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Parco Falcone finalmente qualcosa si muove

Last News 1
S. Maria delle Mole (405)
Antonio Calcagni

 
 
Da quando, nel lontano 2020, dopo circa 30 anni di onorato volontario, i soci dell’Associazione Progetto Uomo Ambiente, ormai esausti, lasciano la gestione del Nostro parco, il suddetto ha intrapreso una china che lo ha fatto sprofondare sempre più verso il completo degrado, che nei mesi scorsi ha raggiunto l’apice.
 
Nonostante l’abbandono formale i vari, Pietro ed Attilio, solo per fare due nomi, non hanno mai smesso di essere vicini al parco, portando all’attenzione sia dell’Amministrazione comunale, che della cittadinanza tutta, le problematiche sempre più gravi di cui erano testimoni.
 
Lo hanno fatto attraverso il nostro Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole, attivo già dagli anni '80, e di cui gran parte dei soci, condivide gli ideali su cui si ispira l’Associazione Progetto Uomo Ambiente, o ancor più, come nel mio caso, proprio dalla suddetta esperienza proviene.
 
E quindi ai numerosi solleciti inviati all’Amministrazione comunale (Protocollo), sono seguite vere e proprie denuncie pubbliche del degrado.
 
Per brevità si segnalano solo alcune vedi: News 782 News 727 News 672 
 
Pertanto quando nei giorni scorsi abbiamo constatato che era iniziata la sostituzione di alcuni giochi ormai vetusti, o addirittura pericolanti, non potevamo che essere soddisfatti.
 
Soddisfatti che, finalmente le sacrosante aspettative dei cittadini, di cui ci siamo sempre fatti portatori, avessero ottenuto, la giusta attenzione.
 
Ora quindi se finalmente si è avviato un ammodernamento, che speriamo non si fermi qui, a tal proposito è bene ricordare che nei giorni scorsi il cancello di accesso al parco si è letteralmente schiantato per terra, un problema che abbiamo prontamente segnalato con regolare Pec al Comune.
 
E se, grazie anche ai continui solleciti e suggerimenti dei suddetti Attilio e Pietro, la Multi Servizi ora interviene un pò più spesso e in modo più mirato, per il taglio dell’erba, diventa ancor più fondamentale l’aspetto del controllo.
 
Un aspetto che va tenuto in debito conto perché, senza una vera e propria gestione del parco, da parte di chi si è preso tale impegno, il rischio di trovarsi tra pochi mesi con alcune strutture pagate da tutta la collettività, danneggiate o addirittura distrutte, è molto alto.
 
Speriamo di non dover mai dire “ve lo avevamo detto”.
 
Il parco ha bisogno quindi di essere tutelato ma anche vissuto, con iniziative di ampio respiro, che coinvolgano sempre più la cittadinanza e le scuole, così come succedeva con le varie, Festa del Miele, Festa d’Autunno, ecc., manifestazioni che sono rimaste nell’immaginario collettivo di intere generazioni e che lo hanno reso famoso ed unico, e nel contempo ne hanno scoraggiato  l’utilizzo improprio e deleterio da parte di pochi scalmanati.
 
Tutte cose purtroppo disattese in questo primo anno di gestione del cosiddetto comitato.
 
Quello di cui invece il parco non ha assoluto bisogno, è che venga utilizzato come palcoscenico per decantare le virtù del gruppo politico / Comitati elettorali di turno.
 
Quale sarà il percorso che verrà intrapreso, non ci è dovuto sapere, ma una cosa è certa, noi continueremo a vigilare.

Un Viaggio nel Mistero nella Basilica Sotterranea di Porta Maggiore

Last News 2
Frattocchie (198)
Antonio Calcagni

 
L’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino continua a stupire: “Un Viaggio nel Mistero” nella Basilica Sotterranea di Porta Maggiore
 
Un salto nel cuore nascosto di Roma antica, un viaggio nel tempo che ha lasciato tutti senza fiato.
 
È quanto accaduto il 17 aprile, durante la straordinaria visita alla Basilica Sotterranea di Porta Maggiore, organizzata dal CAFM, grazie all’interessamento dei soci Tonino Dibello e Luciana Guazzoni.
 
A 12 metri sotto il livello stradale, immersi nel silenzio e nella penombra, i partecipanti si sono trovati faccia a faccia con uno dei luoghi più misteriosi e affascinanti di Roma.
 
Costruita nel I secolo d.C., questa basilica – che nulla ha a che vedere con il culto cristiano – rappresenta un raro esempio di architettura legata a culti misterici, probabilmente di ispirazione neo-pitagorica.
 
“È stato bello ed interessantissimo ascoltare le parole della dottoressa Simona Morretta, della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, che ringraziamo per la disponibilità accordataci nel permetterci di visitare questo sito unico nel suo genere”, ha commentato il presidente del CAFM Claudio Bornaccioni.
 
“Le pareti riccamente decorate in stucco bianco ci hanno lasciato senza fiato: figure allegoriche, scene mitologiche e simboli nascosti parlano un linguaggio che ancora oggi ci affascina e ci sfida a decifrarlo”.
 
La visita ha avuto un grande impatto emotivo sui partecipanti. L’atmosfera era sospesa, quasi sacra.
 
Il silenzio era rotto solo dalla voce della guida, mentre le ombre delle decorazioni antiche sembravano raccontare storie dimenticate.
 
Un’esperienza rara, in un luogo poco conosciuto ma dal grande valore storico e spirituale: un santuario segreto nel cuore della città, che resiste al tempo e continua a custodire i suoi misteri.
 
Questi i commenti pervenuti all’Associazione. Esordisce Paolo che tanto desiderava visitare questo luogo: “Bravissima la dottoressa Simona Morretta. Chiara nell'esposizione, avvincente nelle interpretazioni storiche proposte.
 
Abbiamo visitato un monumento unico. Un'occasione eccezionale di arricchimento culturale. Grazie al CAFM che ci ha permesso di conoscere questa antica basilica del 1° secolo d.c., così meravigliosamente conservata, ma non accessibile al pubblico”. Barbara è rimasta emozionata e soddisfatta della mattinata: “Giornata storica per il CAFM per l'importanza del sito visitato. Con sempre tanta partecipazione è un vero successo”.
 
E Cristina, sorpresa per questa lieta scoperta: “Oggi abbiamo visitato un sito unico, non accessibile a tutti, grazie all’impegno dei soci Luciana e Tonino. Non ero a conoscenza dell’esistenza della Basilica Sotterranea e della sua storia.
 
Entrare in un luogo ancora incontaminato, rimasto sepolto per quasi 2 mila anni e scoperto ai nostri tempi ...è stato grandioso. Grazie anche alla dottoressa Simona Morretta che ci ha concesso di visitarla e di conoscere la storia attraverso la sua narrazione”. Alessandra così riassume la giornata: “Questa mattina il CAFM ha organizzato una visita alla Basilica Sotterranea di Porta Maggiore; ci siamo svegliati stamattina con la pioggia ma non ci ha fermati talmente era alta la nostra voglia di visitare un sito davvero unico e scoperto per caso nel 1917 durante un ampliamento della sede ferroviaria soprastante.
 
È stato veramente affascinante scoprire un pezzettino di Roma nascosta. Grazie!”.
 
Chi ha partecipato, porterà con sé il ricordo di un momento speciale.
 
Chi non c’era, non deve perdersi le prossime iniziative.
 
“Il CAFM ha in programma tante altre attività culturali e visite guidate per continuare a scoprire insieme le meraviglie del nostro territorio”, ci assicura il Presidente del CAFM. Per informazioni sulle prossime uscite e attività, è possibile seguire la pagina Facebook del CAFM o contattare il presidente Claudio Bornaccioni al numero 335-364847.
 

AVVISO DI INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

News 1 AVVISI (1.581)
Francesco Raso

L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ  INTERROTTA
 
GIOVEDÌ 24 APRILE 2025
dalle ore 08:45 alle ore 15:30
 
L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ INTERROTTA, CAUSA MANUTENZIONE.
L’INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA INTERESSERÀ SOLTANTO I CLIENTI IN BASSA TENSIONE.
 
IL DISTACCO MOMENTANEO INTERESSERÀ LE SEGUENTI VIE E NUMERI CIVICI:
 
Via Maroncelli nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari:
Dispari: da 27 a 39 – 65, 87, 91 – da 97 a 103, 109, 117 – da 121 a 125 – da 129 a 131, 135, 39a, 23/25
Pari: 24 – da 28 a 32, 36 – da 42 a 46, 50, 56 – da 60 a 68 – da 74 a 80, 28b, sn
 
Via Leopardi nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 1 a 3, sn
Pari: -
 
Via Artali nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 3 a 5
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"Caccia ai Dobloni", il tempo diventa tesoro nell'iniziativa del GruppoH24

News 2 S. Maria delle Mole (96)
Eleonora Persichetti

 
Il GruppoH24, agenzia immobiliare di Santa Maria delle Mole (Marino) con sede in via Pietro Maroncelli 30 guidata dall’imprenditore Alessio Corsetti, ancora una volta dimostra quanto una realtà locale possa essere il motore di un cambiamento socio-culturale. La “Caccia ai Dobloni”, iniziativa del GruppoH24 partita nel mese di gennaio, va, infatti, ben oltre il semplice gioco: è un invito a riscoprire il valore del tempo condiviso, della comunità e delle emozioni vere.
 
In un mondo sempre più dominato dagli schermi e caratterizzato da una continua frenesia quotidiana, il GruppoH24 cerca di lanciare un messaggio potente: Il vero tesoro è il tempo passato insieme. È proprio da questo concetto che è nata l’idea di una caccia al tesoro moderna, capace di unire genitori e figli in un’avventura settimanale, fatta di indizi, prove e momenti indimenticabili.
 
Questo progetto mette in risalto l’importanza di sostenere il commercio di prossimità, ricordando a tutti che ogni acquisto effettuato nei negozi di fiducia è un investimento nella propria comunità. Insomma, si tratta di una vera e propria catena virtuosa: il gioco coinvolge le famiglie, le famiglie riscoprono i negozi, i negozi sostengono il territorio.
 
Nel momento del gioco, ogni squadra è una famiglia e ogni tappa diventa l’occasione per divertirsi, per collaborare e per scoprire insieme. I protagonisti, tuttavia, non sono solamente le famiglie: il cuore pulsante della “Caccia ai Dobloni” sono le attività commerciali locali, che accettano con entusiasmo la sfida trasformandosi in “custodi del tesoro”. Negozi, botteghe e commercianti diventano, perciò, parte integrante del gioco, offrendo indizi, sorrisi e piccole magie.
 
Come funziona la “Caccia ai Dobloni”?
 
Ogni venerdì, per un totale di 4 “cacce” al mese, Alessio Corsetti, CEO e fondatore del GruppoH24, presenta, attraverso un video pubblicato sui canali social del GruppoH24 (Facebook, Instagram e TikTok) l’attività commerciale (sita sul territorio comunale di Marino) che partecipa al gioco si presenta e comunica il premio che mette in palio e che si aggiudicherà colui/colei che troverà il “Doblone”. Il sabato mattina, sempre sui canali social del GruppoH24, viene postato un video che fornisce un indizio per aiutare a capire dove questo sia nascosto, ossia una strada, una piazza o uno dei vicoli della città di Marino. Ovviamente, ognuno può vincere una volta soltanto, in modo da darne la possibilità a tutti.
 
Nel mese di luglio, quando si svolgerà l’ultima “caccia”, tutti i vincitori parteciperanno alla gara finale, la “Caccia delle Cacce”. Il vincitore sarà premiato con un weekend all inclusive per tutta la famiglia offerto dal GruppoH24.
 
La ‘Caccia ai Dobloni’ – spiega Alessio Corsetti, CEO e fondatore del GruppoH24 – è un’occasione per rallentare, per guardarsi e per stare insieme davvero. Non si tratta solo di vincere un premio, ma di costruire qualcosa che resti: emozioni, ricordi e legami. In un tempo che ci scivola sempre più tra le dita, la ‘Caccia ai Dobloni’ ci insegna a trattenere ciò che più conta: il sorriso di un figlio, una risata in un negozio di quartiere, la bellezza di un pomeriggio passato a cercare insieme qualcosa di prezioso… Perché alla fine, la vera ricchezza, non è solo il tesoro che cerchiamo, ma le persone con cui lo condividiamo!”.

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Visita al Palazzo Aeronautica e alla mostra del futurista Tullio Crali

News 3 Frattocchie (175)
Antonio Calcagni

 
Visita al Palazzo Aeronautica e alla mostra del futurista Tullio Crali. Sulle ali della cultura con l’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino (APS).
 
Sabato 12 aprile si è svolta una splendida giornata all’insegna della cultura e dell’amicizia per i Soci del Centro Anziani Frattocchie di Marino (CAFM), protagonisti di una visita straordinaria al Palazzo dell’Aeronautica a Roma e alla mostra “L’evoluzione del volo”, dedicata all’aeropittura futurista di Tullio Crali.
 
Con l’efficienza organizzativa ormai ben rodata, il gruppo ha raggiunto in mattinata la storica sede dell’Aeronautica Militare, dove è stato accolto dal personale militare incaricato di guidare i visitatori attraverso le suggestive sale del Palazzo e la mostra temporanea dedicata a Crali, artista simbolo del Futurismo aeronautico italiano. “Abbiamo potuto apprezzare ancora una volta la perfetta organizzazione messa in atto dal socio Tonino Dibello, che ci ha dato questa grande opportunità”, ha dichiarato il Presidente Claudio Bornaccioni. “Una visita che ci ha consentito di ammirare il cielo mediante la tela.
 
Doverosi sono anche i complimenti all’Arma Aeronautica, che ha messo a disposizione del gruppo i Primo Luogotenente Mauro Bianco e Rodolfo Ottino.
 
Con professionalità e passione, ci hanno illustrato le sale storiche del Palazzo e introdotto le opere di Tullio Crali, permettendoci di cogliere il valore e la modernità dell’aeropittura”. Ecco alcuni dei numerosi commenti pervenuti all’Associazione CAFM. Esordisce Barbara: “Un sabato mattina in visita al Palazzo Aeronautica dove siamo stati guidati con passione da due Sottufficiali molto preparati dell’Aeronautica.
 
È stata una interessante scoperta di un palazzo costruito da Roberto Marino negli anni trenta del secolo scorso con lo scopo di essere funzionale e altamente operativo e che in questi giorni ospita al suo interno un'interessante mostra del futurista Tullio Crali anch'esso aviatore.
 
Le sale, i dipinti, i cimeli visti hanno ben descritto un'epoca di voli arditi che hanno avuto un grande peso sul futuro dell'aviazione italiana.
 
Una scoperta piacevole la figura molto intelligente di Italo Balbo che ha contrastato le scellerate scelte fasciste dell'epoca tanto da aver fatto una brutta fine. Alla fine, con un piacevole pranzo, si è conclusa questa interessantissima iniziativa del CAFM”.
 
Anche Fabio si associa ai ringraziamenti ed esprime così le sue emozioni: “Ennesima splendida visita, quella di stamane alla mostra futurista del pittore e aviatore Tullio Crali, all'interno del Palazzo Aeronautica.
 
Splendide le sale storiche del palazzo, gioiello architettonico del ventennio. Un complimento particolare al Primo Luogotenente Ottino che ci ha accompagnato e guidato durante la visita ed un ennesimo ringraziamento all'organizzatore e socio Tonino Dibello, nonché al ns Presidente CAFM Claudio Bornaccioni”.
 
La giornata si è conclusa nel migliore dei modi, con un pranzo conviviale in un ristorante accuratamente scelto, che ha saputo aggiungere un tocco di gusto all’intera mattinata. Anche questa volta il CAFM ha superato ogni aspettativa, regalando ai suoi Soci un’altra occasione di scoperta, condivisione e arricchimento culturale.
 
Chi volesse partecipare alle prossime attività promosse dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS è invitato a seguire la pagina Facebook del CAFM o a contattare direttamente il Presidente Claudio Bornaccioni al numero 335-364847.

Una Palude chiamata Comune di Marino

News 4 S. Maria delle Mole    (commenti:4) (1.514)
Antonio Calcagni

 
Sono ormai trascorsi 3 anni e mezzo (per semplificare 42 mesi, questo per chi non fosse avvezzo al conteggio degli anni), dall’insediamento di questa amministrazione comunale e noi questa volta, proviamo a fare il punto della situazione sui problemi che attanagliano noi cittadini di Santa Maria delle Mole.
 
Lo facciamo a prescindere dal roboante programma con cui l’attuale amministrazione ha vinto le elezioni e di cui attendiamo fiduciosi la sua realizzazione.
 
La lista sarebbe lunga, ma ci limiteremo a trattare solo quelle problematiche che noi come Comitato di Quartiere abbiamo segnalato più volte all’attenzione di questa amministrazione, anche se è d’obbligo fare almeno un cenno sul disastro in cui versano, molte delle strade della nostra città.
 
Cancello tra il parcheggio di via Cervi e la scuola Verdi
 
Partiamo con la realizzazione dell’ormai diventato, tanto famoso quanto irraggiungibile, cancello tra il parcheggio di via Cervi e la scuola Verdi, un’opera dal costo di poche centinaia di euro che sarebbe particolarmente utile ed apprezzata al cittadini.
 
Per chi non fosse a conoscenza  la situazione è la seguente.
 
Gli attuali accessi alle scuole Verdi e Ciari avvengono dalla piazzetta attigua a Via Maroncelli, un’area particolarmente angusta, di fatto priva di parcheggi utilizzabili, e che durante i momenti topici diventa estremamente caotica e pericolosa con auto e pedoni accalcati.
 
Da li, percorrendo a piedi un vialetto di qualche centinaia di metri, si arriva alla scuola Verdi, percorso usato anche dalle auto di servizio alla scuola,con conseguenti rischi per i frequentatori della stessa, mentre per la Ciari il percorso è molto più breve.
 
La soluzione al problema è a portata di mano, infatti su via Cervi, la società che costrui il complesso edilizio denominato “ La Casa nel Parco” ha, a suo tempo realizzato, un parcheggio, quale “atto d’obbligo” nei confronti del Comune.
 
Basterebbe quindi aprire il famoso cancello che collegherebbe appunto un ampio parcheggio, con l’ingresso della scuola, e tutto si risolverebbe, evitando i continui rischi di incolumità dei frequentatori della suddetta scuola.
 
Per fare ciò, sarebbe necessario acquisire l’area a patrimonio pubblico, e procedete poi alla realizzare dell’opera, una procedura che sarebbe dovuta avvenire già da un po di anni ma che, evidentemente, un’amministrazione pubblica comunale poco attenta alle esigenze dei cittadini, non è in grado di realizzare.
 
Parco di via Don Ugo Bassi
 
Situazione simile vale anche per il parco di via Don Ugo Bassi, da non confondere con il parco, “M. Carrozza” egregiamente gestito da bibliopop.
 
Anche qui stesso copione, la società “Cristina”, nel lontano 2011 realizza come atto d’obbligo il suddetto parco, poi, alla smania da inaugurazione dall’allora sindaco Palozzi, che nel 2013 in pompa magna lo presenta alla cittadinanza come cosa fatta, non fa seguita alcenu acquisizione.
Risultato, nel novembre dello scorso anno un gruppo di abitanti di quel condominio, stanchi dell’incuria in cui versava il parco, hanno pensato bene di vietarne l’accesso alla cittadinanza.
 
Parco Falcone
 
Parco Falcone, altro parco altri guai, da quando l’Associazione Progetto Uomo Ambiente, dopo più di 30 anni di onorata gestione ha gettato la spugna, il suddetto parco è ormai in completa decadenza.
 
E non bastano certo i pannicelli caldi di un esiguo gruppo di “volenterosi dell’ultima ora” per risollevare le sue sorti.
 
Parco Lupini
 
Sempre rimanendo sull’argomento parchi, Il suindicato ha sicuramente vissuto tempi migliori, infatti ora non c’è più nessuno che lo cura ed è ormai in pieno abbandono.
 
Per sopperire a tutto ciò, l’amministrazione comunale aveva messo a bando la gestione.
 
Un bando a cui avevano aderito ben 2 associazioni molto attive sul territorio, ma inspiegabilmente all’ultimo momento è stato deciso di annullare la gara.
 
Consiglierei alle suddette associazioni di chiedere, a quel gruppo a cui lo scorso anno, in fretta e furia, è stato assegnato il parco Falcone, quali devono essere le caratteristiche che un’associazione deve rispettare per vedersi assegnato un parco, loro sicuramente sapranno meglio di ogni altro.
 
Parcheggio di Via Frassati
 
L’area di proprietà della società Selva S.r.l. è stata data in comodato d’uso a titolo gratuito, al Comune da ormai oltre un decennio.
 
A quest’ultimo spettava l’onere della custodia e della manutenzione cosa che ovviamente, salvo pochissime eccezioni, non è stata fatta, non a caso gli unici interventi di pulizia eseguiti in questi ultimi anni sono avvenuti grazie all’impegno, sia dai nostri Volontari Decoro Urbano che da altri volontari.
 
Per porre fine a tutto questo abbandono, abbiamo più volte suggerito all’amministrazione comunale, ma senza nessun risultato di:
  • Inserire la suddetta area nel computo di quelle che il Comune si fa carico di eseguire la regolare manutenzione;
  • Considerando poi che Il suddetto parcheggio, che ricordiamo ha una capienza di circa 70 posti auto, è strategico per la nostra Città, di trovare, in accordo con la proprietà, per un suo ampliamento, fino a raccordarlo con la traversa di via Silvio Pellico, lontana non più di 60 metri, dove ha sede l’Immobilservice, questo permetterebbe di decongestionare anche la suddetta strada,traversa compresa;
  • Una volta poi acquisito a bene pubblico, recintarlo,asfaltarlo, ed illuminarlo, così come deve essere un parcheggio che si possa definire tale.
 
Stazione Ferroviaria
 
Nel lontano novembre 2023, al programma televisivo in diretta “Buongiorno Regione”che si occupò del problema dei continui blocchi della linea ferroviaria Roma – Velletri, causati dall’automobilista di turno, che quotidianamente rimane bloccato nell’area dei binari, partecipò la Giunta comunale al completo.
 
La nostra richiesta di istituire, da parte della polizia locale, almeno nei momenti di traffico più intenso, un servizio di vigilanza, tra un “Si” ed un “Ni” del Sindaco, sembrava essere stata recepita, ma ci sbagliavamo, conseguenza di tutto ciò, quotidianamente continuiamo ad assistiamo al blocco della linea ferroviaria di Via della Repubblica, con conseguete blocco sia del traffico ferroviaria che stradale.
 
Argomento più complesso è  lo spostamento della Stazione ferroviaria di circa 200 metri verso Velletri, e conseguente collegamento della stessa, attraverso uno scivolo, al grande parcheggio di piazza Albino Luciani.
 
Ma in quel caso la suddetta Giunta presentò un progetto, realizzato delle RFI, che prevedeva appunto tutto ciò, e questo ci lasciò ben sperare.
 
Ora però a distanza di quasi un anno e mezzo, di questo spostamento non se ne parla più, e chissà se mai verrà realizzato, e se si, la domanda sorge spontanea, ma i moduli scolastici della Elsa Morante, installati nel frattempo nella suddetta piazza, oltre a costringere il trasferimento del mercato Rionale, potrebbero essere un impedimento alla sua realizzazione?
 
Comunque dando per buono che, questo progetto verrà realizzato, non sarà certo la panacea di tutto, in quanto il vero problema per la viabilità di quel tratto resta e resterà il passaggio a livello.
Un’opera quest’ultima estremamente complessa con numerosi Enti coinvolti, vedi, l’ANAS, Ferrovie dello Stato, Parco Regionale, e arco Nazionale dell’Appia Antica, ma che,  un’Amministrazione consapevole dei disagi che quotidianamente arreca alla cittadinanza, dovrebbe avere la lungimiranza di proporre e sponsorizzare nelle sedi appropriate.
 
Isola Ecologica
 
La realizzazione della ormai mitica isola ecologica a servizio della II^ e III^ Circoscrizione ovvero del territorio ex Comune di Boville, ha radici antiche ed è molto simili a quella della realizzazione del nuovo cimitero.
 
Ma mentre quest’ultima, è stata definitivamente cancellata, quella dell’isola ecologica doveva essere una priorità di quest’amministrazione, almeno così citava il loro programma elettorale, peccato però che la locazione scelta, Area Tudini si trova in pieno area protetta.
 
Per questo si è sussurrato a lungo di una possibile deroga da parte del Ministero della Cultura, ma al momento tutto tace.
 
Via Curiel e annesso fosso delle Scopette
 
Chiamare strada la suddetta ci sembra un eufemismo, sarebbe più consono definirla budello infernale, il tutto aggravato dall’ormai famoso fosso delle Scopette che, dopo ogni pioggia, presenta il conto ai residenti.
 
Attivazione dei lampioni posti tra via Prati, via XXV Aprile e parcheggio Eurospin
 
Circa tre anni, sull’area in oggetto, l’amministrazione comunale ha installato nr. 5 lampioni per l’illuminazione stradale, finalmente quindi una buona notizia vero? Peccato però che non siano mai stati attivati, e a nulla sono servite le nostre segnalazioni.
 
Area Sgambamento cani di via Morosini
 
E visto che siamo passati alle buone notizie, una buona ci sarebbe veramente, il 25 Gennaio sono partiti i lavori per la realizzazione, presso la Casa dei Servizi, di via Morosini, di un’area di sgambamento cani.
 
Ma forse partiti è una parola grossa, comunque il cartello di inizio lavori da più di 2 mesi è messo li in bella mostra e prima o poi vedrete partiranno anche i lavori.
 
 
Di fronte a tutto questo immobilismo fa quasi invidia l’attivismo del Comune di Ciampino dove è tutto un cantiere con marciapiedi, strade, rotatorie, parcheggi, mentre dovrebbe essere in arrivo i lavori per l’eliminazione del passaggio a livello di Casa Bianca.
 
A ben vedere anche nella nostra Città di Santa Maria è tutto un cantiere, con la differenza che qui parliamo solo di edilizie privata.
 
Questo impietoso confronto ci fa fantasticare su come sarebbe potuta cambiare la storia se, nel lontano 1974, l’allora costituendo Comune di Ciampino, avesse incluso in quel progetto anche la nostra Città.
 
Questo senza ovviamente scomodare l’amara storia della cancellazione del nostro Comune di Boville.

Violenza sulle donne, da Frattocchie l'impegno della giovane Veronika: "Ho paura, ma lotto per cambiare il mondo"

News 5 Frattocchie    (commenti:1) (592)
Eleonora Persichetti

Veronika, una giovane 15enne di Frattocchie (Marino), studentessa del Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Albano, ha voluto scrivere una lunga riflessione negli ultimi giorni legata al tema della violenza sulle donne. Alla luce degli ultimi, tragici avvenimenti riguardanti i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, gli ennesimi episodi di violenza sulle donne che purtroppo, hanno riempito le cronache locali e nazionali negli ultimi giorni, le sue parole diventano non solo attuali, ma pregne di significato e di valore.
 
E se gli altri non lo dicono, lo dico io. Io non so se sia giusto così, se tutto questo sia fatto apposta, programmato, organizzato… ma a me non piace. Non mi piace aver paura di uscire la notte da sola. Non mi piace dover fare attenzione a come mi vesto, in che condizioni sono e quanti bicchieri ho bevuto. Non mi piace dover dare spiegazioni su un mio atteggiamento ritenuto inappropriato. Non mi piace sentirmi dire frasi del tipo: ‘Ahò, ma ti svegli? Quanto sei stupida!’; ‘Vabbè, sei donna, queste cose non puoi capirle’; ‘Non sono argomenti che ti riguardano, lascia fare a chi se ne intende’; ‘Quando ti sposi? Io alla tua età avevo già due figli e un marito!’; ‘Non puoi farlo, è roba da uomini’; ‘Guarda che, se continui così, nessuno ti si prende, eh?’; ‘Ma hai il ciclo?’. E non ho menzionato nemmeno tutti gli stereotipi di genere che sento ogni giorno, ogni ora.
 
Le mie non sono parole buttate al vento: sono quelle che non hai pronunciato tu, tu o tu, e lei, il mio girasole.
 
Non mi piace dovermi sentire fischiare da una macchina. Che qualcuno mi faccia sentire piccola. Che qualcuno mi gridi contro perché sono donna. Che mi si dica che non sarò mai nessuno. Non mi piace che una mano mi tocchi senza il mio consenso (ma per meno di 10 secondi, così non viene considerata violenza. Giusto? Io, in 10 secondi, se trovo le forze dopo essere stata toccata, potrei spaccargli la faccia, anche se, per la Legge italiana, poi la colpa ricade su di te. E io dovrei vivere così, stando zitta? NO, non esiste proprio).
 
Nella mia vita avrò fatto delle scelte sbagliate, ma una scelta che ho fatto è giusta al 100%: ho iniziato un percorso lungo, difficile e pericoloso, ma fantastico. Ho paura, ho paura da morire, ma non lascerò mai nessuno indietro. Mai! Mia mamma, alcune volte, ha paura di me, in senso positivo, ma ha paura, perché sa che io zitta non so stare. Ha paura quando esco, perché è consapevole del fatto che, se qualcuno mi dovesse suonare, sarei in grado di rispondere, o, se qualcuno mi dovesse guardare troppo o scattarmi delle foto, io sarei in grado di andare a domandargli se voglia una foto o se abbia qualche problema. Io faccio proprio questo e ho paura, perché reagendo potrei beccarmi uno schiaffo, essere stuprata o, addirittura, non vedere più nessuno della mia famiglia.
 
Parlo apertamente perché, purtroppo, accade questo: se non stai zitta, vieni punita. Però, sapete, è più forte di me: io zitta non ci sto e non ci starò mai! L’ho detto dall’inizio, farò di tutto per cambiare anche una piccola parte dello schifo che c’è in questo mondo, anche morendo, se necessario. Ma sono sicura che, se dovesse accadere, avrò lasciato un pezzettino di me in ognuno di voi, anche a chi non mi ha mai supportato.
 
Persone che fino a 10 minuti prima reputavo fratelli o sorelle mi hanno detto: ‘Ma ora, con questo profilo, pensi di cambiare il mondo? Che ridere!’. Sapete che c’è? Che io vi dico di sì. Perché, quando mio fratello torna da scuola e mi dice che ha difeso una sua amichetta dalle prese in giro, che l’ha fatta passare prima perché ‘Prima le donne’ o che le ha prestato un colore che non aveva, io mi sento già ‘avanti’, perché so che sto crescendo un Uomo che ha solamente 6 anni.
 
Non me ne faccio nulla di frasi del tipo ‘È inutile che tu faccia tutto questo, perché è sempre stato così’, perché domani io posso morire solamente per aver detto ‘No’. Domani io posso rimanere incinta in seguito a uno stupro e non so nemmeno se devo per forza tenere il bambino. Domani posso essere toccata solo perché vestita scollata e proverò sotto la doccia a strofinare la pelle fino a farmi uscire il sangue, ma continuerò a sentirmi sporca. Domani potrei salutare mamma per l’ultima volta, lo sai?
 
Io ho paura dell’uomo, ma anche delle donne, le prime nemiche delle donne stesse. Io spero, un giorno, di diventare mamma e, vi dico la verità, mio marito o mia moglie (perché il mio orientamento sessuale è ancora da scoprire) dovrà aiutarmi in cucina, con i figli e con la scuola, perché io nella mia vita non ho nessun ruolo e nessuna etichetta: sono una persona e, se la persona che ho al mio fianco non è in grado di comportarsi come tale, preferirò rimanere sola.
 
I miei profili non sono stupidi né inutili e parlo per le persone che non hanno la forza o che non hanno avuto il tempo di aiutare loro stessi perché troppo impegnati ad aiutare gli altri. E a breve verrò a trovarti. Mi sei stata tolta e io non permetterò più a nessuno di fare del male a una donna. Perché so che, se tu fossi ancora qui con me, le avresti salvate tutte, ma hai dimenticato di salvare te stessa. So che sei fiera di me.
 
Tua Veronika”.

Alla scoperta dell’area archeologica del Tuscolo

News 6 Frattocchie (162)
Antonio Calcagni

 
 
Il Centro Anziani Frattocchie di Marino (APS) alla scoperta dell’area archeologica del Tuscolo: una giornata tra storia e natura
 
Domenica 30 marzo, il CAFM con in testa il suo presidente Claudio Bornaccioni, ha organizzato un’escursione al Parco Archeologico Culturale di Tuscolo, offrendo al folto gruppo di partecipanti un’esperienza immersiva tra storia, archeologia e natura. La visita, guidata da Carola ed Emanuela della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini, ha permesso di riscoprire le antiche vestigia dell’insediamento preromano, un tempo rivale di Roma, e di apprezzare i suoi monumenti più significativi, tra cui il teatro, l’anfiteatro, le terme, il colombario e l’acropoli.
 
Complice una splendida giornata primaverile, i partecipanti hanno potuto ammirare dall’alto il suggestivo paesaggio collinare dei Castelli Romani, con lo sguardo che si estendeva su Monte Cavo con sullo sfondo il mar Tirreno che si stagliava sul cielo blu.
 
L’organizzazione impeccabile, curata da Tonino Dibello e dal presidente Claudio Bornaccioni, ha garantito un’esperienza fluida e arricchente, culminata con un piacevole pranzo in un ristorante locale. L’entusiasmo dei partecipanti è stato testimoniato dai numerosi commenti di apprezzamento: Una giornata tra le meraviglie del Tuscolo e la sua storia affascinante”, ha scritto Alessandra, “con il sole che splendeva sui nostri volti.
 
È stato piacevole camminare sul lastricato antico e sui sentieri immersi nel verde guardando quel panorama incantevole. Graditissima la conclusione della mattinata con un bel pranzo in piacevole compagnia”.
 
Le fa eco Lina: “Una splendida domenica al Tuscolo, giornata piena di sole che ci ha permesso di godere di un panorama mozzafiato su Roma arrivando fino al mare del litorale laziale, ma non solo! Salire sul Tuscolo per ammirare il teatro romano del I sec d.C. (pare che sia stato tra i più antichi costruiti in pietra) per poi proseguire verso l’antico fontanile e il colombario sulla via dei sepolcri, piccoli loculi dove venivano deposte le ceneri dei defunti”.
 
Barbara così riassume la mattinata: Visita archeologica alla scoperta della città di Tusculum in piacevole compagnia dei soci del CAFM di Marino, in una giornata di sole primaverile con una guida esperta che ci ha guidato e con la competenza di Tonino Dibello...insomma tutti ingredienti giusti per un'ottima riuscita! Grazie”.
 
Giovanna, Daniela, Marco e Rita hanno sottolineato la bellezza del panorama e l’interesse per le antiche rovine ed hanno elogiato l’organizzazione e la compagnia, già impazienti per la prossima avventura. Per coloro che desiderano partecipare alle future attività del CAFM e per informazioni, è possibile seguire la pagina Facebook dell’Associazione o contattare il presidente Claudio Bornaccioni al numero 335-364847.

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La Nostra Voce

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NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome, ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di: Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

"Crescere Insieme", dal GruppoH24 un concorso letterario per bambini

News 7 S. Maria delle Mole (198)
Eleonora Persichetti

 
Il GruppoH24, agenzia immobiliare di Santa Maria delle Mole (Marino) con sede in via Pietro Maroncelli 30 guidata dall’imprenditore Alessio Corsetti, accende la fantasia dei più piccoli promuovendo la 1a edizione di “Crescere Insieme”, concorso letterario dedicato ai bambini delle classi V delle scuole primarie “Verdi” e “Repubblica”, appartenenti all’Istituto Comprensivo Santa Maria delle Mole.
 
Il concorso, avente per tema “Un Mondo pieno di Luce”, ha come obiettivo quello di stimolare la fantasia dei bambini, invitando loro a scrivere storie e racconti che parlino di speranza, di valori e di futuro. I protagonisti saranno, dunque, proprio i bambini con la loro “luce”. Presidente di giuria sarà Cristian Liberti, anima culturale dell’iniziativa, che da anni, con enorme passione e infinita sensibilità, promuove instancabilmente progetti educativi e letterari.
 
Per i giovani scrittori in erba, il GruppoH24 mette in palio premi che scaldano il cuore: dagli attestati di partecipazione, che celebreranno il loro impegno, alle penne-ricordo di un momento speciale, fino ai buoni Amazon, pensati per nutrire la mente e la fantasia con nuovi libri e strumenti creativi.
 
Chiunque sia interessato a partecipare potrà inviare il proprio elaborato, all’indirizzo e-mail crescereinsieme@gruppoh24.it, entro e non oltre le ore 20 di mercoledì 30 aprile 2025. Il resto del regolamento è riportato sulla locandina. La cerimonia di premiazione di “Crescere Insieme” si terrà mercoledì 28 maggio alle ore 9.30 all’interno del plesso “Verdi”.
 
Con questo concorso, il GruppoH24 conferma il suo impegno culturale (già dimostrato, anche a livello nazionale, nella sponsorizzazione del Premio Letterario “Moby Dick – Gruppo H24”) e la sua intenzione di continuare a promuovere la scrittura come strumento di crescita, riflessione e bellezza.

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante: l’ulivo 2Ş parte

News 8 Natura e Botanica (274)
Domenico Brancato

Curiosità:
Storico – mitologiche
  • La coltivazione dell’Ulivo risale a più di 6000 anni fa, esistono infatti numerosi riferimenti nella Bibbia, e in altri testi tradizionali-religiosi dei popoli del Mediterraneo, come Greci, Romani ed Egizi. Fra le numerose citazioni si ricorda la colomba che portò a Noè un ramoscello d’Ulivo dopo il Diluvio Universale, come simbolo di rinascita e di riconciliazione. Oppure le ultime ore della vita di Gesù, trascorse nell’Orto degli Ulivi.
  • L’albero, nell’antichità, era molto apprezzato ed utilizzato per le sue doti curative: con le sue foglie si preparava un decotto utile a contrastare la febbre e, in generale, tutte le malattie causate da virus e batteri. Questo rimedio ha la valenza, a tutti gli effetti, di un antibiotico naturale, anche se oggi si tende a scegliere altri tipi di soluzioni, trascurando di fruire dei benefici di questa preziosa pianta di casa nostra.
  • L’Olivo ispirò i simboli della prosperità e della pace ai romani che ne utilizzavano i rami in una cerimonia tipica di Capodanno quando, all’alba delle Calende (primo giorno del secondo mese del calendario romano antico) di Gennaio, due fanciulli prendevano ramoscelli d’Olivo e del sale, ed entravano nelle abitazioni dicendo: “Gaudio e letizia siano in questa casa” e auguravano abbondanza di figli, porcellini, agnelli e ogni altro bene.
  • Roma l’Olivo era dedicato a Minerva (divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra per giuste cause di difesa, della saggezza, delle strategie e protettrice degli artigiani) e Giove (dio supremo della religione e della mitologia romana, i cui simboli sono il fulmine ed il tuono). I romani, pur considerando l’olio di oliva come merce: da esigere dai vinti, da commerciare, e da consumare, derivarono dai Greci anche alcuni aspetti simbolici dell’Ulivo, come quelli di onorare i cittadini illustri, gli sposi il giorno delle nozze e i morti, inghirlandandoli con corone di fronde di Olivo, per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.
  • Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone (avvocato, politico, scrittore , oratore e filosofo romano – 106 a.C. – 43 a.C.), sarebbe stato Aristeo (personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e della principessa Cirene) lo scopritore dell’Olivo e l’inventore, all’epoca fenicia (1200 - 333 a, C.), del modo di estrarre l’olio.
  • La Genesi (creazione del mondo e dell’uomo narrata nel primo libro dei cinque -Pentateutico- dell’antico Testamento ispirati da Dio a Mosè) narra che quando le acque del Diluvio universale cominciarono a calare e l’arca si arenò sulla cima del monte Ararat, Noè fece uscire prima un corvo perché gli riferisse sul lento emergere delle terre e poi una colomba che tornarono senza trovare un lembo di terra dove posarsi. Dopo una settimana rispedì la colomba che al crepuscolo rientrò con un ramoscello di Ulivo nel becco. Noè comprese allora che le acque si erano ritirate definitivamente. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò libera la colomba che non tornò più nell’arca: sicchè il ramoscello d’Olivo divenne, per ebrei, cristiani e musulmani, simbolo di rigenerazione, pace e prosperità.
Nella tradizione cristiana la Domenica delle Palme, che commemora l’ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme , spesso la palma viene sostituita da rami d’Ulivo, con il significato della riconciliazione fra il Signore e gli uomini, di cui la Pasqua è l’evento storico. Per tale motivo i contadini, una tempo, piantavano un ramo benedetto nei campi seminati. Si diceva anche che tenesse lontani i fulmini e, in Piemonte, le streghe.
  • Al simbolismo di pace si ispirava un’usanza testimoniata da san Cirillo d’Alessandria, per la quale un esercito che la voleva , dopo una battaglia, la chiedeva tramite un araldo ( Messaggero o, nel Medioevo, Ufficiale incaricato di rendere pubbliche le decisioni delle autorità di competenza) che, per ottenerla, doveva presentare al nemico un recipiente pieno di olio d’oliva.
  • Nell’antica Grecia, l’abbondanza di olio di oliva da utilizzare per cibo e alimentare le lampade, implicava una risorsa di vitale importanza, che veniva a mancare nei periodi di guerra. Per cui divenne sinonimo di tempo di pace. Per tali motivi, gli uliveti erano considerati obiettivi cruciali da colpire durante le guerre, e la loro devastazione rappresentava, per la popolazione ferita, un duro colpo non solo economico ma anche psicologico. Tuttavia, dagli Ulivi distrutti dall’odio, spuntavano nuovi germogli: miracolose premesse di futuri frutti. Perciò, nei secoli, la pianta è divenuta simbolo di saggezza e rinnovamento, di forza e sacrificio, di verginità e fertilità e pertanto meritava di essere protetto e venerato.
  • L’importanza dell’olio d’oliva per i popoli del Mediterraneo si riflette nei loro scritti e addirittura nelle loro leggi. Il poeta greco Omero (poeta greco autore dell’Iliade e dell’Odissea – IX- VIII secolo a.C.) lo chiamò “oro liquido”. Il filosofo greco Democrito (460 a.C. – 370 a.C.) pensava che una dieta a base di miele e olio d’oliva potesse permettere a un uomo di vivere cento anni: età estremamente avanzata in un’epoca in cui la speranza di vita oscillava intorto ai quarant’anni. Nel VI secolo a.C. il legislatore ateniese Solone introdusse leggi per la protezione dell’Ulivo, per le quali da un oliveto si potevano rimuovere ogni anno solo due olivi e la violazione comportava sanzioni gravi, ivi compreso la pena di morte.
  • L’enciclopedista romano Plinio il Vecchio, nel I secolo a.C., nella “Naturalis historia”, scrisse che l’Italia aveva il miglior olio d’oliva del Mediterraneo.
  • Virgilio elogiò così l’Olivo: “ E tu però, se saggio sei, provvedi, che ne’ tuoi campi numeroso alligni questo varo alla pace arbor fecondo”.
  • All’ulivo apportatore di prosperità e pace si ispirava un’antica usanza, ormai desueta: le Croci di Maggio. I contadini percorrevano i campi in processione innalzando una croce per propiziare un buon raccolto; e ne piantavano un’altra in mezzo al grano, costruita con canne, alle quali veniva applicata la candelina della Candelora (2 Febbraio, festa della Purificazione della Madonna, in occasione della quale si benedicono le candele) e un ramoscello di Ulivo unito alla cosiddetta “palma di san Pietro”, che era un giglio benedetto in quello stesso giorno.
  • La cenere di un rametto d’Ulivo veniva e viene tuttora imposta sulla fronte dei fedeli nel rito del mercoledì delle Ceneri, pronunciando la formula tradizionale “Uomo ricorda che sei polvere e in polvere tornerai”. Nel Sacramento del Battesimo, il sacerdote ungeva e unge il battezzando con l’olio di oliva dei catecumeni (coloro che intraprendono un percorso di fede) per sottolineare la liberazione del peccato originale; e dopo la celebrazione lo unge con il crisma (olio consacrato dal Vescovo il Giovedì Santo misto a balsamo e aromi ), segno dell’aggregazione alla chiesa. Con lo stesso crisma il Vescovo unge il cresimando nella Confermazione dicendo: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”.
  • Papa Benedetto XVI è indicato dal frate profeta Malachia (1139 d.C.) col motto “De gloria Olivae” che, tradotto letteralmente, significa “La gloria dell’Olivo”. Il riferimento a Benedetto può essere spiegato dal fatto che gli appartenenti all’ordine benedettino sono anche chiamati gli Olivetani, sul cui stemma compare proprio il ramo d’Olivo e, cosa più importante, Papa Ratzinger è nato il 16 Aprile 1927, il sabato santo: il giorno più significativo del periodo pasquale, che è appunto caratterizzato dal simbolo dell’Olivo.
  • In un boschetto di Olivi piantati durante il pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa nel 2000, solo l’albero di Olivo (offerto da un fondo israeliano per la salvaguardia della terra), che al termine di una preghiera collettiva sul Monte delle Beatitudini che domina il Lago di Tiberiade, era stato benedetto dal Pontefice, secondo quanto riferito nel 2008 il giornale Yediot Ahronot, dà frutti.
 
  • Papa Francesco ha utilizzato un pastorale (bastone simbolico dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal Vescovo e dal Papa in occasione della celebrazione di sacre funzioni più solenni) in legno di Olivo realizzato dai detenuti del carcere di Sanremo.
  • Fra le numerose leggende riferite alla pianta dell’ulivo, una in particolare, citata da Apollodoro (storico greco di Atene 180 a.C. – 120-110 a.C. ca.) in Biblioteca e da Virgilio (poeta romano 70 a.C. – 19 a. C.) nelle Georgiche: assume particolare importanza, secondo la quale fu Atena (figlia di Zeus e dea greca della sapienza, delle arti e della guerra) che piantò per prima l’Olivastro in Grecia. Un giorno la dea si scontrò con Poseidone (dio del mare, dei terremoti e dei maremoti nella mitologia greca) per il possesso dell’Attica. Per risolvere la contesa gli dei dell’Olimpo si rivolsero a Cecrope, primo re di quelle terre, che promise la palma della vittoria a chi avesse creato qualcosa di straordinario. Allora Poseidone colpì con il tridente la terra in mezzo all’Acropoli facendone scaturire una sorgente di acqua salata. Ma fu Atena ad assicurarsi la vittoria, dato che conficcò nel terreno la lancia che trasformò in un Olivo (come ricordava un’iscrizione sul frontale dell’Acropoli), simbolo di pace e fonte di cibo e di combustibile. Il dono di Atena fu considerato il più grande e la nuova città, in suo onore fu chiamata Atene. Da quel giorno l’Olivo fu considerato un dono divino e cresce ancora sull’Acropoli di Atene. Di conseguenza non soltanto era proibito bruciare il legno di ulivi ma veniva punito severamente chi li danneggiava. Persino gli spartani, quando saccheggiarono Atene, risparmiarono gli Ulivi temendo la vendetta degli dei.
  • Il tronco con il quale Polifemo (Ciclope pastore della mitologia greca, creatura gigantesca e mostruosa dotata di un solo occhio) venne accecato da Ulisse ( personaggio della mitologia greca ed eroe narrato da Omero nell’Iliade ed Odissea) e dai suoi compagni, si narra appartenesse ad un Ulivo.
  • Lo stesso Ulisse, Re di Itaca, costruì, per sé e per la moglie Penelope il letto nuziale, scavandolo nel tronco di una possente pianta d’Olivo, simbolo di un’unione salda e duratura.
  • In onore di Atena si celebravano ad Atene i Giochi panatenaici (insieme di competizioni sportive che si tenevano ogni quattro anni nell’antica Grecia), in cui si premiavano i vincitori dei concorsi musicali e delle gare atletiche con anfore colme di oli pregiati che provenivano dagli Ulivi sacri dell’Attica.
  • L’olivo e i suoi generosi raccolti, secondo la leggenda, sarebbero stati fatti conoscere all’umanità dalla dea dell’antico Egitto, Iside.
  • La mitologia romana attribuisce ad Ercole (figura della mitologia romana) l’introduzione dell’olio dal Nord Africa.
  • Per altra leggenda, l’origine dell’Olivo risalirebbe alla comparsa del primo uomo e sarebbe cresciuto sulla tomba di Adamo.
  • Secondo la tradizione romana, Romolo e Remo (gemelli nati dall’unione dalla vestale Rea Silvia (discendente dell’eroe troiano Enea) con il dio della guerra Marte), sarebbero nati sotto un albero d’Olivo.
  • Anche nella tradizione ebraica all’Olivo viene riservato un posto di riguardo. Infatti, secondo la leggenda citata anche nella Genesi, Adamo, prima di morire inviò suo figlio Seth a chiedere ai cherubini (angeli dediti alla protezione dell’Eden e del trono di Dio) tre semi dell’ “albero della Conoscenza e del Male” . Seth, tornò con quanto chiestogli, e quando il padre morì piantò sulla sua tomba i tre semi, dai quali nacquero un Cipresso, un Cedro e, appunto, un Ulivo.
  • Comunque, per gli antichi, l’Olivo era simbolo di: gloria e di benedizione divina; fonte di legno da opera; frutti per alimento prezioso per le sue proprietà salutistiche, olio per fare luce e per curare i malati, ed oggi di pace e prosperità.
Nell’arte: l’ulivo trova ricorrenti riferimenti, come nelle due famose tele di Monet (pittore francese, uno dei fondatori dell’impressionismo – 1480-1926 d.C. -) e di Van Gogh (pittore olandese, fra i più importanti del Realismo -1853-1890 d.C.-).
Nell’ Oroscopo Celtico degli Alberi: creato dagli antichi sacerdoti celti - Druidi attorno al 600 a.C..
Oroscopo che divideva l’anno assegnando ad ogni decade del mese il simbolo di un albero, al quale (alcune culture di origine celta) sembra conferissero delle interpretazioni caratteriali simili a quelle degli esseri umani, attribuendo in ogni periodo un flusso particolare sulla natura e sulle persone. E anche se è difficile capire quanto ci sia di vero sull’argomento, si ritiene positiva la divulgazione di una logica che persegue l’idea di rafforzare il nostro legame con la natura. Legame particolarmente avvertito nei popoli antichi. Così i nati il 23 Settembre vengono associati all’albero dell’Ulivo che nello Oroscopo Celtico, corrispondente al segno Zodiacale della Vergine, rappresenta l’emblema del fuoco che brucia e purifica, mentre dà vita ed energia col suo calore.
Pro: chi è nato sotto il segno dell’ulivo è simbolo di pace, forza, purificazione e di innata prodigalità. Le nebbie dei dubbi svaniscono rapidamente, ed ogni fantasma scompare dinanzi alla immobile luminosità di questo segno. E’ sempre alla ricerca di tepore e di sole. E’ saggio e pacifico e vuole vivere come gli pare ma, in cambio, lascia vivere gli altri come vogliono, senza mai interferire pesantemente nelle loro scelte. E’ la discrezione in persona, al punto che lo si potrebbe ritenere indifferente. L’Olivo sorride qualunque cosa accada, sia perché si sa controllare, sia perché ritiene inutile agitarsi. E’ molto tollerante, ed ha un innato senso della giustizia. Gli piace leggere e istruirsi e può anche raggiungere la gloria nelle arti e nella professione. Benefico come l’albero che lo rappresenta, l’Olivo dona pace e felicità a chi gli sta intorno. La solitudine non gli fa paura, anzi invecchiando, la ricercherà con piacere. E’ quasi proverbiale il suo savoir-faire, ovvero le buone maniere con le quali tratta con le persone.
Contro: L’unico neo dei nati sotto il segno dell’Ulivo è, a volte, l’incapacità di avere un’opinione personale, il che li rende indecisi nell’affrontare la vita.
Amore:
Sotto questo aspetto i nativi sono un po’ ritardatari ed hanno bisogno di tempo per aprirsi. Considerata la loro natura seria, necessitano di qualcuno di cui fidarsi, che sia in grado di bilanciare l’equilibrio della relazione e che sappia far riscoprire loro, giorno dopo giorno, quel lato sensibile del carattere che tendono a nascondere.
Erbe associate al segno: Felce, Aneto, Maggiorana, Valeriana
Salute: possibile predisposizione a disturbi relativi a: cuore, udito, metabolismo, stomaco e intestino.
Siti delle piante di importanza storico-monumentale ( vedi allegato):
  • Sant’Emiliano, si trova in località Bovara, a circa 200 metri dal recinto dell’abbazia benedettina di Bovara, frazione del comune di Trevi ed è uno dei simboli della fascia olivata Assisi-Spoleto. Pianta maestosa ultra millenaria: 1830 +/- 260 anni ( secondo i rilevamenti effettuati con l’impiego del radiocarbonio condotti dall’Università di Perugia, Napoli e l’Istituto dell’Olivicoltura di Spoleto) con una circonferenza alla base di m 9,10, un’altezza di 5 m ed un’ampiezza della chioma di 8,20 m. Presenta un tronco profondamente fessurato, dovuto al processo di torsione che gli esemplari molto vecchi subiscono.
Questa pianta viene citata in un antico codice risalente al nono secolo, che narra il martirio di Sant’Emiliano, primo vescovo di Trevi nell’anno 303 o 304 d.C. Qui si legge che “lo legarono ad una giovane pianta d’olivo” dove venne infine decapitato. Da sempre quell’ulivo è stato identificato con quello che si può ammirare nel comune di Trevi, in località Bovara. Trattasi di un esemplare non comune, in quanto, pur trovandosi a bassa quota, non ha mai evidenziato i ricorrenti distruttivi danni che gli ulivi subiscono dalle galaverne ( consistentI in un deposito di ghiaccio in forma di aghi o superficie continua ghiacciata che si verifica in presenza di nebbia, quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0° C).
Guido Bonci del CNR ISAFM (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo) della sezione di Perugia, colloca l’ulivo di Sant’Emiliano in una posizione botanica fra l’Olivastro ed il Moraiolo, per cui si parla di una possibile varietà ancestrale.
  • Luras, in provincia di Olbia- Tempio, presso il lago artificiale di Liscia, in località Santu Baltolu di Carana nella Gallura, Sardegna. Trattasi del magnifico esemplare di ulivo selvatico più grande del mondo, con dimensioni della circonferenza del tronco, del diametro della chioma e dell’altezza, rispettivamente, di: m 11,5, 21 e 14 m chioma. E’ chiamato: “S’ozzastru”, “uddhastru, “addhastru” e “babbu mannu” , cioè il grande padre. Al quale l’Università di Sassari ha attribuito un’età a dir poco leggendaria, compresa tra 2500 ei 4000 anni. Secondo antiche leggende, era considerato un rifugio per spiriti maligni.
  • Borgagne, nel Salento in provincia di Lecce, secondo alcune fonti potrebbe trattarsi dell’esemplare più antico d’Italia, vantando un’età stimata fra i 3000 e 4000 anni, è sito in una zona ricca di piante plurisecolari, dove spicca per la bellissima conformazione caratterizzata da una circonferenza del tronco di 7,2 metri per 15 di altezza.
  • Palombara Sabina, in provincia di Roma, nei pressi del Convento quattrocentesco di S. Francesco e del cimitero di Palombara. L’età stimata è di circa 3000 anni e la circonferenza del suo troco, molto contorto, prima che subisse delle asportazioni misurava 12,50 metri nel punto più largo e 8,50 metri in quello più stretto. Appartiene all’antica varietà Salus alba, oggi Salviana: una della cultivar endemiche della Sabina, come la Carboncella e la Procanina, ottenute con secolari successive ibridazioni dell’antico progenitore.
  • Magliano in Toscana, ospita l’Ulivo della Strega: pianta monumentale situata in iun uliveto adiacente alla chiesa romanica della SS. Annunziata, in origine piccolo oratorio della prima metà del 1300. L’albero è considerato uno dei più vecchi d’Italia e forse d’Europa, in quanto gli esperti, adottando il metodo del carbonio attivo, hanno riscontrato un’età intorno 3000-3500 anni. Cronologia che collocherebbe questo esemplare in un periodo storico anteriore a quello degli ulivi dell’orto di Getsemini. Esemplare che è composto da due strutture, uno appartenente al vecchio albero con una circonferenza alla base di 8,50 m ed un altezza di circa 10 m, databile intorno al 1000 a. C., ormai morto, dalla cui base si è sviluppato un nuovo pollone, diventato albero a frutto, che si stima avere almeno due secoli di vita.
Nel 2007 Il TCI (Touring Club Italiano) lo ha annoverato fra gli alberi monumentali della Toscana, in virtù della legge n.60 del 1996 che definisce alberi monumentali di alto pregio artistico e storico tutti gli alberi isolati, o facenti parte di formazioni boschive, che possono essere considerati rari esempi di maestosità e longevità, o quelli che hanno un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale o di tradizioni locali.
 
Durante il corso del 1900 la mole dell’Ulivo era tale che un lunedì di Pasqua, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ospitò fra i suoi rami tutto il corpo della banda filarmonica del paese, composto da 40 orchestrali , con relativi ottoni e il maestro.
Questi stavato sui rami, nascosti fra le fronde e suonavano i loro strumenti davanti agli abitanti del paese, in una suggestione tale che la musica sembrava fosse suonata dall’Ulivo stesso. Dopo la guerra tornarono le feste degli abitanti di Magliano intorno all’Ulivo e da novembre, fino a quando l’albero fu colpito da un fulmine, si raccoglievano le olive.
Il nome Ulivo della Strega è dovuto ad alcune figure o raffigurazioni che si potevano intuire, più che vedere, particolarmente in certe ore del giorno, come verso il tramonto, quando le ombre cominciavano a creare suggestioni sul tronco e sui rami rugosi, contorti, scolpiti dal vento e dagli agenti atmosferici. Infatti, fino a gli anni ’40 del 1900 si potevano distinguere in alto, su un ramo centrale, la faccia di un uomo o di una vecchia, e sul tronco la figura di un grosso gatto in atto di arrampicarsi, ed accanto alla testa dello stesso il profilo di una donna con i capelli lunghi. Tali immagini oggi non si vedono più, ma esistono delle foto che le ritraggono e ne confermano la presenza.
Secondo antiche leggende tramandate dalla tradizione orale popolare , intorno all’albero si consumavano riti pagani e, dopo l’invocazione dei sacerdoti, l’Ulivo si contorceva in modo incredibile, assumendo forme inquietanti , tanto che la cosa era considerata una specie di stregoneria, motivo per cui era chiamato l’Olivo della Strega.
Si racconta anche che una strega, per proteggere l’Ulivo, una volta lanciò delle olive dure come sassi contro un ragazzo che aveva scagliato una pietra contro un pettirosso nascosto fra i rami della pianta.
La tradizione ricorda che agli albori del Cristianesimo (anni ’40 del I° secolo) , intorno alla pianta, venivano celebrate feste campestri in onore della divinità agresti ancora venerate dai pagani.
Durante il periodo etrusco (dal IX al I secolo a. C.) si racconta che intorno all’albero e sotto le sue fronde gli Auguri ed Aruspici (Sacerdoti dell’antica Roma che traducevano la volontà divina), esaminando il volo degli uccelli (se la loro direzione era rivolta verso levante, il segnale era positivo, verso ponente negativo) e analizzando le viscere degli animali (il cuore ed il fegato, in particolare) officiavano i loro riti per interrogare e svelare il futuro.
A testimonianza della sacralità dei luoghi, è da ricordare poi che proprio nella zona di Magliano, a s. Maria in Borraccia, nel 1883, è stato ritrovato il “disco di Heba”su cui sono incise circa 70 parole in lingua etrusca che si riferiscono a formule dedicatorie e rituali per sacrifici alle divinità celesti ed infere: Tin (Giove), Maris (Marte), Canthas e Calu (dio della morte, il cui animale corrispondeva al lupo), specificando le offerte da fare, il tempo ed il luogo.
  • Bshaaleh nel Libano - dove, da recente, notizie riportate sul New York Times, su Ulivi che avrebbero oltre mille anni di età, secondo J. Juluo Camarero dendrocronologo (studioso delle piante che producono legno, al fine di ricostruire la loro storia e determinare l’età esatta, attraverso l’estrazione di carotaggi lineari per rilevare tutti o la maggior parte degli anelli di crescita e quindi l’età. O tramite l’analisi al carbonio 14 radiattivo su l’estrazione di campioni del tronco e delle radici, quando il tronco, come per gli esemplari secolari italiani, presenta della cavità) si trova il più antico Ulivo del mondo. Mentre, secondo la tradizione locale, gli undici Ulivi (denominati Le Sorelle) che comprendono il più vetusto esemplare, sarebbero risalenti a circa 5000-6000 anni. Ipotesi avallata dagli storici che, secondo gli esiti dell’applicazione della tecnica avanzata del Carbonio 14 utilizzata per far luce assoluta rarità, affermano che questi alberi hanno origini bibliche. Rarità confermata anche dal fatto che crescono alla, di norma, inospitale altezza di 1300 m e producono olive dalle quali si estrae un pregiato olio extravergine con polifenoli estremamente alti e livelli di acidità tra 0,18 e 0,24 di acido oleico. Tanto da essere considerati dalla gente del posto un miracolo vivente.
Eccezionalità per le quali tali ulivi rimangono uno dei grandi misteri irrisolti ed inesplorati, anche se alcuni studiosi biblici ritengono che siano gli alberi dai quali la colomba ha prelevato il ramoscello da riportare a Noè, quando il diluvio si è placato.
Teoria, quest’ultima, plausibile se si considera che durante quella grande alluvione, quando tutto il Medio Oriente era sott’acqua, Bshaalch, arroccata a 1300 m di altitudine, ospitava piante di Ullivo ad una altezza mai verificatosi dall’antichità fino ai giorni d’oggi.
Per concludere, non rimane che augurare buona lettura a coloro che riterranno utile dedicare del tempo alla corposa descrizione delle caratteristiche di uno dei doni più preziosi e provvidenziali che la Natura ci ha voluto riservare.
 

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante: l’ulivo 1Ş parte

News 9 Natura e Botanica (255)
Domenico Brancato

 
Nome comune: Ulivo o Olivo
Famiglia: Oleacee
Specie/ Nome scientifico: Olea europea
Genere: Olea
Ordine: Lamiales
 
Origine etimologica del nome: deriva dal latino olivum = olivo e dal greco classico èlaion = olio
 
Luogo di origine: Asia Minore e Siria
 
Consistenza e morfologia:
del tronco: è cilindrico e contorto, ricoperto da corteccia grigio scuro prima e uniforme poi con formazione di placche;
  • della chioma:ha forma conica, con branche fruttifere rami penduli o disposti orizzontalmente rispetto al fusto, trattandosi poi di una specie tipicamente basitona favorisce lo sviluppo di polloni (formazioni legnose che si sviluppano in prossimità del suolo ed, a volte, anche dalle radici) che, su alcune piante adulte, avviene anche dagli ovoli (formazioni globosi ricchi di gemme avventizie e abbozzi di radici), che si formano intorno al colletto;
  • delle radici: sono prevalentemente di tipo avventizio (che non provengono dall’embrione, ma si originano in un qualsiasi punto del fusto) ed alquanto superficiali con un’estensione che, in genere, non supera la profondità di 50 cm .
 
Caratteristiche componenti:
  • legno: è duro e pesante e presenta striature che lo rendono pregiato ed adatto alla realizzazione di: sculture artistiche da arredo, a lavori di ebanisteria e per la realizzazione di parquet, oggettistica di uso comune e di pregio, strumenti musicali, tagliacarte, utensili da cucina, ecc;
  • foglie: sono opposte, coriacee, a forma ellittico-lanceolata, con margine intero e spesso revoluto (ripiegato verso la pagina inferiore), di colore verde scuro superiormente e bianco-argenteo (per la presenza di peluria) inferiormente e unite ai rametti con un corto picciolo;
  • gemme: sono di tipo ascellare (che si sviluppano dall’ascella delle foglie);
  • fiori: sono ermafroditi (comprendenti organi maschili e femminili), piccoli, con calici di 4 sepali e corolla formata da petali bianchi, riuniti in numero di 10-15 in infiorescenze a grappolo (mignole), che compaiono verso Marzo-Aprile, disposte alle ascelle delle foglie dei rametti dell’anno precedente. Mentre la fioritura avviene da Maggio alla prima metà di Giugno. L’impollinazione è anemofila (per mezzo del vento), seguita dall’allegagione, caratterizzata dall’appassimento della corolla che si distacca in seguito all’ingrossamento dell’ovario. La percentuale dell’allegagione è molto bassa, generalmente inferiore al 5%, a causa dell’abbondante caduta anticipata dei fiori (colatura), favorita da eventuali abbassamenti di temperatura, da stress idrici a da venti caldi , ma anche da una naturale strategia fisiologica, dal momento che la maggior parte dei fiori ha lo scopo di produrre il polline;
  • frutti: sono drupe, della forma globosa ed a volte asimmetrica e del peso da 1 a 6 grammi, formate dalla buccia (epicarpio), da una parte carnosa (polpa – mesocarpo-), che contiene l’olio, e dal nocciolo legnoso e rugoso (endocarpo), che contiene il seme. L’accrescimento delle olive e l’accumulo di olio nei lipovacuoli (contenitori della parte grassa) dipende dall’entità delle piogge di metà agosto e tutto settembre quando, in condizioni favorevoli, raggiungono il completamento dello sviluppo. Per contro, In caso di siccità, le olive rimangono piccole, possono subire una intensa cascola e fornire una bassissima resa in olio. Eventuali piogge tardive di fine settembre-ottobre, dopo una forte siccità estiva, invece, possono far crescere considerevolmente le dimensioni delle drupe, ma la resa in olio, che può oscillare fra l’8 e il 30% (Kg di olio per 100 Kg di olive), sarà bassissima a causa dell’eccesso di accumulo di acqua nella polpa. Da fine settembre a dicembre, a seconda della varietà (che negli oliveti dei Castelli Romani le più diffuse sono: Leccino, Frantoio, Moraiolo, Pendolino, Olivastro, l’autoctona Rosciola dall’alta resa in olio e Carboncella: l’impollinatrice delle altre varietà e apportatrice di delicati fruttati), dell’andamento climatico e dell’esposizioneavviene avviene, con andamento scalare, il cambiamento di colore delle drupe (invaiatura), che indica il completamento della maturazione e il termine dell’accumulo di olio. Successivamente, se non si procede alla raccolta (a mano: brucatura o per scuotitura e raccattatura: raccolta da terra), subentra una progressiva cascola e perdita del contenuto in acqua, fino alla Primavera seguente.
 
Longevità: pianta secolare, ed in condizioni ci clima, terreno e cure colturali appropriate, anche millenaria.
 
Moltiplicazione:
  • per innesto: in Primavera in fase di luna crescente, a pochi giorni di distanza dalla luna piena (periodo in cui essendo la linfa più attiva viene facilitato l’attecchimento)su piante provenienti da seme, prelevando dei rametti (marze) di un anno ben lignificati o delle gemme vegetanti dalla pianta che si vuole riprodurre per trasferirla sulla pianta selvatica (portinnesto), applicando la tecnica di esecuzione più confacente alla dimensioni di quest’ultima. Altra finalità dell’innesto è quella di inserire su una pianta già a frutto, altra e altre varietà, in grado di migliorare la produttività o la resistenza alle malattie;
  • per talea: ricavata da rami di 1 anno dalla pianta madre della lunghezza di 4-5 nodi, tagliandola orizzontalmente poco sotto un nodo e togliendo le foglie solo dei 2 nodi sovrastante, per poi immergerla in una soluzione fungicida a base di rame, e successivamente, dopo che si sia asciugata, cospargere la parte da interrare di un prodotto auxinico, contenente sostanze fitoregolatrici che stimolano lo sviluppo delle radici. Prodotto che può essere sostituito con un preparato a base di acido salicilico, ricavabile dalla corteccia del Salice piangente, con il seguente procedimento: recidere, sfogliare e ridurre a pezzetti di ca. 2 cm alcuni rametti; immetterli in un recipiente ricoprendoli di acqua bollente o fredda, lasciandoli in infusione o a macerare, rispettivamente, per 1 e 7 giorni. Trascorsi i tempi indicati filtrare l’infuso, versalo in una bottiglia di plastica o vetro scuro e chiuderla ermeticamente, prima di porla in frigorifero, per consentire .un tempo di utilizzazione di 2 mesi.
Nel caso si disponga del descritto preparato naturale, le talee vanno tenute in ammollo per una notte, oppure impiegato per innaffiarle per due giorni, prima di immetterle in un substrato inerte di agriperlite e poste in ambiente adeguatamente riscaldato e mantenuto costantemente umido, tramite frequenti irrorazioni con acqua finemente nebulizzata per ca 70 – 90 giorni, prima del rinvaso in vasetti con composta di torba e pomice.
 
Esigenze:
  • Climatiche: le tradizioni contadine dicono che la pianta d’ Ulivo per crescere bene necessita delle 5 “S”. Cioè è un albero abituato al silenzio, non teme le zone siccitose, convive con i sassi, può rimanere anni in solitudine, lontano da boschi e fofreste; ma quello che non deve mancare mai è il sole. Poiché predilige un clima mite con esposizione a sud, esente da forti sbalzi termici, e temperature non inferiori ai – 5 °C, visto che teme le gelate. Infatti, le zone ideali risultano essere quelle marittime del caldo meridione d’Italia, anche se esistono varietà che ben si adattano nelle valli e colline ubicate in prossimità dei grandi laghi del nord (vedi l’olivo “Casaliva”: varietà autoctona coltivata intorno al lago di Garda), mentre non è coltivabile oltre gli 800 metri sul livello del mare.
  • Tpologia di terreno: ben drenato, privo di ristagni d’acqua, dalla composizione argilloso-calcarea arricchita di sostanza organica, purchè con pH (potenziale di idrogeno –H-, che indica la gradazione di una scala che va da 0 a 14, dove 7 corrisponde al valore neutro, mentre le reazioni acida e basica equivalgono, rispettivamente , a valori inferiori o superiori a 7 ) non inferiore a 5.
  • Idriche: particolarmente avvertite in fase di impianto, in dosi di circa 10 litri per annaffiatura, per assicurare l’attecchimento e successivamente per favorire:
  • un rapido sviluppo vegetativo;
  • l’anticipata entrata in produzione (che ,in quantità modeste, inizia dopo circa 3 – 4 anni dall’impianto);
  • l’incremento di produzione;
  • l’eliminazione dell’alternanza di produzione;
  • la somministrazione localizzata degli elementi nutritivi tramite la fertirrigazione.
In Italia però, su una superficie olivicola di 1.150.000 ettari, quella irrigua è di soli 165.000 ettari, localizzata nelle regioni meridionali ed insulari, con una incidenza media del 14%, a fronte del 25% della Spagna: maggior produttore di olio a livello mondiale.
Benefici che, ovviamente, si notano maggiormente in aree contraddistinte da periodi di siccità estiva superiori a 2 mesi, precipitazioni inferiori a 700 mm ed evapotraspirazione del terreno superiore a 1100 mm annui (il consumo medio giornaliero di una pianta in buoni condizioni vegetative è di circa 1-1,5 litri di acqua per ogni m2 di superficie fogliare). Ambienti dove l’incremento percentuale della produzione di olive può (a seconda delle condizioni pedoclimatiche, della varietà, del sesto d’impianto e della tecnica colturale) superare anche il 100%. Con valori minori e maggiori per densità, rispettivamente, di 300 e circa 100 piante /Ha.
In quanto, negli impianti intensivi l’evaporazione dal suolo incide meno della traspirazione (evaporazione dalle foglie) sul consumo idrico; mentre in quelli tradizionali e in ambienti aridi detta evaporazione può giungere fino al 50% del consumo complessivo.
A meno che non si possa effettuare l’irrigazione con impianti che consentano la distribuzione localizzata a bassa pressione a goccia (con un impianto dotato di 4 gocciolatori da posizionare in 4 punti simmetrici alla distanza di ca. 1 metro dal ceppo), che, com’è noto, sono in grado di garantire molteplici vantaggi, quali :
  • ridurre le perdite per evaporazione, percolazione e ruscellamento;
  • risparmio, nei primi anni dell’impianto, fino all’80 – 90%, rispetto ai metodi che bagnano tutta la superficie del terreno;
  • riduzione dei costi di gestione;
  • uniformità di distribuzione, anche nei terreni in pendio;
  • automazione e controllo a distanza dell’esecuzione;
  • circolazione delle macchine durante il funzionamento dell’impianto;
  • riduzione degli effetti negativi dell’erosione e della compattazione della struttura del terreno.
Considerato che per l’ulivo, pur essendo molto resistente al deficit idrico (perché riesce ad estrarre acqua dal terreno pure in presenza di modeste riserve), l’irrigazione riveste fondamentale importanza (tenuto presente che una pianta, nel periodo estivo, a seconda della natura del terreno, ha bisogno da 40 a 80 litri di acqua al giorno), dato che la carenza di acqua è causa di non trascurabili danni alla pianta, come: diminuzione della crescita vegetativa, avvizzimento (appassimento) delle foglie e degli organi fiorali e, nei casi di magiore deficit persino: internodi raccorciati, foglie piccole e clorotiche, aborto dell’ovario, ridotta percentuale di allegagione e defogliazione – filloptosi-(come estremo meccanismo di difesa finalizzato a diminuire la superficie fotosintetica per attenuare la traspirazione).
Manifestazioni di sofferenza che è bene prevenire, attraverso accertamenti precoci, specie in concomitanza delle fasi fenologiche (stadio specifico del ciclo della pianta, indotto dal succedersi delle stagioni e dalle condizioni ambientali e climatiche, in particolare) riguardanti la fioritura, l’allegagione e sviluppo dei frutti, che avviene fra il completamento dell’indurimento del nocciolo e l’invaiatura (cambio di colore della buccia –epicarpio- da verde a viola).
 
  • Nutritive: considerati gli alti costi di gestione, l’olivicultore moderno, per compensarli, deve ricavare dalle piante il massimo della produzione ottenibile, principalmente, attraverso la somministrazione di un adeguato apporto di elementi nutritivi, rispondenti al susseguirsi delle esigenze delle fasi fenologiche.
Così, nella fase di: germogliamento, da fine febbraio a marzo, deve prevalere l’apporto di l’azoto; mignolatura (bocci fiorali ancora chiusi), da aprile a inizio maggio, necessita più l’ azoto, il fosforo e il potassio in dosi equivalenti; formazione delle drupe, da maggio a giugno, subentra una maggiore esigenza di potassio ed un’alterata quantità di fosforo.
Considerato poi che le piante anche durante il riposo invernale, compatibilmente con l’andamento della temperatura, specie a livello radicale, non interrompono le loro funzioni vitali; in autunno-inizio inverno, è conveniente somministrare un’abbondante dose di fertilizzanti organici a lunga cessione, per favorire l’accumulo di energie di riserva, a tutto vantaggio di una più copiosa fioritura, allegagione e nuova vegetazione sulla quale, nella stagione successiva, si svilupperà la fioritura che contribuirà a minimizzare l’inconveniente dell’alternanza di produzione.
Per il completo soddisfacimento delle esigenze poi è da tener presente che l’Ulivo, nei mesi di Ottobre-Novembre e Gennaio, necessità, oltre che dei citati macro-elementi, anche di importanti apporti di micro-elementi, quali: calcio e magnesio, in particolare.
 
  • Potatura: essendo una pratica agronomica che influenza le condizioni di salute della pianta, deve:
  • garantire all’intera chioma la fruizione della luce solare: elemento indispensabile per la produzione di sostanza utile allo sviluppo della vegetazione e dei frutti;
  • tener conto della fertilità del terreno, delle caratteristiche della varietà e delle condizioni climatiche tipiche della posizione geografica in cui avviene la coltivazione;
assicurare il mantenimento della parte legnosa destinata alla produzione, e garantire uno spazio vitale ai rami produttivi. Al fine di stabilire i presupposti per un buon raccolto, un’ottima resa in olio e per impedire manifestazioni di squilibri strutturali: causa di formazione di inutili e depauperanti succhioni (germogli assurgenti, piuttosto vigorosi, che si sviluppato lungo i rami principali e la zona alta della pianta).
 
  • Lavorazioni del terreno:
  • non coltura: consistente nella copertura totale o parziale del terreno con un prato permanente e nel controllo dello sviluppo delle essenze che lo compongono, per: evitare la pratica del diserbo chimico;
  • impedire ai raggi solari di arrivare al suolo ed il conseguente sviluppo delle competitive piante infestanti;
  • isolare il terreno dagli eccessi di temperatura, per consentire di rimanere più fresco d’estate e trattenere meglio il calore d’inverno. Al fine di proteggere le radici dai nocivi stress climatici che agiscono negativamente sulla continiità della crescita della pianta;
  • arricchire il suolo di sostanze nutritive ( in seguito al rilascio derivante dalla decomposizione di materiale organico naturale); oltre a migliorarne la fertilità e la capacità di trattenere l’acqua ed incrementare i benefici connessi all’attività svolta dai vitali componenti che lo popolano;
  • prevenire l’erosione del suolo e il dilavamento delle sostanze fertilizzanti; nonché miglorare, grazie alla riduzione dell’impatto dell’acqua delle piogge intense e dell’irrigazione, la capacità di infiltrazione negli strati più profondi del terreno;
  • ridurre il rischio di malattie fungine, per gli effetti del mantenimento del terreno ben drenato che, evitando gli eccessi di umidità, impediscono la proliferazione di funghi e batteri patogeni, responsabili dell’insorgenzza di rischiose manifestazioni di marciume radicale;
  • migliorare la sostenibilità ambientale, trattandosi di una pratica ecologica che esclude la dipendenza dagli eccessi di fertilizzanti chimici e pesticidi;
  • promuovere un ecosistema (ambiente naturale comprensivo degli organismi animali e vegetali) sano, ed un habitat ideale per insetti utili, che migliorando la struttura del terrno, contribuiscono a mantenere in salute l’oliveto.
Tuttavia, l’nerbimento è preferibile estenderlo a tutta la superficie, quando l’oliveto trovasi in ambienti con precipitazioni elevate, distribuite lungo tutto l’anno, o dove si possa intervenire con l’irrigazione nel periodo della fioritura e dell’allegagione; mentre in zone aride e sub-aride, le limitazioni idriche consigliano di applicarlo solo nell’interfila.
Tale pratica, comunque, tende sempre più a diffondersi, oltre che per i motivi sopraesposti, anche per il fatto che esclude la necessità di disporte di un impegnativo parco macchine o, in alternativa, i costi dell’esecuzione delle lavorazioni eseguite da terzi e del diserbo con l’impiego di dispendiosi prodotti chimici. Prodoti che, fra l’altro, risultano nocivi per la salute delle piante e del suolo, a causa dell’immissione in esso di principi attivi che ne alterano l’equilibrio biologico. Come evidenzia la sempre maggiore predisposizione delle piante a contrarre malattie (vedi Xilella).
A differenza del contenuto impegno operativo ed economico necessario per la formazione ed il mantenimenmto del manto erboso, soltanto tramite periodici sfalci da praticare a partire: da aprile, per la formazione di uno strato pacciamante composto dal materiale di risulta lasciato sul posto, al fine di assicurare la permanenza di sufficiente umidità nel terreno durante le fasi di accrescimento e di fioritura delle piante; seguito, a giugno-luglio, da successivi tagli, qualora la copertura erbosa dovesse superare i 20-25 cm di altezza, finalizzati ad impedire, specie nelle zone particolarmente siccitose, la propagazione di eventuali incendi; e a settembre, per agevolare le operazioni di raccolta delle olive;
tradizionali: anchessi finalizzati a predisporre il terreno ad accogliere le precipitazioni, trattenere l’acqua, interrompere il compattamento, consentire lo scambio gassoso con l’atmosfera ed eliminare le erbacce. Finalità che, a differenza della precedente tecnica colturale, vengono raggiunti, con lavorazioni del terreno, nel periodo primaverile-estivo, ad una profondità di 10-15 cm; ed in quello autunno-invernale, dopo la raccolta, a non oltre i 20 cm di profondità, per non danneggiare le piuttosto superficiali radici assorbenti, mantenere una sufficiente umidità e la presenza di una adeguata componente batterica. Per poi, in primavera ed in estate, intervenire ulteriormente per effettuare la trinciatura delle infestanti, allo scopo di formare uno strato sul terreno che assolva alla funzione di pacciamatura, per ridurre la dispersione della riserva di acqua per evaporazione. Interventi che, ove possibile, sarebbe l’ideale integrare con la brucatura ad opera di ovini.
 
Parassiti: fra le numerose avversità, le più dannose risultano essere (vedi allegato):
  • Occhio di pavone o Cicloconio – Spilocaea oleaginea- è una malattia di origine fungina che si manifesta sulle foglie con macchie circolari di colore grigio chiaro o verde scuro, contornate da un alone giallo, in presenza di temperature di 18-20 °C e prolungata umidità della durata di 3-4 giorni, nella tarda primavera o a fine settempre e, nel meridione, anche durante l’inverno. Colpisce particolarmente le piante delle varietà: Carolea, Coratina, Frantoio, Moraiolo e Pendolino. Le foglie parassitate ingialliscono, appassiscono e cadono precocemente con conseguente danno per la pianta ed il raccolto.
Tenendo conto dei fattori favorevoli allo sviluppo del fungo, per prevenirne ed ostacolarne l’insorgenza si consigliano sesti d’impianto spaziosi, con esclusione di zone vallive ed esposizione a Sud-Est. Mentre, per combattere la crittogama occorre effettuare dei trattamenti a base di rame o di Dodina, in coincidenza della ripresa vegetativa ed alla formazione di 3-4 nodi fogliari, seguiti da un successivo intervento con l’aggiunta di boro e ferro sotto forma di chelati che, essendo solubili in acqua e assorbibili sia dalle radici che dai tessuti di rami e foglie, sono da preferire ai sali degli stessi microelementi che vanno incontro ad una rapida in solubilizzazione.
  • Rogna: è causata dal batterio - Pseudomonas savastanoi -, che viene trasmesso tramite: la puntura della mosca dell’olivo, le ferite generate da grandine e potature, dalle lesioni da freddo e soprattutto dagli attrezzi impiegati per la raccolta. Si manifesta con la formazione di escrescenze tumorali che, se interessano rami di piccole dimensioni, si può combattere con l’eliminazione delle parti infette; mentre in caso della formazione di notevoli masse sul tronco e grosse branche, occorre procedere all’asportazione della massa e dei sottostanti tessuti interessati (dendrochirurgia), seguita, in entrambi i casi, da una accurata disinfezione delle ferite con sali di rame. Comunque, dopo i descritti interventi e la raccolta delle olive, è consigliabile effettuare, rispettivamente, un trattamento a tutta la pianta con prodotti rameici e con concime-anticrittogamico biologico a base di Zinco (Zn), Manganese (MN) ed una elevata percentuale di Rame (Cu).
  • Verticillosi – Verticillium dhaliae -: trattasi di una patologia causata da un fungo presente nel suolo, di difficile controllo, che si manifesta con improvvisi disseccamenti di parti o addirittura di tutta la pianta, specie in nuovi impianti su terreni in precedenza sede di coltivazione di ortaggi sensibili al fungo, quali: Pomodoro, Patata, Peperone e Melanzana. Oppure su impianti con coltivazione interfilare delle citate colture orticole. La lotta si basa su interventi sull’apparato radicale, anche delle piante circostanti a quella colpita, con prodotti a base di cloro e successivi trattamenti a base di Fosetil alluminio (Aliette, in aggiunta a Enovit metil).
  • Tignola verde – Prays oleae – o Margaronia o Piralide dell’Ulivo: è un temibile Lepidottero fitofago ( che ha un rapporto nutrizionale specifico a spese dei vegetali) che allo stadio larvale, con la prima generazione, produce danni sui fiori in genere trascurabili. Dnni che, invece, con la seconda generazione, in Maggio-Giugno, possono assumere proporzioni gravi, in quanto provocano la cascola anticipata dei frutti.
Per cui, è opportuno intervenire subito dopo la fioritura, e comunque sempre prima dell’indurimento del nocciolo, con la distribuzione del Bacillus thuringiensis (Costar WG) che, una volta ingerito dalle larve attraverso le parti vegetali contaminate, libera delle tossine in grado di distruggere il loro tratto digerente. Oppure effettuare trattamenti a base dell’insetticida specifico: Kaimo Sorbie, sempre dopo aver accertato, nei mesi di Maggio-Giugno, la presenza dell’insetto tramite l’applicazione di trappole a feromoni, o dopo aver consultato il bollettino fitosanitario della propria regione, per Informazioni sulla necessità dell’intervento.
  • Mosca olearia - Dacus oleae o Bactrocera oleae - : è un pericolosissimo Dittero policromo della lunghezza di 5 mm ( presenta 2 ali trasparenti con all’apice una piccola macchia scura. Il corpo è giallastro con occhi verdi-blu, il torace grigio presenta tre strie longitudinali più scure è lo scudetto di colore giallo-avorio, mentre l’addome è rossastro con macchie bruno-nefrastre) della specie Carpofaga (la cui larva è una minatrice che scava gallerie nella polpa dele olive) presente in tutti gli oliveti del mondo. Una sola femmina può deporre fino a 250 uova in presenza di temperature che vanno dai 10 ai 31 °C, anche se quella l’ottimale è intorno ai 25 °C.
Mentre, una temperature superiori ai 32-33 gradi provoca la morte di moltissime larve all’interno delle drupe e un notevole rallentamento dell’attività degli adulti, che migrano in luoghi più freschi e umidi. Inoltre, ai fini della tempistica della lotta, è da tener presente che la femmina non depone la uova su olive con diametro inferiore a 7-8 mm e non prima dell’indurimento del nocciolo.
Infatti, per effettuare la lotta biologica il posizionamento delle trappole di “cattura massale mosca della olive DACUS TRAP”, in numero di 90 per ettaro, oppure 1 “ECOTRAP” ogni 2 piante, mantenendo però una distanza inferiore a 10 m, deve avvenire da metà giugno ad inizi di luglio. Contemporaneamente, per verificare la prsenza o meno dell’inetto, serve applicare altre 1 o 2 trappole “ Dacus Trak” (pannello cromo tropico giallo collato e innescate con il feromone). In quanto, se si dovessero riscontrare 4 catture al giorno per 3 giorni consecutivi, bisognerà intervenire con un trattamento con prodotti a base di Piretro, per riportare entro limiti accettabili la presenza della popolazione adulta.
Altro possibile metodo di lotta biologica consiste nell’esecuzione di 2 trattamenti con Caolino, alla dose di 4-5 kg per 100 litri di acqua, allo scopo di ricoprire uniformemente la pianta con uno strato sottile di polvere di colore biancastro, per nascondere le olive alla vista delle mosche e rendere meno agevole la penetrazione dell’ovo-depositore. Oltre a proteggere la vegetazione dall’incidenza dei colpi di calore, abbassare la temperatura della chioma e migliorare la fotosintesi clorofilliana.
  • Fleotribo o Punteruolo – Phloeotribus scarabaeoides –: è un piccolo Coleottero che può causare danni ingenti ai rametti di 2 anni ‘, cioè a frutto.
Le femmine depongono le uova in piccole gallerie ricavate in corrispondenza delle gemme o nelle zone ascellari dei rametti, da dove le larve proseguono nello scavo, fino a determinare il disseccamento del rametto. Pertanto la lotta, per risultare efficace, deve essere condotta in maniera preventiva, con 1 o 2 trattamenti con COSTAR EG (potente insetticida biologico ad elevato contenuto di spore e cristalli attivi di Bacillus thuringiensis), a fine marzo-inizio di aprile, in concomitanza con gli interventi contro l’Occhio di Pavone.
  • Cecidomia suggiscorza o Moscerino suggiscorza – Resseliella olisuga-: è un piccolo dittero le cui punture di ovo-deposizione causano una necrosi localizzata della corteccia che tende a rigonfiarsi per il sottostante sviluppo di larve che scavano gallerie all’interno dei rametti, provocandone il disseccamento. Pertanto colpire il parassita anche con l’impiego di prodotti sistemici (che vengono assorbiti prima dalla pianta e poi agiscono sui parassiti che se ne nutrono) comporta delle difficoltà. Quindi più che lotta con prodotti chimici (vedi COSTAR WG) da effettuarsi a Marzo-Aprile, è preferibile, prima della ripresa vegetativa, pratacare quella agronomica. Consistente in una leggera lavorazione del terreno (alla profondità di 10-15 cm), per ottenere l’interramento delle pupe o crisalidi (protette da un bozzolo secreto dall’ultimo stadio di larva, che precede quello di adulto) presenti in superficie, in modo da impedirne lo sfarfallamento.
  • Oziorrinco - Otiorbyncnus German-: coleottero particolarmente aggressivo su piante giovani, tant’è che in poco tempo, dal tramonto all’alba, può distruggere la nuova vegetazione, asportando, a forma di mezza luna, buona parte delle foglie. Si combatte, non appena si riscontra la presenza, tramite il posizionamento intorno al tronco di un giro di Rincotrap (trappola meccanica per insetti), oppure di trappole adesive. Con l’accortezza di eliminare le erbe infestanti presenti nelle vicinanze, per impedire appigli alternativi attraverso i quali l’insetto può raggiungere la pianta. Altro mezzo di lotta sono gli insetticidi, come “Ercole” (Peritroite a lunga persistenza con effetto repellente), , o “Laser” (insetticida naturale biologico, ottenuto dal batterio Sccharopolyspora spinosa presente nel terreno). da distribuire alla base delle piante.
  • Antracnosi o Lebbra – Colletotrichum gloesporioides –: è una pericolosa patologia fungina che produce danni alle foglie a parti di rami e soprattutto ai frutti, con ripercussioni sulla qualità e sulla quantità dell’olio che si estrae. In quanto assume una colorazione rossastra, privo di fruttato e di alta acidità. Insieme di deprezzamenti che precludono la classificazione di extravergine. Il patogeno trova le condizioni ideali di sviluppo in presenza di temperature di 16 - 26 °C e alta umidità atmosferica. Gli attacchi si manifestano in coincidenza di due stati fenologici: la fioritura e l’invaiatura (Settembre-ottobre); anche se possono evidenziarsi su foglie e rametti prima della fioritura (Maggio); durante l’estate e dopo l’invaiatura (Ottobre), rispettivamente, a danno della vegetazione e delle drupe.
La prevenzione e la lotta si basano su trattamenti con formulati a base di ridotte quantità di rame veicolati con agenti fertilizzanti (Welgro Cu Zn) che, penetrando nei tessuti della pianta, combattono il fungo anche dall’interno. Cratteristica che, in considerazione della normativa che ha ridotto l’uso del rame a 4 kg per ettaro e per anno, conferisce a tali innovativi prodotti un notevole interesse, per il fatto che si possono utilizzare senza limitazioni .
  • Rodilegno rosso –Cossus cossus- e Rodilegno gialllo -Zeuzera Pyrina- : sono insetti Lepidotteri polifagi (che attaccano un gran numero di specie) e xilofagi (che si nutrono del legno scavando gallerie al suo interno). In particolare, il primo crea gallerie nel tronco e nelle branche principali, causando importanti danni alla struttura della pianta ed il conseguente lento e prograssivo deperimento della stessa. Mentre quello giallo predilige i rami posizionati in cima, scavando gallerie nel centro dei germogli.
La lotta può essere condotta, per entrambi i rodilegno, tramite:
  • trattamenti da eseguire dopo 15 giorni dall’inizio dei voli (riscontrabile tramite il posizionamento di trappole a feromone sessuale: Siatrap in numero di 3-4 per ettaro, con relativo Feromone rodilegno rosso e Feromone rodilegno giallo) e ripeterli, dopo 7-10 giorni , con Klozer (a base di Beauveria bassiana) alla dose di 200 ml/hl, o Mebov (a base di Mthanzium anisopliae) alla dose di 300 ml/hl;
  • cattura massale del parassita (migliore strategia per contrastare gli attacchi) attraverso il posizionamento, ad altezza uomo all’interno della vegetazione, entro il mese di maggio, di almeno 10-15 trappole Siatrap per ettaro, con relativo feromone sessuale da sostituire una volta ogni mese;
  • ’eliminazione delle larve introducendo del filo di ferro nelle gallerie scavate nel legno.
  • Brusca Prassitaria – Stictis Panizzei- : malattia causata da un fungo che colpisce principalmente foglie isolate anziché l’intera chioma delle piante, causando disseccamenti parziali con caratteristiche sfumature di colore variabili dal rosso mattone al bruno cenere , con margini sfumati in marrone scuro. Si manifesta in autunno, specie durante gli anni caratterizzati da elevata umidità e alte temperature.
La malattia si sviluppa in consequenza della presenza di piccole strutture chiamate “picnidi” sulla pagina inferiore delle foglie, invisibili ad occhio nudo, che producono i “picnocoidi “ : microscopici corpi responsabili della diffusione.
La strategia per prevenire la manifestazione consiste:
  • nell’ispezione regolare delle foglie, alla ricerca di segni di disseccamento con macchie rosse o brune;
  • nella rimozione di rami e foglie secche o danneggiate con attrezzi puliti e disinfettati, per evitare la propagazione del fungo;
  • nel mantenere (quando possibile) un adeguato regime di irrigazione, per evitare stress idrico alle piante;
  • nell’effettuazione di trattamenti preventivi con fungicidi a base di rame.
E’ importante notare che la Brusca Parassitaria può essere confusa con gli effetti prodotti dalla Brusca non Pafrassitaria, che però si distingue dalla prima per i seguenti aspetti:
  • l’alterazione delle foglie è causata dall’azione di venti asciutti, come lo scirocco, ed inizia con il disseccamento dell’apice della foglia , vicino al mucrone (punta breve e rigida un po’ ripiegata, formata dal prolungamento dell’asse centrale della foglia), dove la traspirazione è più intensa a causa dell’assenza della cuticola (rivestimento composto da cera e acidi grassi –cutina-);
  • non si estende mai alle zone laterali delle foglie e non presenta alcuna punteggiatura sulle aree dissedccate.
  • Cocciniglia :
  • Cotonosa –Philippia oleae e Euphilippia olivina- : vive protetta da una candida e cotonosa secrezione cerosa, soprattutto a spese dei racemi fiorali (infiorescenze formate da un asse principale dal quale si dipartono peduncoli di uguale lunghezza che sorreggono i fiori) e dei frutticini appena allegati. Con le loro punture causano l’aborto dei fiori e l’avvizzimento e la cascola delle piccole drupe; mentre la vegetazione viene abbondantemente imbrattata dalla melata sulla quale si sviluppano vari funghi che danno origine alla fumaggine o fuliggine.
Pertanto, la maggiore entità dei danni, in genere contenuti, è attribuibile alle infestazioni che si verificano nel periodo della fioritura e dell’allegagione.
Infestazioni che non richiedono interventi di lotta specifici, in quanto sono tenute a freno sia dalle sistematiche potature di sfoltimento della chioma, che dai parassiti endogeni (che vivono in permanenza all’interno degli organi dell’ospite) e dagli svariati predatori delle neaniti della cocciniglia;
  • Mezzo grano di pepe – Saissedia oleae -: insetto fitomizo (che si nutre della linfa della pianta, succhiandola direttamente dai vasi cribrosi), della famiglia Coccidae. E’ sicuramente quello che arreca più ingenti danni alla pianta infestata. Compie una generazione all’anno e sverna allo stadio di neanite e più raramente di femmina giovane. Le uova, di colore giallo-aranciato, si schiudono a partire dalla fine di luglio, dando origine alla fuoruscita scalare delle neaniti che si disperdono sulla chioma, localizzandosi sui rami, rametti e lungo la nervatura principale della pagina inferiore delle foglie.
La dannosità prodotta dal parassita è dovuta alla sottrazione di linfa che, essendo a basso contenuto proteico e ricca di zuccheri, per ottenere un adeguato apporto proteico, ne deve ingerire in grandi quantità ed eliminare gli zuccheri in eccesso, sotto forma di melata. Melata che, in caso di forti attacchi, può interessare l’intera chioma formando un substrato sul quale si insediano un complesso di funghi saprofiti (che si nutrono a spese di sostanze organiche in decomposizione) rersponsabili della formazione della fumaggine (patologia dovuta ad un insieme di funghi che formano uno strato nerastro) che limita la vitale attività fotosintetica della pianta.
Ne consegue che gli effetti combinati della sottrazione di linfa e della fumaggine si riflettono sulla pianta con manifestazioni di perdita di vigoria, forti defogliazioni, stentato sviluppo, accorciamento dei germogli e scarse fioriture e fruttificazioni.
Pre cui, per mitigare i danni, necessita effettuare una lotta articolata con interventi di tipo:
  • Biologico: con antagonisti naturali rappresentati da microrganismi e da insetti parassitoidi appartenenti al genere Metaphycus e ai predatori Chilocorus bipustulatus, Scutellista cynerea,ecc.
  • Agronomico: basata sulla cura della potatura con lo sfoltimento della chioma (al fine di creare un microclima sfavorevole allo sviluppo del parassita) ed effettuare equilibrate concimazioni , soprattutto azotate;
  • Chimico: con trattamenti insetticidi ammessi dai Dpi (Dispositivi di protezione individuali, quali guanti e occhiali), a base di Buprofezim, o olio bianco da effettuare quando si riscontra la soglia di intervento di 5 -10 neaniti per foglia, su un campione di 100 foglie prelevato dalla parte medio-bassa della chiome di almeno 5 – 10 piante ad ettaro.
  • Spudacchina – Philaenus spumarius – è un insetto Omottero, così definito per la singolare tecnica di protezione della forma giovanile - neanide- e di ninfa o pupa, caratterizzate dalla immobilità e da profonde trasformazioni dell’insetto che, in questa fase, trova riparo immerso in una massa schiumosa simile alla saliva di uno sputo, onde il nome di sputacchina. L’ulivo è tra le piante di cui, durante la fase adulta, si nutre della linfa grezza che scorre nei tessuti xilematici (legnosi) delle piante, attraverso punture di suzione nelle parti più teneri della vegetazione. In tale fase può acquisire il batterio – Xylella fastidiosa- (microrganismo unicellulare delle dimensioni variabili da 1 a 10 micrometri, cioè da 0,001 a 0,01 mm) potenzialmente presente nella pianta. Batterio che viene conservato, fino alla fine del ciclo biologico dell’insetto nell’appoarato digerente. Per cui, quando si sposta su una nuova pianta per nutrirsi, lo immette automaticamente all’interno del suo xilema, diffondendo la malattia e stimolando i tessuti alla produzione di un gel che impedisce il regolare scorrimento della linfa.
Il che comporta il rapido disseccamento , a partire dalla parte apicale, della chioma di rami isolati, di intere branche o dell’intera pianta; oltre all’imbrunimento interno, a diversi livelli, del legno delle branche e del fusto.
Considerato quindi il ruolo di vettore della Xilella che la Spudacchina ha esrcitato il Puglia, e che, secondo notizie diffuse da recente, oltre alla Xilella fastidiosa subspscie pauca (che ha causato la cosiddetta CoDIRO – Sindrome del disseccamento rapido di migliaiadi ulivi), sia stata riscontrata anche la presenza di Xilella fastidiosa sub specie fastidiosa: agente della malattia di “Pierce” (patologia che colpisce la vite, oltre alle drupacee e gli agrumi, con effetti letali), su 6 alberi di Mandorlo in località Triggiano, in provincia di Bari; l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, anche dagli esiti dei controlli effettuati sugli insetti vettori della Xilella fastidiosa, non esclude la possibilità di rischio di diffusione del batterio sulle altre colture di pregio, tipiche della regione, quali: ciliegi e uva da tavola; nonché uva da vino, mandorlo e l’erba medica.
E poiché tale diffusione, nonostante l’attivazione, nell’area attualmente interessata, di una sorveglianza rafforzata sugli insetti vettori e l’abbattimento delle piante infette e di quelle suscettibili ad aspitare il batterio presenti nel raggio di 50 metri; non è scontato che non possa estendersi accidentalmente altrove; si ritiene prudenzialmente opportuno seguire attentamente l’evolversi della situazione, per essere in grado di , eventualmente, individuare tempestivamente segnali che rivelino la tipica presenza del batterio killer e di praticare gli interventi adeguati ad impedire la diffusione del temibile vettore Spudacchina, attraverso la conoscenza del :
 
  • suo ciclo biologico: che, secondo osservazioni condotte in Puglia, inizia con la comparsa delle forme giovanili tra fine di febbraio e l’inizio di marzo su piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Asteraceae ( Lattuga, Tarassaco, Radicchio, Cicoria, Carciofo, ecc), Fabiaceae (Fava, Soia, Pisello, Cece, Fagiolo, leticchia, Arachude, ecc) e Apiaceae ( Carota, Pastinaca, Sedano, Finocchio, Angelica, Ferula, Prezzemolo, ecc), sia spontanee che coltivate. Mentre gli adulti compaiono tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, spostandosi su vari arbusti selvatici e su alcune piante arbotree, fra le quali l’Ulivo, fino all’autunno. Per poi fare ritorno sulla vegetazione erbacea, per deporre le uova e completare il ciclo, svernando come uovo, sui residui vegetali;​​​​​​​
  • ​​​​​​​e della rispettiva lotta agronomica, consistente nella:​​​​​​​
  • gestione del suolo con lavorazioni superficiali o tramite trinciatura delle erbe infestanti, nel periodo primaverile, per mantenere il terreno sgombro, al fine di ridurre la popolazione degli stadi giovanili dell’insetto ed eliminare le piante possibili ospiti. Oppure, in alternativa, nel caso di aree in cui è difficile l’accesso con mezzi meccanici, adottando la pratica del pirodiserbo (che impiega dispositivi a fiamma o a raggi infrarossi per il controllo delle erbe infestanti), la cui azione però risulta più efficace su piante giovani;
  • potatura delle piante arboree ospiti, per ridurre la vegetazione, rendere più efficace la distribuzione dei prodotti per il controllo del vettore e diminuire l’utilizzazione dei volumi degli stessi;
  • disinfettazione degli attrezzi utilizzati per la potatura con una soluzione di ipoclorito di sodio (Candeggina o Varechina) al 2%, o con sali quaternari d’ammonio (Sani Flour), prima e durante il loro utilizzo, per evitare la diffusione di altri patogeni;
  • esecuzione preventiva dei trattamenti fitosanitari previsti dalla Decisione della Commissione Europea 789/2015, per i quali in Italia sono registrati, su olivo e su Philaenus spumarius, tre sostanze attive: Acetamiprid, Deltametrina e Olio essenziale di arancio dolce (utilizzabile anche in biologico).
E’ da segnalare inoltre la possibilità , anche se ancora in fase di studio, di utilizzazione del Zelus renardii, come predatore naturale della Sputacchina. Nei confronti del quale, dalle prime osservazioni eseguite dal Prof. Francello Porcelli, entomologo del Disspa di Bari, sui vettori potenziali dello Xylella, sembra siano emerse prospettive di incoraggianti esiti.
 
Utilizzazioni:
  • del legno: sia del tronco che dei grossi rami e radici, una volta stagionato, è molto durevole nel tempo, anche se esposto alle intemperie, e pur non essendo facile da lavorare, consente di realizzare oggetti di considerevole bellezza. In quanto il colore giallo-bruno, con marcate venature alternativamente chiare e scure fanno di ogni realizzazione un pezzo unico. Esso, infatti, essendo un legno di risonanza (cioè che fornisce un ottimo materiale per la cassa armonica degli strumenti musicali che, per complessi fenomeni di diffusione e riflessione, esalta l’intensità sonora), viene impiegato soprattutto per la costruzione di strumenti musicali a fiato, come ciaramelle e zampogne, oltre che per taglieri, piatti e altri utensili da cucina. Mentre i tronchi contorti costituiscono un materiale ricercato dagli scultori, così come i rami giovani per la realizzazione di cesti. Mentre le fascine secche ricavate dal materiale di risulta della potatura, rappresentano un combustibile ideale per innalzare la temperatura del forno a legna ed accendere la stufa o, nell’orto, come supporto per far arrampicare i piselli o come ottima base per la produzione di compost.
  • delle olive: usate sia come alimento che, prevalentemente, una volta raggiunta la piena maturazione, per l’estrazione dell’olio extravergine di oliva, tramite: molitura (frangitura delle drupe); gramolatura (sminuzzamento ulteriore dei frammenti di polpa ed amalgama della pasta di olive); pressatura; e separazione dell’olio dall’acqua di vegetazione, per centrifugazione. La qualità dell’olio dipende maggiormente: dalla varietà della pianta; dai metodi di coltivazione; dal tipo di terreno; dall’andamento climatico; dal tempo che intercorre dalla raccolta alla molitura; e dal metodo di molitura (quella a freddo risulta essere la migliore, in quanto, essendo che la temperatura della pasta delle olive durante la gramolatura non supera i 27 °C, si evita l’alterazione dei composti sensibili al calore, quali: vitamina E ed i polifenoli.
Il Regolamento Ce 1531/2001, in vigore dal 1 novembre 2002 costituisce la normativa che stabilisce la Classificazione dell’olio di oliva, come segue:
  • olio di oliva extravergine o Evo (definito nutrigenico: cioè in ngrado di curare), con acidità libra, espressa in acido oleico, non superiore a 0,8%, dai notevolissimi pregi, oltre che come incomparabile condimento di pietanze, per i suoi poteri terapeutici quali: abbassare il rischio di disturbi cardiaci e circolatori, ridurre la secrezione gastrica, e come ingrediente di unguenti, saponi e altri prodotti per la cura della pelle e dei capelli, grazie alle sue proprietà nutritive ed al contenuto di vitamina E (che per le notevoli proprietà antiossidanti di cui dispone, assicura un’azione di protezione delle membrane cellulari, aiuta a migliorare l’attività dei neuroni e, insieme alla vitamina A, anche le condizioni della vista);
  • olio di oliva vergine, con acidità massima pari al 2%;
  • olio di oliva lampante (così denominato perché in passato veniva utilizzato per elimentare le lampade), non vendibile al dettaglio, sia per i difetti organolettici che per l’elevata acidità, superiore a 2 g di acido oleico per ogni 100 g di olio.
A cui seguono altre categorie di scarsissima qualità o non ammesse al consumo, ottenute da più spremiture della sansa (materiale residuo della pressatura della pasta di olive) o con solventi chimici.
  • delle foglie: che rivestono una notevole importanza per i loro effetti fitoterapici sull’organismo umano, avallati da numerose ricerche Universitarie a livello internazionale e dal riconoscimento dal Ministero della Salute italiano. Proprietà benefiche dovute alla presenza di sostanze medicamentosi, quali: l’Oleuropeina (glucoside che essendo presente anche nelle olive, conferisce il tipico sapore amaro all’olio; l’acido Elenolico (derivato, per idrolisi dalle’Oleuropeina); l’Idrossitirosolo (considerato “spazzino”di radicali liberi, con capacità 30 volte superiore alla vitamina C; il Tirosolo e la Rutina.
Complesso di contenuti preziosi, dato che sviluppano azioni: - antiossidante ( che contrasta gli effetti dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento delle cellule); - depurativa e disintossicante (che favorisce eliminazione di acidi urici, tossine, grassi e zuccheri nel sangue, promuovendo al contempo la depurazione di fegato e reni); - di sostegno al Sistema Cardio-Circolatorio (attraverso un effetto ipotensivo dovuto all’aumento dell’elasticità delle arterie che, favorendo la circolazione sanguigna, contrasta l’insorgenza di varici, gambe pesanti e vene varicose; - di abbassamento del colesterolo (per la funzione ipocolesterolemizzante, dovuta alla riduzione dei livelli di colesterolo cattivo – LDL- e all’innalzamento di quello buono -HDL-); - di sostegno al Sistema Immunitario (per l’aumento delle difese e l’azione antivirale, antimicotica e antibatterica; - e di prevenzione dell’osteoporosi.
Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato come l’estratto di foglie sia utile anche: contro il diabete (grazie all’azione ipoglicemizzante) e alcune malattie degenerative, come l’Alzheimer o il cancro. Patologie in nei confronti delle quali specifici studi hanno evidenziato come i principi attivi contenuti nelle foglie di ulivo siano in grado di evitare che le cellule da sane si trasformino in maligne, la cui proliferazione puo dare origine a tumori
Insieme di benefici di cui è possibile fruire (dietro parere del fitoterapeuta) tramite l’assunzione dell’estratto di foglie (che si possono raccogliere tutto l’anno), fresche o secche (conservabili in sacchetti di carta o tela). Per la preparazione del quale occorrono: 100 - 150 foglie fresche o 30 - 50 secche da lavare immergendole in acqua e bicarbonato e asciugare accuratamente, per poi metterle in una pentola con 1 litro d’acqua da portare all’ebollizione e lasciarla sobbollire a fuoco lento per 15 minuti; dopo di ché filtrare, lasciare raffreddare e versare il liquido in una bottiglia di vetro da conservare in frigo, per poi assumerlo, all’occorrenza, nella misura di un cucchiaino durante i pasti principali.
Altro metodo semplice per sfruttare le preziose proprietà delle foglie consiste nella preparazione di un decotto. Per il quale servono 5 grammi di foglie essiccate per ogni tazza d’acqua con immerse le foglie, da portare a bollitura per ca. 5 minuti, per poi lasciare riposare e far stiepidire, prima di filtrarlo e berlo alla dose consigliata di una tazza al giorno.
In floriterapia poi esiste “ Il fiore di Bach Olive”, ideale per combattere: la stanchezza, esaurimenti nervosi, astenia, cali di energia, recuperare dopo una convalescenza o un intervento chirurgico o altro. Per tali sintomatologie o esigenze si consiglia l’assunzione, in genere, di 4 gocce per 4 volte al giorno, fermo restando la raccomandazione di avvalersi delle indicazioni di un floriterapeuta.
 

La magia della tab e la ricchezza del pentagramma

News 10 Pillole di Musica (283)
Alfio La Rosa

 
15, 17, 19, 17, 15 a cosa ti fa pensare, ad un codice segreto?
No, il misterioso messaggio non è altro che una fantastica discesa e risalita nel regno dei tasti della Chitarra... la cosa fantastica è che non devi essere un maestro della teoria musicale per capire cosa fare.
 
Non hai bisogno di decifrare le note, la tab ti mostra esattamente quale tasto premere su quale corda, quindi è molto chiaro e immediato per i musicisti che non hanno esperienza con il pentagramma. È particolarmente utile per gli autodidatti, i principianti e coloro che vogliono apprendere brani musicali in modo rapido.
Basta seguire i numeri, seguire la sequenza senza dover studiare e, individuando le corde giuste, la melodia esce fuori. Inoltre, la tablatura è utile anche per rappresentare particolari tecniche come bending, slide, hammer-on e pull-off, whammy bar che sono comuni nella chitarra. La tablatura offre quindi vantaggi significativi rispetto al pentagramma, soprattutto per chi suona la chitarra: semplicità e immediatezza, focalizzazione sul manico, rappresentazione di tecniche specifiche, apprendimento rapido dei brani, pochi requisiti teorici, accessibilità e facilità per i principianti, adatta per strumenti a corde.
 
E gli Svantaggi? E’ limitata, perché NON fornisce informazioni sul ritmo o sulla durata delle note (se non tramite notazioni aggiuntive). Quindi, per comprendere appieno una canzone, è necessario conoscere la melodia e l’accompagnamento. Non è universale: è utilizzata per gli strumenti a corde e non può essere applicata ad altri strumenti. E’ meno espressiva: non è possibile indicare con la stessa profondità tutte le sfumature dinamiche, articolazioni e altre indicazioni che il pentagramma può fornire.
 
E chi preferisce il pentagramma? Nonostante i vantaggi della tablatura, il pentagramma è essenziale per una formazione musicale più completa, soprattutto se si suona musica classica, si lavora in orchestre o si suonano strumenti che richiedono una notazione più complessa. Inoltre, il pentagramma è preferito da molti musicisti perché offre una rappresentazione completa ed universale della musica. Permette di trasmettere non solo le note musicali, ma anche il ritmo, le dinamiche, le articolazioni e le altre sfumature musicali, che arricchiscono l'interpretazione di un brano. Il suo uso permette di riprodurre fedelmente l'intento del compositore e di mantenere l'integrità della partitura originale. Inoltre, la sua universalità lo rende adatto a qualsiasi strumento e a qualsiasi tipo di ensemble musicale. In particolare, nei generi classici e jazz, il pentagramma è essenziale per la coordinazione e la comunicazione tra i membri di un gruppo, per esempio un sassofonista e un chitarrista possono leggere la stessa melodia scritta sul pentagramma, adattando la musica al proprio strumento. Questo non sarebbe possibile con la tablatura, che è specifica per strumenti come la Chitarra. Leggere il pentagramma richiede una conoscenza delle note musicali e una comprensione più profonda della teoria musicale, è il sistema usato nei Conservatori e nelle Scuole di Musica.
 
Allora quali sono i vantaggi del pentagramma? Universalità e adattabilità suddetta, profondità, espressività e ricchezza musicale che permette una grande varietà espressiva. Quando un musicista legge una partitura, non solo suona le note, ma interpreta anche le sfumature emotive e tecniche suggerite da essa, arricchendo l’esecuzione di dinamiche è in grado di rappresentare facilmente la musica polifonica (più melodie che si intrecciano), in modo che ogni voce o strumento sia chiaramente visibile.
 
E gli svantaggi? La difficoltà iniziale. Leggere il pentagramma può essere difficile, per padroneggiarlo è necessaria una solida formazione musicale, che può essere un ostacolo per chi vuole iniziare a suonare rapidamente, infatti richiede una buona conoscenza della teoria musicale, la capacità di identificare le note e di comprendere il ritmo e la durata delle stesse, richiede studio continuo.
 
In sintesi mentre la tablatura è più immediata e utile per strumenti specifici come la Chitarra, il pentagramma è essenziale per i musicisti che vogliono comprendere la musica in modo più profondo e versatile. In definitiva, entrambi i sistemi hanno un posto fondamentale nel mondo della musica ed i musicisti più esperti sanno come utilizzare a seconda della situazione. Ad ogni modo per Suonare bene, non basta solo premere i tasti, devi farlo con passione perchè non è solo una sequenza di azioni e mosse, è il sentimento che metti in ogni nota che fa e farà sempre la differenza.
 
 
Mº Eugenio Altimari (Docente MusiCity Scuola Riconosciuta dalla Regione)

CAFM APS: Laboratorio Gratuito di Cucito, Uncinetto e Ricamo

News 11 Frattocchie (219)
Antonio Calcagni

 
 
Ancora una volta, il Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM) si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione con un'iniziativa che valorizza l'apprendimento e la condivisione tra generazioni.
 
Grazie alla maestria di Lina, che vanta un'esperienza di una vita nella propria sartoria, nasce un nuovo laboratorio dedicato a cucito, uncinetto e ricamo.
 
Un'occasione unica per affinare o scoprire competenze preziose, ma soprattutto un'opportunità per creare legami tra soci, familiari e giovani partecipanti.
 
L’aspetto più innovativo dell’iniziativa è proprio l’apertura del laboratorio a figli e nipoti, rendendolo un punto d’incontro intergenerazionale.
 
Con queste parole, il presidente Claudio Bornaccioni ha presentato il laboratorio: “In un mondo sempre più digitale, recuperare il valore del lavoro manuale non solo offre un'importante risorsa pratica, ma rafforza il senso di comunità e appartenenza.
 
Se a questo obiettivo aggiungiamo lo spirito di volontariato puro e generoso che anima la nostra Associazione, ecco che tutto diventa possibile”.
 
Fanno eco le parole dell’artefice di questa iniziativa, la signora Lina, titolare di negozio di sartoria per lunghi anni: “Nella mia vita lavorativa ho potuto dare sfogo liberamente alla mia fantasia e immaginazione. Ho sempre pensato che ciò che può essere ideato… può essere realizzato! Non si può esaurire la creatività: più la usi più cresce!
 
Con questo laboratorio vorrei tanto riversare sui frequentatori questa possibilità che l’arte della sartoria ci consente di realizzare”. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina FaceBook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

Il 29 marzo a Roma il 2° memorial Emiliano Scorzoni

News 12 S. Maria delle Mole (455)
Gianni Botta

Nel nostro articolo “Bentornata Gardensia” abbiamo fatto la conoscenza con Alessandra Kre, nostra concittadina.
 
Ebbene è proprio Alessandra che stavolta ci invita a trascorrere insieme a lei una giornata di festa nel ricordo di Emiliano Scorzoni, suo amico portatole via troppo presto dalla Sclerosi laterale amiotrofica.
 
Come detto sarà una giornata di festa celebrata presso l’A.S.D. Atletico 2000, in Via di Centocelle, 195 con un triangolare di calcio tra la Nazionale Italiana Poeti, l’Osvaldo Soriano Football Club e l’ItalianAttori.
 
Tra gli ospiti saranno presenti nomi dello spettacolo a partire da Massimiliano Maccarone – che arbitrerà gli incontri – Andrea Rivera, Beba Albanesi, Massimo Benenato, Ivan Cottini, Antonella Alessandro, Claudia Portale, Giorgia Lepore Martinelli.
 
Ecco la presentazione dell’evento che ci ha fatto pervenire Alessandra, a cui va tutto il cuore della redazione.
 
È il maggio del 2022, quando io ed Emiliano Scorzoni decidiamo di organizzare un evento benefico a favore di AISM e AISLA, le due associazioni con le quali, da qualche tempo, per forza di cose, abbiamo a che fare: io con la prima, lui con la seconda.
Un destino che ci ha improvvisamente costretti a rivalutare un bel po’ il significato della vita, le sue opportunità, le sue priorità, e la fortuna inestimabile di trascorrerla in piena salute, come avevamo fatto noi da quando ci eravamo conosciuti, qualche anno prima, fino ad allora; e che ci ha uniti, inevitabilmente, moltissimo.
Emiliano, sette mesi dopo, se ne è andato, prima che facessimo in tempo a realizzare il nostro proposito.
Ed io oggi, a tre anni di distanza, voglio portare a termine quello che avevamo cominciato insieme, e realizzare l’evento più bello, più inclusivo, più ottimistico, più partecipativo e più benefico possibile.
Proseguendo, così, inoltre, insieme alla sua Nazionale Italiana Poeti, la tradizione degli eventi a lui dedicati.
Con Emiliano.
Per Emiliano.
In memoria di Emiliano.

Roma nascosta non ha segreti per l’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino APS

News 13 Frattocchie (446)
Eleonora Persichetti

 
Il mosaico di Giovanni VII, le testimonianze di “damnatio memoriae” presenti nell’Arco degli Argentari, la storia e il significato delle statue vicino alla dea Roma in Piazza del Campidoglio. È con queste e altre scoperte che ancora una volta l’Associazione CAFM ha sorpreso ed entusiasmato i soci partecipanti alla passeggiata guidata e gratuita ai monumenti compresi tra il Foro Boario e S. Maria in Aracoeli svoltasi l’8 marzo scorso. “Sembra incredibile” esordisce il presidente del CAFM Claudio Bornaccioni, “la capacità dell’Associazione di attrarre sempre nuovi soci tanto da suggerire agli organizzatori di programmare più giorni per le attività previste onde evitare la formazione di gruppi troppo numerosi. Sicuramente la disponibilità gratuita e volontaria di alcuni soci favorisce il successo delle iniziative. E così, grazie all’organizzazione posta in atto dal socio Bruno Ciceroni è stato possibile parcheggiare i veicoli al sicuro a circa 100 metri dalla Bocca della Verità. Tutto questo ha reso ancora più gradevole la mattinata che sotto la guida del socio Tonino Dibello è stata arricchita di cultura dando la possibilità di scoprire, con un nuovo occhio attento ai particolari, i vari tesori nascosti e che sfuggono ad un turista frettoloso”. Ancora una volta sono i commenti pervenuti all’Associazione che ben descrivono la bontà delle iniziative offerte dal CAFM decisamente allettevoli in quanto gratuite e di ottimo contenuto. Cristina ha immediatamente commentato: Oggi ho festeggiato la festa della donna con un tour bello ed interessante, organizzato dal Generale Dibello; ho visto una parte di Roma che non conoscevo. Il percorso è stato studiato nel migliore dei modi, agibile a chiunque e comunque non faticoso; la spiegazione dei vari monumenti e delle opere d’arte è stata come sempre chiara e riassuntiva, cosa che rimane impressa. È stato piacevole anche stare insieme e condividere questa esperienza con tutto il gruppo. Grazie!” E Bruno sullo stesso tenore: “Oggi di nuovo in cammino. Su iniziativa del vulcanico Tonino ci siamo recati a Roma per un affascinante viaggio attraverso la storia, l'arte e l'architettura della città eterna. Prima tappa la chiesa di Santa Maria in Cosmedin con il Mosaico di Giovanni VII e l’antica Cripta, un’occhiata alla Bocca della Verità, poi tempio di Giano, San Giorgio al Velabro e passando per via di San Teodoro ci siamo incamminati verso il Campidoglio dove prima di arrivarci abbiamo gustato una magnifica vista sui Fori imperiali. Arrivati in cima, la statua equestre di Marco Aurelio ci viene incontro con la sua maestosità, così come ammiriamo la piazza disegnata da Michelangelo, il Palazzo Senatorio sede del comune di Roma e il palazzo dei Conservatori, sede dei musei capitolini. Siamo passati poi alla Basilica di Santa Maria in Aracoeli, chiesa medievale famosa per il suo interno ricco di affreschi e per il Bambinello, una statua del Bambino Gesù ("er Pupo") ritenuta miracolosa; una vista spettacolare su Roma ci ha ammaliato, con la Sinagoga, San Pietro ed innumerevoli altre cupole: ci sembrava di toccarle. Una discesa un po’ difficoltosa, vista l'affiorare di un’iniziale stanchezza, ci ha portato davanti al Teatro di Marcello dove la nostra visita è terminata contenti per avere ancora una volta partecipato a questa iniziativa del CAFM ed aspettando con trepidazione la prossima uscita”. Lina è orgogliosa di far parte del gruppo: “Ancora una volta il CAFM, cui appartengo con orgoglio, ha dato il meglio di sé per l’organizzazione e per la scelta dei siti archeologici molto importanti oggi visitati in taluni dei quali io stessa non ero mai entrata. Grazie!” Antonietta esprime la sua gratitudine all’Associazione: “Un grazie di cuore al CAFM per tutto l'impegno e la competenza che mette a nostra disposizione e ci fa vivere bellissime emozioni con queste passeggiate culturali di cui altrimenti non avremmo mai potuto godere! E tantissimi commenti positivi che non si riportano per motivi di spazio. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina Facebook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

La storia come avrei voluto fosse stata insegnata a me. Il Generale Ciampini, ospite dell’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino

News 14 Frattocchie (242)
Eleonora Persichetti

 
Il Generale Ciampini è stato invitato dall’Associazione CAFM a tenere una conferenza dal titolo La Repubblica Romana del 1849, nel contesto dei moti rivoluzionari europei del 1848. Le grandi speranze di un forte cambiamento sociale e politico”, offrendo un approfondimento storico di grande rilievo ancora più apprezzato nella congiuntura attuale. Durante l'intervento, il Generale ha tracciato un parallelo illuminante tra le esperienze rivoluzionarie del 1848 e l'episodio della Repubblica Romana del 1849, sottolineando come, nonostante la sua breve durata, quest'ultima rappresentasse il simbolo di un rinnovamento inteso come impulso verso la giustizia e l’uguaglianza. Il relatore ha evidenziato come la conoscenza della storia sia fondamentale per interpretare e comprendere le dinamiche del presente. Secondo il Generale, solo analizzando le grandi trasformazioni sociali e politiche del passato possiamo apprezzare il valore delle conquiste attuali e affrontare le sfide contemporanee con maggiore consapevolezza. Con un linguaggio chiaro e appassionato ha invitato i presenti a considerare il patrimonio storico non solo come un ricordo, ma come una guida imprescindibile per il futuro. Durante l’incontro sono stati evidenziati i ruoli dei protagonisti: Pio IX, Garibaldi, Mazzini, ma anche Ciceruacchio e Pellegrino Rossi (cui si è ispirato Andreotti nel suo libro: “Ore 13: il Ministro deve morire”) e infine il contributo fornito nei giorni della Repubblica del 1949 da alcune donne straordinarie come Cristina di Belgioso, Margaret Fuller e Anita Garibaldi. Insomma un piacevole concentrato di approfondimenti fornito ai partecipanti. Le aspettative non sono andate deluse e lo dimostrano i commenti pervenuti all’Associazione. Bruno ha così commentato la sua soddisfazione: “Oggi il Generale Ciampini mi ha affascinato. Sarà che l'ho trovato in gran forma ma la sua narrazione della storia della Repubblica Romana è stata oltremodo interessante; storia che per certi versi apre gli occhi sui recenti avvenimenti europei. Molto coinvolgente, sempre interessante, molto preparato, starei ad ascoltarlo per ore. Alla prossima”. Luciana che ha seguito tutto il ciclo di lezioni finora tenuto:Questa è la storia come avrei voluto fosse insegnata a me: conoscere gli aspetti che spesso hanno portato i “signori della guerra” a determinate decisioni per poi ribaltarle in fase condotta tradendo anche i più elementari principi di lealtà. La storia si ripete anche oggi.” Angelo: “Sempre molto interessante”. E infine Claudio che con il conferenziere ha approfondito alcuni aspetti dell’argomento: “Ennesima conferma di preparazione ed esposizione di alto livello. Grazie al Gen. Ciampini”.
 
 
Gianni, grande ammiratore del Gen. Ciampini: Un oratore preparatissimo che racconta la storia in modo fluente e con estrema chiarezza. Ci ha calato negli eventi che hanno caratterizzato la Repubblica Romana e ce li ha fatti vivere come fossimo presenti. Un sentito ringraziamento al relatore e al nostro Generale Tonino Dibello che ne cura l’organizzazione”. Soddisfatto il presidente Claudio Bornaccioni: “Un’attività che dà lustro alla nostra Associazione, ma anche al territorio di Marino che ospita un’autorità che tiene regolarmente conferenze sul territorio nazionale e internazionale”. La partecipazione alle attività dell’Associazione è gratuità ma è necessaria l’iscrizione all’Associazione di Promozione Sociale CAFM. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina Facebook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

Benedizione della Famiglia - Basta una telefonata

News 15 Focus    (commenti:3) (529)
Francesco Raso

 
Già da piccini siamo stati abituati a vedere entrare il Parroco in casa per la benedizione pasquale della famiglia e della stessa abitazione.
Il Parroco, con due chierichetti al seguito, facevano prima il giro delle stanze irrorandole di acqua santa e poi una solenne benedizione a tutta la famiglia riunita per l’occasione.
 
Ormai queste sono immagini da pittura ad olio o da cartolina.

La realtà della vita odierna ci costringe ad effettuare dei cambiamenti irreversibili.
 
Un Parroco che suona al citofono non sa mai:
  • Se qualcuno è già in casa
  • Se la famiglia abbraccia una diversa religione
  • Se si teme un furto con inganno
  • Se il Parroco di colore è considerato un terrorista mediorientale
  • ecc. ecc.
A volte è più pericoloso per il Parroco che per chi teme un’abusiva intrusione di malavitosi.
Per scavalcare queste bilaterali problematiche del mondo moderno, è preferibile che il devoto cittadino contatti la propria parrocchia e prenda appuntamento in un orario a lui più consono, con la certezza che sarà un vero Parroco a suonare il campanello di casa.
Questo ormai è il sistema più sicuro per poter far benedire la propria famiglia e la propria casa in occasione della Pasqua.
 
Il nostro Parroco Don Jesus è pronto a ricevere la tua richiesta. Attende soltanto una tua telefonata per sapere quando e dove portare la benedizione alla tua famiglia e focolare domestico.
 
INIZIATIVA RISERVATA AI PARROCCHIANI DELLA NATIVITA' DELLA BEATA V. MARIA IN SANTA MARIA DELLE MOLE
 
TELEFONA IN PARROCCHIA AL NUMERO 06 93 000 60 E COMUNICA QUANDO GRADISCI RICEVERE, ACCOGLIERE IL PARROCO PER FAR BENEDIRE LA TUA FAMIGLIA

"Arrivederci Gardensia!" - Tiriamo le somme della generosità popolare

News 16 S. Maria delle Mole (791)
Gianni Botta

Le giornate dedicate all'AISM sono concluse e possiamo tirare le somme di questa edizione di “Bentornata Gardensia”, organizzata in Piazza Togliatti dal Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole e dal Circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio” APS.
 
Tutte le 60 piantine messe a disposizione dall’AISM sono state acquistate, andando esaurite nel giro di pochissimo tempo sia nella mattinata di sabato che in quella di domenica.
 
Ciò nonostante i nostri concittadini di Santa Maria delle Mole e delle frazioni hanno continuato a visitare il banchetto facendo offerte libere e prendendo i palloncini colorati per le bambine ed i bambini nei passeggini, accolti dai volontari del Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole e del Circolo “Il Riccio”.
 
Il ricavato totale di questo weekend dedicato alla ricerca sullla Sclerosi Multipla è stato di 1.200,00 €.
 
Queste le parole di Antonio Calcagni, Presidente del Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole: “I risultati di questi 2 giorni sono stati straordinari: basti pensare che una volta vendute tutte le piante, con solo palloncini e dépliant sono stati raccolti ulteriori 200 € e oltre. Non smetterò mai di ringraziare tutti i nostri amici concittadini che sono accorsi e mi sia consentito un pensiero particolare ai volontari che non hanno lesinato il loro impegno senza scoraggiarsi anche quando le piantine sono finite, continuando a presidiare il banchetto per accogliere tutti coloro che volevano donare e prendere informazioni. Un grazie speciale, infine, ad Alessandra Kre per la sua presenza che è simbolo di coraggio”.
 
Dello stesso tenore la dichiarazione di Mirko Laurenti, Presidente del Circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio”: “Quando la solidarietà chiama “Il Riccio” è pronto a rispondere per accogliere le tante persone che vogliono contribuire in modo tangibile al sostegno di queste iniziative. Grazie a tutti i ragazzi del Circolo “Il Riccio” APS che con entusiasmo hanno messo a disposizione il loro tempo per questa iniziativa. L’anno prossimo cercheremo di farci dare più piantine per andare incontro alle numerose richieste. Nell’attesa vi aspettiamo all’infopoint di Via Appia Antica, casa di tutti”.
 
Arrivederci al prossimo anno Gardensia!!!

L'attività del volontario è un gesto d'amore

News 17 Volontari Decoro Urbano (337)
Gianni Botta

 
Come recita il post di Filippo Cuomo “ieri e oggi” (il 4 ed il 5 marzo, ndr), i Volontari del Decoro urbano non hanno scherzato.
 
Due giorni a curare un ulivo piantato tanti anni fa in Via Filippo Turati per abbellire una piccola aiuiola, un gesto d’amore verso la collettività, un lascito di un nostro concittadino che non è più tra noi.
 
Lo stesso sentimento che ci ha spinto ad intervenire per far sì che quella pianta continui a vivere e testimoniare questo gesto.
 
Ci hanno confortato le persone che passando si sono fermate a parlare oppure solo per un saluto passando in automobile, molte tra queste sono residenti proprio in via Filippo Turati: questo impegno è dedicato a voi, alla vostra strada. Come ci ha detto un amico passando “io mi occupo di pulire il tratto di strada davanti casa mia”: ecco, questo è lo spirito.
 
Prendersi cura del posto in cui si vive non è fare un favore all’Amministrazione, non è volerla mettere in difficoltà per denunciarne i limiti, no, niente di tutto ciò.
 
Prendersi cura è un gesto d’amore che se moltiplicato genera solo del bene perché, sappiatelo, al termine della mattinata anche se la fatica si sente ciò che resta è solamente una sensazione di bene, non altro, e personalmente sono grato ad Antonio Calcagni e Filippo Cuomo per avermi “preso a bordo” dandomi questa opportunità.
 
Amici di Santa Maria, noi ci siamo, il Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole c’è: chiamateci e nei limiti del possibile interverremo o cercheremo una soluzione, nel frattempo però non arrendetevi e non aspettate ma fate!
 
È il nostro paese, quello in cui crescono i nostri figli e nipoti ed in cui decine di anni fa si sono stabiliti gli amici che hannno visto crescere Santa Maria delle Mole con le loro famiglie, coloro che creato questo Comitato di Quartiere e che oggi, pur con qualche anno sulle spallle, vengono ad aiutarci senza lesinare.
 
Ah, dimenticavamo: come mostra l’immmagine di copertina abbiamo anche rimediato😂!!! (cose che succedono solo a Santa Maria delle Mole)
 

L'8 marzo nel nostro territorio

News 18 Cava dei Selci (274)
Eleonora Persichetti

 
Sabato 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, come Commissione Pari Opportunità del Comune di Marino guidata dalla Presidente Paola Testi, abbiamo calendarizzato una serie di iniziative, alle quali ho il piacere di estendere l'invito alla partecipazione.

La mattina, dalle ore 10:00 saremo presenti insieme alla Polizia Locale di Marino, in Piazza Togliatti a Santa Maria delle Mole con un Punto informativo sui servizi antiviolenza.

A seguire, alle 12:30 in Piazzale dello Sport a Cava dei Selci per la ri-apposizione della targa sulla prima Panchina Rossa del Comune di Marino, recentemente vandalizzata.

Il pomeriggio, alle 17:00 appuntamento con la creatività delle donne presso la Sala Lepanto a Marino centro, con la mostra "L'ingegno femminile".

Nel manifesto, il programma dettagliato della giornata patrocinata dal Comune di Marino, non mancando di segnalare anche la bella iniziativa a cura della Proloco Marino, che si svolgerà a Corso Trieste dalle 10:00 alle 18:00.

Buon 8 marzo di partecipazione, vi aspettiamo.

 
Così, in una nota, Franca Silvani, Consigliera Comunale Capogruppo PD - Vice Presidente Commissione Pari Opportunità Comune di Marino.

"BENTORNATA GARDENSIA" con ALESSANDRA KRE - Sabato 8 e Domenica 9 Marzo

News 19 S. Maria delle Mole    (commenti:3) (965)
Gianni Botta

 
Venerdì scorso ci siamo riuniti per parlare delle cose che faremo in questo 2025 iniziando da “Gardensia”, l’appuntamento che ci vedrà ancora protagonisti insieme al Circolo Legambiente Appia Sud Il Riccio APS, nella vendita delle gardenie e delle ortensie per sostenere la ricerca sulla Sclerosi Multipla.
Ambasciatrice d’eccezione è Alessandra Kre: attrice, sceneggiatrice e portavoce di coloro che convivono con questa malattia, insieme a Danilo, suo compagno di vita che l’affianca in questa battaglia.
Entrambi risiedono a Santa Maria e la arricchiscono con la loro presenza, come vi accorgerete leggendo questa breve, ma intensa intervista.
 
Ciao Alessandra, ti ho conosciuta quando sei passata insieme a Danilo a salutarci in occasione del pranzo di Natale del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole, dedicandoci un po’ del vostro tempo, e successivamente venerdì scorso quando avete partecipato alla riunione del Comitato di Quartiere, dedicandoci tutto il vostro tempo.
 
In entrambe le occasioni tu e Danilo, tuo marito e compagno, ci avete regalato il vostro sguardo attento e sorridente, siete sempre così?
 
Sarebbe bello essere sempre attenti e, soprattutto, sorridenti ma, essendo esseri umani, a volte falliamo miseramente nell'intento. Fortunatamente queste "volte" non sono tante, anche perché l'ironia e l'autoironia sono tra le cose di cui non riesco a fare a meno nella vita (e per fortuna, perché me l'hanno sempre salvata); diciamo solo che quando sento che è una di quelle volte lì, mi chiudo dentro casa coi miei gatti e un buon film e faccio in modo che la gente non se ne accorga. Ma non ditelo a nessuno!
 
L’argomento “tempo” domina questa breve intervista, per cui rotto il ghiaccio passo all’argomento per il quale abbiamo voluto incontrarti: la Sclerosi Multipla, malattia da cui sei affetta da 6 anni.
Durante la riunione del Comitato di Quartiere abbiamo parlato di “Gardensia”, l’evento che ci vedrà presenti sabato 8 e domenica 9 marzo a Santa Maria delle Mole insieme al Circolo Legambiente Appia Sud Il Riccio APS, con la vendita delle gardenie e delle ortensie a supporto dell’AISM a favore della ricerca sulla Sclerosi Multipla.
In quella occasione hai raccontato la tua esperienza e la cosa che più mi ha colpito è stata la tua disponibilità ad offrire ascolto alle persone che, improvvisamente, vengono a conoscenza di essere affette dalla stessa tua malattia.

Questo proiettarti all’esterno di te stessa per aiutare gli altri mi spinge a chiederti come un/una amico/a, un/una parente può stare vicino a chi vive questa malattia, farle sentire il proprio aiuto nel modo più appropriato?
Te lo chiedo perché quando una persona vive qualcosa a noi non nota c’è sempre quell’imbarazzo di dire o fare la cosa sbagliata: è realmente così (ovvero si può dire o fare qualcosa di sbagliato) o è proprio questo il primo comportamento da evitare perché è proprio quello che crea un muro con l’altra persona?
 
Partiamo col dire che ogni cosa fatta con amore non è mai sbagliata. E ricordiamoci che, prima di ricevere la diagnosi, anche io facevo parte dei "noi per i quali la cosa non è nota". Frequentandola e avendoci a che fare e frequentando e avendo a che fare con chi si trova nella mia stessa situazione, ho imparato (così è facile, vé? 😂) che le persone con Sclerosi Multipla hanno bisogno essenzialmente di tre cose:
1. Non essere identificate con la loro malattia: sono persone come tutte le altre, non sono la loro malattia;
2. Essere incoraggiate; sapere che non sono necessariamente condannate ad una vita orribile, perché di fatto non è così;
3. Che chi le ama si informi (bene) sulla Sclerosi Multipla, così da poterle incoraggiare al meglio e, come dici tu, “fargli sentire il proprio aiuto nel modo più appropriato”; e fargli capire una cosa fondamentale, che mi disse il primo neurologo che mi visitò e azzardò – a gamba tesa – un “Mi sa che hai la Sclerosi Multipla”: finì la frase con un “e spera che sia quella, perché potrebbe andare molto peggio”.
Forse può sembrare una cosa brutta da dire, ma oggi posso confermare che quel neurologo aveva ragione.
 
Il tuo nome ricorre nel web grazie al tuo lavoro di attrice e sceneggiatrice, amata ed apprezzata da molti colleghi che testimoniano questo affetto nel tuo sito https://alessandrakre.com.
Se si pensa al mondo del cinema lo si immagina come una cosa lontana dall’ordinario, lo stesso accade se ci si rapporta con una malattia. Sono vere queste affermazioni o, per dirla meglio, quanta normalità esiste nel vivere la sclerosi multipla nel quotidiano?
 
All'inizio niente è normale.
Non è normale il fatto di non potere più correre, saltare, “banalmente” camminare (e tutte le cose che fino a poco prima erano, appunto, le cose più normali e “banali” del mondo); non è normale il fatto di fare cinque passi e sentirti stanco come se avessi corso la maratona di New York; non è normale il fatto di passare buona parte della tua vita in ospedali, studi medici, case di cura per la fisioterapia, laboratori di analisi; non è normale (anzi è proprio paradossale, così grottesco che fa quasi ridere) il fatto di passare dal frequentare assiduamente (e con entusiasmo) negozi di scarpe (magari col tacco), al frequentare altrettanto assiduamente (e forse con più entusiasmo!) negozi di articoli ortopedici e ausili per disabili.
Oggi mi chiedo quanto mi sarei goduta anche quella che pensavo fosse una “banale” corsa dal portone alla macchina perché inizia a diluviare ed io ho dimenticato l’ombrello, se solo avessi saputo che di lì a poco avrei potuto correre solo la notte, nei sogni (sì, la notte sogno spesso di correre e la mattina penso a quanto mi manca; a me, che ho sempre odiato correre!).
E poi mi chiedo che persona sarei stata se non avessi ricevuto la diagnosi.
La risposta alla prima domanda è “Molto di più”, la risposta alla seconda è “Molto diversa; in peggio, perché avrei continuato ad ignorare il valore inestimabile di una corsa di pochi metri dal portone fino alla macchina perché inizia a diluviare ed io ho dimenticato l’ombrello”.
Col tempo le cose diventano più “normali”. O, più semplicemente, ti adatti, ti abitui, finisci col trovare le soluzioni migliori: i fisioterapisti mi hanno spiegato che il corpo si adatta ai nuovi modi in cui è “costretto” a vivere, senza che noi nemmeno ce ne rendiamo conto.
La gente mi dice spesso che sono “una grande”; io rispondo che non è vero manco pé gnente, e che credo che si tratti semplicemente dell’“istinto di sopravvivenza” al quale si aggrapperebbe disperatamente chiunque sia costretto dalla vita ad aggrapparcisi.
 
A proposito di cinema, ti andrebbe di parlarci dei tuoi progetti che “bollono in pentola”?
 
Sono parecchie le cose che bollono in pentola ma, come sempre, finché l'ufficio stampa non ha fatto il suo lavoro rendendole pubbliche, si deve tacere (pena la lapidazione sulla pubblica piazza!); ma dal momento che l'ufficio stampa ha fatto (egregiamente) il suo lavoro, per ora posso parlare de "La guerra di Elena": un lungometraggio che ho scritto insieme a Stefano Casertano (prodotto da Masi Film, con Titanus, Rai Cinema, M47, Sound Art 23) e che racconta la storia di Elena Di Porto, la partigiana ebrea che tentò di avvisare i suoi correligionari del rastrellamento del 16 ottobre 1943, senza essere creduta.
Un progetto al quale sono davvero molto legata e che spero ci dia tante soddisfazioni.
E che spero ne dia soprattutto a voi.
 
Le domande sarebbero molte altre ancora, ma ti lasciamo ai tuoi impegni non senza averti prima ringraziato per averci dedicato un po’ del tuo tempo.
Grazie a queste poche righe adesso Santa Maria delle Mole potrà sapere che la sua comunità annovera nuovi talenti: quelli di una donna coraggiosa, generosa e di un’artista come te.
Ciao Alessandra.
 
Grazie a voi e complimenti per le bellissime domande; potete quasi rubarmi il lavoro.
Ciao, Santa Maria delle Mole!

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