Parchi Appia Antica e Castelli Romani - La Congiunzione
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Eleonora Persichetti
La congiunzione dei due parchi regionali dell’Appia Antica e dei Castelli Romani.
Il lungo lavoro della Sezione di Marino di Italia Nostra, in collaborazione con quella di Ciampino, per realizzare il sogno di Antonio Cederna
All’atto di istituzione dei due parchi regionali dei Castelli Romani (1984) e dell’Appia Antica (1988) l’area dell’antica Bovillae, pur trovandosi nel tratto in cui sono distanti circa un chilometro, non è stata inclusa, in modo assai sorprendente. Infatti, storicamente l’antica città prese il ruolo simbolico e ideologico che fu di Alba Longa. Era anche la città più vicina a Roma, e ad essa giungeva il primo tratto pavimentato dell’Appia (293 a.C.). Posta all’intersezione tra la Regina Viarum e la Via Anziate, che da Tibur (Tivoli) portava ad Anzio, era di capitale importanza per le transumanze e gli spostamenti, anche con la costa adriatica. La città era stata fondata da coloni di Alba Longa, che a sua volta si considerava fondata dal mitico Julo-Ascanio, figlio di Enea, e fondatore della Gens Julia. Gli abitanti si definivano orgogliosamente Albani Longani Bovillenses, e la città fu scelta quale sede commemorativa della Gens Iulia, la stirpe di cui facevano parte sia Giulio Cesare che l’imperatore Augusto. Alla morte dell’imperatore nel 14 d.C., la salma venne trasportata a Bovillae da Nola, prima di essere trasferita a Roma dall’ordo equester per essere cremata e tumulata. Per questi motivi fu prescelta nel 16 d.C. dall’imperatore Tiberio, figlio adottivo e successore di Augusto, per sviluppare un progetto architettonico di grande significato commemorativo e ideologico, che comprendeva un grande Circo di competizioni equestri, un teatro, un sacrario in onore della Gens Iulia, un foro con strutture e mosaici dei Sodales Augustales,una sodalitas o collegio che celebrava il culto imperiale e officiava i giochi, i cui membri appartenevano alle sfere più elevate della società, al senato e anche alla famiglia imperiale. Erano presenti infine un mausoleo, cisterne d’acqua e acquedotti. I successivi imperatori continuarono ad utilizzare il sito per celebrare il culto della Gens Iulia fino al terzo secolo d.C.
Nonostante la straordinaria importanza, che conduce da sempre studiosi di tutto il mondo ad occuparsene, pur essendo Bovillae situata proprio nel punto in cui i due parchi regionali quasi si congiungono, imperdonabilmente, come detto, non fu inclusa nei loro perimetri.
L’urgenza di proteggere l’area archeologica dell’antica Bovillae fu per la prima volta perorata dal Prof. Giuseppe Tomassetti con una accalorata orazione presso la Pontificia Accademia Romana di Archeologia il 29 marzo 1900. Tomassetti, ligio al Vaticano e ai valori cattolici, non fu molto ascoltato dai liberali dell’epoca, in contrasto con la Chiesa.
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Si dovettero attendere circa 80 anni affinché la protezione dell’area al di fuori dal Parco dell’Appia Antica fosse auspicata dalle migliori menti di Italia Nostra, quali Antonio Cederna (uno dei fondatori nel 1955 dell’Associazione, poi presidente della Sez. di Roma) dalla Prof. Vittoria Calzolari, dal Prof. e Soprintendente di Roma Adriano La Regina, dal Prof. Lorenzo Quilici, Annalisa Cipriani ecc.
Ė seguita una lunghissima pausa in cui l’idea fu messa in secondo piano, anche perché era già in vigore il Vincolo Paesaggistico dei Colli Albani del 1959 fino a Via del Sassone e Via Nettunense, che fu affiancato da misure analoghe nel PTPR del 2007. Fatto sta che non se ne parlò più. D’altro lato, ci fu l’affermazione nelle elezioni di una classe politica con un progetto esattamente opposto:l’aggressiva cementificazione oltre ogni limite sopportabile e l’urbanizzazione di moltissime aree verdi, e primariamente di quella antica pregiata posta tra i due parchi. Gli interessi erano (e sono) a riguardo enormi, per l’espansione della capitale. Questa nefasta direttrice fu percorsa inizialmente dai partiti di destra, ma fu infine considerata ineluttabile e seguita anche da larghi strati dei partiti di sinistra, in modo bipartisan, anche con larghe intese, pur mantenendo una filosofia e una presentazione ambientalista.
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L’attuale progetto esecutivo dei parchi fu proposto inizialmente da Mauro Abate, che nel realizzare il primo sito internet ambientalista di Marino (2004) gli diede il nome significativo parcodibovillae.org, concedendone l’utilizzo fino al 2006 quale sito ufficiale del Circolo di Legambiente “Il Riccio”. Nel sito esortava la trasformazione in parco dell’area di Bovillae e la congiunzione dei due parchi regionali. Tuttavia il Circolo di Legambiente in quel tempo non era interessato, pur avendo gestito per alcuni anni nel sito archeologico del Circo antico di Bovillae un terreno in comodato d’uso, chiamato ”Fattoria Boville”. Abate propose allora dal 2006 il suo progetto all’interno di un’altra associazione, "Sempre Boville”, realizzando anche per questa il sito internet. Infine, determinato a realizzare il sogno di Cederna, insieme a un nutrito gruppo di ambientalisti, ha costituito il comitato “Tutela Bovillae” con lo scopo primario di studiare, progettare e promuovere la realizzazione del parco nell’area di congiunzione. Il comitato è stato poi il promotore, con l’autorizzazione di Italia Nostra nazionale, della Sezione di Marino di Italia Nostra, di cui Abate è stato eletto presidente.
Di formazione internazionale, ma molto legato all’Italia e a Marino, Abate è incline ad essere indipendente dalle forze politiche italiane, ritenendo che ciò lo porta ad essere più libero nelle azioni di tutela del patrimonio e del paesaggio. Era persuaso che risultati di grande portata si realizzano con progetti molto ben fatti, come quello che eseguì. Sostenne il progetto con iniziative concrete, e con la partecipazione democratica e consapevole della popolazione e dei suoi rappresentanti.
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Abate e i dirigenti della Sezione di Italia Nostra di Marino, e anche della Sezione di Ciampino, hanno perorato il progetto di congiunzione dei due parchi regionali con grande impegno in innumerevoli occasioni e modalità: incontri pubblici, conferenze, siti internet, articoli di giornali e riviste, webinar; con pubblicazione di studi, libri, mappe cartografiche, progetti e relazioni tecniche presentate alle Autorità competenti. Tra i tanti eventi ricordiamo un incontro pubblico sul tema il 03.07.2019 in Sala Lepanto – Palazzo Colonna Marino (presenti oltre all’ex Assessore Trinca all’Urbanistica del Comune di Marino, alcuni dirigenti dei due parchi, di Italia Nostra e professori universitari).
La sezione ha svolto una ricognizione e studi dei siti archeologici presenti nell’area, anche con l’ausilio di specialisti di rendering cartografico. La casa editrice Arbor Sapientiae ha pubblicato un libro di Mauro Abate sui suoi studi cartografici dei due siti archeologici storicamente più importanti di Marino, il Teatro Antico e la Sede dei Sodales Augustales di Bovillae, in cui ha risolto enigmi che duravano da due secoli.
L’archeologo Paolo Montanari, vicepresidente della sezione, ha redatto la Carta Archeologica e la Carta delle Presenze Idriche Antiche del territorio del Comune di Marino, in collaborazione con l’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Marino. Il cultore di vicende archeologiche e storiche Marco Bellitto, anch’egli vicepresidente della Sezione di I.N. di Marino, ha prodotto il libro “A spasso per Frattocchie”, e numerosi articoli di preziose indagini archeologiche e storiche del territorio.
Nel progetto del presidente Abate la Sezione di Marino di Italia Nostra constatava che il corpo di norme a tutela dell’area di congiunzione tra i due parchi venivano violate, o eluse, o “disinnescate” (termine tecnico, cioè non fatte valere), anche quelle introdotte nel PTPR del 2007, usando procedure controverse quanto legali, e spesso anche vistosamente illegali. In conclusione le tutele esistenti non erano assolutamente congrue a proteggere un’area di così straordinaria importanza archeologica e paesistica, per trasmetterle alle generazioni future. Il progetto era completo anche di una corposa analisi tecnica di tutte le disposizioni di tutela, e come esse andavano ampliate o innalzate di livello per raggiungere un’alta qualità di tutela corrispondente a un parco. È stata preziosa la consulenza puntuale e generosa del Dott. Daniele Iacovone, che aveva coordinato il PTPR DEL 2007 per la Regione Lazio. Il progetto era inclusivo di mappe, con una precisa demarcazione dei confini dell’area di congiunzione proposta (mappa1).
1 - Mappa del progetto, con i nuovi confini proposti per il Parco dei Castelli Romani
Il primo progetto fu presentato sia all’ex Assessore Trinca sia alla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma nell’aprile del 2020, per la sussistenza del particolare interesse culturale dei beni segnalati e localizzati in una dettagliata relazione tecnico-ricognitiva, chiedendo di provvedere, ai sensi dell’articolo 13 e seguenti del D.Lgs. 42/2004, la Dichiarazione dell’Interesse Culturale, di esclusiva competenza dello Stato, de “L’antica città di Bovillae”, per la particolare importanza archeologica, secondo l’articolo 10 comma 3 del Codice. La tutela dell’intera area sarebbe salita così di livello: da bene paesaggistico (per quanto con aree di “interesse archeologico riconosciuto”, che sono “disinnescabili” – (v. sopra) a Bene Culturale, per cui è prevista l’inedificabilità.
Prendendo spunto da questa istanza e dal relativo progetto cartografico, il 30/06/2020 il Consiglio Comunale del Comune di Marino con una delibera ha richiesto alla Regione Lazio di ampliare e di elevare di livello la tutela paesistica (ma di interesse archeologico) una parte consistente dell’area di congiunzione, intorno alle antiche vestigia della Bovillae definita “imperiale”.
Il progetto realizzativo della Sezione di Marino di Italia Nostra, cofirmato dalla Sezione di Ciampino che ha sostenuto l’iniziativa,è stato poi presentato alle autorità preposte della Regione Lazio per congiungere i due parchi regionali con l’allargamento del Parco dei Castelli Romani. Come si vede nella mappa1, proponeva la congiunzione tramite due aree, poste interamente nel territorio del Comune di Marino. La parte principale era indicata come un’area perimetrata con linea di colore blu scuro, che comprendeva al suo interno le zone A, B, C e D. La zona A comprendeva i siti dell’antica Bovillae della fase definita “imperiale”, e anche l’imponente tenuta dei Frati Trappisti, rilevante archeologicamente. Le zone B, C, e D erano rilevanti per i siti della fase repubblicana della storia di Bovillae.L’area circoscritta con una linea di colore azzurro tratteggiata di nero, e indicata con la lettera E1 e E2 cingeva gli abitati delle frazioni di Santa Maria delle Mole e di Frattocchie, incontrando il Parco dell’Appia Antica a livello del “Gotto D’Oro”, tutelando quindi aree di pregio paesistico, e ricche di presenze archeologiche e viarie antiche.
L’ex Assessore all’Urbanistica Prof. A. Trinca, nonostante la richiesta fatta tramite la sua Amministrazione Comunale dell’innalzamento del livello di tutela, era convinto della mancanza di fattibilità del progetto di congiunzione dei due parchi regionali, sostenendo che competeva ad autorità sovra ordinate rispetto al Comune di Marino:la Soprintendenza e la Regione per l’innalzamento di livello e l’ampliamento delle tutele, e la Regione per la realizzazione di un Parco.
Nel progetto la Sezione di Italia Nostra di Marino aveva proposto l'allargamento del Parco dei Castelli unicamente nel territorio del Comune di Marino. Avevamo pensato con Rodolfo Corrias, presidente della Sezione di Ciampino di IN, e aderente al progetto, di chiedere anche l'allargamento verso la Via dei Laghi e dell’area archeologica-paesaggistica della “Tenuta dei Colonna” di Ciampino, ma poiché chiedevamo già l'ampliamento di ben 150 ettari circa nella zona di congiunzione più importante riguardante *tutta* l'antica Bovillae, che ci veniva negata da anni, anche da molti esperti che auspicavano una maggiore tutela, ci ritenevamo già temerari a chiedere tanto! Gli obiettivi primari erano di congiungere i due parchi e tutelare finalmente l’antica città di Bovillae: sembrava a tutti gli altri un progetto folle, impossibile da realizzare. In questo modo, in sede di approvazione del congiungimento regionale, avevamo predisposto tutte le premesse necessarie affinché poi si effettuasse, realmente, l’inclusione dei territori di particolare pregio di Ciampino che hanno consentito a questo Comune di essere inserito nell’elenco dei comuni costituenti la Comunità del Parco.
A questo punto il progetto era noto agli addetti ai lavori, fu inviato anche via PEC a molte altre autorità (Comune di Marino, vari Uffici della Regione, studiosi e politici interessati, incluso i Consiglieri Regionali Marco Cacciatore e Marta Bonafoni).
Bonafoni e Cacciatore, quest’ultimo molto vicino e in continua comunicazione con l’ex Assessore Trinca, poiché appartenevano alla stessa forza politica (M5S marinese),trovarono interessante il progetto, e lo integrarono con le suddette aree del Comune di Ciampino, di minore estensione e con siti archeologici di importanza non comparabile con quella del nucleo principale dell’antica Bovillae. Lo presentarono al Consiglio Regionale del Lazio nell'aprile del 2021.
La sezione di Marino organizzò nel maggio 2021 un’importante videoconferenza a cui parteciparono tutti gli addetti ed esperti, i direttori dei due parchi o i loro delegati, i due Consiglieri Cacciatore e Bonafoni, l’Assessore Trinca, e per Italia Nostra, il Presidente Nazionale Ebe Giacometti, il Presidente Regionale del Lazio Marcello Calimane Annalisa Cipriani4.
La proposta di legge regionale fu approvata quale L.R. n. 14, art. 82, l’11/08/2021.
Infine, con delibera n. 1 del 25/01/2022, il Parco regionale dei Castelli Romani, seguendo la nuova legge, ha effettuato la modifica della perimetrazione del Parco suburbano dei Castelli Romani, provvedendo alla nuova formulazione della quota di partecipazione degli Enti territoriali alla Comunità dell’Ente.Nella mappa 2 è raffigurato il dettaglio dell’area del Parco dei Castelli Romani che mostra l'ampliamento nei territori di Marino e Ciampino, che ha portato alla congiunzione dei due parchi. La parte preponderante segue dettagliatamente il progetto di Sezione di Marino, incluso l'area che riguarda la Via Divino Amore, la Falcognana fino al Gotto D'Oro, per congiungersi con il Parco dell'Appia Antica di fronte al Gotto D'Oro (cfr. le aree E1 ed E2 della mappa1 del progetto originario).
2 – Dettaglio della mappa del Parco dei Castelli Romani. Mostra l'ampliamento nei territori di Marino e Ciampino, che ha portato alla congiunzione dei due parchi.
Fortunatamente non ci sono stati ricorsi contro la legge di congiunzione dei due parchi, anche perché le forze politiche locali sono state impegnate in una lunga campagna elettorale comunale post-Covid, che ha portato alla decorrenza dei termini per poterli fare. Negli anni successivi si è assistito che coloro che avevano avuto un ruolo marginale, o nullo, o che persino si erano opposti al progetto reclamano di esserne gli autori o co-autori (parlano di “progetto condiviso”), che è smentito da invii del progetto con data certa, e da una pletora di documenti e testimonianze di come il progetto è stato realizzato e proposto.
Per avere una copia del progetto operativo originale di Congiunzione dei due parchi regionali della Sezione di Marino prego scrivete a marino@italianostra.org
Risorse:
- Il congiungimento del Parco dell’Appia Antica e del Parco dei Castelli Romani a Marino: una grande opportunità da non perdere.
- Congiunzione dei parchi dell’Appia Antica e dei Castelli Romani: la lunga marcia ricostruita dalla sezione di Marino di Italia Nostra
- BOVILLAE RISORGE. Topografia del Teatro e del sito dei Sodales Augustales e loro tutela - Mauro Abate
- Report della Conferenza sulla Congiunzione dei due Parchi Regionali dell'Appia Antica e dei Castelli Romani