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La Nostra Voce

NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di; Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

Previsioni sull’aumento delle pensioni nel 2024

Previsioni sull’aumento delle pensioni nel 2024 Copertina (545)
Domenico Brancato

 
 
Il Ministero delle Finanze ha previsto che nel 2024 l’indice di perequazione automatica su cui calcolare la rivalutazione delle pensioni, molto probabilmente,  sarà del 5,4%, e che tale indice verrà applicato al 100 per cento per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo di euro 567,94.
 
Conseguentemente,  a partire da gennaio 2024, si presume che le fasce di pensione si rivaluteranno come di seguito indicato:
  • fino a 4 volte il minimo (euro 2.271,56), indicizzazione 100%,   pari a 5,4%;
  • da oltre 4 a 5 volte il minimo ( da euro  2.271,56 a 2.839,7), indicizzazione  85%, pari a 4,59%;
  • da oltre  5  a 6 volte il minimo (da euro 2.839,7 a 3.407,64), indicizzazione  53%, pari a 2,86%;
  • da oltre 6 a 8 volte il minimo (da euro 3.407,64 a 4.543,52), indicizzazione 47%, pari  a 2,54%;
  • da oltre 8 a 10 volte il minimo (euro 5.679,4), indicizzazione del 37%, pari a 2,00%;
  • oltre 10 volte il minimo (maggiore di euro 5.679,4), indicizzazione del 22%, pari a 1,19%.
Pertanto l’importo lordo massimo dell’aumento e delle rispettive fasce di pensione, dovrebbe trovare riscontro in:
  • euro 567,94 x 0,0540 = euro 30,67 + 567,94 0= euro 598,61;
  • da euro 2.271,56 fino euro 2.839,70 x 0,0459 = euro 130,34 + 2.839,70 = 2970,04;
  • da oltre 2.839,70 fino ad un massimo di  euro 3.407,64 x 0,0286 = euro 97,46+ 3.407,64 = 3505,10;
  • da oltre 3.407,64 fino ad un massimo di  euro 4.543,52 x 0,0254 = euro 115,41 + 4.543,52 = 4.658,93;
  • da oltre 4.543,52 fino ad un massimo di  euro 5.679,40  x 0,0200 = euro 113,58 + 5679,40 = 5.792,98;
  • da euro 5.680,00 x 0,0119 = euro  67,59 + 5680,00 = 5747,59.
Ovviamente,  per ottenere l’entità dell’incremento e del nuovo importo lordo  della propria pensione,  occorre moltiplicare l’attuale importo per la indicizzazione della fascia di appartenenza, come per gli  esempi  di seguito riportati:
  • 2.000 sarà  2000 x 0,0540 = 108,00 + 2.000 =  euro 2.108,00
  • 2.500 sarà  2.500 x 0,0459 = 114,75 + 2.500 = euro 2.615,00
  • 3.000 sarà 3.000 x 0,0286 = 85,80 + 3000 = euro 3.086,00;
  • 3.500 sarà 3.500 x 0,0254 = 88,90 + 3.500 = euro  3.589,00
  • 4.000 sarà 4.000 x 0,0 254 = 101,60 +4.000 = euro 4.102,00;  
  • 5.000 sarà 5.000 x 0,0200 = 100+ 5.000 = euro 5.100,00;
  • 6.000 sarà 6.000 x 0,0119 = euro 71,40 + 6.000 = euro 6.071,00 ;  e cos’ via.
Per quanto concerne poi  l’Assegno Sociale (Prestazione erogata a domanda, rivolta alle persone in condizione economiche disagiate e con redditi inferiori alle soglie previste annualmente dalla legge), il cui importo attuale è di euro 503,27 e che con la rivalutazione definitiva per il 2023 salirà a 507,02, nel 2024 dovrebbe arrivare a euro 534,40.
 
Incrementi, più o meno  dell’ordine di un centinaio di euro, finalizzati a compensare il minore valore di acquisto delle pensioni,  imputabile   all’inflazione. (dovuta essenzialmente alla crescita dei prezzi conseguente l’improvviso aumento  della domanda dopo due anni di lockdows,   alla crisi di approvvigionamento energetico e delle materie prime alimentari causati dalla guerra in Ucraina, nonché all’annessa deprecabile  speculazione .). Incrementi che però, in realtà, rimangono  molto al disotto del necessario,  per annullare  gli effetti inflazionistici. Il che si traduce in una sensibile perdita dello stesso valore di acquisto, specie delle pensioni medio-basse.
 
Pertanto c’è d’augurarsi che, come si deduce dall’andamento recentemente  rilevato dell’ISTAT, l’inflazione decresca rapidamente e che un effettivo, più equo,  aumento delle pensioni, in futuro,  possa essere determinato, principalmente, dall’aumento  dei punti di decontribuzione (riduzione dell’importo dei contributi previdenziali ed assistenziali).
 
Considerato che attualmente  l’ammontare  netto delle pensioni  risulta essere  decurtato di circa il  30%,  rispetto l’importo lordo.

Parco Ruggero Lupini, un'esagerata illuminazione, tanto inutile quanto dannosa

Parco Ruggero Lupini, un'esagerata illuminazione, tanto inutile quanto dannosa Copertina    (commenti:2) (1.077)
Domenico Brancato

 
In occasione delle tradizionali manifestazioni per la Festa Patronale di Santa Maria delle Mole 2023, l’illuminazione del Parco veniva integrata con una estesa splendente luminaria, tale da illuminare a giorno l’intera area (Foto n. 1).
Tipologia di integrazione che, come normalmente avviene, doveva essere rimossa a conclusione dell’evento.  
In quanto, la permanenza oltre a comportare un inutile spreco di energia, che specie  in un momento in cui si raccomanda  agli utenti di adottare comportamenti improntati al risparmio, come soluzione più certa ed immediata per abbassare gli esosi  importi delle bollette, costituisce  un controsenso ed una manifestazione di abbandono  in cui versa il Parco (che, data la limitata superficie, sarebbe meglio definire “Spazio verde di Quartiere”). Come testimonia il fin’oggi, ad oltre due mesi dall’installazione, non osservato, inutile e, per le possibili derivanti conseguenze di seguito descritte, non innocuo supplemento di illuminazione notturna.
Abbandono (contrariamente agli orientamenti del “Comitato per lo sviluppo del verde pubblico” istituito dalla legge del 14 gennaio 2013 n.10) percettibile anche:  
 
  • dalla protratta incuria (in particolare, mancate periodiche  irrigazioni, che in una estate  dal caldo torrido  sarebbero state necessarie per  assicurare la sopravvivenza  del prato e delle essenze erbacee ornamentali);
  • dall’omissione di pratiche manutentive (quali interventi per il mantenimento dell’efficienza dell’impianto di irrigazione automatico);
  • e dalla assoluta mancanza della funzione di  controllo di una fruizione trasgressiva (certamente agevolata dall’assenza di segnali dissuasivi), dell’osservanza  delle norme previste da qualsivoglia Regolamento gestionale, da parte di gran parte dei numerosi  abituali frequentatori.
 
Condizioni che purtroppo  annullano, in gran parte, la finalità  di una realtà creata con l’intento di:
  • costituire uno spazio ecologico volto  a mitigare gli effetti prodotti dalla esuberante edificazione urbana e un ambiente idoneo a rendere più vivibili alcuni momenti di quotidianità della comunità;
  • e promuovere la condizione morale dell’utenza, attraverso la socializzazione, l’inclusine, la distensione, i benefici derivanti dal contatto con la natura  e le attività ludico-cultural-ricreative.  
 
Finalità, delle quali nel Parco Lupini trova riscontro, quasi esclusivamente, l’esecuzione delle attività ludico-richeative esercitate da ragazzi  e ragazze in maniera  alquanto istintiva. Poiché caratterizzate dall’uso improprio della dotazione dell’area giochi per Bambini e soprattutto delle aree  destinate a prato,  per il  continuo calpestio, in bicicletta e a piedi, specie in occasione di frequenti concitate  partite di calcio. E contraddistinte da ininterrotti intensi  strepitii per tutti i pomeriggi  (a meno che le condizioni meteorologiche lo impediscano) fino a sera, ed a volte anche a notte inoltrata (dato che, da tempo,  l’ingresso al Parco  avviene senza limiti di orario).
Tutto ciò,  in barba a quanto stabilito dai Regolamenti di Polizia Urbana e  per la gestione dei Parchi e delle aree a verde pubblico.  Regolamenti che prevedono, in particolare, il divieto di:
  • accedervi con biciclette o veicoli in genere, ad eccezione di automobiline a pedale e tricicli per bambini;
  • calpestare, a chiunque,  le aiuole e danneggiare i tappeti erbosi;  
  • gioco del pallone  e simili, salvo che nelle aree all’uopo predisposte; usare le attrezzature per i giochi destinati ai bambini;
  • gettare  o abbandonare a terra e nelle fontane rifiuti di ogni genere;
  • e produrre rumori, schiamazzi, grida e comunque svolgere  attività che possano disturbare la quiete pubblica.
 
Divieto, quest’ultimo, che, data la particolare ubicazione del Parco distanziata, lungo tutto il perimetro, soltanto dall’ampiezza delle interposte strade  con le abitazioni, trova maggior motivo di osservanza,  in quanto l’area rientra in Classe acustica I.  Classe che prevede  un valore limite di emissione sonora diurna e notturna, rispettivamente di 45 e 35  Decibel (Unità di misura adoperata per  il rilevamento del livello dei suoni), corrispondenti al livello sonoro prodotto da una voce parlata o di una pacata conversazione domestica. Mentre la voce di una persona che ha  un tono  più alto e di un bambino che urla,  equivalgono già  al rumore ampiamente oltre i limiti consentiti di 70 e 80  Decibel (Db).
Complesso di condizioni dalle quali si può dedurre che  quella che doveva essere una preziosa oasi naturale e sede di evasione dal frastuono cittadino, attualmente risulta essere tutt’altro che espressione di amenità, luogo di quiete e fonte di benessere psico-fisico.
Per quanto concerne poi il menzionato assurdo eccesso di illuminazione, esso purtroppo costituisce un non trascurabile inquinamento luminoso, in netta  contraddizione con  l’intrapreso orientamento  da numerose Regioni italiane, rivolto ad adottare provvedimenti mirati a:
  • schermare gli apparecchi per illuminazione da esterni,  in modo da indirizzare il flusso luminoso totalmente a terra;
  • limitare l’illuminazione soltanto per il tempo necessario;
  • contenere al minimo indispensabile i livelli di intensità luminosa;
  • spegnere le luci quando non ci sono utilizzatori a trarre vantaggio.
 
Provvedimenti  sollecitati dalla consapevolezza  che tutte le specie viventi sono influenzate dall’alternanza del giorno e della notte. Tant’è   che l’assenza di notti buie e la presenza di una eccessiva illuminazione artificiale notturna possono sconvolgere in modo violento il ritmo sonno-veglia (ritmo circadiano) degli esseri interessati.
Sconvolgimento  sul  quale,   negli ultimi anni,  ricercatori di tutto il mondo hanno condotto studi relativi ai  danni prodotti sugli ecosistemi in cui vivono e si riproducono le varie forme di vita. Danni descritti in una pubblicazione del 2009 dal  giornalista e ricercatore Ron Chepesiuk, nella quale riporta l’esito di numerose autorevoli  indagini che mettono in guardia dall’uso eccessivo e inadeguato dell’illuminazione artificiale notturna.
Possibili conseguenze, delle quali si ritiene utile specificare quelle  più significative, inerenti:
  • l’uomo,  al quale possono causare  turbamento del ritmo sonno-veglia (dovuto ad una maggiore quantità di fotoni o particelle di luce che colpiscono la retina dell’occhio),  a sua volta causa di ulteriori disturbi , come depressione e stress psico-fisico. Inoltre l’illuminazione notturna con lampade alogene e a LED con emissione di luce fredda o bianca (come rilevato dall’epidemiologo Richard Stevens dell’Università del Connecticut) inibisce la produzione di melatonina naturale: ormone che ha dimostrato effetti oncostatici per alcuni tipi di cancro, nei confronti dei quali, la sua assenza o diminuzione nel sangue di notte,  può comportare un accelerazione dello sviluppo.
  •  gli insetti, perché,  essendo attratti dalla luce, vanno incontro alla morte,  in seguito all’impatto con le calde superfici delle lampade. Il che potrebbe sembrare un utile contributo per diminuire i fastidi che alcuni di essi arrecano all’uomo. Sennonché,  è  scientificamente provato che la loro minore presenza comporta un significativo  deficit nella catena alimentare (Insieme delle relazioni alimentari esistenti fra gli organismi  produttori e consumatori di un ecosistema) e nell’impollinazione di piante selvatiche e coltivate;
  • le Falene o farfalle notturne (Foto n.2), dato che subiscono un notevole effetto da parte delle luci artificiali, in quanto impostano la loro rotta migratoria basandosi sulla luna o su stelle particolarmente luminose. Per cui, singole sorgenti luminose o concentrazioni di luci artificiali di agglomerati urbani, competendo con quelle naturali, li attraggono disorientandole e provocando  la demolizione dello sciame migratorio. Nonché la decimazione dei componenti,  dovuta alla loro incompatibilità con gli ambienti in cui si vengono a trovare. E poiché le Falene compiono l’impollinazione notturna dei fiori (Foto n. 3) in maniera più rapida ed efficiente (impiegano meno tempo a raccogliere il polline e a spostarsi su un altro fiore, dove lo depositano)  di quella che le Api e Bombi svolgono in più tempo di giorno, riescono a fornire  lo stesso contributo   per la produzione dei frutti.
 
Pertanto meritano almeno pari protezione ed attenzione  degli insetti pronubi  diurni. Considerato poi che  il comunissimo Rovo (Robus fruticosus) rappresenta, sia per le Api che per le Falene, una pianta fondamentale per la loro sopravvivenza, sarebbe opportuno, ove possibile,  favorirne la diffusione e la crescita controllata (trattandosi di una pianta infestante ed invadente) per fermare il preoccupante crescente declino degli indispensabili impollinatori.
Ed ancora, un ulteriore motivo per il quale le Falene meritano di essere salvaguardate è che l’armatura delle loro ali è composta da tante piccole parti,  aventi diverse caratteristiche, che formano un materiale dalle straordinarie  proprietà elettromagnetiche non disponili in natura.  E che, come tale, costituisce il primo esempio di metamateriale (oltre il materiale) non di origine umana, che i ricercatori ipotizzano  potrebbe servire, in un futuro non lontano, come modello per sviluppare pannelli fonoassorbenti ultra sottili, da utilizzare nelle abitazioni;
  • gli  uccelli, per il motivo che le fonti luminose artificiali possono  nuocere particolarmente; -  nel corso del compimento delle loro migrazioni notturne stagionali basate sull’orientamento astronomico, a causa di pregiudizievoli cambiamenti di direzione  e destinazione; - per  l’abbagliamento che subiscono, dovute alla non abitudine dei loro occhi all’esposizione di luce intensa, che li porta a  scontrarsi con vari ostacoli; - o per  l’induzione  a   manifestazioni di comportamenti anomali, come ad esempio:  Cicogne che, interrompendo il loro viaggio migratorio, volano incessantemente a cerchio attorno ad un proiettore di discoteca fino allo sfinimento; un Gallo  che per effetto dell’illuminazione di un casello autostradale  canta tutta la notte, e così via;
  • i Pipistrelli (Unici mammiferi che pur mancano di penne sono capaci di volare, essendo dotati di ali costituite da una membrana di pelle – pantagio- che si estende tra quattro lunghissime dita che tengono l’arto in tensione (Foto n. 4). Sono eccezionalmente longevi,  visto che l’età massima accertata di individui inanellati è di 41 anni, ma  che normalmente raggiungono i 30 anni e    danno alla luce i piccoli come gli umani,  con l’unica differenza che il parto, in genere di un solo piccolo,  e l’allattamento,  dato che  non costruiscono alcun tipo di nido, avvengono  in volo.  Così, il neonato per evitare di precipitare al suolo,  nasce con i piedi in avanti, in maniera da potersi aggrappare subito alla madre), perché l’illuminazione(in genere dei lampioni dell’illuminazione stradale o altri fari dall’intensa luce), delle  fessure di uscita dei loro rifugi (Sotto tegole, dietro grondaie e cornicioni) comporta la loro fuoriuscita in ritardo per la ricerca di cibo, riducendo il tempo per una caccia adeguata a soddisfare le esigenze alimentari (che si aggirano  intorno ad 1/3 del loro peso corporeo che,  per le specie che vivono in Italia, non supera i 35 g). Il che è causa di deperimento e, a lungo andare, della morte precoce. Inconveniente che  può  determinare l’abbandono degli ambienti divenuti loro ostili (come accaduto nelle aree urbane del nostro territorio, dove da tempo non si ha più modo di vedere, all’imbrunire, sfrecciare zigzagando molti di questi preziosi volatili). E poiché nel nostro ambiente vivono specie che si nutrono  d’insetti (considerato che in una notte ne possano catturare  fino a 1500), ivi comprese la Zanzare, il loro allontanamento, influisce negativamente nel mantenere il  controllo della loro  popolazione  e sulla conseguente salute dell’ambiente;
  • la vegetazione,  in considerazione  che la vicinanza di luci artificiali provoca stress alle foglie che, secondo diversi ricercatori, altera il normale processo fotosintetico, e quindi anche la riduzione della produzione del vitale ossigeno.  Oltre a falsare la durata del giorno e della notte, che in  molte specie, influenza: l’inizio e la fine dei periodi di fogliazione (apertura della gemme ed espansione delle foglie); il tasso di crescita; la forma della chioma e delle foglie; la formazione di organi di riserva;  la caduta delle foglie in autunno; e la resistenza al gelo. Inoltre, la luce artificiale nuoce a diversi batteri e insetti che vivono in simbiosi mutualistica con le piante.
 
In definitiva, da quanto sopra esposto, si deduce che l’illuminazione artificiale notturna, oltre ad impedire di osservare ed esplorare le meraviglie del cielo stellato,  produce, soprattutto, nelle aree fortemente urbanizzate, non trascurabili  conseguenze che stanno  richiamando l’attenzione degli studiosi per approfondire la conoscenza dell’entità degli effetti. Tanto che in Italia è stata istituita la “Giornata nazionale contro l’inquinamento luminoso” (altrimenti definito come “qualunque alterazione di luce naturale presente di notte nell’ambiente esterno di cui l’uomo è responsabile”) che ricade il 17 di ottobre.
Ed essendo ormai un conclamato problema per l’intera biodiversità  (Varietà di organismi viventi nelle loro diverse forme e nei rispettivi ecosistemi), senza ovviamente  escludere l’importanza dell’utilità dell’illuminazione ai fini della sicurezza personale e della circolazione stradale (anche se,  un esperimento condotto in Francia, consistente nello spegnimento dell’illuminazione  dell’autostrada, ha consentito,  negli ultimi tre anni,  di ottenere una diminuzione del 30%  del numero e della gravità degli incidenti. Diminuzione attribuita al fatto che l’illuminazione aumentando la sensazione di sicurezza spinge i conducenti  ad aumentare la velocità: causa principale degli incidenti), per evitare di peggiorare la  già compromessa situazione, servirebbe  un concreto impegno da parte  degli Amministratori locali e dei titolari delle utenze private affinché, in occasione  dell’installazione di  nuovi impianti o dell’ammodernamento di quelli esistenti, non trascurino di verificare l’effettiva necessità e di  optare per le  tipologie ed intensità luminose, il più possibile, compatibili con il rispetto dell’ambiente naturale. Anche perché un’impostazione operativa in tal senso consentirebbe di realizzare molteplici non futili vantaggi, fra i quali  una non trascurabile riduzione di impegno di spesa.
 

Informazioni utili sui repellenti per zanzare

Informazioni utili sui repellenti per zanzare Copertina (680)
Domenico Brancato

 
 
L’arrivo della bella stagione, come di consueto, coincide inevitabilmente con la presenza delle fastidiose Zanzare, nei confronti delle quali ognuno cerca disperatamente di trovare la soluzione più efficace, affidandosi all’uso di questo o quel repellente in commercio, con risultati non sempre soddisfacenti.
 
Repellenti consistenti in prodotti da applicare sul corpo per tenere lontano le zanzare senza ucciderle, attraverso vari procedimenti che evitano l’attrazione verso le persone. Ma, che per essere affidabili devono essere registrati ed approvati, per efficacia e sicurezza, dal Ministero della Salute e riportare in etichetta l’indicazione “Presidio medico chirurgico” -PMC- , oppure “Prodotto biocida”, con il nome del principio attivo e la concentrazione dello stesso.
 
Requisiti questi necessari affinché sia possibile trascrivere sulla confezione diciture specifiche del genere: “Efficace contro la zanzara tigre” , “Tiene lontane le zanzare per quattro ore” e simili.
Infatti, i prodotti a base di oli essenziali (vedi Citronella, Geranio ed Eucalipto) non possono dichiararsi “repellenti”, ma cosmetici, poiché per legge non possono vantare nessuna efficacia. Così un repellente “naturale”, di per sé, non è detto che sia più sicuro, dato che potrebbe contenere allergeni del profumo.
 
Per cui, si reputa utile, ai fini di contribuire ad approfondire la conoscenza della composizione e della più appropriata rispondenza dei vari prodotti alle esigenze personali, riportare l’esito dell’indagine condotta sull’argomento e pubblicata sulla Rivista “Salute” di Altroconsumo, inerente alle caratteristiche dei prodotti medesimi, ed in particolare ai:
Principi attivi (sostanze che rendono efficace un repellente), dei quali i più diffusi risultano essere:
 
  • Deet (Dietiltoluamide): ingrediente principale dei repellenti, prodotto dalle forze armate statunitensi durante la seconda guerra mondiale. E’ molto efficace anche a basse concentrazioni, al 20% protegge per oltre 5 ore, mentre oltre il 30% è consigliato solo nel caso di permanenza nei paesi tropicali, ma è sconsigliato per i bambini;
  • Icaridina (nota anche come Picaridina o KBR 3023 ): è efficace già a partire del 10% , protegge per circa 5 ore e non oltre, anche con percentuali di principio attivo più elevato. Può essere usato per i bambini a partire dai 3 anni, per i quali è sconsigliabile utilizzare formulazioni che si spruzzano, onde evitare di provocare irritazioni oculari;
  • Citridiol (o Euvaphyptus citridora) e Citrepel (o Cymbopon winterianus): uniche sostanze di origine vegetale autorizzate con un contenuto rispettivamente fino al 65 – 75% del principio attivo PMD (Paramatandiolo: derivato dall’Eucalipto, più comunemente conosciuto come Citrodiolo, ed è l’unico approvato dal Center for Disease Control degli Stati Uniti). Prodotti idonei anche per i bambini di oltre 2 anni, sono efficaci contro diverse specie di zanzare, nonché mosche e moscerini. Con una concentrazione del 20% garantiscono una protezione fino a 7 ore e sono disponibili anche nell’innovativa formula Crema solare, che unisce l’azione repellente alla protezione dei UV (Raggi ultravioletti);
  • e IR3535 (o Etil butilacetilaminopropionato): principio attivo poco diffuso, sotto il 10% di concentrazione non è efficace e anche a valori maggiori offre al massimo una protezione media. Può essere usato anche per i bambini sopra i 2 anni;
 
Concentrazione (viene riportata in etichetta come grammi di principio attivo su 100 grammi di prodotto commerciale. Più alte sono i valori e più persistente risulta l’azione protettiva. Ma bisogna fare attenzione, in quanto oltre una certa percentuale il repellente può diventare troppo aggressivo per la pelle, con il rischio, per le persone sensibili, di incorrere in irritazioni o reazioni allergiche), che viene classificata:
  • Bassa: meno 5%, protezione scarsa ed, in genere, inferiore ad 1 ora;
  • Media: dal 5 al 15%, protezione accettabile mediamente per 1 - 3 ore ed indicata per bambini sopra i 2 anni;
  • Alta: da 15 a 30%, protezione fino a 5 ore, indicata, in quantità limitata, per bambini dopo i 3 anni;
  • Molto alta: oltre il 30%, protezione elevata, consigliata solo per soggiorni in Paesi tropicali e non adatta per i bambini.
 
Formato (modalità di applicazione):
  • Spray: garantisce un’applicazione veloce e condivisibile tra più persone. Per contro, esiste il rischio, quando viene spruzzato, che venga accidentalmente inalato o irriti gli occhi, motivo per il quale è meno indicato per bambini. Sono disponibili 2 versioni: lozione spray o vapo (spruzzini in plastica) e gli spray secchi (bombolette in alluminio sottovuoto infiammabili);
  • Stick e Rll on (sistema di distribuzione di sostanze fluide, consistente in un piccolo recipiente alla cui imboccatura è posta una sfera rotante che ne regola l’uscita): adatti per piccole superfici, come caviglie, collo e braccia. Sono comodi da portare ma meno igienici degli spray, se devono essere condivisi tra più persone;
  • Latti e Gel: anche se, in genere, un po’ meno efficaci degli spray, sono comodi e più sicuri da spalmare per i bambini, perché evitano il rischio di inalazione;
  • Salviette: facili da applicare e utili per rinnovare la copertura dopo che è trascorso del tempo dalla prima applicazione, oppure quando le parti esposte sono limitate (ad esempio, mani e collo). E, considerato che escludono il pericolo di inalazione e irritazione degli occhi, sono più sicuri per i bambini . Anche se, a parità di principio attivo e di concentrazione, risultano meno efficaci degli spray.
Dal punto di vista commerciale poi, sempre gli esperti di Altroconsumo hanno testato ben 85 prodotti, ed in considerazione della loro efficacia, dei rischi per la salute e della facilità di utilizzo, hanno stilato la seguente classifica per i:
 
Migliori repellenti:
  • Prep insetto repellente spray pressurizzato
  • Zig zag insetticida! Sport antipuntura spray vapo
  • Carrefour sport lozione insetto repellente spray vapo
  • Vape Derm Scudo Attivo spray antipuntura pressurizzato
  • Autan Tropical insetto repellente spray secco pressurizzato
Peggiori repellenti:
  • Eco stop zanzare crema baby
  • Eco stop zanzare bambini spray vapo
  • Helan Zanzhelan salviettine profumate
  • Eco stop zanzare adulti vapo
  • Helan Zanzhelan spray ecologico vapo.
Tuttavia, oltre ai descritti repellenti, per contrastare le noiosissime Zanzare si possono usare in alternativa o in combinazione a spray e lozioni altre soluzioni di tipo:
Meccanico,come:
  • Trappole a CO2: sono dispositivi che emettono particolari flussi di anidride carbonica, indicate soprattutto per giardini di medie dimensioni, che hanno il potere di attrarre le zanzare femmine fecondate che, una volta finite nella trappola, non potendo più alimentarsi di sangue per nutrire le uova, muoiono;
  • Lampade antizanzare: possono essere elettriche, che fulminano le zanzare una volta che si avvicinato troppo alla luce, o con ventola, che attirano le zanzare con luce ultravioletta. Sono comode e più o meno efficaci, a seconda dell’uso che se ne fa;
  • Emettitori di ultrasuoni: del tutto inutili nel tenere alla larga le zanzare, le quali, non disponendo di un vero e proprio apparato uditivo, non vengono disturbati dagli ultrasuoni che, invece, risultano efficaci nei confronti di piccoli mammiferi.
 
Naturale o cosiddetti “rimedi fai da te”: consistenti in rimedi a basso costo ed innocui per la salute, fra i quali:
  • Applicazione delle zanzariere alle finestre;
  • Uso del ventilatore, per diluire l’anidride carbonica e ostacolare il volo delle zanzare;
  • Evitare il ristagno dell’acqua nei sottovasi;
  • Impiego di candele e spirali (zampironi), idonei a creare una cortina di fumo per tenere a distanza le zanzare;
  • Coltivazione nel: giardino, sui balconi e davanzali delle finestre, di piante come: Citronella, Cedrina, Geranio, Basilico, Menta, Aglio e Catambra (o pianta antizanzare), alle quali si attribuisce convenzionalmente un’efficacia antizanzare. Proprietà che, anche se non supportata da un avallo scientifico, siccome non esistono controindicazioni in proposito, conviene verificarne sperimentalmente la validità;
  • Distribuire sulle piante e vicino alle finestre, o spalmare sulla pelle, poche gocce della fragrante essenza di Lavanda, Citronella, Menta, Geranio, Limone o olio di Neem.
  • Inserire nella dieta cibi come: Pompelmo (per il contenuto di Nootkatone), Aglio, Pepe nero, Basilico e Menta (per rendere il sudore fastidioso per le zanzare) e, secondo uno studio dell’Università della Florida, alimenti ricchi di vitamine del gruppo B (B1 e B12) e vitamina C . Oltre a moderare o escludere l’assunzione di birra ed alcool che, nell’aumentare la quantità di etanolo nel sudore e la temperatura corporea, attraggono l’insetto;
  • Indossare abiti di colore bianco, giallo, kaki e verde ed evitare quelli di colore nero, rosso, grigio e blu.
 
Tuttavia non è trascurabile ricordare che, oltre ai repellenti, agli insetticidi ed ai vari citati accorgimenti, la lotta per tenere sotto controllo la diffusione del famigerato insetto si pratica soprattutto con la prevenzione, attraverso rimedi naturali. Rimedi che si basano prevalentemente sull’impiego di animali predatori quali, in particolare: Pipistrelli (alcuni studi sostengono che un solo esemplare, ogni notte, sia in grado di mangiare centinaia di zanzare); uccelli insettivori: Rondini, Rondoni, Pigliamosche e Codirosso; rettili: Gechi e Lucertole; anfibi: Tritone; pesci: Gambusia e Pesce rosso; ed altri insetti: Mosche e Libellule.
 
Considerato poi che alcuni individui, per diversi motivi, attraggono più di altri le zanzare, e quindi necessitano di una più mirata azione di prevenzione, si ritiene utile descrivere anche le circostanze che, secondo gli scienziati dello Smithsonian Instituto degli Stati Uniti, influenzano la maggiore attrazione:
 
Gruppo sanguigno: le zanzare preferirebbero il doppio delle persone con il tipo 0, rispetto ai gruppi con il tipo A e B;
 
Anidride carbonica: quella emessa dal respiro, essendo l’esca più attrattiva che le zanzare riescono a rilevare fino alla distanza di 36 metri, costituisce un richiamo verso le fonti di maggiore emissione, come i corpi degli adulti più pesanti;
 
Esercizio fisico: poiché le zanzare gradiscono non poco l’odore dell’acido lattico, dell’acido urico, di tutte le sostanze che vengono espulse durante l’attività fisica e sono molto sensibili all’elevata temperatura corporea (gli occhi delle zanzare sono sensibili al calore tanto che vedono la preda esattamente come la vedrebbe una persona), conseguentemente chi pratica sport costituisce un obiettivo privilegiato;
 
Batteri della pelle: uno studio specifico ha dimostrato che l’appetibilità delle zanzare dipende dalla quantità, dal tipo e dalla loro distribuzione sulla pelle e che la presenza di grandi quantità dello stesso tipo rende la pelle più vulnerabile. Infatti, lo stesso studio, spiega che le zanzare preferiscono i piedi e le caviglie, dove l’insediamento di colonie batteriche è più consistente e dello stesso tipo.
 
Nel concludere, ci si augura che il presente contenuto, possa essere di aiuto ai lettori per individuare il mezzo e la metodologia più rispondenti per contrastare, per ogni condizione ambientale, in maniera soddisfacente, l’invasione delle zanzare.
 
Ciò, al fine di evitare di trascorrere una estate turbata dall’assillo procurato dal probabile incombente pericolo di dover subire le conseguenze dello stressante ronzio e dalla sofferenza causata dalla puntura delle “fameliche” zanzare.

Bere - Camminare - Allergie: "Bene a Sapersi"

Bere - Camminare - Allergie: "Bene a Sapersi" Copertina (480)
Domenico Brancato

 
Particolari sulla tipologia dei contenitori di plastica per alimenti.
Sulle bottiglie contenenti acque minerali e bibite varie, a volte, sul fondo viene impresso il simbolo triangolare con delle frecce che si rincorrono con all’interno un numero, con o senza sigla. Mentre sull’etichetta, sistematicamente, vengono riportate le seguenti sigle, seguite o precedute da un numero, a cui corrispondono le caratteristiche e le modalità di utilizzazione dei contenitori:
  • 2–PE–HD: Polietilene ad alta densità, al 100% più volte riciclabile, durevole, leggero, resistente ai prodotti chimici, alle variazioni di temperatura ed alle radiazioni UV (Raggi ultravioletti). Quindi particolarmente indicato per la produzione di recipienti per liquidi, quali: contenitori per latte, vasetti di yogurt e prodotti similari;
  • 1-PET: Polietilene tereftalato, è un materiale molto resistente, trasparente, adatto per alimenti e facilmente riciclabile. Il cui impiego trova rispondenza nella produzione di recipienti per acque minerali e bibite, ma progettato e commercializzato per essere usato una sola volta e poi smaltito. In quanto, un utilizzo prolungato potrebbe alterare le caratteristiche chimiche, permettendo ai componenti di venire a contatto con gli alimenti, oltre al possibile verificarsi di una contaminazione microbica. Pertanto, anche in considerazione dell’incremento dell’uso e riuso di contenitori che comporterà il prelievo dell’acqua erogata dalla “Casetta dell’Acqua” di Acea (di recente installazione all’ingresso del Parcheggio di piazza Albino Luciani), la scelta migliore rimane quella dell’impiego di bottiglie di vetro che, essendo facilmente lavabili, anche ad alte temperature, garantiscono una maggiore igiene.
 
Qual è l’effettiva funzione dell’uso delle “Acque solari”.
Da una inchiesta condotta da Altroconsumo (Associazione per la tutela dei Consumatori) sulla rispondenza delle premesse riportate in etichetta: Rinfrescante ed Abbronzante, di 12 Acque solari dei marchi più diffusi (Bilboa, Biopoint, Clinians, Collistar, Delice, Korff, Leocrema, Prep e Seysol) esaminati, è risultato che trattasi di prodotti costituiti da: acqua, idratanti (aloe e glicerina), emollienti (olio di cocco e siliconi), varie essenze profumate esotiche e molti conservanti. E quindi, come alcuni produttori specificato (in piccolo e sul retro della confezione), non hanno filtri solari per la protezione dei raggi Uvb (raggi Ultravioletti, che vengono assorbiti dal vetro e filtrati dalle creme solari, che promuovono l’abbronzatura e possono causare scottature), e Uva (raggi ultravioletti che entrano in profondità nell’ epidermide e sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo).
 
Raggi che, in seguito all’esposizione prolungata al sole, danneggiano, in particolare, il DNA (sostanza fondamentale per la trasmissione dei caratteri ereditari) delle cellule, producendo difetti genetici o mutazioni che possono causare: eritemi, l’invecchiamento precoce, e melanomi (tumori nella pelle).
 
Oltre a danni agli occhi, come la Cataratta e tumore delle palpebre.
 
Pericoli a cui si può, quindi, incorrere con l’utilizzo delle “Acque solari” che, contrastando la sensazione del forte calore che emana il corpo, inducono a sovraesporsi al sole, incorrendo nei non trascurabili danni sopra citati.
 
Per giunta, alcuni produttori, nell’invitare i consumatori alla cautela, consigliano, per le prime esposizioni e a chi ha un’epidermide chiara, di applicare una crema protettiva e successivamente l’Acqua solare.
 
Il che costituisce una vera e propria incongruenza, sia perché l’acqua diminuisce l’efficacia della crema; e sia per il fatto che, mentre si cerca si proteggere la pelle con la crema, sulla stessa si spruzza l’acqua “Abbronzante” per attirare i raggi solari.
 
Pertanto, dagli esiti dell’ indagine si evince che le “Acque solari” non sono utili e rischiano di essere dannose, poiché distolgono l’attenzione dai buoni comportamenti suggerendone di sbagliati, come quello di rinfrescare la pelle accaldata per rimanere più a lungo sotto il sole, con il rischio di procurarsi delle quanto meno fastidiose scottature.
 
 
Quanto e come fa bene camminare?
Infatti, non conta solo il numero dei passi ma anche la velocità con la quale si compiono.
 
Precisazione dedotta da due studi, basati sul monitoraggio dei movimenti di 78.500 adulti, pubblicati dalla rivista scientifica accademica American Medical Association, ritenuta tra le più autorevoli in ambito medico.
 
Studi, attraverso i quali è stato rilevato che raggiungere i fatidici 10.000 passi al giorno contribuisce a ridurre il rischio di: demenza, malattie cardiache, cancro e morte. Ma anche che un passo più spedito ed energico assicura maggiori benefici, rispetto un numero di passi effettuati con ritmo moderato.
 
Per le persone meno attive poi, gli stessi ed altri studi, hanno accertato che compiere un numero di 3.800 passi al giorno, non necessariamente consecutivi, con una intensità media di 112 passi al minuto (pari a poco meno di 2 passi al secondo), per la durata complessiva di 30 minuti, influisce ugualmente a ridurre, fra l’altro, il rischio di demenza del 25%.
 
 
Perché è importante leggere attentamente le informazioni sulla composizione dei prodotti alimentari, se si soffre di allergia.
Dato che l’allergia alimentare è dovuta ad una reazione del sistema immunitario (Insieme di organi quali: milza, timo, linfonodi, tonsille e cellule altamente specializzate, aventi il compito di difendere l’organismo da agenti esterni) che si manifesta dopo aver consumato anche piccole quantità di determinati cibi allergizzanti (che provocano allergia).
 
Reazione che può causare problemi di digestione, orticaria, gonfiori e sintomi ancora più gravi, come l’anafilassi: reazione allergica grave e pericolosa per la vita, che si manifesta all’improvviso e peggiora molto rapidamente, dopo l’esposizione a qualcosa (ad esempio: arachidi o veleno iniettato dalla puntura delle Api) verso cui si è o allergici.
 
Quindi, chi soffre di allergie, prudenzialmente, deve evitare l’ingestione di alimenti che notoriamente possano determinare intolleranza, come: crostacei, frutta con guscio (Arachidi, noci, nocciole, ecc), uova e latte.
 
Ed ancora, nel caso in cui l’etichetta di alimenti dovesse riportare la scritta “Può contenere tracce di… “, significa che l’allergene (sostanza estranea all’organismo che induce una risposta immunitaria tramite la produzione di anticorpi) in questione non è presente tra gli ingredienti.
 
Anche se il produttore non può escludere l’eventuale presenza, imputabile a cause di contaminazione accidentali.
 
Per cui, è bene astenersi dal consumo, anche perché la responsabilità di eventuali inconvenienti ricadrebbe esclusivamente sul consumatore.

"Da un foglio bianco": un progetto letterario e di beneficenza

 "Da un foglio bianco": un progetto letterario e di beneficenza Copertina (309)
Eleonora Persichetti

 
 
L'estate è la stagione dell'anguria e per molti l'unica in cui avere a disposizione tempo da dedicare alla lettura.
 
Vi diamo, quindi, appuntamento a sabato 18 giugno, alle 21, presso il parco Maura Carrozza adiacente a Bibliopop, in via Ugo Bassi a Santa Maria delle Mole, per la presentazione del libro DA UN FOGLIO BIANCO. Si tratta di una miscellanea di racconti di autori vari, nata dall'esperienza di un laboratorio di scrittura creativa sul racconto breve, tenuto presso Officina Arte e Cultura, splendida realtà culturale di Santa Maria delle Mole, dallo scrittore e giornalista Roberto Pallocca, che è anche curatore della raccolta.
 
Il libro è la prima pubblicazione delle neonate Edizioni Acab, di Bibliopop Aps.
 
All'evento interverranno gli autori dei racconti e il curatore, per parlare del progetto letterario e del progetto benefico sostenuto dal libro. Il ricavato delle vendite verrà devoluto, infatti, alla CASA FAMIGLIA "IL GIARDINO" di piazza Sciotti a Santa Maria delle Mole, una realtà molto importante del nostro territorio, che ospita bambini dai 0 ai 10 anni.
 
Ai presenti, che avranno la possibilità di acquistare il libro a prezzo scontato, verrà offerta una gustosa fetta di anguria!
 
Non potete davvero mancare.
 
Libro e anguria: che goduria!
 
 

L’albero di Natale: Origini e Tradizioni

L’albero di Natale: Origini e Tradizioni Copertina (776)
Domenico Brancato

Fra gli esemplari più simbolici adoperati in occasione della ricorrenza del Natale, i più rappresentativi sono certamente l’Abete rosso o peccio - Picea (Conifera ricca di resina) excelsa- e l’Abete bianco –Abies alba-( bianco), entrambi appartenente alla famiglia delle Pinacee ed alla Classe delle Conifere (che produce frutti conici).
 
Le origini dell’attuale Albero di Natale sono pagane, infatti esso è preceduto da una lunga e remota tradizione che affonda le sue radici nella cultura celtica, per gli antichi sacerdoti della quale (druidi) l’Abete era considerato simbolo di lunga vita, dato che rimaneva sempre verde.
 
Per cui, con l’avvicinarsi dell’Inverno, veniva tagliato e addobbato con nastri, fiaccole, piccole campane e animaletti votivi, per propiziarsi il favore degli spiriti.
 
Tradizione condivisa anche dai Vichinghi dell’estremo Nord dell’Europa, nei confronti dell’Abete rosso, considerato albero in grado di esprimere poteri magici. Peciò veniva tagliato, portato in casa e decorato con frutti, in riferimento alla fertilità che la Primavera avrebbe ridato loro.
 
Oltre che nei Paesi scandinavi e germanici, dove i numerosi significati dell’Abete sono documentati sin dal Medioevo, era usanza tagliarlo nei boschi e portarlo nelle case per addobbarlo con ghirlande, frutti e dolciumi. Anche se la decorazione più simbolica era rappresentata dalla fiamma di una candela, a celebrazione della luce contro l’oscurità.
 
Con la nascita del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane traendo, però, attribuzione del significato in tal senso dalla scena biblica dell’Eden. Così, nella notte in cui si celebra la nascita di Cristo, l’albero della vita, posto al centro del giardino dell’Eden, diventa l’esemplare intorno al quale l’umanità ritrova il perdono.
 
Riferimento che si riscontra anche nella scelta e nel significato attribuito ai più ricorrenti simboli posti all’apice dell’ornamento dell’albero (puntali): la stella Cometa, che indicherebbe ai Re Magi la direzione da seguire per trovare il Salvatore e il più classico Angioletto che, secondo l’interpretazione più ricorrente, rappresenta l’Arcangelo Gabriele che annuncia il prossimo concepimento alla Vergine Maria.
 
Ma il primo Albero di Natale ufficiale sembra sia stato allestito nel 1441 a Tallinn, in Estonia, quando fu eretto un grande Abete nella piazza del Municipio, attorno al quale giovani donne e uomini scapoli ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella.
 
Fino al XVIII secolo, però, la consuetudine dell’albero natalizio venne guardata con sospetto dai rappresentanti della Chiesa di Roma, che lo considerava un rituale protestante. Ma, gradualmente, l’impossibilità di contenerne l’uso, impose la sua adozione anche nei Paesi cattolici, dove l’Abete si trasformò in simbolo della rinascita di Cristo.
 
In Italia fu la regina Margherita di Savoia (1878), nella seconda metà dell’ottocento, ad addobbare il primo albero di Natale al Quirinale, e da quell’avvenimento la tradizione si è rapidamente diffusa in tutto il Paese.
 
In epoca industriale, ebbe inizio il commercio degli Abeti coltivati; mentre la commercializzazione dell’albero di Natale reciso, avvenne all’inizio nel 1851 a New York, e fu causa di notevoli disastri inferti alle foreste americane, che divennero spoglie.
 
Tanto che il presidente dell’epoca, Theodore Roosevelt, si rifiutò di decorare la Casa Bianca con gli alberi di Natale. Nel 1880, per ridurre l’entità dei danni da disboscamento, in Germania furono prodotti i primi alberelli artificiali realizzati in metallo, a cui seguì, negli Stati Uniti: negli anni ’30 la creazione di esemplari in setole di cinghiale e negli anni ‘50-’60 quelli in plastica (PVC) che, anche se a scapito della tradizione e privi della non trascurabile vitalità, guadagnavano una popolarità sempre più estesa, giustificata dal vantaggio di una maggiore resistenza al peso delle decorazioni, della mancanza di cure, e della durevole utilizzazione.
 
La paternità dell’albero natalizio, precursore dell’allestimento moderno, è da attribuire allo statunitense Edward H. Johnson (socio del famoso Thomas Edison: inventore della lampadina), che nel 1885, nella propria abitazione utilizzò, per la prima volta, l’illuminazione elettrica per addobbarlo.
 
Infine, la tradizione italiana prevede che intorno alla base dell’albero si possa disporre il presepe, oltre ai regali di Natale, accuratamente confezionati. In attesa dell’apertura e distribuzione ai destinatari (un tempo solo bambini, oggi anche adulti), allo scoccare della mezzanotte della vigilia o prima di sedersi a tavola il giorno di Natale.
 
E dopo la carrellata sulle origini storiche e le tradizioni dell’albero di Natale, puntiamo l’interesse sulle caratteristiche del nostro alberello, a partire dal suo acquisto che, indipendentemente dalla specie di appartenenza, dovrà risultare idoneo a resistere alle difficoltà di assuefazione imposta dall’utilizzazione natalizia ed essere in grado di proseguire lo sviluppo vegetativo, in vaso o in terra, negli gli anni a venire.
 
Pertanto, la scelta, da effettuare possibilmente in un vivaio di fiducia, dovrà preferibilmente essere rivolta verso un esemplare coltivato in vaso da almeno un anno o in grado di superare lo stress del trapianto in vaso.
 
Cioè dovrà disporre di: - un apparato radicale in buone condizioni contenuto in una zolla di dimensioni proporzionate a quelle della chioma; una chioma folta; ramificazioni uniformi; e di aghi di un colore verde intenso.
 
Una volta effettuato, per tempo, l’acquisto (in modo da assicurare alla pianta un periodo di adattamento al nuovo ambiente), se trattasi di pianta con zolla, come frequentemente accade, occorre, con cura, per evitare di rompere il pane di terra che avvolge le radici, porla in un vaso di dimensioni superiori a quelli della zolla, nel quale disporre in fondo uno strato di argilla espansa, riempiere gli spazi vuoti con terriccio composto da torba, sabbia e argilla, in parti uguali, ed innaffiare bene tutta la massa terrosa, evitando la formazione di ristagni in eventuali sottovasi.
 
Eseguita l’operazione di invasatura, lasciare la pianta all’aperto (giardino o balcone o terrazzo) per poi, 5-6 giorni prima di portarla in casa (in genere l’8 Dicembre, festa dell’Immacolata), posizionarla in ambiente non riscaldato (un garage luminoso, un portico o una veranda, ecc.).
 
Eseguito il trasferimento della pianta In casa, cercare di porla in posizione bene illuminata ma non ai raggi diretti del sole e lontana dalle fonti di calore, di mantenere il terriccio umido e di provvedere al periodico ricambio d’aria, per evitare la formazione di aria secca: frequente causa della caduta delle foglie (aghi). Optare per una decorazione con strisce luminose a LED che, irradiando pochissimo calore, non arrecano danni alla vegetazione.
 
Così pure, non eccedere con la pesantezza dell’addobbo, non spruzzare sulla chioma sostanze chimiche coprenti (vedi schiume per simulare la neve), per non impedire il vitale processo della fotosintesi clorofilliana, e non somministrare fertilizzanti che, unitamente alle più elevate temperature interne, favorirebbero l’anomala ripresa vegetativa, durante il naturale periodo di riposo.
 
Dopo l’Epifania, l’alberello, privato dagli addobbi, per qualche giorno, al fine di consentire un graduale reambientmento all’aperto, portarlo in un locale riparato, prima di trasferirlo nuovamente sul balcone, in terrazzo o in giardino, dove mantenere il terriccio costantemente umido.
 
A Febbraio, fino a quando la pianta non avrà raggiunto dimensioni ( vaso di 45-50 cm di diametro e di profondità e un’altezza complessiva di ca. 200 cm) impraticabili per essere agevolmente trasferita in casa, effettuare il travaso in un contenitore leggermente più ampio. In caso contrario trapiantarla in piena terra, se si dispone di un giardino con esposizione non eccessivamente assolata e spazi sufficienti ad accoglierla (almeno 6 m da altre piante d’alto fusto, 3 m dalla recinzione e ancor più dall’abitazione, per evitare che crescendo impedisca il soleggiamento delle pareti e degli ambienti.
 
Considerato che, anche se la pianta ha una crescita lenta, a pieno sviluppo, a seconda dell’ambiente più o meno favorevole, può raggiungere dimensioni di 15–30 m in altezza e di 3 – 8 m in larghezza).
 
Ovviamente, dopo aver preparato una buca sufficientemente ampia, con in fondo del materiale drenante, e mescolato il terreno di risulta con concime organico o stallatico o compost da immettere, costipandolo, negli spazi intorno alla zolla estratta dal vaso.
 
Quindi innaffiare e pacciamare (spargere della paglia o trucioli di corteccia) la superficie intorno al fusto, per evitare, specie d’estate, l’evaporazione dell’acqua.
 
Successivamente: controllare e mantenere un buon grado di umidità del terreno, in Gennaio-Febbraio eliminare eventuali rami danneggiati e, ogni 3 anni ca., ripetere la concimazione con fertilizzante organico a lento effetto, mescolandolo con il terreno intorno alla pianta.
 
Qualora non si disponga di giardino o non si voglia mantenere la pianta, prima di acquistarla informarsi se il venditore effettua un servizio di ritiro. In tal caso, a seconda dello stato di salute, verrà destinata a proseguire la sua preziosa funzione vitale o avviata al compostaggio. In alternativa, per le stesse finalità, può essere donata ad un vivaio forestale.
 
Se poi si è scelto di acquistare un alberello senza o con radici ampiamente mutilate, e quindi irrecuperabile, la destinazione più consona è quella dell’utilizzazione per alimentare la fiamma del caminetto, o del conferimento presso l’Isola Ecologica.
 
A conclusione dalle summenzionate informazioni, si ritiene riportare alcune fra le tante leggende inerenti l’argomento in esame:
 
  • La tradizione celtica consacrava l’Abete bianco o rosso all’arrivo del Fanciullo Divino, a seguito del solstizio invernale (intorno al 21 Dicembre);
  • Nella Grecia antica l’albero di Natale era sacro alla divinità lunare Artemide, protettrice delle nascite, oltre che a Elàte, dea della luna nuova, portatrice di rinnovamento;
  • Numerose civiltà dell’Asia Settentrionale condividono, sin dagli albori, la considerazione dell’Abete come albero cosmico che si erge al centro dell’universo e i cui rami giganteschi si innalzano fino alle dimensioni celesti, collegando le tre sfere del cosmo: cielo, terra e inferi;
  • In epoca precristiana, i popoli dell’Europa centrale vedevano nell’Abete un “collegamento” tra il mondo degli uomini e quello degli dei, ben piantato nel terreno, ma con una sagoma svettante e appuntita per “bucare il cielo”.
Intanto, si coglie l’occasione per rivolgere, a tutti i lettori, il più sentito augurio di serene festività natalizie e per un 2022 che ci conduca verso il ripristino di una normale condizione esistenziale. Ovviamente, con l’imprescindibile supporto di una generale manifestazione di scrupoloso rispetto delle norme anti-Covid e di buonsenso, per contribuire ad impedire l’ulteriore diffusione dalle gravi conseguenze ed il persistere dei pesanti condizionamenti che ha causato e causa la, al momento, ancora inarrestabile pandemia.

La Raccolta Differenziata nei Condomėni - Prima Parte

La Raccolta Differenziata nei Condomėni - Prima Parte Copertina    (commenti:1) (2.254)
Antonella Ruiu

Gentili lettori,
lo scopo di questo articolo è di offrire una chiave di lettura ad un argomento che ci riguarda tutti da vicino:
La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”.
 
Il punto di vista è quello condominiale, un mondo ad oggi purtroppo ancora poco conosciuto nella sua vasta complessità e nella sua interezza che si differenzia da edificio a edificio, da assemblea ad assemblea.
 
Il servizio della raccolta differenziata porta a porta è ormai attivo nel Comune di Marino dal 2018, anche se solo nel 2019 è stata completata la copertura su tutto il territorio.
Territorio che, per estensione, conformazione e popolosità si diversifica e si caratterizza estremamente eterogeneo.
La raccolta porta a porta è stata affidata dal Comune alla società Multiservizi dei Castelli di Marino S.p.a. che in questi anni per il tramite dei propri operatori ha consegnato alla popolazione il kit dei mastelli per il conferimento dei rifiuti.
 
Per le abitazioni private o per i Condomìni di piccole dimensioni fino a un massimo di 8 unità, sono stati consegnati i kit dei mastelli ai singoli utenti; per i Condomìni sopra alle 8 unità immobiliari sono stati consegnati i mastelli più grandi a servizio dell’edificio intero.
La gestione dei mastelli condominiali (carrellati) concessi in comodato d’uso presenta diverse criticità:
 
1 – La responsabilità:
I mastelli per la raccolta porta a porta sono beni di utilizzo diretto dei condomini che gravano su parti comuni e pertanto gli stessi se ne devono assumere in solido le relative responsabilità in quanto sono i condomini nella qualità di persone singole e, non il Condominio, a sostenere il costo del servizio di raccolta porta a porta tramite il pagamento della Tarsu all’ente comunale.
 
2 – L’igiene:
Cura, manutenzione e lavaggio dei contenitori dei mastelli sono a carico dei condomini che beneficiano del servizio di conferimento; l’assemblea potrebbe chiedere all’amministratore di provvedere a tale adempimento addebitando il costo ai condomini che sono titolari dell’utenza Tarsu; ovviamente sono a carico del gestore la manutenzione e sostituzione dei contenitori dovuta a rotture, deperimento, usura e a cause non imputabili all’utente.
 
3 – L’informativa:
Come vanno effettuati i conferimenti dei rifiuti è a cura del gestore del servizio, che consegna agli utenti le informazioni sulla raccolta al momento della consegna dei mastelli; l’amministratore può, su richiesta dei condomini, affiggere nella bacheca condominiale l’opuscolo informativo con giorni e regole di conferimento.
 
4 – L’area di collocamento:
Negli immobili dove non sia già stata prevista un area, in fase di costruzione, è compito dell’assemblea decidere, con il voto favorevole della maggioranza dei condomini presenti o per delega, il luogo idoneo ove collocare all’interno del Condominio i mastelli per la raccolta della differenziata. I mastelli vanno custoditi in aree di pertinenza condominiale e facilmente accessibili da parte degli operatori che curano il servizio di raccolta. E’ possibile esporre su strada i mastelli, negli orari di raccolta, solo per l’intervallo di tempo necessario agli operatori ad effettuare il ritiro. Rimane vietato lo stazionamento su strada dei mastelli per la raccolta differenziata.
 
5 – L’errato conferimento:
Il caso di errato conferimento dei rifiuti o di abbandono degli stessi al di fuori dei mastelli, il mancato rispetto di giorni e orari di conferimento può comportare la sospensione del servizio di ritiro da parte del gestore sino alla irrogazione di sanzioni amministrative a carico del Condominio. Ad ogni modo si sottolinea che se i condomini non rispettano le norme sulla raccolta differenziata la responsabilità non è ascrivibile all’amministratore che, in nessun caso, può essere ritenuto responsabile di tali comportamenti omissivi. Infatti non è compito dell’amministratore verificare il corretto conferimento dei rifiuti, né può elevare multe ai condomini che non rispettano le norme del corretto conferimento.
 
6 – La rimozione e lo smaltimento dei rifiuti non ritirati:
Infine la rimozione dei rifiuti abbandonati non può essere assolta da altro fornitore del Condominio (es. ditta delle pulizie), ma sono i condomini che devono provvedervi personalmente andando a conferire tali materiali presso le isole ecologiche che si trovano sul territorio comunale. Ciò accade perché solo il gestore è il soggetto titolato e legittimato al ritiro dei rifiuti e solo i condomini, nella loro qualità di utenti che pagano il servizio, sono legittimati al conferimento presso le isole ecologiche autorizzate.
 
7 – I rifiuti delle persone affette da Covid:
I condomini che dovessero essere costretti a rimanere nelle proprie abitazioni a causa dell’assolvimento della quarantena prevista dalle autorità sanitarie in caso di contagio da Covid-19, devono fare richiesta presso la Multiservizi dei Castelli di Marino del kit di buste previste per il conferimento dei rifiuti speciali e del relativo opuscolo informativo in quanto, per ovvie ragioni igienico-sanitarie, il conferimento dei rifiuti viene in questi casi eseguito in modalità differenti da quelle ordinarie.
 
Questi sono i punti cardine della raccolta differenziata dei rifiuti nei Condomini sui quali tutto ruota, nel bene e nel male. Sono i punti che stabiliscono i confini netti fra obblighi, responsabilità e aumenti di spese nelle gestioni condominiali e soprattutto rappresentano la linea di confine fra chi conferisce in modo virtuoso nel condominio e chi ne approfitta per conferire in maniera “ancora poco attenta”.
 
Nel prossimo articolo, anche in base alle vostre domande, verranno analizzate le falle di un sistema che purtroppo ad oggi nei condomini ancora non funziona in maniera adeguata e che, in buona sostanza, lascia oneri e disonori sulle spalle dei condomini virtuosi, gli unici che fanno il loro dovere di civili cittadini e di rispettabili condomini. I furbetti e gli incivili purtroppo no, quelli continuano a fare quello che hanno sempre fatto.

Generatore di Grafici Meteo Storici

Generatore di Grafici Meteo Storici Copertina (1.063)
Francesco Raso

Comparazione Meteo negli anni.
Generatore di Immagini grafiche da salvare e stampare
 
 
Come ormai tutti sanno, il nostro portale ha un proprio servizio Meteo sul territorio da cui, se necessario, inviamo le “Allerte Meteo”.
Di conseguenza, archiviamo uno storico da cui già estraiamo dei grafici mensili.
Le nostre archiviazioni comprendono: Temperatura, Nuvolosità, Umidità, Pioggia, Vento e Pressione Atmosferica.
 
Da oggi è possibile confrontare le situazioni mensili in rapporto con gli anni precedenti.
Queste vengono proposte su un Grafico generato al momento della richiesta ed è in formato Immagine.JPG quindi salvabile e stampabile.
 
Si ha la possibilità di selezionare, di un determinato mese dell’anno, tutte le situazioni Meteo oppure solo quelle di interesse, come ad esempio Temperatura e Pioggia.
 
Su questi grafici possiamo anche separare la temperatura diurna con quella notturna.
 
Non credo servano molte parole per spiegare il funzionamento della pagina.
Questa gestione è raggiungibile dalla pagina “Meteo” e successivamente selezionando “Grafici”. Qui è presente un pulsante “Comparazione negli Anni” da cui si può generare il materiale di interesse.
 
Invece, per i più frettolosi, il link diretto alla pagina:
Generatore Grafici Meteo
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