La TARI a Marino è calcolata in modo coerente con la Circolare del MEF (di Domenico Brancato)
L’importo della “TARI” a Marino, anche se gravoso, risulta confacente alle prescrizioni contenute nella Circolare Ministeriale del 20 Novembre. Pertanto, per i contribuenti marinesi, sarebbe inutile l’eventuale inoltro di richiesta di rimborso di somme pagate in eccedenza
Da qualche giorno, in riferimento alla menzionata Circolare, nel corso dei vari telegiornali, vengono invitati i cittadini a riscontrare la regolarità o meno dell’ammontare del tributo versato e ad inoltrare la richiesta di rimborso al Comune di appartenenza, degli eventuali notevoli importi indebitamente corrisposti agli stessi, dovuti ad un errore di calcolo relativo all’estensione della quota variabile anche alle pertinenze dell’abitazione principale.
Al fine di rendere più comprensibile la posizione del singolo Utente si ritiene opportuno precisare che l’importo della TARI (Tassa Rifiuti) si compone:
- di una parte Fissa, quantificata tenendo conto dei costi e degli investimenti relativi ai servizi di Igiene Urbana, che viene determinata moltiplicando la superficie calpestabile degli immobili per la Tariffa fissa unitaria (Euro/mq 1,51 per Marino );
- di una parte Variabile (da applicare una sola volta) relativa alla quantità di rifiuti che il nucleo famigliare del contribuente produce presumibilmente nell’arco di un anno ed è quindi rapportata al numero degli occupati l’abitazione (nel caso più frequente di 2 occupanti è di Euro 179,30 a Marino). Questa deve essere decurtata del 20 % dai contribuenti che hanno dichiarato e documentato di praticare il Compostaggio domestico;
- e del tributo Provinciale del 5 %, calcolato sulla somma della parte fissa più quella variabile
Per rendere più agevole il riscontro del procedimento di calcolo corretto si riporta l’esemplificazione di alcune significative tipologie di utenza.
A tal fine si ipotizzano le seguenti situazioni e si evidenziano i relativi calcoli:
a) - un appartamento con una superficie calpestabile di 80 mq, stabilmente occupato da 2 componenti, ubicato nel Comune di Marino senza pertinenze ( Box e/o Cantine ) : mq 80 x Euro/mq 1,51 = Euro 120,80 (Parte FISSA ) Euro 120,80 + 179,30 (Parte Variabile)= Euro 300,10 Euro 300,10 x 0,05 = Euro 15,00 (Quota Provinciale ) Euro 300,01+ Euro 15,00 = Euro 315,01 ( Importo annuale TARI ).
b)- stesso appartamento con pertinenza di Box di mq 20 e pratica di Compostaggio: Euro 179,30 x 0,20 = Euro 35,86
( Ammontare riduzione parte variabile) Euro 179,30 – 35,86 = Euro 143,44
( Parte variabile al netto riduzione Com.ggio) Euro 120,80 + 143,44 = Euro 264,24 Euro 264,24 x 0,05 = Euro 13.21
( Quota Provinciale ) Euro 264,24 + 13,21= Euro 277,45
( Importo annuale TARI abitazione con riduzione per Compostaggio ) Mq 20 x 1,51 = Euro 30,20
( Importo Parte Fissa Box ) Euro 30,20 x 0,05 = Euro 1,51
( Quota Provinciale ) Euro 30,20 + Euro 1,51 = Euro 31,71
( Importo annuale TARI Box ) Euro 277,45 + Euro 31,71 = Euro 309,16
( Importo annuale TARI abitazione più Box e pratica Compostaggio).
Calcoli, dai quali si può dedurre
– anche verificando la propria bolletta
– che nell’importo della Tari relativa al Box, in ottemperanza al dettato della Circolare Ministeriale, non è stata addebitata la parte Variabile .
Il che avalla l’esattezza degli importi notificati dall’Amministrazione Comunale per il corrente anno e per quelli precedenti e, pertanto, per i Contribuenti marinesi, risulta inutile l’inoltro della sollecitata richiesta di rimborsi.
L’unica speranza di ottenere una significativa riduzione della TARI potrà concretizzarsi in seguito all’imminente attuazione della RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA: metodologia di smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani che consente di ridurre drasticamente l’oneroso conferimento in discarica, un consistente riutilizzo e proficuo riciclaggio degli stessi ed un auspicabile ed apprezzabile abbattimento dell’onere economico a carico dell’Utenza.
Oggetto: Osservazioni relative alla procedure di VIA “ Realizzazione Centro Commerciale in località Casa Negroni di Via del Divino Amore ( Proponente IDEA FIMIT SGR SPA, Comune Marino, RM ). In riferimento al documento “ Sintesi non tecnica “ relativo alla procedure VIA in oggetto lo scrivente Comitato, relativamente ai contenuti dei paragrafi E.1.8 “ Contesto socio-economico “ e E.1.9 “ Mobilità “ osserva quanto segue: • L’area nella quale si ipotizza la realizzazione del descritto Centro Commerciale risulta contornata de numerosi Esercizi del genere, descritti in allegato, che soddisfano ampiamente le esigenze della popolazione del territorio. Tant’è che, di tanto in tanto, si registrano dismissioni dovute a carenze di fruizione da parte degli acquirenti. Conseguentemente, l’aggiuntiva presenza di una mega struttura con simili finalità commerciali, provocherebbe, come recepito dai fondati timori dei Gestori dei superstiti Esercizi Commerciali della zona, l’inevitabile ulteriore fallimento di un gran numero degli stessi e la perdita di lavoro di numerosi Operatori locali, con le altrettanto inevitabili gravi ripercussioni di natura socio-economica per le loro Famiglie. • Le vie di comunicazione che immettono su via Nettunense e del Divino Amore sono già sede di un intensissimo traffico, in gran parte, costituito da mezzi pesanti che creano insostenibili disagi per la Popolazione, oltre che per le difficoltà di transito, per l’alto tasso di inquinamento acustico ed atmosferico. Per le motivazioni sopra esposte il Comitato, la cui finalità statutaria è quella di monitorare le condizioni di efficienza del territorio e di intervenire per cercare di ostacolare ogni iniziativa che possa danneggiare la condizione strutturale e la vivibilità del territorio stesso, ritiene la realizzazione del Centro Commerciale in oggetto non compatibile con la ricettività, in tal senso, dell’area interessata e quindi propone di respingere la fattibilità di procedura Via a tal proposito. Marino 24 Luglio 2017
Voglio prima di tutto precisare che questo articolo non intende esprimere nessuna valutazione di tipo politico, né dare nessun giudizio su quanti hanno governato questa città nei vari periodi storici, né tanto meno valutare la gestione dell’attuale Giunta che amministra il nostro territorio.
Di fatto vorrei dire che, al di là del colore politico di cui fanno parte, io ho sempre considerato l’elezione di un Sindaco e della sua Giunta esattamente come la nomina di un Amministratore Delegato e del Consiglio di Amministrazione di una qualsiasi Azienda. I cittadini sono chiamati a scegliere quelle persone che, a loro modo di vedere, rappresentano le migliori garanzie per la conduzione di quei servizi di cui hanno bisogno per il mantenimento e per lo sviluppo di quello che considerano il ‘loro’ Territorio. E, siccome le persone in cui ripongono la loro fiducia sono presentate da un Partito Politico o da un Movimento, votano quelle persone in una lista. Quelli che votano guidati dalla propaganda di un Partito, a mio avviso, votano per difendere interessi particolari che nulla hanno a che fare con il benessere dei cittadini ma che costituiscono il vantaggio di alcune classi sociali molto lontane dal comune cittadino. Alcune volte sono spinti, ad esempio, dai costruttori edili, altre volte dal desiderio di sopravvivenza di partiti politici ormai superati.
Il mio unico obiettivo, quindi, è quello di realizzare una piattaforma di dialogo sulla quale impostare un programma di sviluppo globale della nostra città che ritengo possa divenire possibile soltanto dopo aver estirpato definitivamente quelle convinzioni radicate nel tempo sulle quali si basa il conflitto che da molto tempo tende a dividere
Perché questo possa avvenire, è necessario partire da un evento che ha caratterizzato i rapporti tra il Centro Storico di questa città e la sua perifeferia. In particolare dobbiamo poter valutare il reale significato di quanto è successo nel recente passato nonché della motivazione data alla sentenza di ricongiungimento da parte della Corte di Cassazione :
Il 12 gennaio 1992 si tenne un referendum tra i residenti delle frazioni di Santa Maria delle Mole, Cava dei Selci e Frattocchie, attuali circoscrizioni II e III del comune di Marino, per ottenere l'autonomia del loro territorio, sotto il nome di Comune Autonomo di Boville: l'85.5% dei votanti si espresse in favore della separazione[147]. Nel 1994 venne costituito il Comune Autonomo di Boville, subito dopo però soppresso e riaccorpato a Marino: il neo-ricostituito comune di Marino fu commissariato fino a nuove elezioni. Il comune autonomo di Boville venne costituito con legge regionale n° 56 del 21 ottobre 1993[148]: all'atto della sua creazione era vasto 16.89 km2 -contro i 26.10 km2 totali del comune di Marino con le frazioni- ed aveva una popolazione di 18.818 abitanti -contro i 32.903 abitanti del comune di Marino con le frazioni-.[149] La soppressione del comune fu sancita dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 433 del 6 settembre 1995. La Corte Costituzionale, in una successiva sentenza (n° 43/03) riguardo l'autonomia della frazione di Baranzate dal comune di Bollate, in provincia di Milano, elevò il caso dell'autonomia di Boville quasi ad esempio, asserendo[150]:
« Ci sarebbe una differenza fra la vicenda del distacco di Boville da Marino (caso che diede origine alla questione risolta con la sentenza n. 433 del 1995) e la vicenda dell'erezione a Comune autonomo di Baranzate, per distacco da Bollate. Una cosa infatti sarebbe l'erezione a Comune autonomo di una frazione (non piccola ma neppure enorme) di un Comune che resta comunque più grande, come nel caso ora all'esame della Corte, altra cosa sarebbe invece l'erezione a Comune autonomo di una larghissima parte del territorio di un Comune preesistente, come avvenne nel caso di Marino. In quel caso, sarebbe stato assurdo non consultare tutta la popolazione di Marino, proprio perché Marino, dopo la scissione di Boville, sarebbe diventato altro da quel che era. » |
(Sentenza della Corte Costituzionale n° 43 del 10 febbraio 2003.) |
Questa sentenza è stata considerate come una grande vittoria da parte degli abitanti del Centro Storico e come una disfatta definitiva delle velleità della periferia.
Ma, se leggiamo bene, il contenuto della motivazione assegna un peso molto più rilevante ai fautori della scissione piuttosto che ai fautori del ricongiungimento.
Infatti, sia il confronto con le motivazioni della scissione confermata per il comune di Baranzate, sia la frase ‘…..proprio perchè Marino, dopo la scissione, sarebbe , diventato altro da quel che era’ significano che Marino avrebbe perso una parte molto più importante di quella che sarebbe rimasta e che la Marino che ne derivava sarebbe stata fortemente penalizzata dalla scissione.
Ed è questo il ragionamento che dovrebbe portare i più ostinati difensori della Marino intesa come roccaforte difesa da possenti mura e luogo di residenza di elite dominatrici e della Marino che nella storia ha dovuto subire moltissimi attacchi ed assedi e distruzioni e che quindi tende a rinchiudersi in sé stessa, che le popolazioni della periferia costituiscono ormai una forte maggioranza in termini sia di abitanti, sia di risorse economiche e che sono loro che contribuiscono, in modo sicuramente predominante, a riempire le casse del Comune. Casse dalle quali debbono essere ricavati gli emolumenti ai dipendenti comunali, oltre che tutti gli investimenti destinati allo sviluppo nonché le spese derivanti dalla manutenzione dell’intero territorio.
Entrambe le parti debbono arrivare a riconoscere le reciproche validità ed operare per valorizzare, ad esempio, tutte quelle attrazioni turistiche che tanti benefici potrebbero portare all’intera comunità. Non solo la festa dell’uva le Chiese ed i monumenti del Centro quindi, ma anche Appia Antica e Via Francigena e valori archeologici delle periferie.
Quello che auspico, quindi, è quello di creare una Commissione composta da rappresentanti delle due attuali fazioni che, supportate da tecnici, Amministratori Comunali ed esperti in archeologia ed in marketing turistico, nonchè dalle Associazioni esistenti ecc., riescano a definire programmi di sviluppo atti a dare sempre maggiore smalto alla nostra città e contribuiscano ad incrementaare sua economia.
Eliminando pulsioni all’autonomia ed imposizione di una presunzione di nobiltà non più attuale.
Oggi i cittadini di Marino sono stati chiamati alle urne per esprimere il loro parere sull’ubicazione del nuovo Ecocentro scegliendo uno dei quattro siti indicati dall’amministrazione comunale, potevano votare tutti i cittadini maggiorenni, residenti nel comune di Marino, apponendo una croce o un segno su uno dei quattro siti contraddistinti dalle lettere; “A” zona Cava dei Selci, “B” zona via Nettunense, “C” zona Mazzamagna dopo la cantina sociale Gotto D’Oro e “D” zona Santa Maria delle Mole.
Alle ore 18,00 terminate le votazioni, si è proceduto allo spoglio delle schede con il seguente risultato:
Cittadini votanti 1.182
Sito “A” zona Cava dei Selci voti 391
Sito “B” zona via Nettunense voti 183
Sito “C” zona Mazzamagna voti 558
Sito “D” zona Santa Maria voti 43
Schede nulle 7
Pertanto a seguito della seguente votazione si evince che il nuovo sito per l’Ecocentro sarà quello contraddistinto dalla letera “C” zona Mazzamagna.
Fissate disposizioni più ampie ed efficaci, per la prevenzione ed il contrasto del dilagante fenomeno in ambito scolastico, a tutela dei minori.
Bullismo e Cyberbullismo ( versione informatica del bullismo ) sono due modalità di comportamento che, attraverso un modo palese ed invisibile (attuato mediante gli strumenti della rete ) di agire, perseguono il medesimo fine di arrecare violenza ed umiliazione a soggetti presi di mira ( vittime ), attraverso: - spregevoli soprannomi; - parolacce o insulti ( 12,1% ); - derisione per l’aspetto fisico e/o il modo di parlare e di vestire (6,3 % ) e, secondo un arbitrario metro di giudizio, verso chi evidenzia un presunto anomalo orientamento sessuale, un comportamento non in linea con la più seguita tendenza trasgressiva o manifesta una non comune diligenza nell’impegno scolastico; - diffusione di maldicenze ( 5,1 % ); - esclusioni per le proprie opinioni ( 4,7 % ); - aggressione con spintoni, botte calci e pugni ( 3,8 % ).
Fenomeni per nulla trascurabili, se si considera che, secondo dati dell’ISTAT, risalenti al 2014, nei 12 mesi precedenti, più del 50 % di ragazzi/e compresi nella fascia di età dagli 11 ai 17 anni (Arco temporale che va dalla 5° elementare al 3° anno degli istituti scolastici superiori ), è stato/a vittima di episodi offensivi, non rispettosi e/o violenti da parte di coetanei. Il 19,8 % subisce più volte al mese tipiche azioni di bullismo, mentre per il 9,1 % tali atti si ripetono con cadenza settimanale.
Comportamenti, che minano l’autostima e la dignità delle vittime che, alla lunga, possono portare a condizioni di: ansia, irreversibile depressione, autolesionismo o, addirittura, di suicidio o di tentato suicidio, come, da recente, verificatosi a Palermo, in una classe di 2a media, dove un ragazzino si è cosparso di liquido infiammabile, con l’intento di darsi alle fiamme.
Disagi e manifestazioni che vengono favorite dalla vulnerabilità tipica della pre-adolescenza e dell’adolescenza, quando i ragazzi e le ragazze affrontano il primo distacco dalla famiglia, il contrasto con le figure adulte ed avvertono il bisogno di conferme, integrazione ed accettazione nell’ambito del gruppo dei pari.
Il bullo ed il cyberbullo non esulano da questa condizione, anzi, gli studiosi dell’argomento, sostengono che siano degli adolescenti insicuri che hanno una bassa autostima e degli incapaci di gestire un pacato confronto. Incapacità che li porta a compiere azioni oltraggiose nei confronti di chi appare più debole, per tentare di suscitare manifesta o silenziosa approvazione, nell’ambito del gruppo, ed illudersi di trovare conferma che la decisione intrapresa sia quella giusta per farsi rispettare e per piacere agli altri.
Falsa convinzione questa, in quanto, generalmente, ciò è dovuto non alla condivisione dell’aggressione esercitata nei confronti della “ vittima”, ma all’atteggiamento di indifferenza o di mancanza di coraggio che gli adolescenti presenti o consapevoli alla/dell’azione lesiva manifestano nell’astenersi di informare i soggetti in grado di innescare il meccanismo di un intervento ostativo, quali: genitori, insegnati o soggetti responsabili dei contesti in cui si verificano i fatti. ( come evidenzia l’esiguità delle denunce inoltrate alle autorità competenti).
Quindi, i ruoli coinvolti nella messa in atto dei così biasimevoli eventi risultano essere: il bullo o cyberbullo, la vittima ed il testimone.
Ma qual è l’identikit del bullo e del cyberbullo?
Il bullo, in genere, è un compagno di classe o d’istituto della vittima con la quale ha un contatto corporeo e visivo diretto, ha un fisico generalmente prestante che usa con destrezza per fare del male, agisce in orario scolastico o lungo il percorso casa-scuola, il suo malefico operato viene raccontato ad altri studenti della stessa o di altre scuole, la sua disinvoltura a compiere le azioni viene stimolata dalle dinamiche di gruppo, ha bisogno di dominare le relazioni interpersonali e vede l’effetto reale delle proprie azioni, verso le quali manifesta una indifferente consapevolezza e deresponsabilizzazione;
Il cyberbullo è un soggetto che esercita un tipo di attacco continuo ed offensivo, ai danni di altro soggetto, in versione informatica, cioè tramite l’uso di strumenti elettronici: l’E-Mail, le Chat, i Blog, i siti Web e i Telefoni cellulari, che gli consentono un campo d’azione ambientale e temporale illimitato; normalmente è anonimo ( il che impedisce alla vittima la possibilità di sapere con chi sta interagendo) ed invisibile ( anche se le moderne tecnologie, non cancellando completamente la tracciabilità della provenienza dei messaggi, consentono alla Polizia Postale di identificarli ); non necessita di disporre di un fisico prestante; la diffusione delle molestie e del materiale prodotto può avere un’estensione geografica senza limiti; manifesta un alto livello di disinibizione e di sadismo che gli permettono di mettere in atto online ciò che non si potrebbe permettere di compiere in condizioni di vita reale; non potendo constatare direttamente l’effetto delle conseguenze delle sue azioni sulla vittima, denota una insufficiente consapevolezza delle conseguenze.
Le motivazioni del bullo e del ciberbullo derivano, in genere, da una sensazione di trascuratezza familiare e sociale che innescano il desiderio di protagonismo e di visibilità, finalizzati a tentare di richiamare su di sé l’attenzione dell’ambiente circostante e dei media.
Il genitore e gli educatori.
Con l’avvento di Internet e del progresso tecnologico il ciberbullismo ha consentito l’intensificarsi di scambi di immagini e registrazioni video calunnianti e compromettenti. Il che ha promosso il fenomeno del public shaming ( umiliazione pubblica ) del soggetto colpito sulla rete.
La gravità dell’impatto che l’aggressione cyber ( relativa alla realtà virtuale o ad internet ) può avere sulla psiche della vittima è, ovviamente subordinata all’intensità ed alla frequenza degli atti di sopruso. Tant’è che negli Stati Uniti, è stato coniato il nuovo termine: Ciberbullicide, motivato dalle molte vittime di aggressione psicologiche estreme, giunte al suicidio. Dai dati italiani raccolti attraverso il progetto DAPHANE e tratti dalla letterature scientifica inerente lo studio del bullismo elettronico, emerge che: - la fascia di età maggiormente coinvolta in questo fenomeno è quella compresa fra i 13 e i 15 anni, secondo quanto emerge dalle percentuali dei seguenti dati statistici:
Atti cyber F a s c e d i E t à i n a n n i
12 – 13 14 – 15 16 – 17
Cellulare 26,3 45,8 27,9
Internet 20,5 42,4 37,1
- I prevalenti stati emotivi derivanti dagli attacchi ciber su studenti delle classi appresso indicate risultano essere:
Sentimenti C l a s s i
cyber vittime Elementari Medie Superiori
Rabbia 33,0% 34,4% 32,4%
Frustrazione 33,3% 31,6% 30,0%
Tristezza 33,3% 24,6% 18,8%
-Le Vittime si sono confidate con:
Nessuno 43,7%
Un amico 26,8%
Un genitore 15,5%
Insegnanti ( in Italia ) 9,6%
-Il 56 % dei Genitori non sono preoccupati che i loro figli possono essere vittime di bullismo elettronico, minimizzando l’impatto che questo fenomeno può avere nella vita dei ragazzi, e che il 19 % considera tali manifestazioni rare e quindi trascurabili. Mancanza di percezione che, inevitabilmente, causa la pregiudizievole assenza di supervisione e monitoraggio da parte dell’adulto.
Atteggiamento e convinzione questa alquanto superficiale ed incoerente, rispetto l’inconfutabile dimensione della gravità del fenomeno che, per contro, richiederebbe proprio, da parte dei genitori e degli educatori, l’affinamento della capacità di cogliere i segnali di malessere del/della ragazzo/a oggetto di molestie ( tendenza all’isolamento, scarsa voglia di seguire le attività scolastiche ed extrascolastiche, rifiuto del cibo e crollo del rendimento scolastico ), per capire se trattasi di normali sintomi di crisi adolescenziale o di altro genere, per poter intervenire, per tempo e adeguatamente al fine di scongiurare il pericolo di possibili gravi ed imprevedibili conseguenze.
Infatti, in considerazione della tendenza all’espansione della descritta grave problematica sociale definita “epidemia silenziosa smaterializzata da Internet“ e della carenza, in atto, di rispondente consapevolezza, motivazione ed azioni in grado di recepire, ostacolare e controllare l’andamento dell’evolversi del preoccupante fenomeno, la Camera dei Deputati ha approvato la Legge 29 Maggio 2017 n° 71, che stabilisce una importante serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate a favorire , particolarmente tra i giovani, una maggiore consapevolezza del disvalore di comportamenti persecutori ed a colmare la deficitaria normativa sulla tutela delle vittime e sul recupero comportamentale degli aggressori , ed in particolare:
Intanto, in attesa dell’esito della messa in atto dei provvedimenti previsti dalla descritta legge e per evitare di incorrere nei compromettenti provvedimenti disciplinari previsti dalla stessa, chi scrive propone agli attuali e potenziali bulli e ciberbulli, prima di proseguire o apprestarsi a compiere delle aggressioni o produrre azioni denigratorie o persecutorie, di riflettere sulle conseguenze che le stesse causerebbero se fossero rivolte a loro, oppure quali vantaggi morali e materiali trarrebbero se, invece di ricevere offese, venissero loro rivolte manifestazioni di solidarietà, di comprensione e di protezione.
Dall’auspicabile immedesimazione sugli effetti delle accennate opposte sensazioni, ci si augura possa scaturire la convinzione che la decisione più saggia e conveniente, per acquistare edificanti e veritieri consensi, lusinghieri riconoscimenti e fondata autostima, è quella di prestare soccorso, e no di acuire o creare condizioni di disagio o di sofferenza ai propri simili. Concordemente con i canoni comportamentali dell’Uomo, secondo i quali, all’azione più meritoria di prodigarsi, disinteressatamente, ad aiutare il Prossimo, si contrappone la manifestazione di vigliaccheria, che trova riscontro nell’esternazione di indifferenza, disprezzo od oltraggio, rivolta a chi versa in condizioni di difficoltà o vulnerabilità.
articolo redatto da Domenico Brancato
Premesso che un Eco-Centro ovvero isola ecologica, se gestita con diligenza, non è affatto una discarica, vedi gli innumerevoli esempi sparsi in ogni Comune Italiano, ma è l’elemento fondamentale senza cui è impossibile avviare una raccolta differenziata degna di questo nome.
Stabilito che una consultazione popolare é per antonomasia la massima espressione di democrazia diretta, di cui nessuno dovrebbe mettere in dubbio la validità ovvero considerarla una sorta di scarico di responsabilità, a questo proposito anzi auspichiamo un uso della consultazione popolare ancora più massiccio.
Invitiamo tutti i nostri Concittadini di Santa Maria delle Mole ad esprimere la propria opinione sull’argomento, scegliendo non sulla base emotiva di quanti semplificando, paventano disastri ecologici, ma analizzando attentamente tutti gli elementi oggettivi dei vari siti proposti, quali:
Inoltre un suggerimento all’Amministrazione, perché non prevedere una riduzione della TARI per gli abitanti che risiedono ad una determinata distanza dall’Eco-Centro?