I Punti Informativi Comunali (PIC)
Ogni volta che abbiamo necessità di richiedere un documento, di mandare un messaggio, di fare una segnalazione…di comunicare in genere, dobbiamo poter contattare Istituzioni, Enti, Aziende che sono depositari delle informazioni che ci interessano.
Ed ogni volta dobbiamo andare nella sede in cui opera il destinatario delle nostre richieste, fare una fila più o meno lunga ad uno sportello, dire la ragione della nostra visita ad un operatore quasi sempre annoiato e raramente gentile che dovrebbe aiutarci a compilare moduli da inoltrare magari attraverso altri sportelli e tornare dopo qualche giorno per ritirare i documenti richiesti, magari in un’altra sede o presso altri sportelli.
Per molti di noi, magari anziani o limitati nei nostri movimenti, o lontani dai luoghi in cui sono ubicati questi sportelli, o a causa di orari per noi difficili da rispettare, questa trafila è più onerosa di quanto lo sia per altri che riescono a muoversi con più elasticità in questi labirinti burocratici.
Ed è proprio a questi che è rivolta l’iniziativa del nostro Comune, iniziativa che prevede di rendere disponibili strumenti informatici e formazione di base che possano mettere in grado questi cittadini di colloquiare con i sistemi predisposti alla fornitura di informazioni e di dati.
Una volta acquisite queste capacità, anche il cittadino meno abile dal punto di vista informatico, potrà richiedere ed ottenere on line certificati e permessi, potrà pagare bollette e tasse, potrà quindi operare in autonomia nel complesso mondo delle reti e dei sistemi informativi.
Il progetto prevede che gli strumenti vengano disposti in sedi usualmente frequentate da tale tipologia di popolazione (Centri anziani, Comitati, Associazioni) e che la formazione venga erogata da volontari a loro volta appositamente addestrati.
Da questa idea di eccezionale valore sociale, per passare alla pratica attuazione del progetto si deve necessariamente passare attraverso la formazione dei futuri ‘addestratori’. Formazione che si attua attraverso incontri durante i quali i promotori dell’iniziativa illustrano in modo sempre più preciso le finalità del progetto e le procedure di accesso ai servizi informativi di interesse.
Nell’ultimo incontro sono stati introdotti in modo approfondito i concetti e le finalità del progetto e sono state mostrate alcune slides che illustravano il percorso necessario per arrivare ad avere accesso ai sistemi, dall’acquisizione delle chiavi di accesso ai metodi di navigazione.
La spiegazione era accompagnata dalla proiezione di ‘pagine anonimizzate’ relative alla ricerca di dati personali del relatore ma che, proprio per effetto dell’anonimizzazione, si sono dimostrate poco efficaci.
E’ stato suggerito di creare una ‘demo’ che illustrasse in modo più realistico il percorso seguito simulando dati fittizi che però avrebbero prodotto risposte, anche loro fittizie, ma che avrebbero mostrato il percorso seguito per accedere, selezionare e produrre le informazioni richieste.
Questa indicazione è stata in primo momento scartata con un gesto della mano e poi, subito dopo, rifiutata con la motivazione che creare un ambiente di simulazione sarebbe stato troppo costoso. Risposta che evidenzia due cose: da una parte che non è stata compresa la richiesta e, dall’altra, che non erano gradite domande che interrompevano il flusso del ragionamento del relatore.
Quello che è accaduto è che non c’è stata disponibilità e volontà di condividere il progetto e di accettare domande e suggerimenti (il relatore non aveva molto tempo in quanto aveva un impegno non rimandabile e quindi, nonostante il suo invito a fare domande, non è stato possibile ottenere risposte). Inoltre, il relatore si è urtato fortemente nei confronti della sua co-relatrice perché rispondeva a domande dei presenti mentre lui si stava rivolgendo ad altri.
Ora, considerata l’assoluta disomogeneità dei volontari intervenuti e la loro completa disponibilità ad essere utili nei limiti delle loro capacità individuali, non mi pare che sia questo il modo migliore per riuscire ad ottenere risultati positivi.
Infatti, tra i circa 40 volontari presenti a questo incontro c’erano persone per lo più anziane, con livelli di conoscenza informatica molto eterogenei. Per quanto mi consta, ritengo che solo una delle persone presenti sia in grado di creare siti e portali molto complessi mentre una notevole maggioranza è costituita da persone a livello di prima informatizzazione, e quindi assolutamente non in grado di contribuire alla formazione di neofiti... che probabilmente non sanno neanche usare una tastiera.
Quindi, visto che l’avvio del progetto ed il suo successo dipendono essenzialmente dal modo in cui vengono qualificati i formatori, è necessario che i promotori si prestino sia ad ascoltare con pazienza quanti oggi sono limitati nella conoscenza, sia ad apprezzare la collaborazione di quanti possono essere utili a dare suggerimenti e fornire indicazioni derivanti da esperienze pluriennali nel campo.
Le idee, anche le più meritevoli come questa, richiedono un forte impegno per la loro realizzazione e non è producente arroccarsi sulle proprie convinzioni nel timore di dover modificare quanto idealmente già costruito, per seguire indicazioni derivanti da interventi di esperti il cui unico scopo è quello di aiutare per portare al successo questo progetto.
Di certo i promotori possono contare sui volontari che si sono appassionati a questo progetto, volontari che sarebbero delusi di non vederne il successo, ma occorre ascolto, comprensione, responsabilità e capacità di rivalutare e le proprie impostazioni e le proprie idee per condividerle con quanti poi saranno i veicoli principali del progetto ed i garanti della sua riuscita, al di là della innegabile qualità intrinseca del progetto stesso.