Per "civismo politico" si deve intendere un approccio completamente alternativo al sistema dei partiti oppure un approccio critico ma possibilmente anche sinergico al sistema dei partiti?
I fatti recenti (ad esempio Torino per la TAV, Piazza del Popolo a Roma e la manifestazione per il Decreto Sicurezza sempre a Roma, oltre alle proteste sotto al Campidoglio) mostrano un sempre maggiore desiderio di partecipazione dei cittadini alla vita politica ed alle scelte che sono considerate importanti e che condizionano lo stile di vita ed il futuro della nostra Nazione e dei Territori, anche diversi per cultura e tradizioni, che la compongono. Qualcosa comincia a muoversi e sembra quasi messa da parte quella accettazione passiva che, a causa dello sbandamento cui abbiamo assistito nelle direzioni dei Partiti che hanno tradizionalmente dominato la scena politica del nostro Paese, ha portato a quei fenomeni (la bocciatura del Referendum, le lotte interne che hanno portato alle dimissioni di un Segretario di un partito tra i più importanti in Italia e di un Presidente del Consiglio dei Ministri, l’utilizzo di tecniche di comunicazione molto penetranti nonché la grande crisi economica che ha fortemente inciso sulla distribuzione della ricchezza aumentando le sacche di povertà e lo scontento di buona parte della popolazione), da cui la decisione degli elettori di tentare di cambiare radicalmente la scena politica ricercando forze nuove e fresche cui affidare il Governo.
Ma questo non è stato ancora sufficiente, e sembra affermarsi il concetto di come non si possa prescindere da una presenza più determinante della popolazione nella gestione della Cosa Pubblica ed è sempre più evidente come la recente capacità di aggregazione non derivi dalle manovre dei partiti tradizionali o dalla nascita di nuovi partiti. Piuttosto si presenta come un fenomeno derivante da gruppi di cittadini che sentono di poter condividere esigenze e bisogni comuni. Cittadini che hanno iniziato ad organizzarsi e ad uscire con sempre maggiore frequenza allo scoperto. Mi riferisco alle istanze provenienti dalle Associazioni e dai Comitati costituiti da volontari che stanno prendendo forma più consistente sul Territorio e che, in modo sempre più partecipato, si interessano e collaborano attivamente a migliorare ciò che li circonda, facendo riferimento semplicemente alla loro qualità di cittadini.
Una forma di ‘civismo associativo’ che porta alla creazione di una ‘cittadinanza attiva’ per cui ciascun individuo si offre di fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita dell’ambiente in cui vive ed opera. Una sorta di ritorno alla consapevolezza di quanto può essere considerato come corrispondente ai nostri doveri di cittadino e di vicinanza, ed ai principi di condivisione di quanto ci circonda. Non importa come si esplichi questa partecipazione che può andare dal riparare un’altalena in un parco, al condividere idee e proposte per la conservazione dell’ambiente, o al dimostrare per la conservazione dei reperti archeologici che costituiscono un valore importante per i nostri Territori, o per l’ampliamento dei parchi Regionali o nell’organizzare sagre e feste rionali o per il raggiungimento di qualsiasi altro obiettivo nell’interesse comune. L’importante è condividere e discutere per ricercare risposte e suggerire soluzioni, ed è determinante partecipare e far sentire la propria voce nell’arena politica. E tendere ad affermarsi come presenza efficace e costruttiva, atta a riempire i vuoti lasciati dall’ormai evidente fallimento delle politiche tradizionali, vuoi quelle confusamente imposte dalle segreterie dei partiti o a quelle fatte maturare nella ‘pancia’ di una popolazione giustamente insoddisfatta.
Gianni Morelli |
15/11/2018 Articolo letto 711 volte |
Commento di: maurizio aversa
Variazione sul tema. E' il civismo politico, qui rappresentato, una sorta di "antipartiti" ma non propriamente qualunquista da vecchia destra? E se, così, al di là delle intenzioni, è quindi una sorta di "qualunquismo di sinistra" che ovviamente è un ossimoro? Due elementi: il punto di partenza della costatazione di attività sociali, culturali e politiche, vengono presentate come una sorta di grande critica ai partiti e forze qui presenti nella scena degli ultimissimi anni. Troppo parziale tale visione, soprattutto perchè rischia di nascondere la vera questione delle idee e delle ideologie. Infatti, se non si vuole mischiare inutilmente qualunque attività umana in un indistinto frullatore che rappresenti tutto e il contrario di tutto, appare ovvio che le scelte, e quindi la politica e la prepolitica perfino, debbano comunque presentarsi con un sistema di idee generali. Valevoli per la cultura, come per il sostegno sociale. Per la programmazione economica come per il funzionamento delle istituzioni e della democrazia. Ma tutto ciò deve prevedere due condizioni: l'una è l'accettazione delle cose condivise, che nel caso italiano si chiama adesione totale al dettato costituzionale. Della Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza nella lotta antinazista e antifascista, e chi sta fuori da ciò non è un interlocutore: è semplicemente un criminale politico e va bandito dalla vita pubblica (vedi Casapound che propugna il fascismo, etc). L'altra condizione è presentare, trasparentemente, quindi senza gioco delle tre carte, senza ambiguità, senza "siamo tutti uguali, vogliamoci bene", il sistema di idee di riferimento, le ideologie. Chi non vuole questa chiarezza vuol dire che sceglie semplicemente gli attuali detentori del potere comunque esso si manifesti. In barba ad ogni rappresentazione di "civismo politico" come evoluzione di nessun pensiero. In particolare, e per chiarezza, il riferimento ai partiti va sviscerato con semplici domande: l'ideologia che sottostà alle politiche - sia di governo che non - del PD fino ad oggi come si connota? Come una ideologia capitalistica, punto. L'ideologia del Movimento Cinque stelle, invece? Pure, sottostà all'ideologia capitalistica. E invece la Lega e Forza Italia? Pure, allo stesso modo sono per il capitalismo? E perchè? perchè è il sistema di idee che sta risolvendo i problemi del Paese e del mondo? No affatto li peggiora, nelle articolate varianti (USA, Israele, Europa, Nato, ecc) il capitalismo porta guerre, disuguaglianze, sempre maggiori, aumenta la povertà e la distanza sociale tra le classi. Gioca sopra ogni vita di ogni essere umano facendo credere che non ci sono più le classi - semplciemente perchè fisicamente non ci sono più concentrazioni di grandi fabbriche produttive di beni ma è tutto polverizzato e automatizzato- ma permane o no la differenza tra milioni, miliardi di uomini e donne sfruttate e pochi, pochissimi, nel mondo che godono di spropositate ricchezze e potere di decisione? Dunque c'è questa ideologia e c'è, all'opposto l'ideologia che fa riferimento alle idee comuniste, che - ad esempio in Cina - hanno abbattuto dell'80% il problema della povertà. E non si parla di numeri secondari essendo la popolazione cinese contata a miliardi di individui. Di una ideologia che in Italia ha punti fermi nel rispetto della Costituzione, e mai ha esitato su questo. Che ha visto forze, in primo luogo il Partito Comunista Italiano, ma anche altre organizzazioni, stare sempre dalla stessa parte: quella degli sfruttati. Che ha visto i propri esponenti impegnarsi, come in Italia e come qui localmente, in tante attività di natura sindacale, ambientale, sociale e culturale, senza mai annacquare questo impegno in "civismo". Insomma, la dizione civismo politico, al di là delle intenzioni, non è una elevazione di attvità umane alla politica, ma il contrario: è la discesa dalla politica, alla prepolitica per negare la forza e la necessità delle ideologie. A volte lo si fa per convenienza, a volte lo si fa per debolezza ( delle proprie idee, delle proprie argomentazioni), sicuramente è un indirizzo descrittivo che non aiuta la nostra società, nè rispetto alla fase "molto negativa" che stiamo attraversando, nè rispetto alla chiamata all'impegno di nuove energie. Che, si, vanno sollecitate, pure passando da impegni sociali e culturali, ma mai contrabbandando tutto ciò per nuova politica. La politica è cosa sana, bella, rovinata da alcuni o molti certamente, ma non per questo va archiviata e sostituita con placebi. Uno cento mille impegnati in attività le più disparate, per accedere quindi a misurarsi con la possibilità di diventare uno cento mille impegnati nella politica diretta!
Commento di: Gianni Morelli
Rieccoci alle ideologie. Io parlavo di cose da fare e le foto che ho allegato mostrano cose fatte. Piccole cose, ma molto politiche, perché rivolte al popolo e realizzate da persone che non ne traggono vantaggio, né economico, né di poltrone, né di prestigio di alcun altro genere e che nulla vogliono togliere alla validità della nostra Costituzione ed agiscono nel totale rispetto di tutte le ideologie, della Natura, della Conservazione dell'Ambiente, della Resistenza, ecc.... Oltre, naturalmente delle scelte democratiche, effettuate con elezioni democratiche, nell'individuare chi è ritenuto più idoneo a governare il nostro Paese, pur non condividendo le scelte effettuate.
Due momenti distinti quindi:
1 - da 'cittadini' verso altri 'cittadini' il primo, indipendentemente dal pensiero politico di chi fornisce la sua disponibilità e di chi ne gode e nell'assoluta ricerca di dialogo e di integrazione sempre critica ma lontana dalla becera contestazione ideologica nei confronti di chi è stato eletto. Opposizione ad oltranza che non porta risultati
2 - da 'elettori' che si orientano secondo le ideologie che più li rappresentano l'altro.
Comunque ringrazio Aversa perché ha dato una riposta molto decisa alla mia domanda iniziale: I Partiti Politici, o almeno il PCI, non accettano concetti di possibile ascolto e di integrazione con quei movimenti spontanei che sono ormai parte della nostra società, esattamente come non li accetta qualunque propugnatore di ideali pro domo sua, sempre orientato a costringere tutto il mondo al 'pensiero unico' o come i qualunquisti che tentano di imporre l'assenza di idee causando l'insorgenza di movimenti basati solamente sulla rabbia di chi si sente messo da parte e cerca un 'cambiamento'.
Inoltre sono convinto che il fascismo possa mimetizzarsi sotto colori diversi e non è detto che le ideologie si muovano su una retta, e se si ipotizza che si muovano su un cerchio, succede che gli estremi arrivino fino al punto di toccarsi.
Commento di: maurizio aversa
e dopo taccio. Ma due cose le contesto: la barzelletta degli estremi che si toccano e quindi meglio il nobile centro: dagli coi democristiani di sempre! E la conclusione assolutamente soggettiva e mai enunciata della incompatibilità o della ripulsa a chi agisce nella società per aggregazioni, per associazionismo, per volontariato. E a S. Maria delle Mole, tutto il Comitato di Quartiere, così come pure Morelli, dovrebbero ben sapere di cosa sono capaci - in termini di energie e di efficacia - i comunisti in questo ambito "civico" che non si nasconde nel non-politico, ma, al contrario offre servizi e contenuti! Buon lavoro a tutti noi.
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