IL VILLAGGIO MAGICO DI BABBO NATALE APRE LE SUE PORTE A GRANDI E PICCINI
LA KERMESSE APERTA FINO AL 27 DICEMBRE
A Marino, in occasione delle festività natalizie, si dà inizio il 25 novembre prossimo all’evento “NATALE IN ALLEGRIA” che si svolgerà a Santa Maria delle Mole fino al 27 dicembre 2018.
“Grazie all’importante sostegno dei commercianti del luogo coadiuvati dall’Associazione di categoria A.C.F. – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive Ada Santamaita – la prima edizione di questo evento vedrà piazza Sciotti trasformarsi in un Villaggio di Babbo Natale ricreando l’atmosfera magica per piccoli e adulti. Le strade risplenderanno con le bellissime luminarie natalizie. Il tutto in una visione della valorizzazione e promozione della città di Marino nel suo insieme”
La manifestazione ha ottenuto il partenariato del Comune di Marino proprio per il suo intento di valorizzare il territorio e incentivare il commercio con una idea interessante sia a livello produttivo che a livello culturale e turistico.
Il Villaggio sarà aperto dal lunedì al giovedì dalle 16,00 alle 20,00 e il venerdì, sabato e la domenica dalle 10,00 alle 20,00.
L’inaugurazione si terrà il 25 novembre 2018 alle ore 15,00.
MARINO (attualità) - Previsti incontri con la cittadinanza
ilmamilio.it
Più che definirsi l’affaire eco – centro si infittisce, infatti la maggioranza di governo ha proposto un ulteriore proposta di sito rispetto a quella iniziale inserita nella delibera di giunta numero 163 del 5 ottobre 2017, con la quale è stato individuato un terreno “ubicato a sud – ovest del centro abitato, in corrispondenza dell’area artigianale Appia Nuova, prospiciente la via Appia Nuova Vecchia Sede”.
Ora alla luce della delibera di consiglio comunale n. 8 del 5 dicembre 2017 le alternative sono addirittura quattro:
una piuttosto vicina al sito iniziale di Cava dei Selci a ridosso di via Appia;
un’altra su via Nettunense all’altezza del chilometro 1,500 all’altezza di Castelluccia e Frattocchie;
una terza in zona Divino Amore – Mazzamagna, fortemente caldeggiata dai consiglieri comunali di minoranza Stefano Cecchi, Cinzia Lapunzina e Remo Pisani;
una quarta aggiunta “in extremis” dalla maggioranza che si trova all’estremità ovest di viale della Repubblica all’intersezione con le vie Frassati e della Falcognana e confine con l’area del Green House.
Con il suddetto atto consiliare sono state anche fissate le date degli incontri pubblici attraverso le quali i cittadini sceglieranno quale area, fra quelle proposte, utilizzare per l’eco – centro.
Questo l’iter consultivo deliberato: la consultazione sarà effettuata attraverso tre giornate di incontro con la cittadinanza nell’ultima delle quali verrà richiesto ai presenti una manifestazione di volontà rispetto alle quattro opzioni proposte con la seguente modalità: giovedì 28 dicembre dalle ore 16.30 alle ore 18.30 presso l’edificio scolastico di via delle Molette – “A. Silvestri” in località Castelluccia; giovedì 4 gennaio dalle ore 16.30 alle ore 18.30 presso l’edificio scolastico di via Palaverta “Primo Levi” in località Frattocchie; sabato 13 gennaio dalle ore 10 alle ore 12 assemblea e dalle ore 12 alle ore 18 raccolta espressioni di volontà dei presenti presso l’edificio scolastico di via Prati – “A. Vivaldi” in località Santa Maria delle Mole.
L'8 marzo, giornata internazionale della donna, al Civico 20 di via Calatafimi a Cava dei Selci, Marino, tante iniziative all’insegna dl divertimento e della riflessione. Lo spazio del Civico 20 è stato inaugurato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, lo scorso 25 novembre, è diventato poi un punto di incontro e di aggregazione sul territorio, ospitando mostre, presentazioni di libri di autori del territorio, iniziative varie e dibattiti. E il ciclo si conclude con una giornata di celebrazione della femminilità e di profonda riflessione su quanta strada ancora c’è da fare per garantire il rispetto delle donne nel mondo.
La giornata di venerdì inizierà alle 10 con "C'è una mimosa per te" a cura di Nicoletta De Federicis (Fiorista), momento in cui saranno distribuiti i panuelos contro la violenza e il femminicidio a cura delle donne del Civico 20. A seguire, un dibattito su “L'attuazione della Convenzione di Istanbul in Italia”, a cura di Franca Silvani, consigliera comunale.
Il pomeriggio, alle 16, sarà inaugurata una mostra dei dipinti di Cristoforo Russo, delle sculture di Valerio Capoccia, e della litografia “Evoluzione” di Flora Caracci. Entrambi pittori attivi sul nostro territorio, le cui opere esposte parlano di amore e di evoluzioni femminili verso la libertà. A corredo dei quadri esposti, vi sono tre poesie, due della giornalista e scrittrice Eleonora Persichetti, Come una donna e Mamma nun v’abbandona, e l’altra, ispirata alla litografia della Caracci, di Marisa Marzi, che saranno lette alle 17.30. Alle 18, "Omaggio alla donna": testi, musiche, filmati raccolti ed elaborati da Adriano Piccirilli, Presidente dell'Associazione Culturale FABRATERIA.
L'iniziativa proseguirà con un flash mob alle 19.30 della Scuola di ballo DB FIOR, "Balliamo insieme per la Donna".
Per chi volesse partecipare alla lotteria, la cui estrazione sarà il 21 marzo, si potranno acquistare dei biglietti ad offerta libera. I premi saranno le opere esposte al Civico 20 e una “sorpresa” enogastronomica.
La giornata è libera e aperta a tutti, chi volesse proporre idee o interventi è il benvenuto.
A fare gli onori di casa, Franca Silvani e Gianfranco Venanzoni. Franca è il cuore pulsante e la promotrice di tutte le iniziative che finora si sono susseguite al Civico 20, sensibilizzando sempre di più le persone all’amore e al rispetto per la donna, per il proprio territorio e per la cultura.
Eleonora Persichetti
Il termine spreco trova rispondenza nell’insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano.
Ciò costituisce un inaccettabile paradosso del nostro tempo, in quanto se da un lato vi è la necessità, nei prossimi anni, di incrementare la produzione dei prodotti alimentari del 60 – 70 %, per far fronte all’incremento della popolazione dall’altro, nel mondo, si spreca oltre un terzo del cibo prodottoche, secondo uno studio condotto dalla FAO (Organizzazione mondiale di cibo e agricoltura), ammonterebbe ad 1,3 miliardi di tonnellate, delle quali l’80 % sarebbe ancora utilizzabile.
Tant’è che se fosse possibile recuperare gli sprechi, questi sarebbero sufficienti a sfamare 2 miliardi di persone.
In Europa si sprecano mediamente circa 180 Kg/pro-capite di cibo l’anno (con valori oscillanti fra i 579 e i 44 Kg/pro-capite dell’Olanda e della Grecia), mentre in Italia, globalmente, la media dello spreco, per effetto di contenimento prodotto della crisi economica, risulta essere di 149 Kg/pro-capite, così ripartito:
Genere di Alimento Percentuale
Prodotti Ortofrutticoli 17
Pasta e Pane 28
Pesce 15
Uova 29
Carne 30
Latticini 32.
Entità di spreco,equivalente ( secondo una indagine condotta dalla ricercatrice Claudia Giordano sugli sprechi di 400 famiglie in una settimana, promossa dal Ministero dell’Ambiente/ Progetto Reduce con l’Università di Bologna, nell’ambito della campagna Zero Spreco, con la supervisione dell’economista Andrea Segrè), a Kg/giorno 0,1 a testa, pari a Kg/famiglia (composta mediamente, nel 2016, da 2,32 persone) 84,9,corrispondenti a 0,0849 tonnellate, che moltiplicate per i 25.937.723 di famiglie Italiane, diventano 2,2 milioni di tonnellate l’anno, chefiniscono nelle pattumiere delle abitazioni,facendo registrare,rispetto le varie sedi di rilevazione dello spreco, la rilevante quota del 42 %.Quotache, tradotta in costi, supera i 25 euro/mese per famiglia.
Alle appena descritte conseguenze di natura etico-economica del cibo sprecato, si aggiungono poi quelle, non meno trascurabili, di natura ambientale e socio-sanitaria, dal momento in cui le cospicue quantità di cibo non consumato contribuiscono sensibilmente al riscaldamento globale e alle crescenti carenze idriche.
Come si può dedurre dalle emissioni di 4,5 Kg di anidrite carbonica (CO2) equivalenti, per ogni Kg di cibo sprecatoe dai dati relativi alla “ Impronta Idrica” o “ Acqua Virtuale “ (Volume totale di acqua consumato e inquinato, in un determinato luogo, nelle diverse fasi della filiera,per ottenere un prodotto), dedotti dagli esiti degli studi condotti dalla Fondazione Olandese “ Water Footprint Network “ (Integrati con dati provenienti da altre fonti) sugli alimenti di seguito riportati:
Tipologia Alimento |
Quantità Chilogrammi Grammi Numero |
Impronta Idrica( litri acqua ) Per 1 Kg Porzione |
Pane |
1 50 |
1300 65 |
Pasta |
1 80 |
1693 135 |
Biscotti |
1 50 |
1800 90 |
Cereali (Per colazione) |
1 30 |
1645 49 |
Riso |
1 80 |
3400 272 |
Legumi secchi |
1 50 |
4055 203 |
Frutta con guscio (Noci, Nocciole) |
1 30 |
9065 272 |
Frutta fresca |
1 150 |
970 145 |
Succo di Frutta |
|
|
Verdura e ortaggi |
1 200 |
325 65 |
Pomodori |
1180 1 |
156 28 |
Patate |
1 150 |
900 135 |
Latte |
1 125 ml |
1000 125 |
Dolci |
1 100 |
3140 314 |
Cioccolato |
|
|
Zucchero |
1 5 |
1500 7,5 |
Vino |
1 100 |
610 61 |
Birra |
1 250 |
300 75 |
Caffè tostato |
1 7 1 tazzina |
18900 132 |
Tè verde |
1 3 1 bustina |
8860 27 |
Olio d’oliva |
1 12 1 cucchiaio |
4900 59 |
Olio di Girasole |
1 - |
6795 - |
Burro |
1 15 |
5550 83 |
Uova |
1 60 |
3300 198 |
Formaggio fresco |
1 100 |
5000 500 |
Carne avicola ( Pollo ) |
1 150 |
3900 585 |
Carne suina |
1 150 |
4800 720 |
Carne di agnello |
1 150 |
9580 1437 |
Carne di manzo |
1 100 |
15500 1550 |
Hamburgher di manzo |
|
|
Dati che, come evidenzia la Piramide Idrica del Barilla Nutrition Center, messa a confronto con la Piramide Alimentare (Vedi allegato n° 1), consentono di riscontrare l’interessante coincidenza tra i cibi meno indispensabili e più grassi (vari tipi di carne e insaccati) con quelli che consumano più acqua. In pratica, i cibi da consumare con più parsimonia sono anche quelli che hanno un maggior impatto idrico ed ambientale, a conferma che la salute della persone e quella dell’ambiente vanno di pari passo.
Per cui, a seconda della prevalenza del consumo di cibi di provenienza vegetale o animale, l’impronta idrica giornaliera individuale può variare da circa 1500 – 2600 a 4000 – 6000 litri di acqua (comprendenti, oltre l’acqua consumata direttamente per bere, cucinare e lavarsi, quella impiegata per produrre e trasportare i cibi che mangiamo, per fabbricare gli indumenti che indossiamo e per svolgere ogni altra attività quotidiana), a differenza (stando alle stime del WWF: Fondo Mondiale per la Natura) del miliardo di persone che , nel mondo, non ha accesso all’acqua potabile e degli oltre quattro miliardi che non ne hanno a sufficienza.
Enorme divario di disponibilità di un bene sempre più prezioso ed indispensabile per la sopravvivenza, imputabile anche ai rilevanti quantitativi di acqua che vengono consumati inutilmente per la produzione della consistente quantità di prodotti alimentari che si sprecano nel corso delle seguenti fasi:
- Le irrazionali abitudini di fare la spesa di milioni di consumatori;
- L’inosservanza delle indicazioni riportate in etichetta riferite alla corretta modalità di conservazione degli alimenti;
- Le date di scadenza, per alcuni prodotti, troppo restrittive;
- La tendenza a confezionare porzioni di cibo abbondanti;
- Le promozioni che invogliano i consumatori a comprare più cibo del necessario.
Cause di sprechi che, in gran parte, potrebbero essere evitati compiendo semplici azioni quotidiane e migliorando le abitudini alimentari, come:
A proposito di quest’ultimo accorgimento, da quanto emerso da una indagine condotta dal ricercatore Matteo Boschini dell’università di Bologna, su 73 plessi di Scuola primaria, dei quali 35 in Emilia Romagna, 25 nel Lazio e 18 in Friuli Venezia Giulia, si deduce che il 29,5 % dei pasti consumati nelle mense viene gettato.
Dati che il professor Andrea Segrè , docente di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna e fondatore di Last Minute Market, commenta in questi termini: “Nel luogo reputato a fare educazione alimentare, il cibo viene invece buttato. Sono soprattutto frutta e verdura gli alimenti più sprecati, che dal punto di vista della nutrizione dovrebbero essere parte fondamentale del pasto”.
Commento al quale riteniamo sia opportuno aggiungere che la causa della summenzionata tipologia di spreco sia da ricercare, principalmente, nella estensione di cattive abitudini ed eccessive preferenze alimentari, in molti casi, acquisite e consentite dagli/agli alunni in ambito famigliare.
Come denotano le considerazioni dello Psichiatra Paolo Crepet sul buonismo educativo dei Genitori: “Noi non abbiamo più figli, ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti, per cui possono fare di tutto. Scelgono dove andare a mangiare e cosa mangiare… omissis. Siamo diventati Genitori che dicono sempre di si. Ma questo è sbagliato. Quando diventeranno grandi ci sarà qualcuno che gli dirà di no.”
Autorevole opinione che , pur non potendola generalizzare, trova, purtroppo, riscontro in molti ambiti familiari.
Riscontro, che inevitabilmente si ripercuote nell’irrazionalità delle abitudini alimentari di un cospicuo numero di bambini in età scolare ( In Italia, secondo il Ministero della Salute, il 9% dei bambini di 8 – 9 anni non fa colazione ed il 31% non consuma una colazione adeguata ).
In quanto, i genitori (o chi per loro) invece di seguire le indicazioni dei nutrizionisti sulla qualità, quantità, apporto calorico ed equilibrata ripartizione dell’assunzione dei cibi nell’arco della giornata,inconsapevolmente optano,con l’ovvio intento di assicurare ai loro figli un soddisfacente nutrimento, per inadeguate soluzioni alternative,come ad esempio:
- Tazza di tè deteinato con 1 cucchiaio di zucchero o miele, 1 yogurt intero bianco, 1 brioche integrale o 1 fetta di crostata o ciambella fatta in casa ed 1 frutta fresca;
- Tazza di latte intero o parzialmente scremato senza zucchero, 2 fette biscottate integrali con marmellata, 1 porzione di frutta fresca;
- Toast integrale con prosciutto e sottiletta ( o altra farcitura ), più un frullato di frutta fresca di ca. 200 ml, ecc;
- pizza; - panini con salumi; cornetto con nutella; ricchi tramezzini; - patatine fritte; -snacks dolci o salati,o addirittura di merendine ricche di grassi, conservanti ed edulcoranti ( junk food = cibo spazzatura ), con l’aggiunta di bibite zuccherate che, complessivamente, forniscono da 250 a 530 Kcal ca.,
- frutta di stagione( 1 Mela o 1 Arancia, 1 Pera, 2 Kiwi, 3 Mandarini ) con 1 fetta biscottata integrale;
- uno yogurt magro da 125 g, alla frutta;
- 2 fette biscottate con marmellata;
- un quadratino di cioccolata ed un frutto;
- una porzione (di 22g ) di riso soffiato con cioccolato light, ecc.
Cioè, con cibi di facile digeribilità e dall’apporto calorico (di ca. il 5% dell’intero fabbisogno giornaliero) di 80– 120 Kcal che,secondo accreditati studi scientifici, favoriscono il miglioramento dell’umore, oltre a potenziare le capacità di apprendimento e mnemoniche.
L’insieme di suggerimenti e indicazioni, sopra riportati, per cercare di diffondere l’importanza della consapevolezza di una equilibrata alimentazione, al fine di impedire il protrarsi di pregiudizievoli inadeguatezze alimentari.
Inadeguatezze per le quali, secondo il parere di dietologi, medici e nutrizionisti, i molti bambini che le praticano abitualmente, vanno incontro, nel tempo, a predisposizioni di natura patologica (sovrappeso, obesità, diabete, ecc.) e, nell’immediato, ad una ridotta concentrazione mentale ed a manifestazioni di sonnolenza dovuti, nelle prime ore,agli effetti di ipoglicemia imputabile al digiuno o ad insufficiente alimentazione e, dopo l’abbondante spuntino di metà mattinata, agli ulteriori nocivi effetti di una pesante e prolungata digestione, che li fa giungere all’ora di pranzo con scarso appetito (Vedi allegato n° 3 ).
Inappetenza che causa il rifiuto di buona parte del pasto, che sarebbe potenzialmente utilizzabile, ma che, in genere, è destinato a diventare rifiuto.
A tal proposito, la Legge Gadda 166/2016, onde evitare l’immorale dissipazione di alimenti recuperabili, si prefigge di incentivare un nuovo modello di mercato e di welfare ( espressione che sottintende iniziative dirette ad assicurare il benessere dei cittadini ) inclusivo, in grado di rendere compatibili la sostenibilità del complesso delle norme che regolamentano l’approvvigionamento alimentare con la responsabilità sociale, riferita alla collettività.
Infatti, la citata Legge,incentra i suoi punti di forza:
- nell’operato delle Associazioni di volontariato, grazie all’impegno delle quali si è già registrato un incremento di donazioni in termini di quantità e di tipologia: prodotti ortofrutticoli, cibi cotti e freschi, prodotti a lunga conservazione e farmaci;
- e nella possibilità di reperimento, prima impensabile, di prodotti,come quelli confiscati, le eccedenze nel settore del banqueting (banchetti) e nelle mense.
Come dimostra l’aumento,da 4.635 a 5.573 tonnellate/anno ( da Ottobre 2016 a Settembre 2017 ), pari ad un incremento del 21,4% delle donazioni delle eccedenze, dedotto dai rilevamenti condotti da Andrea Giussani, presidente del Banco Alimentare, che afferma: “ abbiamo riscontrato un progressivo cambio di cultura degli operatori della filiera, concretamente testimoniato dall’aumento dei punti di vendita disponibili e dalle quantità di alimenti recuperati”.
Quanto sopra, per tentare di indurre gli operatori interessati ed i tanti lettori del nostro Sito:
- riflettere sulla potenziale possibilità, anche individuale, di poter contribuire a limitare al massimo gli sprechi ed a far sì che l’eccedenza di cibo non venga trattata come rifiuto, bensì come prodotto utilizzabile e destinabile al soddisfacimento alimentare delle molte persone che versano in estrema condizione di indigenza;
- e a considerare, che un cibo sprecato non solo diventa inutile e dannoso per l’ambiente,ma oltre modo dispendioso per i connessi ulteriori sprechi di: superfici di terreno coltivabile, acqua, fertilizzanti, energia e costi del lavoro,utilizzati e spesi per la sua produzione.
Articolo redatto dal Prof. Domenico Brancato
L’economia Circolare consiste in un nuovo modo di produrre nel rispetto dell’Ambiente e del valore delle cose ed è basata sul riciclo e sul contenimento degli sprechi. Il principio è che un’economia per essere sostenibile non può continuare ad estrarre ulteriori materie prime in via di esaurimento, ma deve essere orientata alla conversione degli scarti per la produzione di nuovi prodotti e per il conseguimento di una serie di vantaggi di natura ambientale, sociale e climatica.
A differenza dell’economia Lineare, che si fonda sul prelievo di sempre nuove materie prime e sul consumo di massa, destinato a diventare materiale di scarto che alimenta l’incontenibile accumulo di rifiuti che, a loro volta, generano inquinamento e surriscaldamento (detto anche Riscaldamento climatico), che ha comportato e sta comportando il mutamento sempre più rilevante del clima terrestre, con conseguenti manifestazioni, sempre più frequenti, di fenomeni atmosferici estremi. Oltre a creare enormi diseguaglianze e conflitti etnici, a causa delle guerre che si scatenano per accaparrarsi le più importanti fonti residue di materie prime.
Sicché, l’economia Circolare si fonda:
· sulla considerazione che i rifiuti prodotti da industrie e privati non sono materiale di scarto, ma una seconda materia prima;
· sulla drastica diminuzione dello spreco a monte, attraverso la condivisione, con altri consumatori, di beni in buono stato, per evitare di buttarli o lasciarli accantonati ed inutilizzati;
· nell’arresto dell’inefficienza precoce dei prodotti, tramite la loro riparazione;
e persegue la seguenti finalità:
· produrre ex novo prodotti con materiali atossici e progettati per poter essere riutilizzati, allo scopo di ridurre, se non addirittura azzerare, gli scarti;
· allungare la vita dei prodotti;
· ridurre i rifiuti attraverso il riciclo, per creare nuova materia.
Al fine di conseguire i seguenti vantaggi:
· un risparmio netto, secondo dati del Parlamento Europeo, dell’8 % del fatturato annuo ( pari a ca. 600 miliardi ) di tutte le imprese Europee e la riduzione delle emissioni di gas serra del 2- 4 % , grazie alla prevenzione dei rifiuti, il riutilizzo dei materiali e l’ecodesign ( Ideazione e progettazione di oggetti d’uso con materiali di scarto);
· una maggiore sicurezza nei confronti della disponibilità delle materie prime;
· un aumento della competitività e dell’impulso all’innovazione e alla crescita economica;
· un incremento dell’occupazione che, secondo stime, nell’Unione Europea, con la transizione verso l’Economia Circolare, si prevede sia di circa 600 mila nuovi posti di lavoro,
· benefici verso i consumatori finali, poiché potranno contare sulla disponibilità di prodotti durevoli ed innovativi, tali da far risparmiare in termini economici, e migliorare la qualità della vita.
Fra gli esempi di Economia Circolare in Italia, rispondenti al conseguimento dei descritti obiettivi, meritano una citazione le realtà di seguito menzionate:
DACCAPO – Centro Ri-Uso di Capannori:
centro di raccolta sociale creato su iniziativa della Caritas e dell’Associazione “Ascolta la mia voce“ per ricevere la donazione di oggetti che non servono più o per farli riparare. Delle tre sedi operative, fra Lucca e Capannori, due effettuano la raccolta e la riparazione ed uno svolge la funzione di Emporio. Dove è possibile acquistare, attraverso una donazione, gli oggetti riparati o trasformati in un laboratorio all’uopo attrezzato, per insegnare un mestiere ed offrire opportunità di lavoro a persone in condizioni di difficoltà;
C.R.E.A: Centro Riuso ed Educazione Ambientale (Pergine Valsugana –Trentino):
dove è possibile donare o cedere, in contro vendita, oggetti e materiali in buone condizioni d’uso, come: posate, stoviglie, strutture di arredo, libri, abbigliamento, piccoli elettrodomestici, ecc. Allo scopo di stimolare e diffondere la cultura del riuso, tramite il conferimento di una seconda vita a ciò che non viene più utilizzato;
Eco Sistemi S.r.l – Rovereto:
azienda che si occupa della depurazione delle acque con un sistema brevettato nel 2014 che, grazie al reattore (Contenitore progettato per farvi avvenire una reazione chimica, costituito da un serbatoio alimentato da un flusso costante di materia comprendente reagenti, inerti, catalizzatori e parte del prodotto riciclato) – RCBR - (Rotating Cell Biofilm Reactor = Reattore a Biofilm a cella rotante), senza additivi chimici, forma naturalmente un film biologico di batteri attivi nel rimuovere gli inquinanti delle acque. Trattasi, in particolare, di un sistema che sfrutta:
· l’aereazione naturale, evitando i costi di funzionamento e manutenzione dei compressori d’aria;
· e un design (progetto di un oggetto d’uso destinato alla produzione industriale, in serie, secondo forme esteticamente rispondenti alla funzionalità dell’oggetto stesso) che utilizza materiali di scarto (tappi di plastica delle bottiglie), per la formazione dell’habitat per la crescita del film biologico attivo. Frutto di un brevetto tutto italiano, che oggi viene applicato per risolvere i problemi di depurazione, anche da sostanze poco biodegradabili, di acque reflue;
Carte ecologiche Favini:
azienda dedita alla produzione della gamma “Crush”(residui dei prodotti vegetali di seguito citati) di Favini, di carte colorate dalla consistenza tattile particolare, realizzata nel laboratorio di Rossano Veneto, che si distingue dai tradizionali metodi di produzione per le materie prime impiegate. Dato che si avvale dell’utilizzazione dei sottoprodotti dell’industria agroalimentare per la lavorazione di: agrumi, uva, ciliegie, kiwi, nocciole, mandorle, lavanda, mais, olive e caffè, a loro volta sottoposti ad un complesso trattamento, utilizzando elettricità idroelettrica autoprodotta.
Tutte iniziative meritevoli di grande considerazione, per l’assoluta coerenza con i principi dell’Economia Circolare, che ci si augura possano diffondersi copiosamente su tutto il territorio nazionale, ovviamente con finalità compatibili con le esigenze di smaltimento e di utilizzazione produttiva degli scarti prevalenti nelle singole aree.
Però, in attesa che ciò accada, il contributo più immediato alla diffusione di tale sensata tipologia di Economia, potrebbe e dovrebbe arrivare da un più generale cambiamento delle abitudini dei consumatori, rivolto a contrastare le conseguenze di una incontrollata e smodata produzione di rifiuti che, indirettamente, contribuisce ad incrementare le emissioni di gas serra (Anidride carbonica – CO2-; Protossido di azoto – N2O -; l’Ozono – O3 -; Metano – CH4 – ; Vapore acqueo; Esafluoruro di zolfo -SF6 –, impiegato come isolante elettrico; e gli Alocarburi, fra i quali i Clorofluorocarburi - CFC -, impiegati come propellenti per aerosol, come agenti refrigeranti e per la produzione di materie plastiche espanse).Contributo, per il conseguimento del quale basterebbe mettere in pratica, diligentemente, i seguenti punti, praticabili a livello individuale, del tanto invocato rispetto della Regola delle “ 5 R”:
· Riduzione dei rifiuti: scegliendo prodotti sfusi o che abbiano minori volumi e pesi di imballaggio ed evitando gli sprechi, come ad esempio: acquisto di prodotti in esubero; impiego degli shopper monouso ( sacchetti di plastica o carta con manici, distribuiti ai clienti di negozi per il trasporto di merce acquistata al minuto ); parziale utilizzazione della carta, a scuola ed in ufficio; la sostituzione delle bottigliette di acqua minerale, con le durature borracce rifornite con acqua del rubinetto o prelevata alle fonti;
· Raccolta differenziata: imparando a distinguere i materiali che compongono i prodotti dei quali ci si vuole disfare, per conferirli separatamente negli appositi contenitori, secondo le modalità indicate;
· Riuso degli oggetti ancora utili: prima di decidere se considerare un oggetto rifiuto, occorre ponderare se la sua utilità è inevitabilmente cessata o può trovare ulteriori possibilità di utilizzazione, come ad esempio per i barattoli di vetro, contenitori vari, indumenti, libri, elettrodomestici, ecc;
· Riparazione: di tutto ciò che si presta a questa provvidenziale operazione, un tempo usuale, per prolungarne l’efficienza e ridurre la massa dei rifiuti.
Per evitare di condividere il deprecabile ruolo passivo di rassegnati o indifferenti spettatori del sempre più frequente ripetersi di eventi che, complice la cattiva gestione del territorio, causano l’incontenibile progressione di degrado ambientale. Le cui conseguenze, a livello nazionale, da qualche anno, producono i disastrosi e luttuosi effetti documentati dalla cronache quotidiane.
Situazione in gran parte imputabile all’andamento dei mutamenti climatici, dovuti, secondo fonte ISAC-CNR ( Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima), al fatto che la temperatura, nel nostro Paese, si sta elevando più velocemente della media globale e delle altre terre emerse del pianeta.
Come dimostra la differenza, rispetto al trentennio 1971-2000, del nuovo record di + 1,45°C, raggiunto nel 2014, contro il + 0,46°C, verificatosi a livello globale. Conseguentemente, in Italia, la tendenza dell’innalzamento della temperatura, basato sui rilevamenti dei dati degli ultimi decenni, si stima possa essere di 1,5 °C superiore a quella della media delle terre emerse e del doppio di quella di tutto il pianeta, se non verranno messe in atto, a breve, drastiche ed efficienti misure di contenimento, da parte di tutti i Responsabili delle attività fonti delle pregiudizievoli citate emissioni.
Non esclusa l’influenza dell’ingente schiera di consumatori che, specie in coincidenza delle festività Natalizie, con l’incremento degli acquisti, spesso:
· eccedenti, rispetto alle effettive necessità;
· voluttuari;
· ed orientati verso strenne, magari di poco valore, ma contornate da appariscenti, corpose, inutili ed effimere confezioni che, in parte, finiscono con l’accrescere, irresponsabilmente, i cumuli abusivi di rifiuti indifferenziati, contribuiscono a peggiorare il già gravissimo problema della carenza di smaltimento.
Dato che le discariche esistenti “autorizzate”, nonostante i forzati ampliamenti, hanno raggiunto e superato il limite della capienza, e la quasi impossibilità di reperire siti, comunali e regionali, disponibili per la realizzazione di nuovi invasi di dimensioni idonei a soddisfare l’attuale perdurante esigenza di smaltimento dell’enorme mole giornaliera di rifiuti indifferenziati, proveniente dalle più svariate aree.
Ciò premesso, le alternative ipotizzabili, per evitare di subire l’invasione degli effetti materiali della diffusa ed annosa noncuranza o inadeguatezza nell’affrontare il problema, e le gravi conseguenze di natura igienico-sanitaria e di compromissione della vivibilità, già in atto in molte realtà urbane (vedi Roma, in particolare), si ritiene possano trovare riscontro nelle seguenti soluzioni:
· adoperarsi per adottare tutti gli accennati accorgimenti rivolti a produrre meno rifiuti possibili e, compatibilmente con la disponibilità dei previsti idonei ambienti, trasformare, autonomamente, la componente organica (ca. 1/3 della produzione totale) in compost;
· acquistare prodotti realizzati con materiali totalmente o prevalentemente riciclabili;
· eseguire scrupolosamente la differenziazione dei resti inevitabili;
· programmazione, da parte dei Comuni, in gestione autonoma o consorziata ,della realizzazione di Impianti di Compostaggio e del Trattamento Meccanico Biologico dei Rifiuti –TMB -;
· o andare incontro al pagamento di ancora più onerose tariffe TARI, per sostenere gli enormi costi derivanti dal trasporto e conferimento dei famigerati prodotti, presso gli ancora disponibili siti, distanti dal luogo di produzione (anche esteri), ed attrezzati per il loro stoccaggio, trattamento e trasformazione.
Soluzioni che ovviamente interessano anche la Cittadinanza locale, nonostante la pur provvidenziale attuazione del sistema di raccolta differenziata “porta a porta“ nelle zone di pianura, abbia già consentito di ridurre del ca.55 % il conferimento di rifiuti indifferenziati in discarica. Conferimenti, che seppur destinati a ridursi, in seguito all’estensione del nuovo metodo di raccolta su tutto il territorio comunale; poiché, come già accennato, le discariche, sia:
· per la mancanza di ulteriore capacità ricettiva;
· per in alcuni casi, le conseguenze dell’ inquinamento imputabili al percolato;
· per il notevole deprezzamento del territorio circostante, che comporta la loro presenza
costituiscono motivo di accesi ed annosi contenziosi, fra Cittadini ed Istituzioni, riguardanti la contrastata possibilità della loro ulteriore utilizzazione e l’ubicazione di eventuali nuove realizzazioni; ne deriva una situazione che non lascia ben sperare per l’immediato futuro. Il che impone, precauzionalmente e responsabilmente, la necessità dell’impegno ad incrementare, quanto più possibile, la propensione al raggiungimento dell’obiettivo “ZERO DISCARICA“ se non si vuole correre il rischio di andare incontro ad una, non utopistica, generale condizione di emergenza.
Articolo redatto dal Prof. Domenico BRANCATO