Quando la mattina usciamo per andare al lavoro sicuramente ci soffermiamo a pensare alle attività che ci aspettano sulla scrivania, sul tavolo da lavoro, nell’officina e ci prepariamo ad affrontare quei compiti che renderanno produttiva ed il più possibile appagante la nostra giornata.
Qualcuno si avvicinerà al suo ambiente di lavoro con animo sereno, altri penseranno alla difficoltà dei rapporti che talvolta rendono più pesante la giornata, ma i più sanno che dovranno operare in un ambiente noto, del quale conoscono pregi e difetti e nel quale sanno sempre più muoversi con disinvoltura e sicurezza.
Per contro c’è una categoria di lavoratori per i quali non c’è nessuna certezza di quanto dovranno affrontare nel corso della loro attività lavorative e dei rischi che saranno soggetti a correre nella giornata o nel turno che si preparano ad affrontare.
E queste sono le categorie cui appartengono tutte quelle persone che hanno come compito principale quello di garantire la sicurezza di noi privati cittadini, delle imprese e degli imprenditori da cui dipende l’economia della Nazione intera.
E così accade che anche quel giorno, il 13 giugno di diciassette anni fa, il Vice Brigadiere Sandro Sciotti salutata sua moglie Claudia e baciati i suoi piccoli, Dario e Diana, si avvia per iniziare la sua giornata lavorativa.
Certamente, pur conscio dei pericoli che correva ogni giorno, non si aspettava che gli eventi lo avrebbero portato a dover affrontare dei delinquenti armati che stavano effettuando una rapina in banca, e non poteva prevedere che uno di loro lo sorprendesse all’esterno della banca e lo ferisse a morte con diversi colpi di pistola.
E che il suo senso del dovere ed il suo istinto di sopravvivenza gli avrebbero dato ancora la forza di rispondere al fuoco.
Ed oggi, con profondo senso di gratitudine anche noi del Comitato di Quartiere siamo qui, insieme ai suoi Commilitoni giovani ed anziani, ai suoi Ufficiali, al Parroco ed al Sindaco, a ricordare la Medaglia d’oro Sandro Sciotti che, morendo nel compimento del suo dovere di Vice Brigadiere del Corpo dei Carabinieri, ci ha protetti sacrificando la sua vita.
Un grande abbraccio alla sua famiglia.
Articolo di Gianni Morelli
Antonio Calcagni |
18/06/2019 Articolo letto 2.246 volte |
Commento di: michele t.
"Usi obbedir tacendo e tacendo morir". Il motto dell'Arma di Carabinieri è tragicamente attuale nel caso del Brigadiere Sciotti e di tanti rappresentanti delle Forze dell'Ordine che quotidianamente svolgono con coscienza il loto dovere. Davanti ad una tragedia non rimane che il silenzio ed il ricordo, unico prezioso lascito al quale i familiari possono aggrapparsi per continuare a vivere. Per la moglie ed i figli il senso di orgoglio per il loro congiunto, e l'affetto e la vicinanza dei Cittadini, possono permettere loro di superare il lutto e di affrontare la vita ed il futuro.
Troppo spesso invece, della morte di un congiunto sul lavoro, ed è il caso di tantissimi operai, regolari o al nero, non rimane che una fuggevole notizia sul giornale. Il tragico silenzio che cala, dopo qualche ora di sciopero di solidarietà dei colleghi delle vittime, è un macigno che resta nel cuore e nella mente dei loro familiari, lasciati soli ad elaborare il loro lutto, che sovente non riescono a comprendere e a superare.
Il problema delle morti bianche dei lavoratori è uno dei grandi drammi irrisolti della nostra Società, al quale non si danno adeguate risposte e sufficiente attenzione.
Onore al Brigadiere Sciotti e a tutte le vittime innocenti sul luogo di lavoro-
Un ex Carabiniere figlio di Carabiniere.
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