La spalla nell’essere umano è un’articolazione progettata per avere un enorme mobilità, con lo scopo di rendere il braccio libero di interagire con lo spazio circostante ed essere il più funzionale possibile al soddisfacimento delle attività quotidiane.
La spalla con la sua mobilità ha rivestito da sempre un ruolo di grande importanza per la sopravvivenza: si pensi nella preistoria alla necessità di difendersi da animali feroci, di cacciare e di arrampicarsi.
Questa mobilità necessita di una stabilità, garantita da numerose strutture:
Nel caso in cui una delle strutture sopra citate subisca una lesione o sia presente un’eccessiva lassità la spalla perderà la sua normale posizione e diverrà INSTABILE.
Insieme al centro di fisioterapia Mira di Santa Maria delle Mole vediamo insieme caratteristiche e differenze tra la Lussazione e la Sublussazione.
Parliamo di LUSSAZIONE quando la spalla nella condizione di instabilità va incontro a una fuori uscita completa dalla sua sede.
Parliamo di SUBLUSSAZIONE quando vi è un’uscita parziale della testa omerale.
Nel caso in cui questi fenomeni si ripetano nel tempo si parlerà di LUSSAZIONE RECIDIVANTE.
Questi due fenomeni possono verificarsi in seguito a un trauma oppure a causa di una eccessiva lassità legamentosa, o ancora per movimenti particolarmente estremi o ripetuti nel tempo.
Per la diagnosi lo specialista attraverso un’anamnesi accurata e una serie di test può definire la lesione e attravero la Tac e la risonanza magnetica sarà possibile individuare nello specifico l’entità della lesione e l’eventuale concomitanza di fratture.
Il trattamento nel caso di sublussazione e lussazione dipende dal grado di instabilità, dall’eventualità di recidive e dalla qualità della vita del paziente.
In generale si potrà intervenire con:
Nell’eventualità il paziente abbia frequenti recidive oppure una limitazione nelle sue normali attività di vita sarà necessario intervenire chirurgicamente per ripristinare la stabilità della spalla.
Successivamente a un periodo più o meno variabile di immobilità post chirurgica il ruolo della fisioterapia sarà quello di ripristinare il tono muscolare e l’escursione articolare, con Rieducazione Motoria che in una prima fase sarà passiva per poi passare ad attiva assistita e attiva.
I tempi di recupero variano da soggetto a soggetto, in base a fattori come:
Il Pilates è una disciplina che prende il suo nome dal suo creatore, Joseph Pilates, il quale ideò e sviluppò una serie di esercizi volti a rinforzare la muscolatura, ad aumentare la flessibilità e a migliorare lo stato di salute generale. La tecnica si basa sulla connessione tra la mente ed il corpo e ogni esercizio viene eseguito prestando particolare attenzione alla respirazione, alla tecnica di esecuzione adeguata e rispettando schemi motori altamente efficienti. Il Pilates rinforza il centro, migliora l’equilibrio, aumenta la coordinazione e diminuisce lo stress. Obiettivo del Pilates è imparare a muoversi meglio in maniera tale da sperimentare i benefici nella vita di tutti i giorni.
La disciplina completa e non invasiva apporta molteplici benefici, quali:
Insieme allo staff dello studio Fisioterapico Mira di Santa Maria delle Mole abbiamo compreso come tali benefici vengono raggiunti, ed è proprio seguendo 9 principi base, quali:
ll corpo è un sistema complesso: e come ogni meccanismo va trattato con cura. Per preservare la sua efficacia e la sua efficienza si ha la responsabilità di scegliere le adeguate fonti energetiche per la sua alimentazione e di realizzare una buona manutenzione di tutte le sue componenti.
Proprio per questo vogliamo parlarvi del “core"ovvero un gruppo di muscoli che circondano l’addome e la pelvi, e che risultano di fondamentale importanza in termini di salute e corretto movimento. Dedicarsi all’allenamento del core permette di raggiungere un migliore livello di controllo motorio e la possibilità di lavorare in un’ottica preventiva riducendo le possibilità di infortunio e l’insorgere di patologie muscolo scheletriche.
A questo proposito è importante sapere che la parete addominale è costituita da 4 strati di muscoli Il più profondo, detto unità interna, è a sua volta formato da 4 muscoli che hanno lo scopo principale di stabilizzare tutta la zona della colonna lombare, e sono:
Insieme allo staff dello studio fisioterapico Mira abbiamo individuato alcuni semplici esercizi, da poter praticare in autonomia, per allenare i muscoli del core:
Questi sono alcuni esempi di esercizi da svolgere in autonomia, per un programma completo potete pensare di rivolgervi in una palestra con personal trainer specializzati, svolgere lezioni di rieducazione posturale o di Pilates.
La sindrome da conflitto conosciuta anche come capsulite adesiva o spalla congelata è una patologia che può insorgere nell’articolazione della spalla e rappresenta una condizione dolorosa in cui il paziente lamenta:
La sindrome da conflitto è caratterizzata da una sintomatologia che, a differenza della lesione della cuffia dei rotatori, è presente anche alla mobilizzazione passiva ( quando lo specialista prova a muovere l’articolazione in assenza della partecipazione attiva del paziente).
Ulteriore elemento caratterizzante della patologia è l’aspetto fibrotico e ispessito della capsula articolare e dei tessuti che la compongono.
Le cause della patologia possono essere molteplici, come:
Diagnosi
La diagnosi viene fatta da uno specialista e può essere integrata da una radiografia per escludere la presenza di calcificazioni o artrosi.
Gli specialisti dello studio fisioterapico Mira ci guidano nell’individuazione dei trattamenti fisioterapici volti a ridurre il dolore con terapie:
Nel caso in cui il paziente sia refrattario alle terapie antinfiammatorie lo specialista può ritenere necessario eseguire dei cicli di infiltrazioni con cortisone e farmaci antinfiammatori.
I tempi di recupero sono variabili ( dai 4 ai 12 mesi) questo dipende da vari fattori, come:
Per affrontare il tema della lesione della cuffia dei rotatori è importante dedicare qualche istante alla descrizione di quella che è la morfologia e anatomia della struttura scheletrica della spalla, costituita da:
1. Scapola
2. Omero
3. Clavicola
Queste tre importanti ossa si congiungono tra loro componendo l’articolazione scapolo omerale e acromion clavicolare. Tale struttura che viene impiegata per lo svolgimento di movimenti ampi e innumerevoli funzioni ha bisogno di essere sostenuta e supportata da una serie di strutture muscolo legamentose che nel loro insieme vengono definite cuffia dei rotatori.
I muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono:
1. Sovraspinato
2. Sottoscapolare
3. Sottospinato
4. Capo lungo del bicipite
5. Piccolo pettorale
La spalla facendosi carico di movimenti e funzionalità innumerevoli può rischiare una compromissione a causa di: una postura scorretta, come ad esempio una spalla anteposta e un dorso piatto; un overuse, indichiamo con questo termine un lavoro eccessivo e ripetuto nel tempo a carico della spalla, immaginiamo ad esempio gli allenamenti di un atleta che svolge il lancio del peso o il sollevamento pesi; un attività lavorativa in cui quotidianamente vengono sollevati dei pesi; un trauma come una caduta o un incidente
L’usura dei tendini dei muscoli della cuffia dei rotatori può essere di due gradi:
1. Lesione parziale: in questo caso molte persone non si rendono neanche conto della lesione.
2. Rottura completa: il paziente avverte moltissimi dolori e impossibilità nell’esecuzione di alcuni movimenti del braccio.
La lesione parziale o totale ha una forte incidenza sulla qualità della vita, interessando movimenti come: tirare su il braccio per afferrare qualcosa o indossare indumenti; portare il braccio dietro il tronco per allacciare qualcosa; infilare una giacca; prendere un oggetto all’esterno
Con la collaborazione dello staff dello studio fisioterapico Mira abbiamo ricostruito gli step che permettono di intervenire sulla patologia.
In prima istanza è fondamentale diagnosticare con uno specialista il tipo di lesione, il livello e il muscolo coinvolto. L’esame da prediligere è la risonanza magnetica che permette di verificare lo stato effettivo dell’articolazione (l’ecografia evidenzia la lesione ma rileva lo stato effettivo).
In seguito alla diagnosi e accertato lo stato dell’articolazione l’intervento fisioterapico e riabilitativo si sviluppa in tre fasi:
1. A breve termine: In questa fase il lavoro interessa la sintomatologia in fase acuta intervenendo con terapie antinfiammatorie e antalgiche, per togliere e ridurre la sintomatologia dolorosa, come:
Hilterapia
Laser terapia
Tecar terapia
Mobilizzazione passiva
2. A medio termine: in questa fase si intervenire con l’obiettivo di rilassare la muscolatura, che dovendo sopperire alla mancanza o debolezza della struttura muscolare coinvolta si è contratta e quindi è andata in protezione. Il fisioterapista ricorrerà a terapie decontratturanti, come:
Masso terapia
Rieducazione motoria passiva e attiva assistita
3. A medio lungo termine: in questa fase l’obiettivo è quello di ricreare la funzionalità dell’articolazione e quindi il movimento. E’ possibile dunque lavorare sul concetto di stabilizzazione dinamica ricorrendo alla:
Rieducazione motoria
Ginnastica posturale.
L’artrosi è una patologia cronica che colpisce le articolazioni del corpo, dovuta all’usura e all’invecchiamento delle articolazioni. E’ caratterizzata dalla perdita della cartilagine articolare che viene sostituita da nuovo tessuto osseo, volgendo verso l’irrigidimento e il blocco articolare. La sintomatologia si presenta con il manifestarsi di dolore e limitazione nei movimenti, maggiormente nella loro fase iniziale, come ad esempio al mattino appena svegli o dopo un periodo di immobilità. Ciò che caratterizza l’artrosi è il suo andamento sinoviale, può manifestarsi in momenti e periodi dell’anno in maniera acuta per poi ritirarsi nella sua forma più silente. Il presentarsi della patologia è in prevalenza correlato al passare degli anni, a fattori di tipo ereditario e viene interessata fortemente dallo stile di vita condotto.
Le articolazioni maggiormente colpite sono:
1. Colonna vertebrale
2. Anca
3. Ginocchio
4. Dita delle mani
5. Dita dei piedi
Lo specialista in fase di diagnosi si occuperà individuare la fase artrosica del paziente, che potrà corrispondere a una:
Fase primaria: insorge, della patologia, senza un apparente causa in un articolazione sana
Fase secondaria: esiti di traumi, processi infettivi, processi infiammatori, sovraccarico funzionale, fattori congeniti.
In seguito all’individuazione della fase artrosica è possibile individuare un progetto terapeutico a breve, medio e lungo periodo, volto al benessere psico fisico del corpo e alla riduzione e contenimento della sintomatolgia e patologia. Lo staff medico del centro fisioterapico Mira di Santa Maria delle Mole, ci ha aiutato a fare chiarezza sulle terapie e trattamenti che caratterizzano i tre percorsi riabilitativi.
Nel percorso a breve termine: è possibile intervenire con terapie antidolorifiche e antinfiammatorie come:
1.Tecar terapia: è in grado di accelerare i processi rigenerativi naturali dell’organismo e in particolare le riparazioni cellulari, inoltre è in grado di ridurre il dolore con il vantaggio di velocizzare il recupero dal trauma o dalla problematica che ha colpito il corpo.
2. Hilterapia: esclusiva emissione laser ad alta intensità. Ideale per il trattamento di patologie dolorose alle articolazioni, ai muscoli, i tendini e alle ossa.
Nel percorso a medio termine è possibile intervenire con terapia manuale decontratturante e mobilitazione articolare.
Un piano terapeutico a lungo termine prevede attività di:
Per alleviare la sintomatologia, in piena autonomia è possibile mettere in atto alcuni semplici accorgimenti come:
A cura di Alessandra Benassi