sono inserite  lettere e numeri indicanti la tipologia di carburante, come appresso specificato, distintamente per ogni  forma  di simbolo:

  •  Circolare: lettera  E  che sta per Etanolo  (alcol etilico o bioetanolo prodotto dalla fermentazione degli zuccheri presenti nella biomasse vegetali residuali e/o provenienti da prodotti agricoli ricchi di glucidi: barbabietola e canna da zucchero, mais, vinacce e in prospettiva,  ligno-cellulosiche come:  paglia, alghe, ecc;  dall’ alto contenuto energetico: Kcal/Kg 6.400 e  caratteristiche simili alla benzina, tanto da   renderlo compatibile per l’alimentazione dei motori a scoppio, con il vantaggio di  un impatto ambientale più contenuto rispetto quello derivante dall’uso dei combustibili fossili (benzina e gasolio), in termini di emissioni in atmosfera di composti inquinanti, quali:  particolato, monossido di carbonio -CO-, anidride solforosa -SO2- e gas serra: anidride carbonica -CO2-  e metano – CH4-), seguita da un numero: 5, 10 e 85 che indica la percentuale di  etanolo   presente nella benzina;
  •  Quadrata: lettera  B  che sta per Biodiesel (viene prodotto mediante la trasformazione chimica degli oli e dei grassi animali e/o vegetali provenienti dalla raccolta differenziata degli oli esausti nelle attività di ristorazione, nelle industrie di trasformazione degli alimenti,  nelle utenze domestiche e  dalle colture oleaginose: girasole, colza e palma da olio, che lo rende affine al gasolio e quindi adatto a sostituire quest’ultimo nell’alimentazione dei motori a ciclo Diesel. Sostituzione che trova riscontro in importanti benefici ambientali,  per la migliore qualità delle emissioni rilasciate nel corso della combustione, caratterizzata dalla minor presenza del 50 % di monossido di carbonio, del 65 % di polveri sottili, fino al 71 % di  idrocarburi incombusti e la mancanza di emissioni di Anidride solforosa. Benefici  però non esenti da svantaggi dovuti a maggiori emissioni di ossidi di Azoto,  rispetto al gasolio, che tuttavia è possibile contenere dotando gli scarichi di appositi catalizzatori,  ed a conseguenze negative socio-ambientali, quali: - utilizzo di terreni coltivabili non per soddisfare i bisogni alimentari  della popolazione, ma per alimentare i motori delle auto; - innalzamento del prezzo delle materie prime, soprattutto nei paesi del Terzo Mondo; - Adozione di tecniche di coltivazione monocolturali con conseguente riduzione della biodiversità, aumento dell’erosione del suolo ed il rischio di diffusione di parassiti  specifici resistenti delle coltivazioni. ), seguita, come per l’Etanolo, da un numero: 7, 10 e 100 (Biodiesel puro) che indica la percentuale di Biodiesel presente nel Gasolio;
  • A Rombo: nel quale compaiono le seguenti sigle abbinate alla denominazione del corrispondente carburante gassoso:
  • H2 = Idrogeno
  • CNG = Metano per auto (Gas naturale compresso)
  • LPG = GPL  ( Gas di petrolio liquefatti )
  • LNG = metano liquido. (Gas naturale liquefatto)

Dettagliata identificazione  dei carburanti, questa, che trova rispondenza nella maggiore esigenza qualitativa dell’alimentazione di motori sempre più sofisticati, come ormai  i diffusi  propulsori   turbo (sovralimentati per effetto della maggiore quantità di miscela aria-benzina che viene spinta a forza nel cilindro da una turbina) che sviluppano molta più potenza rispetto ai normali motori aspirati (dove l’aria nel cilindro entra a pressione atmosferica presente nell’ambiente circostante),  e  quelli con più elevati  rapporti di compressione ( dotati, cioè, di una ridotta camera di scoppio,  in quanto  il valore del  rapporto  è dato dalla somma  del volume del cilindro e  della camera di  scoppio, diviso  il volume della camera di scoppio ), che nei  motori a scoppio, ad accensione comandata,  alimentati a benzina,  è compreso fra 9:1 e 12:1 ( vale a dire   che il volume iniziale della miscela aria-benzina viene ridotto di 9 o 12 volte ), mentre per i motori Diesel oscilla  fra  i 14:1 e  25:1, trattandosi di motori ad accensione spontanea della miscela aria-gasolio,  per  effetto dell’elevata  temperatura che raggiunge l’aria, fortemente compressa,  al momento dell’iniezione del gasolio nella camera di combustione.

 Maggior rapporto di compressione,  che nei motori a scoppio  viene   limitato dall’insorgenza del fenomeno della  detonazione (comunemente definito  “ battito in testa “ dovuto all’accensione del carburante prima che scocchi la scintilla della candela: causa di irregolarità di  funzionamento del motore e di sollecitazioni anomale  che, a lungo andare, possono danneggiare irreparabilmente  organi essenziali per il funzionamento  del motore) che  è correlata al  numero di ottano della benzina (da  98  a  101, fino a 130 per speciali benzine da competizione ed avio) che, a sua volta, dipende dalla   percentuale   di additivi che vengono aggiunti. Additivi che, per  finalità  ecologica, trovano riscontro  nel metanolo, etanolo o alcool etilico, ricavabili da metano, carbone e biomasse.

Complessività  di trasformazioni e modifiche strutturali che  rendono alquanto propizia  l’applicazione della richiamata norma che, attraverso una dettagliata classificazione e denominazione  dei carburanti,  consente l’inequivocabile  riscontro ed il più rispondente  abbinamento della composizione del   tipo di  carburante  con ogni tipologia  di motore,  permettendo, così,  di   conseguire  il miglior funzionamento, il più elevato rendimento ed il minor impatto ambientale.

Comunque, l’ideale sarebbe che i prodotti impiegati per realizzare nei motori effetti della combustione opportunamente meno inquinanti, non sottraessero preziose materie prime destinabili al sostentamento alimentare di molte popolazioni e non provocassero, a causa delle tecniche di coltivazione e dei sistemi di lotta antiparassitaria non in sintonia con il rispetto  dell’ambiente , danni  tali da ridimensionare ampiamente gli esiti sperati.

Ridimensionamento evitabile attraverso lo sviluppo delle realtà esistenti e la promozione di  metodologie tecnologicamente avanzate  finalizzate all’utilizzazione di sempre maggiori quantità di sottoprodotti, in sostituzione delle materie prime, ancora ampiamente impiegate per la produzione dei menzionati carburanti a basso tasso di inquinamento.

 

A cura del Prof. Brancato

 

 

 

 

 

Domenico Brancato
24/10/2018
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Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

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