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Anziani in primo piano per sconfiggere COVID-19

Anziani in primo piano per sconfiggere COVID-19 Copertina (1.081)
Eleonora Persichetti

Il «CoronaVIrus Desease 19» è un’evoluzione di quello identificato per la prima volta nella provincia cinese di Quangdong nel novembre 2002 che si diffuse in oltre 30 nazioni. Il portale di equity crowdfunding Opstart, la piattaforma Ener2Crowd dedicata ai GreenVestor e l’innovativo salvadanaio digitale Gimme5 by AcomeA scendono in campo per sostenere gli anziani.
 
 
(AJ-Com.Net) - Anziani in primo piano per sconfiggere «COVID-19»: questo è l’obiettivo sulla piattaforma Fintech4life.it in aiuto delle zone maggiormente colpite nella difficile lotta contro il Coronavirus.
Sì, anziani in primo piano, perché «COVID-19» è una malattia respiratoria acuta causata da un nuovo tipo di coronavirus SARS-CoV2, evoluzione di quello identificato per la prima volta nella provincia cinese di Quangdong nel novembre 2002 che si diffuse in oltre 30 nazioni con un tasso di mortalità del 50% nelle persone sopra i 65 anni.


«L’Italia intera si trova in questi giorni alle prese con una situazione senza precedenti: l’emergenza Coronavirus si sta ripercuotendo in tutti i settori della comunità, includendo anche quello economico e finanziario. Ma ad essere più colpiti sono gli anziani» commentano i responsabili del portale di equity crowdfunding Opstart, della piattaforma Ener2Crowd dedicata ai GreenVestor e dell’innovativo salvadanaio digitale Gimme5 by AcomeA che hanno promosso questo crowdfunding solidale.


Per partecipare con una donazione anche piccolissima, basta accedere alla piattaforma Fintech4life.it ed effettuare la donazione a favore di Cesvi, pagando con bonifico o carta di credito. I fondi raccolti verranno destinati a rafforzare la terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e per attivare un servizio di aiuto domiciliare agli over 65 residenti nelle città di Bergamo e Milano.


La partecipazione può avvenire in forma anonima oppure pubblica e la somma devoluta viene trasmessa direttamente a Cesvi senza alcuna commissione sugli importi raccolti.


«In questo momento drammatico, tutti -cittadini, famiglie, aziende ed istituzioni- si stanno adoperando per contribuire in maniera attiva e concreta alla battaglia e contrastare nel modo più rapido ed efficace possibile l’emergenza in corso. Ora chiunque potrà aderire alla raccolta Opstart contro il Coronavirus, anche versando soltanto 1 euro» sottolineano i promotori di Fintech4life.it.

The European Corona Experiment

The European Corona Experiment Copertina (762)
Eleonora Persichetti

 
Oggi vi proponiamo una vignetta realizzata da Terraferma Da Sogno (Terrafermadasogno.it) con l'intenzione di sensibilizzare l'opinione pubblica circa le importanti differenze in Europa nell'affrontare l'emergenza Coronavirus.
 
 
E’ un'iniziativa senza scopo di lucro, creata da alcuni italiani residenti all'estero, veri europei, che si propone di aumentare la consapevolezza italiana sul ruolo fondamentale che ancora possiamo giocare in Europa, partendo da Venezia!
 
 
Li ringrazio per averci scelto. E’ arrivato il momento di riflettere.
 
 
 
Eleonora Persichetti

Chi rimborsa biglietti e abbonamenti?

Chi rimborsa biglietti e abbonamenti? Copertina (639)
Eleonora Persichetti

Stop a manifestazioni di ogni sorta ed eventi sportivi a porte chiuse. Chi rimborsa biglietti e abbonamenti?
 
 
Avvocato Franchi (Konsumer): “I biglietti delle partite giocate senza spettatori vanno rimborsati, così come va dato un parziale rimborso agli abbonati. Se ciò non avverrà, ci rivolgeremo alle autorità competenti”
 
 
 
Le prossime partite di calcio di Serie A saranno giocate a porte chiuse, senza pubblico negli stadi, per limitare la diffusione del coronavirus (SARS-CoV-2).
 
 
La decisione è stata annunciata mercoledì sera dalla FIGC - Federazione Italiana Giuoco Calcio, l’organo che governa il calcio italiano, dopo l’approvazione da parte del governo delle nuove misure straordinarie per contenere il coronavirus. Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, firmato mercoledì dal presidente del Giuseppe Conte, prevede, infatti, che fino al 3 aprile gli eventi e le competizioni sportive in tutta Italia saranno consentite solo se si svolgeranno senza pubblico.
 
 
Un provvedimento che si è reso necessario per tentare di arginare il numero dei contagi, ma che avrà serie ripercussioni economiche con decine di migliaia di euro persi. Per Konsumer, associazione che si occupa di tutelare i diritti dei consumatori, siamo al cospetto di un tipico caso di impossibilità sopravvenuta della prestazione, una fattispecie disciplinata dall’art. 1463 c.c., ai sensi del quale “Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell'indebito.”
 
 
Viste le nuove disposizioni, le società di calcio si vedranno costrette a rimborsare i biglietti già acquistati, come pure la porzione di abbonamento che riguarda quelle partite. – Ha dichiarato l’Avvocato Giovanni Franchi, Presidente della sezione Emilia-Romagna di Konsumer, da anni attivo nella difesa dei consumatori e dei loro diritti – Relativamente a quelle squadre, come la Juvenutus, che hanno nei propri regolamenti norme che prevedono che l’obbligo di giocare partite a porte chiuse, e/o eventuali chiusure di settori, e/o l’eventuale squalifica del campo e la disputa di partite in campo neutro, disposti per Legge o provvedimento di autorità pubbliche o sportive, non generano il diritto al rimborso, siamo al cospetto di una clausola marcatamente vessatoria ai sensi dell’art. 33 del Codice del Consumo e, per l’effetto, nulla a norma del successivo art.36. Se le squadre non si dichiareranno disponibili al rimborso a favore di chi ha acquistato il biglietto o l’abbonamento senza poterlo utilizzare, l’associazione Konsumer agirà davanti alle Autorità competenti, anche per il tramite di un’azione di classe, allo scopo di ottenere a favore degli aventi diritto il rimborso della spesa effettuata inutilmente”.
 

RAPPORTO "WOMEN IN BUSINESS 2020"

RAPPORTO "WOMEN IN BUSINESS 2020" Copertina (624)
Eleonora Persichetti

 
Grant Thornton: a livello globale rimane costante la presenza femminile nel senior management mentre aumentano le donne CEO, oggi al 20% (rispetto al 15% di un anno fa).
 
  • In Italia nel 2020 le donne ai vertici aziendali (ruolo di CEO) sono addirittura il 23% (15% nel 2019) e quelle con ruoli nel senior management il 28%.
  • Il nostro Paese è coinvolto attivamente nell’abbattimento degli ostacoli alla parità di genere: la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management è oggi al 18%. In termini di media mobile triennale siamo al 22% nel 2020 contro il 28% del 2019 e il 34% del 2018.
 
A livello mondiale il 78% delle aziende del Mid-Market è coinvolta attivamente nell’abbattimento degli ostacoli alla parità di genere nelle posizioni di senior management. Questo dato emerge dall’ultimo International Business Report (IBR) - Women in Business 2020 di Grant Thornton International, ricerca effettuata a livello globale che raccoglie le risposte di circa 10.000 leader aziendali in 32 Paesi.
Secondo lo studio, nel 2020 le donne detengono il 29% delle posizioni aziendali di comando, la stessa percentuale registrata nel 2019. Nonostante questa “frenata”, le aziende che presentano donne al vertice, nel ruolo di CEO, sono invece aumentate di 5 punti percentuali arrivando a livello globale al 20% nel 2020 rispetto al 15% dell’anno precedente.
Per quanto riguarda la situazione in Italia, le posizioni di CEO occupate dalle donne nel 2020 hanno raggiunto il 23%, andando dunque oltre il dato medio globale e registrando un importante aumento rispetto al 2019 (15%).
Più in generale, nel nostro Paese, le donne che detengono posizioni di leadership rappresentano oggi il 28%, con un aumento di 4 punti percentuali rispetto al 2019. Allo stesso tempo risulta in calo la percentuale di aziende senza presenze femminili nel senior management che attualmente si assesta al 18%. In termini di media mobile triennale si registra un andamento positivo: nel 2020 la percentuale è del 22%, contro il 28% del 2019 e il 34% del 2018.
Simonetta La Grutta, Partner e Head of VAT di Bernoni Grant Thornton commenta: “In Italia si è osservato un apprezzabile incremento della percentuale delle donne in posizione apicale che si attesta al 28% nel 2020 rispetto a un più modesto 24% nel 2019, ponendo il nostro Paese al 12° posto nella classifica mondiale, insieme a Francia e Stati Uniti. Meno soddisfacente, invece, il risultato delle rilevazioni se si guarda al dato medio degli ultimi tre anni che passa dal 28% al 29%. E’ mia costante esperienza che Grant Thornton valorizzi in particolar modo al suo interno le professioniste, offrendo loro importanti opportunità di crescita. Ho avuto il privilegio lo scorso anno di frequentare il GT Senior Leadership Program presso Harvard Business School, un programma tailorizzato sulla nostra organizzazione, dedicato ai Transformational Leaders. In quella sede, la presenza femminile è stata pari a circa il 50% e successivamente molte di noi, già con ruoli apicali, sono state chiamate ad incarichi di maggiore responsabilità. Così è stato per me per la funzione People Hub che, tra l’altro, prevede un innovativa politica di diversity, di prossima attuazione.”
“Per continuare a vedere più donne in posizioni senior” afferma Roberta Cipollini, Director di Ria Grant Thornton – “le politiche aziendali dovranno essere più determinate in questi obiettivi. Le politiche che garantiscono la valorizzazione della diversità di pensiero e di competenza nei tavoli decisionali, le pari opportunità nello sviluppo della carriera, la propensione al reclutamento e allo sviluppo di culture inclusive devono essere applicate e regolarmente rivalutate al fine di poterne misurare l'efficacia via via. Quando ciò si combina con un reale impegno convinto da parte della dirigenza manageriale avviene un vero cambiamento culturale e di trasformazione dell’organizzazione. Ria Grant Thornton da due anni è la società partner tecnico per la rilevazione dei dati di imprese italiane innovative e di multinazionali presenti in Italia che si sottopongo a valutazione da parte del Winning Women Institute per l’ottenimento di un bollino rosa di qualità sulle azioni concrete di valorizzazione del talento e valore femminile in tutte le sue forme e processi interni ed esterni”.
Nell’ultimo anno si riscontra un aumento di presenze femminili nel senior management grazie anche a una maggior trasparenza nelle organizzazioni, alla rendicontazione del divario retributivo di genere, e al dibattito pubblico originato dal movimento #MeToo. Secondo il report di Grant Thornton è importante continuare a incentivare azioni concrete, volte a eliminare le diversità di genere. Si tratta, infatti, di un cambiamento importante per ogni azienda poiché incoraggia differenti modi di pensare e mostra nuove opportunità di crescita: un atteggiamento fondamentale in un contesto economico mondiale in rapida evoluzione.
 
Highlights della ricerca “WOMEN IN BUSINESS 2020” – IBR Grant Thornton
Dati 2019
 
  • Il 29% delle posizioni dirigenziali all'interno delle società del mercato medio a livello globale sono coperte da donne
  • L'87% delle imprese ha almeno una donna nel senior management
  • Il 78% delle imprese del mercato medio sta lavorando attivamente al proprio equilibrio di genere.
 
Le iniziative comuni includono:
  • Creare una cultura inclusiva (34%)
  • Garantire la parità di accesso alle opportunità di sviluppo (34%)
  • Abilitazione del lavoro flessibile (31%)
  • Revisione dei processi di reclutamento (26%)
  • Mentoring / coaching (26%)
  • Ricompensa per alti dirigenti legati agli obiettivi (23%)
  • Quote di genere (22%)
  • Allenamento inconscio (21%)
 
Il numero di donne a livello di CEO è aumentato dal 15% nel 2019 al 20% nel 2020, mentre quelle nei ruoli di CFO sono diminuite dal 34% nel 2019 al 30% nel 2020.

AL VIA LA CAMPAGNA #EROIOGNIGIORNO

AL VIA LA CAMPAGNA #EROIOGNIGIORNO Copertina (549)
Eleonora Persichetti

LEGA DEL FILO D’ORO: NEL 2019 IL 50% DELLE PERSONE SORDOCIECHE CHE SI SONO RIVOLTE AL CENTRO DIAGNOSTICO DEL NUOVO CENTRO NAZIONALE DI OSIMO PRESENTAVA UNA MALATTIA RARA.
AL VIA LA CAMPAGNA #EROIOGNIGIORNO
 
 
La Lega del Filo d’Oro è il punto di riferimento in Italia per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e le malattie rare, tra cui soprattutto la sindrome di Charge e di Usher, sono tra le principali cause della sordocecità. Per far comprendere che queste patologie richiedono un approccio specifico per un’educazione allo sviluppo dei sensi residui e quindi una strumentazione e un allestimento personalizzato delle aule e degli ambienti del nuovo Centro Nazionale, la Lega del Filo d’Oro lancia la campagna di raccolta fondi #EroiOgniGiorno, che si può sostenere fino al 29 marzo con una chiamata da rete fissa, un sms al numero solidale 45514 o su eroiognigiorno.it
 
 
Nel 2019 il Centro Diagnostico della Lega del Filo d’Oro ha trattato 104 utenti - erogando 69 valutazioni psicodiagnostiche e 36 interventi precoci - e una persona su due era affetta da una malattia rara (registrando un +15% in 10 anni)[1], come la sindrome di Charge o la sindrome di Usher, due tra le principali cause di sordocecità. Per aiutare i tanti bambini affetti da severe disabilità che tutti i giorni affrontano con coraggio, da veri eroi, l’impossibilità di vedere e sentire e far comprendere che queste patologie richiedono un approccio specifico per un’educazione allo sviluppo dei sensi residui con un allestimento delle aule personalizzato, la Lega del Filo d’Oro lancia la campagna di raccolta fondi #EroiOgniGiorno, a cui si può contribuire fino al 29 marzo con una chiamata da rete fissa o un sms al numero solidale 45514 e su eroiognigiorno.it
 
In particolare, con i fondi raccolti si potrà sostenere la realizzazione delle aule per le attività educative del nuovo Centro Nazionale di Osimo. Ogni bambino, infatti, ha bisogno di ambienti pensati su misura per svolgere attività funzionali al pieno sviluppo delle sue potenzialità.
Le malattie rare sono un ampio ed eterogeneo gruppo di patologie definite dalla bassa prevalenza nella popolazione e a livello europeo, così come in Italia, si definisce “rara” una malattia che colpisce non più di 5 pazienti su 10.000 abitanti. Il numero di malattie rare conosciute e diagnosticate oscilla tra le 7.000 e le 8.000, ma si tratta di cifre che crescono con l’avanzare della scienza e, in particolare, con i progressi della ricerca genetica. Secondo la rete Orphanet Italia, nel nostro Paese le persone con una malattia rara sono circa 2 milioni: nel 70% dei casi si tratta di pazienti in età pediatrica, con 19mila nuovi casi l’anno[2].
 
«Nell’ultimo anno la metà degli utenti che si sono rivolti al nostro Centro Diagnostico aveva una malattia rara. Nella maggior parte dei casi si tratta di bambini al di sotto dei 12 anni, che ancora non hanno avuto una diagnosi certa. Il metodo della Lega del Filo d’Oro si basa su un approccio specifico per educare i bambini ad utilizzare al meglio le loro abilità residue. Nell’età scolare l’apprendimento e l’interazione sono fasi importanti per lo sviluppo cognitivo, per questo sono previsti programmi di riabilitazione personalizzati, perché ogni caso è a sé, per dare la miglior risposta alle esigenze di ogni bambino e per non perdere nemmeno un giorno di progressi. – dichiara Patrizia Ceccarani, Direttore Tecnico Scientifico della Lega del Filo d’Oro – I nostri operatori lavorano per facilitare l’autonomia, l’inclusione, l’utilizzo delle tecnologie assistive e l’interazione con l’ambiente, mettendo l’esperienza dell’Associazione al servizio delle famiglie. Perché ci occupiamo sì del bambino, ma anche dei genitori, per dare loro dei punti di riferimento con cui orientarsi nella complessa condizione di dover assistere un ragazzo con pluridisabilità».
 
 
IL PRIMO PASSO PER UNA DIAGNOSI E L’AVVIO DI UN PERCORSO RIABILITATIVO PERSONALIZZATO
 
Per agire tempestivamente e prevenire gli eventuali effetti secondari della pluriminorazione psicosensoriale alla Lega del Filo d’Oro, con i bambini al di sotto dei 4 anni, si opera attraverso l’intervento precoce. È infatti proprio nelle prime fasi dello sviluppo del bambino che si possono ottenere le migliori risposte, identificando e valorizzando tempestivamente le potenzialità e le abilità residue. Così, per guadagnare tempo prezioso, da subito viene avviato il percorso riabilitativo ed educativo che prosegue in collaborazione con la famiglia e la rete dei servizi sul territorio. Un’équipe multidisciplinare, composta da medici specialisti, psicologi, educatori, terapisti e assistenti sociali, effettua un’approfondita valutazione delle abilità, delle potenzialità e delle caratteristiche della persona, mettendo poi a punto un programma riabilitativo specifico.
La Lega del Filo d’Oro elabora di volta in volta, per ogni ospite, il trattamento più appropriato e le modalità di comunicazione più adatte al fine di penetrare quel muro fatto di buio e silenzio in cui vivono le persone sordocieche.
Ogni bambino ospite del Centro di Riabilitazione ha bisogno di ambienti pensati su misura e di svolgere attività funzionali al pieno sviluppo delle sue potenzialità. Soprattutto nell’età scolare l’apprendimento, lo sviluppo e l’interazione sono fasi importanti per lo sviluppo cognitivo.
 
 
LA CAMPAGNA #EROIOGNIGIORNO
 
Ogni giorno chi non vede e non sente affronta un’impresa straordinaria: andare oltre il buio, oltre il silenzio. E proprio a loro che sono dei piccoli eroi in ogni conquista, anche nei gesti più semplici della vita quotidiana, la Lega del Filo d’Oro dedica la campagna #EroiOgniGiorno a cui tutti possono contribuire con un sms o chiamata da rete fissa al 45514 fino al 29 marzo. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, Illiad, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali e di 5 o 10 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa TIM, Vodafone, WindTre, Fastweb e Tiscali, di 5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45514 da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile
 
SUI SOCIAL CONDIVIDI #EROIOGNIGIORNO
 
Sui social network la campagna di raccolta fondi della Lega del Filo d’Oro verrà veicolata tramite l’hashtag #eroiognigiorno. Tutti gli utenti del web possono contribuire a finanziare le attività educative e riabilitative svolte nelle aule didattiche del nuovo Centro Nazionale di Osimo pensate su misura per facilitare l’autonomia, l’inclusione, l’utilizzo delle tecnologie assistive e l’interazione con l’ambiente, ricordando che con una chiamata o un semplice sms al numero solidale 45514 e su eroiognigiorno.it si può fare qualcosa di straordinario per chi non vede e non sente, perché tutti possono diventare #eroiognigiorno.
 

[1] Nel 48% dei casi tra gli utenti trattati dal Centro Diagnostico della Lega del Filo d’Oro la causa della sordocecità è una malattia rara, nel 25% la prematurità e nel restante 27% altre patologie. Dieci anni fa le malattie rare riguardavano soltanto il 33% degli utenti.
[2] Osservatorio Nazionale Malattie Rare, https://www.osservatoriomalattierare.it/malattie-rare

Coronavirus: perché č importante che le aziende comunichino quello che stanno facendo

Coronavirus: perché č importante che le aziende comunichino quello che stanno facendo Copertina (673)
Eleonora Persichetti

Producono macchinari o beni che possono aiutare in questo momento di crisi? Che cosa sono in grado di fare anche in aree di crisi? Che provvedimenti hanno preso? Che cosa stanno facendo per salvare il proprio business? Hanno un know how da condividere? Che difficoltà stanno vivendo?
I consigli dell’agenzia giornalistica di comunicazione Eo Ipso (www.eoipso.it)
 
 
Informare è importante per le aziende che si rivolgono direttamente al consumatore finale, ma non solo. Dopo la comunicazione della sospensione di eventi pubblici, occorre fare un passo in più ed andare oltre. Un passo nella direzione della speranza, ma anche del servizio, per tutelare tutti, ma soprattutto le persone più deboli. “E’ comunicazione di crisi (o crisis communication) – spiegano Marino Pessina e Chiara Porta dell’agenzia giornalistica di comunicazione Eo Ipso (www.eoipso.it) Lo stanno facendo le aziende sanitarie, ma i servizi sono tanti, sia per i privati che per il business. Dalla comunicazione di questo momento può nascere la speranza. Le risposte devono arrivare direttamente dalla fonte, per evitare disinformazione e fake news. Una corretta informazione accresce il livello di conoscenza, crea un clima di fiducia e permette alle aziende di dimostrare la propria credibilità, anche e soprattutto in questa situazione, sia verso i clienti che gli stakeholder”.
 
 
La gestione di una crisi è ‘fluida’ per definizione, quindi non imbrigliabile in schemi, esistono dei protocolli, ma non un vero ABC di comportamento, richiede una profonda conoscenza dei meccanismi tecnici di gestione. Per questo è importante, se non si hanno risorse interne, rivolgersi a dei professionisti del mondo del giornalismo. Non si sottraggono professionalità all’azienda e nel contempo si mette in atto una strategia verso l’esterno.
 
 
“Comunicare in questo momento è servizio per l’intera comunità. Che cosa sono in grado di fare le aziende anche in aree di crisi? – continuano gli esperti di Eo Ipso - Producono beni che possono essere utili in questo momento alla gestione dell’emergenza? Chi si occupa di servizi, a partire dal telelavoro, lo smartworking, può avere molto da insegnare. C’è un know how da condividere? Le associazioni di categoria hanno il polso della situazione dei loro associati, cosa sta succedendo? E’ essenziale comunicarlo, anche semplicemente con un comunicato stampa di prodotto o con una nota di commento, in modo da raggiungere, attraverso i media, il maggior numero di persone possibile.
 
 
La comunicazione ha diversi livelli, dal locale al nazionale, e la trasparenza messa in atto crea fiducia in dipendenti, clienti e stakeholder. L'obiettivo è sempre quello di ridurre al minimo gli effetti negativi generati dalla crisi e preservare la reputazione aziendale. Ma in questo momento si va oltre.
La rete di comunicazione può servire non solo a socializzare le proprie difficoltà, ma anche a condividere soluzioni e a dare materiale di riflessione per chi prende decisioni politiche”.
Per chi si rivolge ad altre aziende, presi i primi provvedimenti, organizzati a casa i dipendenti con il telelavoro, per coloro che possono, è fondamentale comunicare quello che si fa, ma anche spiegare le difficoltà che si stanno vivendo e come le si sta affrontando.
I dipendenti sono sicuramente già stati avverti sulle politiche messe in atto all’interno dell’azienda. Può essere interessante farlo sapere anche all’esterno, per condividere le politiche attuate. Ci sono iniziative in corso in azienda? Quanti sono attivi nel volontariato? Che cosa si sta facendo? Farlo sapere può essere un aiuto per tutti. Le domande sono tante.
In caso di infezioni è essenziale una rapida comunicazione interna su tutti i dipendenti, in modo da aiutare il lavoro dei medici ed evitare al più possibile i contagi, per tutelare soprattutto le persone deboli che sono le più a rischio.
 
 
Comunicare nell’ottica del servizio
 
Facciamo degli esempi, consci del fatto che ce ne possono essere molti altri.
 
  • Come azienda produciamo dei beni utili per sterilizzare o abbiamo dei tecnici o dei laboratori che stanno studiando una soluzione per questa malattia. Fare il punto della situazione, oltre ad alzare la reputazione aziendale, cosa non secondaria, può dare speranza a tutti.
  • Terziario: ci occupiamo di smart-working o di comunicazione o siamo in un altro settore e abbiamo informazioni da condividere. Facciamolo! Le scuole come si stanno organizzando? Le associazioni di categoria cosa hanno da dire?
  • I social in questi giorni sono stati invasi da foto di supermercati vuoti, ma gli scaffali sono stati poi riempiti e non tutti i punti vendita sono stati presi d’assalto. Per il direttore del punto vendita può essere semplice sapere dove la situazione è migliore e comunicarlo, a partire dal web, per passare poi ai social e ai media. Una regola che vale per tutti, grandi e piccoli punti vendita. E anche per le farmacie, dove è sempre più difficile trovare disinfettanti in gel e mascherine.

L’AMUCHINA FAI-DA-TE

L’AMUCHINA FAI-DA-TE Copertina (748)
Domenico Brancato

LA RICETTA DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DALLA SANITA -OMS - PER L’AMUCHINA FAI-DA-TE
 
 
Come è noto l’Amuchina,in seguito alle preoccupanti continue notizie riguardanti la diffusione del “Coronavirus” ed alla conseguente psicosi provocata (trattandosi di una patologia finora sconosciuta) da uno eccessivo, anche se comprensibile, timore di una rapida propagazione del possibile contagio, da qualche giorno a questa parte è difficilmente reperibile,e quel che è più spiacevole, è divenuto un prodotto oggetto di sciacallaggio. Fenomeno per il quale è stata, però, già sollecitata, alle Istituzioni competenti, la messa in campo di tutte le misure necessarie per non permettere il protrarsi dell’assurda condizione discordante: di sollecitare la prevenzione da una parte e dall’altra consentire a qualcuno di lucrare sulla salute dei cittadini.
 
Come nel caso di un flacone da 80 ml del prezzo di 3-4 euro, che in questi ultimi giorni viene venduto, online, a 10 volte il prezzo iniziale. In riferimento ad una tale biasimevole situazione l’Azienda Angelini Pharma: produttrice dall’ Amuchina Gel, nel dichiarandosi totalmente estranea agli ingiustificati rincari rilevati dai consumatori, ha annunciato di aver programmato l’incremento della produzione, nell’intento di essere in grado, al più pesto, di poter soddisfare l’esuberante richiesta, lasciando invariato il prezzo di fabbrica.
 
Comunque, in attesa che i rifornimenti possano compensare gli eccezionali incontenibili consumi, per evitare disagi di stressanti file presso farmacie o supermercati, per accaparrarsi le residue disponibili scorte, ove esistenti e di optare per l’uso, apparso in qualche sito web,di prodotti alternativi poco efficaci (a base di Candeggina diluita, in sostituzione, quando si è in casa, del sempre valido tradizionale accurato lavaggio delle mani con acqua e sapone), si fa seguire il procedimento,secondo le indicazioni dell’OMS, per la preparazione di un litro di Amuchina fai.da.te.
Quantità di disinsettante (valido sia per le mani che per le superfici) per la quale occorrono: 833 ml di alcol denaturato al 96 % (o alcol etilico imbevibile), reperibile nei supermercati; 42 ml di acqua ossigenata al 3%; 15 ml di glicerina al 98%, acquistabili in farmacia, e acqua distillata o, in sostituzione, acqua del rubinetto bollita e raffreddata, in quantità tale da completare il volume di un litro. Poi, una volta completata la composizione con i descritti ingredienti, versare il tutto in una bottiglia di plastica o di vetro, tappabile ermeticamente.
 
Per una buona efficacia dell’uso del prodotto così ottenuto, e cioè per essere certi di poter eliminare virus e batteri vari, generalmente presenti, si consiglia di passarlo, sia sulle mani che sulle superfici da igienizzare, in precedenza pulite, per almeno 30/40 secondi.
Infine, si consiglia di non utilizzare l’Amuchina troppo spesso, in quanto potrebbe provocare l’effetto contrario a quello desiderato, cioè promuovere lo sviluppo di batteri resistenti, vale a dire insensibili all’azione del trattamento.

Le aziende ferme per il Coronavirus ripartono con lo smartworking

Le aziende ferme per il Coronavirus ripartono con lo smartworking Copertina (650)
Eleonora Persichetti

Ecco i consigli per chi affronta un periodo di lavoro a distanza
 
 
 
La società di consulenza Methodos, che aiuta le imprese a mettere a punto nuovi modelli organizzativi, ha stilato un vademecum peri i capi e per i lavoratori che si trovano per la prima volta a sperimentare il lavoro agile. «Per le aziende e per i dipendenti sarà un cambiamento culturale»
 
 
 
È smartworking la parola d’ordine di queste ore per le imprese che rischiano di rimanere ferme a causa dell’emergenza sanitaria per il nuovo Coronavirus. Nelle regioni più colpite dal contagio si cerca di limitare al massimo gli spostamenti e, mentre uno dei decreti attuativi del DL 23 febbraio 2020 n. 6 facilita l’adozione del telelavoro (come sperimentato su scala più piccola per il crollo del ponte Morandi), è già massiccio in moltissime aziende il ricorso al lavoro agile. «Questi giorni di blocco forzato potrebbero addirittura essere un acceleratore del cambiamento»: ne è convinto Alessio Vaccarezza, CEO di Methodos Italia, società di consulenza specializzata nell’accompagnare le imprese nei processi di change management assieme a Digital Attitude e Accompany, due startup focalizzate sulla digital transformation. «Da tempo è in atto una trasformazione culturale per quanto riguarda i modelli organizzativi sul lavoro e molte realtà, soprattutto le più grandi e internazionali, sono preparate ad affrontare la situazione che stiamo vivendo – prosegue Vaccarezza –. Chi è in ritardo nell’attuare piani strutturati di smartworking dovrà mettere in campo qualche sforzo in più, ma attrezzarsi in tempi brevi è possibile e, con alcuni accorgimenti, si può evitare di perdere produttività».
 
Per attuare forme di lavoro agile in modo efficace, prevedendo i possibili intoppi e preparando dipendenti e management a lavorare in modo nuovo, Methodos ha stilato una serie di consigli rivolti sia ai lavoratori, che magari si trovano a fare smartworking per la prima volta nella vita, sia ai capi, che devono sperimentare nuovi metodi per organizzare, dirigere e valutare i propri dipendenti.
 
«Delega e fiducia sono i concetti più importanti per chi ha un ruolo dirigenziale – spiega Giuseppe Geneletti, Head Smart Working di Methodos –. Chiarire gli obiettivi, valorizzare i risultati raggiunti e responsabilizzare sono le azioni chiave per impostare un progetto di smartworking vincente. Occorre poi fare degli sforzi in più sul fronte della pianificazione e schedulare specifici momenti di confronto con le persone del team: meglio in video che con una semplice telefonata».
 
Per i lavoratori, invece, la sfida è riprodurre a casa la forma mentis che si assume in ufficio. I consigli di Methodos sono cinque:
 
  1. Stabilire chiaramente gli orari. «È importante indicare i momenti di inizio e fine del lavoro – spiega Giuseppe Geneletti –. Dedicare delle ore specifiche al lavoro facilita non solo la concentrazione, ma anche l’allineamento con gli altri interlocutori, che sanno in quali momenti siamo disponibili e pronti a rispondere».
  2. Vestirsi come se si andasse in ufficio (o quasi). «Non è necessario essere iper-formali e in giacca e cravatta – commenta sempre Geneletti – ma passare dalla modalità “da casa” a quella “da lavoro” è molto importante per concentrarsi, e l’abbigliamento gioca la sua parte».
  3. Fare delle pause e spostarsi. Se è fondamentale, anche a casa, avere la sensazione di “iniziare” la propria giornata, allo stesso modo, quando si prende una pausa, bisogna davvero staccare. «Per questo il consiglio è di allontanarsi fisicamente dallo spazio di lavoro spiega l’esperto di Methodos –. Fare un passo lontano dalla scrivania può aiutare a liberare la mente e ad avere maggiore attenzione al ritorno».
  4. Organizzare gli spazi. Cioè avere una scrivania libera dal disordine, con file digitali e/o archivi cartacei facilmente individuabili e uno spazio adatto all’attività. «Sono elementi importanti per aumentare la produttività e rimanere concentrati mentre si lavora ai vari progetti» sottolinea Geneletti.
  5. Staccare la spina dalla vita digitale. A casa, ancor più che in ufficio, le distrazioni di web e social sono in agguato. «Per sfruttare al meglio il tempo – spiega sempre Geneletti – è bene silenziare o bloccare alcune app, anche attraverso alcuni tool che ne limitano l’utilizzo».
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Un approfondimento ad hoc lo meriterebbero i cosiddetti “meeting digitali”, ovvero chiamate e videoconferenze, di cui nei prossimi giorni si farà grande uso. «Le tecnologie rendono le comunicazioni di una facilità impensabile rispetto a pochi anni fa, anche senza complicati apparati ma con gli strumenti che tutti hanno a casa – commenta Giuseppe Geneletti –. Non tutti però sono ancora abituati a rapportarsi in questo modo ed è necessario accogliere e coinvolgere nel modo giusto chi non usa quotidianamente questi strumenti». Ecco quindi alcuni consigli utili:
Prima dei meeting digitali
 
  • Assicurarsi che tutti i partecipanti davvero rilevanti per la riuscita del meeting siano collegati/collegabili, altrimenti programmarlo in un altro momento
  • Condividere con anticipo un reminder dell’agenda, allegando obiettivi, temi e principali materiali che verranno discussi. «Ai partecipanti, parallelamente, si richiede di leggere e preparare i materiali» sottolinea Geneletti.
  • Chiedere a tutti i partecipanti di evitare le distrazioni (mail, sms, ecc.)
  • Non affrontare un numero eccessivo di argomenti
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Durante chiamate e videoconferenze
 
  • Testare in anticipo il collegamento (il giorno prima se possibile con 1-2 partecipanti previsti).
  • Invitare tutti a fare un check di comunicazione se non si sono mai collegati da remoto per verificare la banda e la connettività.
  • Adattare il formato dei materiali (presentazione, video eventuali di supporto etc.) affinché siano compressi per ridurre la necessità di banda di trasmissione
  • Pianificare 10-15’ di tempo di “accoglienza” prima dell’inizio ufficiale della riunione in cui verificare da parte di tutti la qualità del collegamento audio-video a due vie.
  • Ricordare a tutti all’inizio della riunione le regole di ingaggio e di etichetta: «Cioè parlare uno alla volta e a due terzi della velocità “normale” – puntualizza Geneletti –, dire sempre il proprio nome per assicurarsi che tutti sappiano chi sta parlando, scandire bene le parole formulando frasi più brevi e semplificate per ridurre la fatica da collegamento, e infine, quando si ha la necessità di scollegarsi, annunciarlo».
  • Avere a disposizione un tecnico IT se possibile per effettuare una pronta risoluzione dei problemi durante la fase di accoglienza.
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