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Salute
La lesione della cuffia dei rotatori

 

 


             

 

Salute: La lesione della cuffia dei rotatori

Salute
27/02/2019
Alessandra Benassi

 

Per affrontare il tema della lesione della cuffia dei rotatori è importante dedicare qualche istante alla descrizione di quella che è la morfologia e anatomia della struttura scheletrica della spalla, costituita da:

1. Scapola

2. Omero

3. Clavicola

Queste tre importanti ossa si congiungono tra loro componendo l’articolazione scapolo omerale e acromion clavicolare. Tale struttura che viene impiegata per lo svolgimento di movimenti ampi e innumerevoli funzioni ha bisogno di essere sostenuta e supportata da una serie di strutture muscolo legamentose che nel loro insieme vengono definite cuffia dei rotatori.

I muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono:

1. Sovraspinato

2. Sottoscapolare

3. Sottospinato

4. Capo lungo del bicipite

5. Piccolo pettorale

La spalla facendosi carico di movimenti e funzionalità innumerevoli può rischiare una compromissione a causa di: una postura scorretta, come ad esempio una spalla anteposta e un dorso piatto; un overuse, indichiamo con questo termine un lavoro eccessivo e ripetuto nel tempo a carico della spalla, immaginiamo ad esempio gli allenamenti di un atleta che svolge il lancio del peso o il sollevamento pesi; un attività lavorativa in cui quotidianamente vengono sollevati dei pesi; un trauma come una caduta o un incidente

L’usura dei tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori può essere di due gradi:

1. Lesione parziale: in questo caso molte persone non si rendono neanche conto della lesione.

2. Rottura completa: il paziente avverte moltissimi dolori e impossibilità nell’esecuzione di alcuni movimenti del braccio.

La lesione parziale o totale ha una forte incidenza sulla qualità della vita, interessando movimenti come: tirare su il braccio per afferrare qualcosa o indossare indumenti; portare il braccio dietro il tronco per allacciare qualcosa; infilare una giacca; prendere un oggetto all’esterno

Con la collaborazione dello staff dello studio fisioterapico Mira abbiamo ricostruito gli step che permettono di intervenire sulla patologia.

In prima istanza è fondamentale diagnosticare con uno specialista il tipo di lesione, il livello e il muscolo coinvolto. L’esame da prediligere è la risonanza magnetica che permette di verificare lo stato effettivo dell’articolazione (l’ecografia evidenzia la lesione ma rileva lo stato effettivo).

In seguito alla diagnosi e accertato lo stato dell’articolazione l’intervento fisioterapico e riabilitativo si sviluppa in tre fasi:

1. A breve termine: In questa fase il lavoro interessa la sintomatologia in fase acuta intervenendo con terapie antinfiammatorie e antalgiche, per togliere e ridurre la sintomatologia dolorosa, come:

Hilterapia

Laser terapia

Tecar terapia

Mobilizzazione passiva

2. A medio termine: in questa fase si intervenire con l’obiettivo di rilassare la muscolatura, che dovendo sopperire alla mancanza o debolezza della struttura muscolare coinvolta si è contratta e quindi è andata in protezione. Il fisioterapista ricorrerà a terapie decontratturanti, come:

Masso terapia

Rieducazione motoria passiva e attiva assistita

3. A medio lungo termine: in questa fase l’obiettivo è quello di ricreare la funzionalità dell’articolazione e quindi il movimento. E’ possibile dunque lavorare sul concetto di stabilizzazione dinamica ricorrendo alla:

Rieducazione motoria

Ginnastica posturale.

 

 

 

Alessandra Benassi
27/02/2019
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Tag: #lesione #della #cuffia #rotatori

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