S. Maria delle Mole

Menù

HOME

Chi Siamo

Cerca

Sono QUI

Geo Tour

Mappa Rioni

Articoli

Tutti

I più letti

I più commentati

Nazionali

S. Maria delle Mole

Castelli Romani

Cava dei Selci

Frattocchie

Marino

Quarto S.Antonio

Sassone

Volontari Decoro Urbano

Rubriche

AVVISI

Benessere

Concittadini

Cucina

Donne per le Donne

Focus

Il Mio Covid 19

L'avvocato Risponde

Natura e Botanica

Pillole di Musica

Salute

Sport

Storia

Servizi

Almanacco

News di Rilievo

Carburanti

Covid a Marino

Farmacie/Medicina

Meteo  (20,90°c)

Mezzi Pubblici

Numeri Utili

Panoramiche in WebCam

Parrocchie

Polveri Sottili

Terremoti

Video Informativi

Lavoro

Cerco Lavoro

Offro Lavoro

Cerco/Offro Lavoro

Eventi e Spettacoli

Da Non Perdere

Castelli Romani

Guida TV

Provvedimenti Comunali

Segnalazioni

Le Tue Opinioni

Questionari

Immagini Storiche

Forum

Protocollo

Contatti

Copyright

LogIn

Meteo

Mercoledì 2
  17°c
Giovedì 3
  19°c
Venerdì 4
  18°c
Sabato 5
  16°c
attualmente: 20,90°c

a cura del
Comitato di Quartiere

  • Il Grande Portale di
    Santa Maria delle Mole

  • Che Aria Respiri?
    Noi la Controlliamo

  • C'era una volta.
    Le foto di S.Maria scomparsa

  • Tieniti informato.
    Le news del tuo rione

  • Entra anche te in discussione.
    Fai sentire la tua voce

Fase Lunare

Sito donato da
Francesco Raso

Santa Maria delle Mole

Santa Maria delle Mole

Il portale del cittadino

 

Particolato SMM 17:11 ► PM10: 0.80 µg/m³ - PM2.5: 0.50 µg/m³

 

 

 
Rocca Priora

Carburanti:   Benzina 1,7618⇩    Gasolio: 1,6595⇩    GPL: 0,7423⇩

 

 

 

Compila i Questionari

 

 

LA CITTA' CHE VORREI


 
 

 

116

 

"Crescere Insieme", dal GruppoH24 un concorso letterario per bambini

Last News 1
S. Maria delle Mole (122)
Eleonora Persichetti

 
Il GruppoH24, agenzia immobiliare di Santa Maria delle Mole (Marino) con sede in via Pietro Maroncelli 30 guidata dall’imprenditore Alessio Corsetti, accende la fantasia dei più piccoli promuovendo la 1a edizione di “Crescere Insieme”, concorso letterario dedicato ai bambini delle classi V delle scuole primarie “Verdi” e “Repubblica”, appartenenti all’Istituto Comprensivo Santa Maria delle Mole.
 
Il concorso, avente per tema “Un Mondo pieno di Luce”, ha come obiettivo quello di stimolare la fantasia dei bambini, invitando loro a scrivere storie e racconti che parlino di speranza, di valori e di futuro. I protagonisti saranno, dunque, proprio i bambini con la loro “luce”. Presidente di giuria sarà Cristian Liberti, anima culturale dell’iniziativa, che da anni, con enorme passione e infinita sensibilità, promuove instancabilmente progetti educativi e letterari.
 
Per i giovani scrittori in erba, il GruppoH24 mette in palio premi che scaldano il cuore: dagli attestati di partecipazione, che celebreranno il loro impegno, alle penne-ricordo di un momento speciale, fino ai buoni Amazon, pensati per nutrire la mente e la fantasia con nuovi libri e strumenti creativi.
 
Chiunque sia interessato a partecipare potrà inviare il proprio elaborato, all’indirizzo e-mail crescereinsieme@gruppoh24.it, entro e non oltre le ore 20 di mercoledì 30 aprile 2025. Il resto del regolamento è riportato sulla locandina. La cerimonia di premiazione di “Crescere Insieme” si terrà mercoledì 28 maggio alle ore 9.30 all’interno del plesso “Verdi”.
 
Con questo concorso, il GruppoH24 conferma il suo impegno culturale (già dimostrato, anche a livello nazionale, nella sponsorizzazione del Premio Letterario “Moby Dick – Gruppo H24”) e la sua intenzione di continuare a promuovere la scrittura come strumento di crescita, riflessione e bellezza.

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante: l’ulivo 2Ş parte

Last News 2
Natura e Botanica (150)
Domenico Brancato

Curiosità:
Storico – mitologiche
  • La coltivazione dell’Ulivo risale a più di 6000 anni fa, esistono infatti numerosi riferimenti nella Bibbia, e in altri testi tradizionali-religiosi dei popoli del Mediterraneo, come Greci, Romani ed Egizi. Fra le numerose citazioni si ricorda la colomba che portò a Noè un ramoscello d’Ulivo dopo il Diluvio Universale, come simbolo di rinascita e di riconciliazione. Oppure le ultime ore della vita di Gesù, trascorse nell’Orto degli Ulivi.
  • L’albero, nell’antichità, era molto apprezzato ed utilizzato per le sue doti curative: con le sue foglie si preparava un decotto utile a contrastare la febbre e, in generale, tutte le malattie causate da virus e batteri. Questo rimedio ha la valenza, a tutti gli effetti, di un antibiotico naturale, anche se oggi si tende a scegliere altri tipi di soluzioni, trascurando di fruire dei benefici di questa preziosa pianta di casa nostra.
  • L’Olivo ispirò i simboli della prosperità e della pace ai romani che ne utilizzavano i rami in una cerimonia tipica di Capodanno quando, all’alba delle Calende (primo giorno del secondo mese del calendario romano antico) di Gennaio, due fanciulli prendevano ramoscelli d’Olivo e del sale, ed entravano nelle abitazioni dicendo: “Gaudio e letizia siano in questa casa” e auguravano abbondanza di figli, porcellini, agnelli e ogni altro bene.
  • Roma l’Olivo era dedicato a Minerva (divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra per giuste cause di difesa, della saggezza, delle strategie e protettrice degli artigiani) e Giove (dio supremo della religione e della mitologia romana, i cui simboli sono il fulmine ed il tuono). I romani, pur considerando l’olio di oliva come merce: da esigere dai vinti, da commerciare, e da consumare, derivarono dai Greci anche alcuni aspetti simbolici dell’Ulivo, come quelli di onorare i cittadini illustri, gli sposi il giorno delle nozze e i morti, inghirlandandoli con corone di fronde di Olivo, per significare di essere vincitori nelle lotte della vita umana.
  • Secondo una leggenda riferita da Plinio e da Cicerone (avvocato, politico, scrittore , oratore e filosofo romano – 106 a.C. – 43 a.C.), sarebbe stato Aristeo (personaggio della mitologia greca, figlio di Apollo e della principessa Cirene) lo scopritore dell’Olivo e l’inventore, all’epoca fenicia (1200 - 333 a, C.), del modo di estrarre l’olio.
  • La Genesi (creazione del mondo e dell’uomo narrata nel primo libro dei cinque -Pentateutico- dell’antico Testamento ispirati da Dio a Mosè) narra che quando le acque del Diluvio universale cominciarono a calare e l’arca si arenò sulla cima del monte Ararat, Noè fece uscire prima un corvo perché gli riferisse sul lento emergere delle terre e poi una colomba che tornarono senza trovare un lembo di terra dove posarsi. Dopo una settimana rispedì la colomba che al crepuscolo rientrò con un ramoscello di Ulivo nel becco. Noè comprese allora che le acque si erano ritirate definitivamente. Aspettò altri sette giorni, poi lasciò libera la colomba che non tornò più nell’arca: sicchè il ramoscello d’Olivo divenne, per ebrei, cristiani e musulmani, simbolo di rigenerazione, pace e prosperità.
Nella tradizione cristiana la Domenica delle Palme, che commemora l’ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme , spesso la palma viene sostituita da rami d’Ulivo, con il significato della riconciliazione fra il Signore e gli uomini, di cui la Pasqua è l’evento storico. Per tale motivo i contadini, una tempo, piantavano un ramo benedetto nei campi seminati. Si diceva anche che tenesse lontani i fulmini e, in Piemonte, le streghe.
  • Al simbolismo di pace si ispirava un’usanza testimoniata da san Cirillo d’Alessandria, per la quale un esercito che la voleva , dopo una battaglia, la chiedeva tramite un araldo ( Messaggero o, nel Medioevo, Ufficiale incaricato di rendere pubbliche le decisioni delle autorità di competenza) che, per ottenerla, doveva presentare al nemico un recipiente pieno di olio d’oliva.
  • Nell’antica Grecia, l’abbondanza di olio di oliva da utilizzare per cibo e alimentare le lampade, implicava una risorsa di vitale importanza, che veniva a mancare nei periodi di guerra. Per cui divenne sinonimo di tempo di pace. Per tali motivi, gli uliveti erano considerati obiettivi cruciali da colpire durante le guerre, e la loro devastazione rappresentava, per la popolazione ferita, un duro colpo non solo economico ma anche psicologico. Tuttavia, dagli Ulivi distrutti dall’odio, spuntavano nuovi germogli: miracolose premesse di futuri frutti. Perciò, nei secoli, la pianta è divenuta simbolo di saggezza e rinnovamento, di forza e sacrificio, di verginità e fertilità e pertanto meritava di essere protetto e venerato.
  • L’importanza dell’olio d’oliva per i popoli del Mediterraneo si riflette nei loro scritti e addirittura nelle loro leggi. Il poeta greco Omero (poeta greco autore dell’Iliade e dell’Odissea – IX- VIII secolo a.C.) lo chiamò “oro liquido”. Il filosofo greco Democrito (460 a.C. – 370 a.C.) pensava che una dieta a base di miele e olio d’oliva potesse permettere a un uomo di vivere cento anni: età estremamente avanzata in un’epoca in cui la speranza di vita oscillava intorto ai quarant’anni. Nel VI secolo a.C. il legislatore ateniese Solone introdusse leggi per la protezione dell’Ulivo, per le quali da un oliveto si potevano rimuovere ogni anno solo due olivi e la violazione comportava sanzioni gravi, ivi compreso la pena di morte.
  • L’enciclopedista romano Plinio il Vecchio, nel I secolo a.C., nella “Naturalis historia”, scrisse che l’Italia aveva il miglior olio d’oliva del Mediterraneo.
  • Virgilio elogiò così l’Olivo: “ E tu però, se saggio sei, provvedi, che ne’ tuoi campi numeroso alligni questo varo alla pace arbor fecondo”.
  • All’ulivo apportatore di prosperità e pace si ispirava un’antica usanza, ormai desueta: le Croci di Maggio. I contadini percorrevano i campi in processione innalzando una croce per propiziare un buon raccolto; e ne piantavano un’altra in mezzo al grano, costruita con canne, alle quali veniva applicata la candelina della Candelora (2 Febbraio, festa della Purificazione della Madonna, in occasione della quale si benedicono le candele) e un ramoscello di Ulivo unito alla cosiddetta “palma di san Pietro”, che era un giglio benedetto in quello stesso giorno.
  • La cenere di un rametto d’Ulivo veniva e viene tuttora imposta sulla fronte dei fedeli nel rito del mercoledì delle Ceneri, pronunciando la formula tradizionale “Uomo ricorda che sei polvere e in polvere tornerai”. Nel Sacramento del Battesimo, il sacerdote ungeva e unge il battezzando con l’olio di oliva dei catecumeni (coloro che intraprendono un percorso di fede) per sottolineare la liberazione del peccato originale; e dopo la celebrazione lo unge con il crisma (olio consacrato dal Vescovo il Giovedì Santo misto a balsamo e aromi ), segno dell’aggregazione alla chiesa. Con lo stesso crisma il Vescovo unge il cresimando nella Confermazione dicendo: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”.
  • Papa Benedetto XVI è indicato dal frate profeta Malachia (1139 d.C.) col motto “De gloria Olivae” che, tradotto letteralmente, significa “La gloria dell’Olivo”. Il riferimento a Benedetto può essere spiegato dal fatto che gli appartenenti all’ordine benedettino sono anche chiamati gli Olivetani, sul cui stemma compare proprio il ramo d’Olivo e, cosa più importante, Papa Ratzinger è nato il 16 Aprile 1927, il sabato santo: il giorno più significativo del periodo pasquale, che è appunto caratterizzato dal simbolo dell’Olivo.
  • In un boschetto di Olivi piantati durante il pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II in Terra Santa nel 2000, solo l’albero di Olivo (offerto da un fondo israeliano per la salvaguardia della terra), che al termine di una preghiera collettiva sul Monte delle Beatitudini che domina il Lago di Tiberiade, era stato benedetto dal Pontefice, secondo quanto riferito nel 2008 il giornale Yediot Ahronot, dà frutti.
 
  • Papa Francesco ha utilizzato un pastorale (bastone simbolico dall’estremità ricurva e spesso riccamente decorata, usato dal Vescovo e dal Papa in occasione della celebrazione di sacre funzioni più solenni) in legno di Olivo realizzato dai detenuti del carcere di Sanremo.
  • Fra le numerose leggende riferite alla pianta dell’ulivo, una in particolare, citata da Apollodoro (storico greco di Atene 180 a.C. – 120-110 a.C. ca.) in Biblioteca e da Virgilio (poeta romano 70 a.C. – 19 a. C.) nelle Georgiche: assume particolare importanza, secondo la quale fu Atena (figlia di Zeus e dea greca della sapienza, delle arti e della guerra) che piantò per prima l’Olivastro in Grecia. Un giorno la dea si scontrò con Poseidone (dio del mare, dei terremoti e dei maremoti nella mitologia greca) per il possesso dell’Attica. Per risolvere la contesa gli dei dell’Olimpo si rivolsero a Cecrope, primo re di quelle terre, che promise la palma della vittoria a chi avesse creato qualcosa di straordinario. Allora Poseidone colpì con il tridente la terra in mezzo all’Acropoli facendone scaturire una sorgente di acqua salata. Ma fu Atena ad assicurarsi la vittoria, dato che conficcò nel terreno la lancia che trasformò in un Olivo (come ricordava un’iscrizione sul frontale dell’Acropoli), simbolo di pace e fonte di cibo e di combustibile. Il dono di Atena fu considerato il più grande e la nuova città, in suo onore fu chiamata Atene. Da quel giorno l’Olivo fu considerato un dono divino e cresce ancora sull’Acropoli di Atene. Di conseguenza non soltanto era proibito bruciare il legno di ulivi ma veniva punito severamente chi li danneggiava. Persino gli spartani, quando saccheggiarono Atene, risparmiarono gli Ulivi temendo la vendetta degli dei.
  • Il tronco con il quale Polifemo (Ciclope pastore della mitologia greca, creatura gigantesca e mostruosa dotata di un solo occhio) venne accecato da Ulisse ( personaggio della mitologia greca ed eroe narrato da Omero nell’Iliade ed Odissea) e dai suoi compagni, si narra appartenesse ad un Ulivo.
  • Lo stesso Ulisse, Re di Itaca, costruì, per sé e per la moglie Penelope il letto nuziale, scavandolo nel tronco di una possente pianta d’Olivo, simbolo di un’unione salda e duratura.
  • In onore di Atena si celebravano ad Atene i Giochi panatenaici (insieme di competizioni sportive che si tenevano ogni quattro anni nell’antica Grecia), in cui si premiavano i vincitori dei concorsi musicali e delle gare atletiche con anfore colme di oli pregiati che provenivano dagli Ulivi sacri dell’Attica.
  • L’olivo e i suoi generosi raccolti, secondo la leggenda, sarebbero stati fatti conoscere all’umanità dalla dea dell’antico Egitto, Iside.
  • La mitologia romana attribuisce ad Ercole (figura della mitologia romana) l’introduzione dell’olio dal Nord Africa.
  • Per altra leggenda, l’origine dell’Olivo risalirebbe alla comparsa del primo uomo e sarebbe cresciuto sulla tomba di Adamo.
  • Secondo la tradizione romana, Romolo e Remo (gemelli nati dall’unione dalla vestale Rea Silvia (discendente dell’eroe troiano Enea) con il dio della guerra Marte), sarebbero nati sotto un albero d’Olivo.
  • Anche nella tradizione ebraica all’Olivo viene riservato un posto di riguardo. Infatti, secondo la leggenda citata anche nella Genesi, Adamo, prima di morire inviò suo figlio Seth a chiedere ai cherubini (angeli dediti alla protezione dell’Eden e del trono di Dio) tre semi dell’ “albero della Conoscenza e del Male” . Seth, tornò con quanto chiestogli, e quando il padre morì piantò sulla sua tomba i tre semi, dai quali nacquero un Cipresso, un Cedro e, appunto, un Ulivo.
  • Comunque, per gli antichi, l’Olivo era simbolo di: gloria e di benedizione divina; fonte di legno da opera; frutti per alimento prezioso per le sue proprietà salutistiche, olio per fare luce e per curare i malati, ed oggi di pace e prosperità.
Nell’arte: l’ulivo trova ricorrenti riferimenti, come nelle due famose tele di Monet (pittore francese, uno dei fondatori dell’impressionismo – 1480-1926 d.C. -) e di Van Gogh (pittore olandese, fra i più importanti del Realismo -1853-1890 d.C.-).
Nell’ Oroscopo Celtico degli Alberi: creato dagli antichi sacerdoti celti - Druidi attorno al 600 a.C..
Oroscopo che divideva l’anno assegnando ad ogni decade del mese il simbolo di un albero, al quale (alcune culture di origine celta) sembra conferissero delle interpretazioni caratteriali simili a quelle degli esseri umani, attribuendo in ogni periodo un flusso particolare sulla natura e sulle persone. E anche se è difficile capire quanto ci sia di vero sull’argomento, si ritiene positiva la divulgazione di una logica che persegue l’idea di rafforzare il nostro legame con la natura. Legame particolarmente avvertito nei popoli antichi. Così i nati il 23 Settembre vengono associati all’albero dell’Ulivo che nello Oroscopo Celtico, corrispondente al segno Zodiacale della Vergine, rappresenta l’emblema del fuoco che brucia e purifica, mentre dà vita ed energia col suo calore.
Pro: chi è nato sotto il segno dell’ulivo è simbolo di pace, forza, purificazione e di innata prodigalità. Le nebbie dei dubbi svaniscono rapidamente, ed ogni fantasma scompare dinanzi alla immobile luminosità di questo segno. E’ sempre alla ricerca di tepore e di sole. E’ saggio e pacifico e vuole vivere come gli pare ma, in cambio, lascia vivere gli altri come vogliono, senza mai interferire pesantemente nelle loro scelte. E’ la discrezione in persona, al punto che lo si potrebbe ritenere indifferente. L’Olivo sorride qualunque cosa accada, sia perché si sa controllare, sia perché ritiene inutile agitarsi. E’ molto tollerante, ed ha un innato senso della giustizia. Gli piace leggere e istruirsi e può anche raggiungere la gloria nelle arti e nella professione. Benefico come l’albero che lo rappresenta, l’Olivo dona pace e felicità a chi gli sta intorno. La solitudine non gli fa paura, anzi invecchiando, la ricercherà con piacere. E’ quasi proverbiale il suo savoir-faire, ovvero le buone maniere con le quali tratta con le persone.
Contro: L’unico neo dei nati sotto il segno dell’Ulivo è, a volte, l’incapacità di avere un’opinione personale, il che li rende indecisi nell’affrontare la vita.
Amore:
Sotto questo aspetto i nativi sono un po’ ritardatari ed hanno bisogno di tempo per aprirsi. Considerata la loro natura seria, necessitano di qualcuno di cui fidarsi, che sia in grado di bilanciare l’equilibrio della relazione e che sappia far riscoprire loro, giorno dopo giorno, quel lato sensibile del carattere che tendono a nascondere.
Erbe associate al segno: Felce, Aneto, Maggiorana, Valeriana
Salute: possibile predisposizione a disturbi relativi a: cuore, udito, metabolismo, stomaco e intestino.
Siti delle piante di importanza storico-monumentale ( vedi allegato):
  • Sant’Emiliano, si trova in località Bovara, a circa 200 metri dal recinto dell’abbazia benedettina di Bovara, frazione del comune di Trevi ed è uno dei simboli della fascia olivata Assisi-Spoleto. Pianta maestosa ultra millenaria: 1830 +/- 260 anni ( secondo i rilevamenti effettuati con l’impiego del radiocarbonio condotti dall’Università di Perugia, Napoli e l’Istituto dell’Olivicoltura di Spoleto) con una circonferenza alla base di m 9,10, un’altezza di 5 m ed un’ampiezza della chioma di 8,20 m. Presenta un tronco profondamente fessurato, dovuto al processo di torsione che gli esemplari molto vecchi subiscono.
Questa pianta viene citata in un antico codice risalente al nono secolo, che narra il martirio di Sant’Emiliano, primo vescovo di Trevi nell’anno 303 o 304 d.C. Qui si legge che “lo legarono ad una giovane pianta d’olivo” dove venne infine decapitato. Da sempre quell’ulivo è stato identificato con quello che si può ammirare nel comune di Trevi, in località Bovara. Trattasi di un esemplare non comune, in quanto, pur trovandosi a bassa quota, non ha mai evidenziato i ricorrenti distruttivi danni che gli ulivi subiscono dalle galaverne ( consistentI in un deposito di ghiaccio in forma di aghi o superficie continua ghiacciata che si verifica in presenza di nebbia, quando la temperatura dell’aria è nettamente inferiore a 0° C).
Guido Bonci del CNR ISAFM (Consiglio Nazionale delle Ricerche – Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo) della sezione di Perugia, colloca l’ulivo di Sant’Emiliano in una posizione botanica fra l’Olivastro ed il Moraiolo, per cui si parla di una possibile varietà ancestrale.
  • Luras, in provincia di Olbia- Tempio, presso il lago artificiale di Liscia, in località Santu Baltolu di Carana nella Gallura, Sardegna. Trattasi del magnifico esemplare di ulivo selvatico più grande del mondo, con dimensioni della circonferenza del tronco, del diametro della chioma e dell’altezza, rispettivamente, di: m 11,5, 21 e 14 m chioma. E’ chiamato: “S’ozzastru”, “uddhastru, “addhastru” e “babbu mannu” , cioè il grande padre. Al quale l’Università di Sassari ha attribuito un’età a dir poco leggendaria, compresa tra 2500 ei 4000 anni. Secondo antiche leggende, era considerato un rifugio per spiriti maligni.
  • Borgagne, nel Salento in provincia di Lecce, secondo alcune fonti potrebbe trattarsi dell’esemplare più antico d’Italia, vantando un’età stimata fra i 3000 e 4000 anni, è sito in una zona ricca di piante plurisecolari, dove spicca per la bellissima conformazione caratterizzata da una circonferenza del tronco di 7,2 metri per 15 di altezza.
  • Palombara Sabina, in provincia di Roma, nei pressi del Convento quattrocentesco di S. Francesco e del cimitero di Palombara. L’età stimata è di circa 3000 anni e la circonferenza del suo troco, molto contorto, prima che subisse delle asportazioni misurava 12,50 metri nel punto più largo e 8,50 metri in quello più stretto. Appartiene all’antica varietà Salus alba, oggi Salviana: una della cultivar endemiche della Sabina, come la Carboncella e la Procanina, ottenute con secolari successive ibridazioni dell’antico progenitore.
  • Magliano in Toscana, ospita l’Ulivo della Strega: pianta monumentale situata in iun uliveto adiacente alla chiesa romanica della SS. Annunziata, in origine piccolo oratorio della prima metà del 1300. L’albero è considerato uno dei più vecchi d’Italia e forse d’Europa, in quanto gli esperti, adottando il metodo del carbonio attivo, hanno riscontrato un’età intorno 3000-3500 anni. Cronologia che collocherebbe questo esemplare in un periodo storico anteriore a quello degli ulivi dell’orto di Getsemini. Esemplare che è composto da due strutture, uno appartenente al vecchio albero con una circonferenza alla base di 8,50 m ed un altezza di circa 10 m, databile intorno al 1000 a. C., ormai morto, dalla cui base si è sviluppato un nuovo pollone, diventato albero a frutto, che si stima avere almeno due secoli di vita.
Nel 2007 Il TCI (Touring Club Italiano) lo ha annoverato fra gli alberi monumentali della Toscana, in virtù della legge n.60 del 1996 che definisce alberi monumentali di alto pregio artistico e storico tutti gli alberi isolati, o facenti parte di formazioni boschive, che possono essere considerati rari esempi di maestosità e longevità, o quelli che hanno un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale o di tradizioni locali.
 
Durante il corso del 1900 la mole dell’Ulivo era tale che un lunedì di Pasqua, dopo la fine della seconda guerra mondiale, ospitò fra i suoi rami tutto il corpo della banda filarmonica del paese, composto da 40 orchestrali , con relativi ottoni e il maestro.
Questi stavato sui rami, nascosti fra le fronde e suonavano i loro strumenti davanti agli abitanti del paese, in una suggestione tale che la musica sembrava fosse suonata dall’Ulivo stesso. Dopo la guerra tornarono le feste degli abitanti di Magliano intorno all’Ulivo e da novembre, fino a quando l’albero fu colpito da un fulmine, si raccoglievano le olive.
Il nome Ulivo della Strega è dovuto ad alcune figure o raffigurazioni che si potevano intuire, più che vedere, particolarmente in certe ore del giorno, come verso il tramonto, quando le ombre cominciavano a creare suggestioni sul tronco e sui rami rugosi, contorti, scolpiti dal vento e dagli agenti atmosferici. Infatti, fino a gli anni ’40 del 1900 si potevano distinguere in alto, su un ramo centrale, la faccia di un uomo o di una vecchia, e sul tronco la figura di un grosso gatto in atto di arrampicarsi, ed accanto alla testa dello stesso il profilo di una donna con i capelli lunghi. Tali immagini oggi non si vedono più, ma esistono delle foto che le ritraggono e ne confermano la presenza.
Secondo antiche leggende tramandate dalla tradizione orale popolare , intorno all’albero si consumavano riti pagani e, dopo l’invocazione dei sacerdoti, l’Ulivo si contorceva in modo incredibile, assumendo forme inquietanti , tanto che la cosa era considerata una specie di stregoneria, motivo per cui era chiamato l’Olivo della Strega.
Si racconta anche che una strega, per proteggere l’Ulivo, una volta lanciò delle olive dure come sassi contro un ragazzo che aveva scagliato una pietra contro un pettirosso nascosto fra i rami della pianta.
La tradizione ricorda che agli albori del Cristianesimo (anni ’40 del I° secolo) , intorno alla pianta, venivano celebrate feste campestri in onore della divinità agresti ancora venerate dai pagani.
Durante il periodo etrusco (dal IX al I secolo a. C.) si racconta che intorno all’albero e sotto le sue fronde gli Auguri ed Aruspici (Sacerdoti dell’antica Roma che traducevano la volontà divina), esaminando il volo degli uccelli (se la loro direzione era rivolta verso levante, il segnale era positivo, verso ponente negativo) e analizzando le viscere degli animali (il cuore ed il fegato, in particolare) officiavano i loro riti per interrogare e svelare il futuro.
A testimonianza della sacralità dei luoghi, è da ricordare poi che proprio nella zona di Magliano, a s. Maria in Borraccia, nel 1883, è stato ritrovato il “disco di Heba”su cui sono incise circa 70 parole in lingua etrusca che si riferiscono a formule dedicatorie e rituali per sacrifici alle divinità celesti ed infere: Tin (Giove), Maris (Marte), Canthas e Calu (dio della morte, il cui animale corrispondeva al lupo), specificando le offerte da fare, il tempo ed il luogo.
  • Bshaaleh nel Libano - dove, da recente, notizie riportate sul New York Times, su Ulivi che avrebbero oltre mille anni di età, secondo J. Juluo Camarero dendrocronologo (studioso delle piante che producono legno, al fine di ricostruire la loro storia e determinare l’età esatta, attraverso l’estrazione di carotaggi lineari per rilevare tutti o la maggior parte degli anelli di crescita e quindi l’età. O tramite l’analisi al carbonio 14 radiattivo su l’estrazione di campioni del tronco e delle radici, quando il tronco, come per gli esemplari secolari italiani, presenta della cavità) si trova il più antico Ulivo del mondo. Mentre, secondo la tradizione locale, gli undici Ulivi (denominati Le Sorelle) che comprendono il più vetusto esemplare, sarebbero risalenti a circa 5000-6000 anni. Ipotesi avallata dagli storici che, secondo gli esiti dell’applicazione della tecnica avanzata del Carbonio 14 utilizzata per far luce assoluta rarità, affermano che questi alberi hanno origini bibliche. Rarità confermata anche dal fatto che crescono alla, di norma, inospitale altezza di 1300 m e producono olive dalle quali si estrae un pregiato olio extravergine con polifenoli estremamente alti e livelli di acidità tra 0,18 e 0,24 di acido oleico. Tanto da essere considerati dalla gente del posto un miracolo vivente.
Eccezionalità per le quali tali ulivi rimangono uno dei grandi misteri irrisolti ed inesplorati, anche se alcuni studiosi biblici ritengono che siano gli alberi dai quali la colomba ha prelevato il ramoscello da riportare a Noè, quando il diluvio si è placato.
Teoria, quest’ultima, plausibile se si considera che durante quella grande alluvione, quando tutto il Medio Oriente era sott’acqua, Bshaalch, arroccata a 1300 m di altitudine, ospitava piante di Ullivo ad una altezza mai verificatosi dall’antichità fino ai giorni d’oggi.
Per concludere, non rimane che augurare buona lettura a coloro che riterranno utile dedicare del tempo alla corposa descrizione delle caratteristiche di uno dei doni più preziosi e provvidenziali che la Natura ci ha voluto riservare.
 

Conosciamo le nostre preziose "amiche" piante: l’ulivo 1Ş parte

News 1 Natura e Botanica (176)
Domenico Brancato

 
Nome comune: Ulivo o Olivo
Famiglia: Oleacee
Specie/ Nome scientifico: Olea europea
Genere: Olea
Ordine: Lamiales
 
Origine etimologica del nome: deriva dal latino olivum = olivo e dal greco classico èlaion = olio
 
Luogo di origine: Asia Minore e Siria
 
Consistenza e morfologia:
del tronco: è cilindrico e contorto, ricoperto da corteccia grigio scuro prima e uniforme poi con formazione di placche;
  • della chioma:ha forma conica, con branche fruttifere rami penduli o disposti orizzontalmente rispetto al fusto, trattandosi poi di una specie tipicamente basitona favorisce lo sviluppo di polloni (formazioni legnose che si sviluppano in prossimità del suolo ed, a volte, anche dalle radici) che, su alcune piante adulte, avviene anche dagli ovoli (formazioni globosi ricchi di gemme avventizie e abbozzi di radici), che si formano intorno al colletto;
  • delle radici: sono prevalentemente di tipo avventizio (che non provengono dall’embrione, ma si originano in un qualsiasi punto del fusto) ed alquanto superficiali con un’estensione che, in genere, non supera la profondità di 50 cm .
 
Caratteristiche componenti:
  • legno: è duro e pesante e presenta striature che lo rendono pregiato ed adatto alla realizzazione di: sculture artistiche da arredo, a lavori di ebanisteria e per la realizzazione di parquet, oggettistica di uso comune e di pregio, strumenti musicali, tagliacarte, utensili da cucina, ecc;
  • foglie: sono opposte, coriacee, a forma ellittico-lanceolata, con margine intero e spesso revoluto (ripiegato verso la pagina inferiore), di colore verde scuro superiormente e bianco-argenteo (per la presenza di peluria) inferiormente e unite ai rametti con un corto picciolo;
  • gemme: sono di tipo ascellare (che si sviluppano dall’ascella delle foglie);
  • fiori: sono ermafroditi (comprendenti organi maschili e femminili), piccoli, con calici di 4 sepali e corolla formata da petali bianchi, riuniti in numero di 10-15 in infiorescenze a grappolo (mignole), che compaiono verso Marzo-Aprile, disposte alle ascelle delle foglie dei rametti dell’anno precedente. Mentre la fioritura avviene da Maggio alla prima metà di Giugno. L’impollinazione è anemofila (per mezzo del vento), seguita dall’allegagione, caratterizzata dall’appassimento della corolla che si distacca in seguito all’ingrossamento dell’ovario. La percentuale dell’allegagione è molto bassa, generalmente inferiore al 5%, a causa dell’abbondante caduta anticipata dei fiori (colatura), favorita da eventuali abbassamenti di temperatura, da stress idrici a da venti caldi , ma anche da una naturale strategia fisiologica, dal momento che la maggior parte dei fiori ha lo scopo di produrre il polline;
  • frutti: sono drupe, della forma globosa ed a volte asimmetrica e del peso da 1 a 6 grammi, formate dalla buccia (epicarpio), da una parte carnosa (polpa – mesocarpo-), che contiene l’olio, e dal nocciolo legnoso e rugoso (endocarpo), che contiene il seme. L’accrescimento delle olive e l’accumulo di olio nei lipovacuoli (contenitori della parte grassa) dipende dall’entità delle piogge di metà agosto e tutto settembre quando, in condizioni favorevoli, raggiungono il completamento dello sviluppo. Per contro, In caso di siccità, le olive rimangono piccole, possono subire una intensa cascola e fornire una bassissima resa in olio. Eventuali piogge tardive di fine settembre-ottobre, dopo una forte siccità estiva, invece, possono far crescere considerevolmente le dimensioni delle drupe, ma la resa in olio, che può oscillare fra l’8 e il 30% (Kg di olio per 100 Kg di olive), sarà bassissima a causa dell’eccesso di accumulo di acqua nella polpa. Da fine settembre a dicembre, a seconda della varietà (che negli oliveti dei Castelli Romani le più diffuse sono: Leccino, Frantoio, Moraiolo, Pendolino, Olivastro, l’autoctona Rosciola dall’alta resa in olio e Carboncella: l’impollinatrice delle altre varietà e apportatrice di delicati fruttati), dell’andamento climatico e dell’esposizioneavviene avviene, con andamento scalare, il cambiamento di colore delle drupe (invaiatura), che indica il completamento della maturazione e il termine dell’accumulo di olio. Successivamente, se non si procede alla raccolta (a mano: brucatura o per scuotitura e raccattatura: raccolta da terra), subentra una progressiva cascola e perdita del contenuto in acqua, fino alla Primavera seguente.
 
Longevità: pianta secolare, ed in condizioni ci clima, terreno e cure colturali appropriate, anche millenaria.
 
Moltiplicazione:
  • per innesto: in Primavera in fase di luna crescente, a pochi giorni di distanza dalla luna piena (periodo in cui essendo la linfa più attiva viene facilitato l’attecchimento)su piante provenienti da seme, prelevando dei rametti (marze) di un anno ben lignificati o delle gemme vegetanti dalla pianta che si vuole riprodurre per trasferirla sulla pianta selvatica (portinnesto), applicando la tecnica di esecuzione più confacente alla dimensioni di quest’ultima. Altra finalità dell’innesto è quella di inserire su una pianta già a frutto, altra e altre varietà, in grado di migliorare la produttività o la resistenza alle malattie;
  • per talea: ricavata da rami di 1 anno dalla pianta madre della lunghezza di 4-5 nodi, tagliandola orizzontalmente poco sotto un nodo e togliendo le foglie solo dei 2 nodi sovrastante, per poi immergerla in una soluzione fungicida a base di rame, e successivamente, dopo che si sia asciugata, cospargere la parte da interrare di un prodotto auxinico, contenente sostanze fitoregolatrici che stimolano lo sviluppo delle radici. Prodotto che può essere sostituito con un preparato a base di acido salicilico, ricavabile dalla corteccia del Salice piangente, con il seguente procedimento: recidere, sfogliare e ridurre a pezzetti di ca. 2 cm alcuni rametti; immetterli in un recipiente ricoprendoli di acqua bollente o fredda, lasciandoli in infusione o a macerare, rispettivamente, per 1 e 7 giorni. Trascorsi i tempi indicati filtrare l’infuso, versalo in una bottiglia di plastica o vetro scuro e chiuderla ermeticamente, prima di porla in frigorifero, per consentire .un tempo di utilizzazione di 2 mesi.
Nel caso si disponga del descritto preparato naturale, le talee vanno tenute in ammollo per una notte, oppure impiegato per innaffiarle per due giorni, prima di immetterle in un substrato inerte di agriperlite e poste in ambiente adeguatamente riscaldato e mantenuto costantemente umido, tramite frequenti irrorazioni con acqua finemente nebulizzata per ca 70 – 90 giorni, prima del rinvaso in vasetti con composta di torba e pomice.
 
Esigenze:
  • Climatiche: le tradizioni contadine dicono che la pianta d’ Ulivo per crescere bene necessita delle 5 “S”. Cioè è un albero abituato al silenzio, non teme le zone siccitose, convive con i sassi, può rimanere anni in solitudine, lontano da boschi e fofreste; ma quello che non deve mancare mai è il sole. Poiché predilige un clima mite con esposizione a sud, esente da forti sbalzi termici, e temperature non inferiori ai – 5 °C, visto che teme le gelate. Infatti, le zone ideali risultano essere quelle marittime del caldo meridione d’Italia, anche se esistono varietà che ben si adattano nelle valli e colline ubicate in prossimità dei grandi laghi del nord (vedi l’olivo “Casaliva”: varietà autoctona coltivata intorno al lago di Garda), mentre non è coltivabile oltre gli 800 metri sul livello del mare.
  • Tpologia di terreno: ben drenato, privo di ristagni d’acqua, dalla composizione argilloso-calcarea arricchita di sostanza organica, purchè con pH (potenziale di idrogeno –H-, che indica la gradazione di una scala che va da 0 a 14, dove 7 corrisponde al valore neutro, mentre le reazioni acida e basica equivalgono, rispettivamente , a valori inferiori o superiori a 7 ) non inferiore a 5.
  • Idriche: particolarmente avvertite in fase di impianto, in dosi di circa 10 litri per annaffiatura, per assicurare l’attecchimento e successivamente per favorire:
  • un rapido sviluppo vegetativo;
  • l’anticipata entrata in produzione (che ,in quantità modeste, inizia dopo circa 3 – 4 anni dall’impianto);
  • l’incremento di produzione;
  • l’eliminazione dell’alternanza di produzione;
  • la somministrazione localizzata degli elementi nutritivi tramite la fertirrigazione.
In Italia però, su una superficie olivicola di 1.150.000 ettari, quella irrigua è di soli 165.000 ettari, localizzata nelle regioni meridionali ed insulari, con una incidenza media del 14%, a fronte del 25% della Spagna: maggior produttore di olio a livello mondiale.
Benefici che, ovviamente, si notano maggiormente in aree contraddistinte da periodi di siccità estiva superiori a 2 mesi, precipitazioni inferiori a 700 mm ed evapotraspirazione del terreno superiore a 1100 mm annui (il consumo medio giornaliero di una pianta in buoni condizioni vegetative è di circa 1-1,5 litri di acqua per ogni m2 di superficie fogliare). Ambienti dove l’incremento percentuale della produzione di olive può (a seconda delle condizioni pedoclimatiche, della varietà, del sesto d’impianto e della tecnica colturale) superare anche il 100%. Con valori minori e maggiori per densità, rispettivamente, di 300 e circa 100 piante /Ha.
In quanto, negli impianti intensivi l’evaporazione dal suolo incide meno della traspirazione (evaporazione dalle foglie) sul consumo idrico; mentre in quelli tradizionali e in ambienti aridi detta evaporazione può giungere fino al 50% del consumo complessivo.
A meno che non si possa effettuare l’irrigazione con impianti che consentano la distribuzione localizzata a bassa pressione a goccia (con un impianto dotato di 4 gocciolatori da posizionare in 4 punti simmetrici alla distanza di ca. 1 metro dal ceppo), che, com’è noto, sono in grado di garantire molteplici vantaggi, quali :
  • ridurre le perdite per evaporazione, percolazione e ruscellamento;
  • risparmio, nei primi anni dell’impianto, fino all’80 – 90%, rispetto ai metodi che bagnano tutta la superficie del terreno;
  • riduzione dei costi di gestione;
  • uniformità di distribuzione, anche nei terreni in pendio;
  • automazione e controllo a distanza dell’esecuzione;
  • circolazione delle macchine durante il funzionamento dell’impianto;
  • riduzione degli effetti negativi dell’erosione e della compattazione della struttura del terreno.
Considerato che per l’ulivo, pur essendo molto resistente al deficit idrico (perché riesce ad estrarre acqua dal terreno pure in presenza di modeste riserve), l’irrigazione riveste fondamentale importanza (tenuto presente che una pianta, nel periodo estivo, a seconda della natura del terreno, ha bisogno da 40 a 80 litri di acqua al giorno), dato che la carenza di acqua è causa di non trascurabili danni alla pianta, come: diminuzione della crescita vegetativa, avvizzimento (appassimento) delle foglie e degli organi fiorali e, nei casi di magiore deficit persino: internodi raccorciati, foglie piccole e clorotiche, aborto dell’ovario, ridotta percentuale di allegagione e defogliazione – filloptosi-(come estremo meccanismo di difesa finalizzato a diminuire la superficie fotosintetica per attenuare la traspirazione).
Manifestazioni di sofferenza che è bene prevenire, attraverso accertamenti precoci, specie in concomitanza delle fasi fenologiche (stadio specifico del ciclo della pianta, indotto dal succedersi delle stagioni e dalle condizioni ambientali e climatiche, in particolare) riguardanti la fioritura, l’allegagione e sviluppo dei frutti, che avviene fra il completamento dell’indurimento del nocciolo e l’invaiatura (cambio di colore della buccia –epicarpio- da verde a viola).
 
  • Nutritive: considerati gli alti costi di gestione, l’olivicultore moderno, per compensarli, deve ricavare dalle piante il massimo della produzione ottenibile, principalmente, attraverso la somministrazione di un adeguato apporto di elementi nutritivi, rispondenti al susseguirsi delle esigenze delle fasi fenologiche.
Così, nella fase di: germogliamento, da fine febbraio a marzo, deve prevalere l’apporto di l’azoto; mignolatura (bocci fiorali ancora chiusi), da aprile a inizio maggio, necessita più l’ azoto, il fosforo e il potassio in dosi equivalenti; formazione delle drupe, da maggio a giugno, subentra una maggiore esigenza di potassio ed un’alterata quantità di fosforo.
Considerato poi che le piante anche durante il riposo invernale, compatibilmente con l’andamento della temperatura, specie a livello radicale, non interrompono le loro funzioni vitali; in autunno-inizio inverno, è conveniente somministrare un’abbondante dose di fertilizzanti organici a lunga cessione, per favorire l’accumulo di energie di riserva, a tutto vantaggio di una più copiosa fioritura, allegagione e nuova vegetazione sulla quale, nella stagione successiva, si svilupperà la fioritura che contribuirà a minimizzare l’inconveniente dell’alternanza di produzione.
Per il completo soddisfacimento delle esigenze poi è da tener presente che l’Ulivo, nei mesi di Ottobre-Novembre e Gennaio, necessità, oltre che dei citati macro-elementi, anche di importanti apporti di micro-elementi, quali: calcio e magnesio, in particolare.
 
  • Potatura: essendo una pratica agronomica che influenza le condizioni di salute della pianta, deve:
  • garantire all’intera chioma la fruizione della luce solare: elemento indispensabile per la produzione di sostanza utile allo sviluppo della vegetazione e dei frutti;
  • tener conto della fertilità del terreno, delle caratteristiche della varietà e delle condizioni climatiche tipiche della posizione geografica in cui avviene la coltivazione;
assicurare il mantenimento della parte legnosa destinata alla produzione, e garantire uno spazio vitale ai rami produttivi. Al fine di stabilire i presupposti per un buon raccolto, un’ottima resa in olio e per impedire manifestazioni di squilibri strutturali: causa di formazione di inutili e depauperanti succhioni (germogli assurgenti, piuttosto vigorosi, che si sviluppato lungo i rami principali e la zona alta della pianta).
 
  • Lavorazioni del terreno:
  • non coltura: consistente nella copertura totale o parziale del terreno con un prato permanente e nel controllo dello sviluppo delle essenze che lo compongono, per: evitare la pratica del diserbo chimico;
  • impedire ai raggi solari di arrivare al suolo ed il conseguente sviluppo delle competitive piante infestanti;
  • isolare il terreno dagli eccessi di temperatura, per consentire di rimanere più fresco d’estate e trattenere meglio il calore d’inverno. Al fine di proteggere le radici dai nocivi stress climatici che agiscono negativamente sulla continiità della crescita della pianta;
  • arricchire il suolo di sostanze nutritive ( in seguito al rilascio derivante dalla decomposizione di materiale organico naturale); oltre a migliorarne la fertilità e la capacità di trattenere l’acqua ed incrementare i benefici connessi all’attività svolta dai vitali componenti che lo popolano;
  • prevenire l’erosione del suolo e il dilavamento delle sostanze fertilizzanti; nonché miglorare, grazie alla riduzione dell’impatto dell’acqua delle piogge intense e dell’irrigazione, la capacità di infiltrazione negli strati più profondi del terreno;
  • ridurre il rischio di malattie fungine, per gli effetti del mantenimento del terreno ben drenato che, evitando gli eccessi di umidità, impediscono la proliferazione di funghi e batteri patogeni, responsabili dell’insorgenzza di rischiose manifestazioni di marciume radicale;
  • migliorare la sostenibilità ambientale, trattandosi di una pratica ecologica che esclude la dipendenza dagli eccessi di fertilizzanti chimici e pesticidi;
  • promuovere un ecosistema (ambiente naturale comprensivo degli organismi animali e vegetali) sano, ed un habitat ideale per insetti utili, che migliorando la struttura del terrno, contribuiscono a mantenere in salute l’oliveto.
Tuttavia, l’nerbimento è preferibile estenderlo a tutta la superficie, quando l’oliveto trovasi in ambienti con precipitazioni elevate, distribuite lungo tutto l’anno, o dove si possa intervenire con l’irrigazione nel periodo della fioritura e dell’allegagione; mentre in zone aride e sub-aride, le limitazioni idriche consigliano di applicarlo solo nell’interfila.
Tale pratica, comunque, tende sempre più a diffondersi, oltre che per i motivi sopraesposti, anche per il fatto che esclude la necessità di disporte di un impegnativo parco macchine o, in alternativa, i costi dell’esecuzione delle lavorazioni eseguite da terzi e del diserbo con l’impiego di dispendiosi prodotti chimici. Prodoti che, fra l’altro, risultano nocivi per la salute delle piante e del suolo, a causa dell’immissione in esso di principi attivi che ne alterano l’equilibrio biologico. Come evidenzia la sempre maggiore predisposizione delle piante a contrarre malattie (vedi Xilella).
A differenza del contenuto impegno operativo ed economico necessario per la formazione ed il mantenimenmto del manto erboso, soltanto tramite periodici sfalci da praticare a partire: da aprile, per la formazione di uno strato pacciamante composto dal materiale di risulta lasciato sul posto, al fine di assicurare la permanenza di sufficiente umidità nel terreno durante le fasi di accrescimento e di fioritura delle piante; seguito, a giugno-luglio, da successivi tagli, qualora la copertura erbosa dovesse superare i 20-25 cm di altezza, finalizzati ad impedire, specie nelle zone particolarmente siccitose, la propagazione di eventuali incendi; e a settembre, per agevolare le operazioni di raccolta delle olive;
tradizionali: anchessi finalizzati a predisporre il terreno ad accogliere le precipitazioni, trattenere l’acqua, interrompere il compattamento, consentire lo scambio gassoso con l’atmosfera ed eliminare le erbacce. Finalità che, a differenza della precedente tecnica colturale, vengono raggiunti, con lavorazioni del terreno, nel periodo primaverile-estivo, ad una profondità di 10-15 cm; ed in quello autunno-invernale, dopo la raccolta, a non oltre i 20 cm di profondità, per non danneggiare le piuttosto superficiali radici assorbenti, mantenere una sufficiente umidità e la presenza di una adeguata componente batterica. Per poi, in primavera ed in estate, intervenire ulteriormente per effettuare la trinciatura delle infestanti, allo scopo di formare uno strato sul terreno che assolva alla funzione di pacciamatura, per ridurre la dispersione della riserva di acqua per evaporazione. Interventi che, ove possibile, sarebbe l’ideale integrare con la brucatura ad opera di ovini.
 
Parassiti: fra le numerose avversità, le più dannose risultano essere (vedi allegato):
  • Occhio di pavone o Cicloconio – Spilocaea oleaginea- è una malattia di origine fungina che si manifesta sulle foglie con macchie circolari di colore grigio chiaro o verde scuro, contornate da un alone giallo, in presenza di temperature di 18-20 °C e prolungata umidità della durata di 3-4 giorni, nella tarda primavera o a fine settempre e, nel meridione, anche durante l’inverno. Colpisce particolarmente le piante delle varietà: Carolea, Coratina, Frantoio, Moraiolo e Pendolino. Le foglie parassitate ingialliscono, appassiscono e cadono precocemente con conseguente danno per la pianta ed il raccolto.
Tenendo conto dei fattori favorevoli allo sviluppo del fungo, per prevenirne ed ostacolarne l’insorgenza si consigliano sesti d’impianto spaziosi, con esclusione di zone vallive ed esposizione a Sud-Est. Mentre, per combattere la crittogama occorre effettuare dei trattamenti a base di rame o di Dodina, in coincidenza della ripresa vegetativa ed alla formazione di 3-4 nodi fogliari, seguiti da un successivo intervento con l’aggiunta di boro e ferro sotto forma di chelati che, essendo solubili in acqua e assorbibili sia dalle radici che dai tessuti di rami e foglie, sono da preferire ai sali degli stessi microelementi che vanno incontro ad una rapida in solubilizzazione.
  • Rogna: è causata dal batterio - Pseudomonas savastanoi -, che viene trasmesso tramite: la puntura della mosca dell’olivo, le ferite generate da grandine e potature, dalle lesioni da freddo e soprattutto dagli attrezzi impiegati per la raccolta. Si manifesta con la formazione di escrescenze tumorali che, se interessano rami di piccole dimensioni, si può combattere con l’eliminazione delle parti infette; mentre in caso della formazione di notevoli masse sul tronco e grosse branche, occorre procedere all’asportazione della massa e dei sottostanti tessuti interessati (dendrochirurgia), seguita, in entrambi i casi, da una accurata disinfezione delle ferite con sali di rame. Comunque, dopo i descritti interventi e la raccolta delle olive, è consigliabile effettuare, rispettivamente, un trattamento a tutta la pianta con prodotti rameici e con concime-anticrittogamico biologico a base di Zinco (Zn), Manganese (MN) ed una elevata percentuale di Rame (Cu).
  • Verticillosi – Verticillium dhaliae -: trattasi di una patologia causata da un fungo presente nel suolo, di difficile controllo, che si manifesta con improvvisi disseccamenti di parti o addirittura di tutta la pianta, specie in nuovi impianti su terreni in precedenza sede di coltivazione di ortaggi sensibili al fungo, quali: Pomodoro, Patata, Peperone e Melanzana. Oppure su impianti con coltivazione interfilare delle citate colture orticole. La lotta si basa su interventi sull’apparato radicale, anche delle piante circostanti a quella colpita, con prodotti a base di cloro e successivi trattamenti a base di Fosetil alluminio (Aliette, in aggiunta a Enovit metil).
  • Tignola verde – Prays oleae – o Margaronia o Piralide dell’Ulivo: è un temibile Lepidottero fitofago ( che ha un rapporto nutrizionale specifico a spese dei vegetali) che allo stadio larvale, con la prima generazione, produce danni sui fiori in genere trascurabili. Dnni che, invece, con la seconda generazione, in Maggio-Giugno, possono assumere proporzioni gravi, in quanto provocano la cascola anticipata dei frutti.
Per cui, è opportuno intervenire subito dopo la fioritura, e comunque sempre prima dell’indurimento del nocciolo, con la distribuzione del Bacillus thuringiensis (Costar WG) che, una volta ingerito dalle larve attraverso le parti vegetali contaminate, libera delle tossine in grado di distruggere il loro tratto digerente. Oppure effettuare trattamenti a base dell’insetticida specifico: Kaimo Sorbie, sempre dopo aver accertato, nei mesi di Maggio-Giugno, la presenza dell’insetto tramite l’applicazione di trappole a feromoni, o dopo aver consultato il bollettino fitosanitario della propria regione, per Informazioni sulla necessità dell’intervento.
  • Mosca olearia - Dacus oleae o Bactrocera oleae - : è un pericolosissimo Dittero policromo della lunghezza di 5 mm ( presenta 2 ali trasparenti con all’apice una piccola macchia scura. Il corpo è giallastro con occhi verdi-blu, il torace grigio presenta tre strie longitudinali più scure è lo scudetto di colore giallo-avorio, mentre l’addome è rossastro con macchie bruno-nefrastre) della specie Carpofaga (la cui larva è una minatrice che scava gallerie nella polpa dele olive) presente in tutti gli oliveti del mondo. Una sola femmina può deporre fino a 250 uova in presenza di temperature che vanno dai 10 ai 31 °C, anche se quella l’ottimale è intorno ai 25 °C.
Mentre, una temperature superiori ai 32-33 gradi provoca la morte di moltissime larve all’interno delle drupe e un notevole rallentamento dell’attività degli adulti, che migrano in luoghi più freschi e umidi. Inoltre, ai fini della tempistica della lotta, è da tener presente che la femmina non depone la uova su olive con diametro inferiore a 7-8 mm e non prima dell’indurimento del nocciolo.
Infatti, per effettuare la lotta biologica il posizionamento delle trappole di “cattura massale mosca della olive DACUS TRAP”, in numero di 90 per ettaro, oppure 1 “ECOTRAP” ogni 2 piante, mantenendo però una distanza inferiore a 10 m, deve avvenire da metà giugno ad inizi di luglio. Contemporaneamente, per verificare la prsenza o meno dell’inetto, serve applicare altre 1 o 2 trappole “ Dacus Trak” (pannello cromo tropico giallo collato e innescate con il feromone). In quanto, se si dovessero riscontrare 4 catture al giorno per 3 giorni consecutivi, bisognerà intervenire con un trattamento con prodotti a base di Piretro, per riportare entro limiti accettabili la presenza della popolazione adulta.
Altro possibile metodo di lotta biologica consiste nell’esecuzione di 2 trattamenti con Caolino, alla dose di 4-5 kg per 100 litri di acqua, allo scopo di ricoprire uniformemente la pianta con uno strato sottile di polvere di colore biancastro, per nascondere le olive alla vista delle mosche e rendere meno agevole la penetrazione dell’ovo-depositore. Oltre a proteggere la vegetazione dall’incidenza dei colpi di calore, abbassare la temperatura della chioma e migliorare la fotosintesi clorofilliana.
  • Fleotribo o Punteruolo – Phloeotribus scarabaeoides –: è un piccolo Coleottero che può causare danni ingenti ai rametti di 2 anni ‘, cioè a frutto.
Le femmine depongono le uova in piccole gallerie ricavate in corrispondenza delle gemme o nelle zone ascellari dei rametti, da dove le larve proseguono nello scavo, fino a determinare il disseccamento del rametto. Pertanto la lotta, per risultare efficace, deve essere condotta in maniera preventiva, con 1 o 2 trattamenti con COSTAR EG (potente insetticida biologico ad elevato contenuto di spore e cristalli attivi di Bacillus thuringiensis), a fine marzo-inizio di aprile, in concomitanza con gli interventi contro l’Occhio di Pavone.
  • Cecidomia suggiscorza o Moscerino suggiscorza – Resseliella olisuga-: è un piccolo dittero le cui punture di ovo-deposizione causano una necrosi localizzata della corteccia che tende a rigonfiarsi per il sottostante sviluppo di larve che scavano gallerie all’interno dei rametti, provocandone il disseccamento. Pertanto colpire il parassita anche con l’impiego di prodotti sistemici (che vengono assorbiti prima dalla pianta e poi agiscono sui parassiti che se ne nutrono) comporta delle difficoltà. Quindi più che lotta con prodotti chimici (vedi COSTAR WG) da effettuarsi a Marzo-Aprile, è preferibile, prima della ripresa vegetativa, pratacare quella agronomica. Consistente in una leggera lavorazione del terreno (alla profondità di 10-15 cm), per ottenere l’interramento delle pupe o crisalidi (protette da un bozzolo secreto dall’ultimo stadio di larva, che precede quello di adulto) presenti in superficie, in modo da impedirne lo sfarfallamento.
  • Oziorrinco - Otiorbyncnus German-: coleottero particolarmente aggressivo su piante giovani, tant’è che in poco tempo, dal tramonto all’alba, può distruggere la nuova vegetazione, asportando, a forma di mezza luna, buona parte delle foglie. Si combatte, non appena si riscontra la presenza, tramite il posizionamento intorno al tronco di un giro di Rincotrap (trappola meccanica per insetti), oppure di trappole adesive. Con l’accortezza di eliminare le erbe infestanti presenti nelle vicinanze, per impedire appigli alternativi attraverso i quali l’insetto può raggiungere la pianta. Altro mezzo di lotta sono gli insetticidi, come “Ercole” (Peritroite a lunga persistenza con effetto repellente), , o “Laser” (insetticida naturale biologico, ottenuto dal batterio Sccharopolyspora spinosa presente nel terreno). da distribuire alla base delle piante.
  • Antracnosi o Lebbra – Colletotrichum gloesporioides –: è una pericolosa patologia fungina che produce danni alle foglie a parti di rami e soprattutto ai frutti, con ripercussioni sulla qualità e sulla quantità dell’olio che si estrae. In quanto assume una colorazione rossastra, privo di fruttato e di alta acidità. Insieme di deprezzamenti che precludono la classificazione di extravergine. Il patogeno trova le condizioni ideali di sviluppo in presenza di temperature di 16 - 26 °C e alta umidità atmosferica. Gli attacchi si manifestano in coincidenza di due stati fenologici: la fioritura e l’invaiatura (Settembre-ottobre); anche se possono evidenziarsi su foglie e rametti prima della fioritura (Maggio); durante l’estate e dopo l’invaiatura (Ottobre), rispettivamente, a danno della vegetazione e delle drupe.
La prevenzione e la lotta si basano su trattamenti con formulati a base di ridotte quantità di rame veicolati con agenti fertilizzanti (Welgro Cu Zn) che, penetrando nei tessuti della pianta, combattono il fungo anche dall’interno. Cratteristica che, in considerazione della normativa che ha ridotto l’uso del rame a 4 kg per ettaro e per anno, conferisce a tali innovativi prodotti un notevole interesse, per il fatto che si possono utilizzare senza limitazioni .
  • Rodilegno rosso –Cossus cossus- e Rodilegno gialllo -Zeuzera Pyrina- : sono insetti Lepidotteri polifagi (che attaccano un gran numero di specie) e xilofagi (che si nutrono del legno scavando gallerie al suo interno). In particolare, il primo crea gallerie nel tronco e nelle branche principali, causando importanti danni alla struttura della pianta ed il conseguente lento e prograssivo deperimento della stessa. Mentre quello giallo predilige i rami posizionati in cima, scavando gallerie nel centro dei germogli.
La lotta può essere condotta, per entrambi i rodilegno, tramite:
  • trattamenti da eseguire dopo 15 giorni dall’inizio dei voli (riscontrabile tramite il posizionamento di trappole a feromone sessuale: Siatrap in numero di 3-4 per ettaro, con relativo Feromone rodilegno rosso e Feromone rodilegno giallo) e ripeterli, dopo 7-10 giorni , con Klozer (a base di Beauveria bassiana) alla dose di 200 ml/hl, o Mebov (a base di Mthanzium anisopliae) alla dose di 300 ml/hl;
  • cattura massale del parassita (migliore strategia per contrastare gli attacchi) attraverso il posizionamento, ad altezza uomo all’interno della vegetazione, entro il mese di maggio, di almeno 10-15 trappole Siatrap per ettaro, con relativo feromone sessuale da sostituire una volta ogni mese;
  • ’eliminazione delle larve introducendo del filo di ferro nelle gallerie scavate nel legno.
  • Brusca Prassitaria – Stictis Panizzei- : malattia causata da un fungo che colpisce principalmente foglie isolate anziché l’intera chioma delle piante, causando disseccamenti parziali con caratteristiche sfumature di colore variabili dal rosso mattone al bruno cenere , con margini sfumati in marrone scuro. Si manifesta in autunno, specie durante gli anni caratterizzati da elevata umidità e alte temperature.
La malattia si sviluppa in consequenza della presenza di piccole strutture chiamate “picnidi” sulla pagina inferiore delle foglie, invisibili ad occhio nudo, che producono i “picnocoidi “ : microscopici corpi responsabili della diffusione.
La strategia per prevenire la manifestazione consiste:
  • nell’ispezione regolare delle foglie, alla ricerca di segni di disseccamento con macchie rosse o brune;
  • nella rimozione di rami e foglie secche o danneggiate con attrezzi puliti e disinfettati, per evitare la propagazione del fungo;
  • nel mantenere (quando possibile) un adeguato regime di irrigazione, per evitare stress idrico alle piante;
  • nell’effettuazione di trattamenti preventivi con fungicidi a base di rame.
E’ importante notare che la Brusca Parassitaria può essere confusa con gli effetti prodotti dalla Brusca non Pafrassitaria, che però si distingue dalla prima per i seguenti aspetti:
  • l’alterazione delle foglie è causata dall’azione di venti asciutti, come lo scirocco, ed inizia con il disseccamento dell’apice della foglia , vicino al mucrone (punta breve e rigida un po’ ripiegata, formata dal prolungamento dell’asse centrale della foglia), dove la traspirazione è più intensa a causa dell’assenza della cuticola (rivestimento composto da cera e acidi grassi –cutina-);
  • non si estende mai alle zone laterali delle foglie e non presenta alcuna punteggiatura sulle aree dissedccate.
  • Cocciniglia :
  • Cotonosa –Philippia oleae e Euphilippia olivina- : vive protetta da una candida e cotonosa secrezione cerosa, soprattutto a spese dei racemi fiorali (infiorescenze formate da un asse principale dal quale si dipartono peduncoli di uguale lunghezza che sorreggono i fiori) e dei frutticini appena allegati. Con le loro punture causano l’aborto dei fiori e l’avvizzimento e la cascola delle piccole drupe; mentre la vegetazione viene abbondantemente imbrattata dalla melata sulla quale si sviluppano vari funghi che danno origine alla fumaggine o fuliggine.
Pertanto, la maggiore entità dei danni, in genere contenuti, è attribuibile alle infestazioni che si verificano nel periodo della fioritura e dell’allegagione.
Infestazioni che non richiedono interventi di lotta specifici, in quanto sono tenute a freno sia dalle sistematiche potature di sfoltimento della chioma, che dai parassiti endogeni (che vivono in permanenza all’interno degli organi dell’ospite) e dagli svariati predatori delle neaniti della cocciniglia;
  • Mezzo grano di pepe – Saissedia oleae -: insetto fitomizo (che si nutre della linfa della pianta, succhiandola direttamente dai vasi cribrosi), della famiglia Coccidae. E’ sicuramente quello che arreca più ingenti danni alla pianta infestata. Compie una generazione all’anno e sverna allo stadio di neanite e più raramente di femmina giovane. Le uova, di colore giallo-aranciato, si schiudono a partire dalla fine di luglio, dando origine alla fuoruscita scalare delle neaniti che si disperdono sulla chioma, localizzandosi sui rami, rametti e lungo la nervatura principale della pagina inferiore delle foglie.
La dannosità prodotta dal parassita è dovuta alla sottrazione di linfa che, essendo a basso contenuto proteico e ricca di zuccheri, per ottenere un adeguato apporto proteico, ne deve ingerire in grandi quantità ed eliminare gli zuccheri in eccesso, sotto forma di melata. Melata che, in caso di forti attacchi, può interessare l’intera chioma formando un substrato sul quale si insediano un complesso di funghi saprofiti (che si nutrono a spese di sostanze organiche in decomposizione) rersponsabili della formazione della fumaggine (patologia dovuta ad un insieme di funghi che formano uno strato nerastro) che limita la vitale attività fotosintetica della pianta.
Ne consegue che gli effetti combinati della sottrazione di linfa e della fumaggine si riflettono sulla pianta con manifestazioni di perdita di vigoria, forti defogliazioni, stentato sviluppo, accorciamento dei germogli e scarse fioriture e fruttificazioni.
Pre cui, per mitigare i danni, necessita effettuare una lotta articolata con interventi di tipo:
  • Biologico: con antagonisti naturali rappresentati da microrganismi e da insetti parassitoidi appartenenti al genere Metaphycus e ai predatori Chilocorus bipustulatus, Scutellista cynerea,ecc.
  • Agronomico: basata sulla cura della potatura con lo sfoltimento della chioma (al fine di creare un microclima sfavorevole allo sviluppo del parassita) ed effettuare equilibrate concimazioni , soprattutto azotate;
  • Chimico: con trattamenti insetticidi ammessi dai Dpi (Dispositivi di protezione individuali, quali guanti e occhiali), a base di Buprofezim, o olio bianco da effettuare quando si riscontra la soglia di intervento di 5 -10 neaniti per foglia, su un campione di 100 foglie prelevato dalla parte medio-bassa della chiome di almeno 5 – 10 piante ad ettaro.
  • Spudacchina – Philaenus spumarius – è un insetto Omottero, così definito per la singolare tecnica di protezione della forma giovanile - neanide- e di ninfa o pupa, caratterizzate dalla immobilità e da profonde trasformazioni dell’insetto che, in questa fase, trova riparo immerso in una massa schiumosa simile alla saliva di uno sputo, onde il nome di sputacchina. L’ulivo è tra le piante di cui, durante la fase adulta, si nutre della linfa grezza che scorre nei tessuti xilematici (legnosi) delle piante, attraverso punture di suzione nelle parti più teneri della vegetazione. In tale fase può acquisire il batterio – Xylella fastidiosa- (microrganismo unicellulare delle dimensioni variabili da 1 a 10 micrometri, cioè da 0,001 a 0,01 mm) potenzialmente presente nella pianta. Batterio che viene conservato, fino alla fine del ciclo biologico dell’insetto nell’appoarato digerente. Per cui, quando si sposta su una nuova pianta per nutrirsi, lo immette automaticamente all’interno del suo xilema, diffondendo la malattia e stimolando i tessuti alla produzione di un gel che impedisce il regolare scorrimento della linfa.
Il che comporta il rapido disseccamento , a partire dalla parte apicale, della chioma di rami isolati, di intere branche o dell’intera pianta; oltre all’imbrunimento interno, a diversi livelli, del legno delle branche e del fusto.
Considerato quindi il ruolo di vettore della Xilella che la Spudacchina ha esrcitato il Puglia, e che, secondo notizie diffuse da recente, oltre alla Xilella fastidiosa subspscie pauca (che ha causato la cosiddetta CoDIRO – Sindrome del disseccamento rapido di migliaiadi ulivi), sia stata riscontrata anche la presenza di Xilella fastidiosa sub specie fastidiosa: agente della malattia di “Pierce” (patologia che colpisce la vite, oltre alle drupacee e gli agrumi, con effetti letali), su 6 alberi di Mandorlo in località Triggiano, in provincia di Bari; l’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, anche dagli esiti dei controlli effettuati sugli insetti vettori della Xilella fastidiosa, non esclude la possibilità di rischio di diffusione del batterio sulle altre colture di pregio, tipiche della regione, quali: ciliegi e uva da tavola; nonché uva da vino, mandorlo e l’erba medica.
E poiché tale diffusione, nonostante l’attivazione, nell’area attualmente interessata, di una sorveglianza rafforzata sugli insetti vettori e l’abbattimento delle piante infette e di quelle suscettibili ad aspitare il batterio presenti nel raggio di 50 metri; non è scontato che non possa estendersi accidentalmente altrove; si ritiene prudenzialmente opportuno seguire attentamente l’evolversi della situazione, per essere in grado di , eventualmente, individuare tempestivamente segnali che rivelino la tipica presenza del batterio killer e di praticare gli interventi adeguati ad impedire la diffusione del temibile vettore Spudacchina, attraverso la conoscenza del :
 
  • suo ciclo biologico: che, secondo osservazioni condotte in Puglia, inizia con la comparsa delle forme giovanili tra fine di febbraio e l’inizio di marzo su piante erbacee appartenenti alla famiglia delle Asteraceae ( Lattuga, Tarassaco, Radicchio, Cicoria, Carciofo, ecc), Fabiaceae (Fava, Soia, Pisello, Cece, Fagiolo, leticchia, Arachude, ecc) e Apiaceae ( Carota, Pastinaca, Sedano, Finocchio, Angelica, Ferula, Prezzemolo, ecc), sia spontanee che coltivate. Mentre gli adulti compaiono tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, spostandosi su vari arbusti selvatici e su alcune piante arbotree, fra le quali l’Ulivo, fino all’autunno. Per poi fare ritorno sulla vegetazione erbacea, per deporre le uova e completare il ciclo, svernando come uovo, sui residui vegetali;​​​​​​​
  • ​​​​​​​e della rispettiva lotta agronomica, consistente nella:​​​​​​​
  • gestione del suolo con lavorazioni superficiali o tramite trinciatura delle erbe infestanti, nel periodo primaverile, per mantenere il terreno sgombro, al fine di ridurre la popolazione degli stadi giovanili dell’insetto ed eliminare le piante possibili ospiti. Oppure, in alternativa, nel caso di aree in cui è difficile l’accesso con mezzi meccanici, adottando la pratica del pirodiserbo (che impiega dispositivi a fiamma o a raggi infrarossi per il controllo delle erbe infestanti), la cui azione però risulta più efficace su piante giovani;
  • potatura delle piante arboree ospiti, per ridurre la vegetazione, rendere più efficace la distribuzione dei prodotti per il controllo del vettore e diminuire l’utilizzazione dei volumi degli stessi;
  • disinfettazione degli attrezzi utilizzati per la potatura con una soluzione di ipoclorito di sodio (Candeggina o Varechina) al 2%, o con sali quaternari d’ammonio (Sani Flour), prima e durante il loro utilizzo, per evitare la diffusione di altri patogeni;
  • esecuzione preventiva dei trattamenti fitosanitari previsti dalla Decisione della Commissione Europea 789/2015, per i quali in Italia sono registrati, su olivo e su Philaenus spumarius, tre sostanze attive: Acetamiprid, Deltametrina e Olio essenziale di arancio dolce (utilizzabile anche in biologico).
E’ da segnalare inoltre la possibilità , anche se ancora in fase di studio, di utilizzazione del Zelus renardii, come predatore naturale della Sputacchina. Nei confronti del quale, dalle prime osservazioni eseguite dal Prof. Francello Porcelli, entomologo del Disspa di Bari, sui vettori potenziali dello Xylella, sembra siano emerse prospettive di incoraggianti esiti.
 
Utilizzazioni:
  • del legno: sia del tronco che dei grossi rami e radici, una volta stagionato, è molto durevole nel tempo, anche se esposto alle intemperie, e pur non essendo facile da lavorare, consente di realizzare oggetti di considerevole bellezza. In quanto il colore giallo-bruno, con marcate venature alternativamente chiare e scure fanno di ogni realizzazione un pezzo unico. Esso, infatti, essendo un legno di risonanza (cioè che fornisce un ottimo materiale per la cassa armonica degli strumenti musicali che, per complessi fenomeni di diffusione e riflessione, esalta l’intensità sonora), viene impiegato soprattutto per la costruzione di strumenti musicali a fiato, come ciaramelle e zampogne, oltre che per taglieri, piatti e altri utensili da cucina. Mentre i tronchi contorti costituiscono un materiale ricercato dagli scultori, così come i rami giovani per la realizzazione di cesti. Mentre le fascine secche ricavate dal materiale di risulta della potatura, rappresentano un combustibile ideale per innalzare la temperatura del forno a legna ed accendere la stufa o, nell’orto, come supporto per far arrampicare i piselli o come ottima base per la produzione di compost.
  • delle olive: usate sia come alimento che, prevalentemente, una volta raggiunta la piena maturazione, per l’estrazione dell’olio extravergine di oliva, tramite: molitura (frangitura delle drupe); gramolatura (sminuzzamento ulteriore dei frammenti di polpa ed amalgama della pasta di olive); pressatura; e separazione dell’olio dall’acqua di vegetazione, per centrifugazione. La qualità dell’olio dipende maggiormente: dalla varietà della pianta; dai metodi di coltivazione; dal tipo di terreno; dall’andamento climatico; dal tempo che intercorre dalla raccolta alla molitura; e dal metodo di molitura (quella a freddo risulta essere la migliore, in quanto, essendo che la temperatura della pasta delle olive durante la gramolatura non supera i 27 °C, si evita l’alterazione dei composti sensibili al calore, quali: vitamina E ed i polifenoli.
Il Regolamento Ce 1531/2001, in vigore dal 1 novembre 2002 costituisce la normativa che stabilisce la Classificazione dell’olio di oliva, come segue:
  • olio di oliva extravergine o Evo (definito nutrigenico: cioè in ngrado di curare), con acidità libra, espressa in acido oleico, non superiore a 0,8%, dai notevolissimi pregi, oltre che come incomparabile condimento di pietanze, per i suoi poteri terapeutici quali: abbassare il rischio di disturbi cardiaci e circolatori, ridurre la secrezione gastrica, e come ingrediente di unguenti, saponi e altri prodotti per la cura della pelle e dei capelli, grazie alle sue proprietà nutritive ed al contenuto di vitamina E (che per le notevoli proprietà antiossidanti di cui dispone, assicura un’azione di protezione delle membrane cellulari, aiuta a migliorare l’attività dei neuroni e, insieme alla vitamina A, anche le condizioni della vista);
  • olio di oliva vergine, con acidità massima pari al 2%;
  • olio di oliva lampante (così denominato perché in passato veniva utilizzato per elimentare le lampade), non vendibile al dettaglio, sia per i difetti organolettici che per l’elevata acidità, superiore a 2 g di acido oleico per ogni 100 g di olio.
A cui seguono altre categorie di scarsissima qualità o non ammesse al consumo, ottenute da più spremiture della sansa (materiale residuo della pressatura della pasta di olive) o con solventi chimici.
  • delle foglie: che rivestono una notevole importanza per i loro effetti fitoterapici sull’organismo umano, avallati da numerose ricerche Universitarie a livello internazionale e dal riconoscimento dal Ministero della Salute italiano. Proprietà benefiche dovute alla presenza di sostanze medicamentosi, quali: l’Oleuropeina (glucoside che essendo presente anche nelle olive, conferisce il tipico sapore amaro all’olio; l’acido Elenolico (derivato, per idrolisi dalle’Oleuropeina); l’Idrossitirosolo (considerato “spazzino”di radicali liberi, con capacità 30 volte superiore alla vitamina C; il Tirosolo e la Rutina.
Complesso di contenuti preziosi, dato che sviluppano azioni: - antiossidante ( che contrasta gli effetti dei radicali liberi responsabili dell’invecchiamento delle cellule); - depurativa e disintossicante (che favorisce eliminazione di acidi urici, tossine, grassi e zuccheri nel sangue, promuovendo al contempo la depurazione di fegato e reni); - di sostegno al Sistema Cardio-Circolatorio (attraverso un effetto ipotensivo dovuto all’aumento dell’elasticità delle arterie che, favorendo la circolazione sanguigna, contrasta l’insorgenza di varici, gambe pesanti e vene varicose; - di abbassamento del colesterolo (per la funzione ipocolesterolemizzante, dovuta alla riduzione dei livelli di colesterolo cattivo – LDL- e all’innalzamento di quello buono -HDL-); - di sostegno al Sistema Immunitario (per l’aumento delle difese e l’azione antivirale, antimicotica e antibatterica; - e di prevenzione dell’osteoporosi.
Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato come l’estratto di foglie sia utile anche: contro il diabete (grazie all’azione ipoglicemizzante) e alcune malattie degenerative, come l’Alzheimer o il cancro. Patologie in nei confronti delle quali specifici studi hanno evidenziato come i principi attivi contenuti nelle foglie di ulivo siano in grado di evitare che le cellule da sane si trasformino in maligne, la cui proliferazione puo dare origine a tumori
Insieme di benefici di cui è possibile fruire (dietro parere del fitoterapeuta) tramite l’assunzione dell’estratto di foglie (che si possono raccogliere tutto l’anno), fresche o secche (conservabili in sacchetti di carta o tela). Per la preparazione del quale occorrono: 100 - 150 foglie fresche o 30 - 50 secche da lavare immergendole in acqua e bicarbonato e asciugare accuratamente, per poi metterle in una pentola con 1 litro d’acqua da portare all’ebollizione e lasciarla sobbollire a fuoco lento per 15 minuti; dopo di ché filtrare, lasciare raffreddare e versare il liquido in una bottiglia di vetro da conservare in frigo, per poi assumerlo, all’occorrenza, nella misura di un cucchiaino durante i pasti principali.
Altro metodo semplice per sfruttare le preziose proprietà delle foglie consiste nella preparazione di un decotto. Per il quale servono 5 grammi di foglie essiccate per ogni tazza d’acqua con immerse le foglie, da portare a bollitura per ca. 5 minuti, per poi lasciare riposare e far stiepidire, prima di filtrarlo e berlo alla dose consigliata di una tazza al giorno.
In floriterapia poi esiste “ Il fiore di Bach Olive”, ideale per combattere: la stanchezza, esaurimenti nervosi, astenia, cali di energia, recuperare dopo una convalescenza o un intervento chirurgico o altro. Per tali sintomatologie o esigenze si consiglia l’assunzione, in genere, di 4 gocce per 4 volte al giorno, fermo restando la raccomandazione di avvalersi delle indicazioni di un floriterapeuta.
 

La magia della tab e la ricchezza del pentagramma

News 2 Pillole di Musica (243)
Alfio La Rosa

 
15, 17, 19, 17, 15 a cosa ti fa pensare, ad un codice segreto?
No, il misterioso messaggio non è altro che una fantastica discesa e risalita nel regno dei tasti della Chitarra... la cosa fantastica è che non devi essere un maestro della teoria musicale per capire cosa fare.
 
Non hai bisogno di decifrare le note, la tab ti mostra esattamente quale tasto premere su quale corda, quindi è molto chiaro e immediato per i musicisti che non hanno esperienza con il pentagramma. È particolarmente utile per gli autodidatti, i principianti e coloro che vogliono apprendere brani musicali in modo rapido.
Basta seguire i numeri, seguire la sequenza senza dover studiare e, individuando le corde giuste, la melodia esce fuori. Inoltre, la tablatura è utile anche per rappresentare particolari tecniche come bending, slide, hammer-on e pull-off, whammy bar che sono comuni nella chitarra. La tablatura offre quindi vantaggi significativi rispetto al pentagramma, soprattutto per chi suona la chitarra: semplicità e immediatezza, focalizzazione sul manico, rappresentazione di tecniche specifiche, apprendimento rapido dei brani, pochi requisiti teorici, accessibilità e facilità per i principianti, adatta per strumenti a corde.
 
E gli Svantaggi? E’ limitata, perché NON fornisce informazioni sul ritmo o sulla durata delle note (se non tramite notazioni aggiuntive). Quindi, per comprendere appieno una canzone, è necessario conoscere la melodia e l’accompagnamento. Non è universale: è utilizzata per gli strumenti a corde e non può essere applicata ad altri strumenti. E’ meno espressiva: non è possibile indicare con la stessa profondità tutte le sfumature dinamiche, articolazioni e altre indicazioni che il pentagramma può fornire.
 
E chi preferisce il pentagramma? Nonostante i vantaggi della tablatura, il pentagramma è essenziale per una formazione musicale più completa, soprattutto se si suona musica classica, si lavora in orchestre o si suonano strumenti che richiedono una notazione più complessa. Inoltre, il pentagramma è preferito da molti musicisti perché offre una rappresentazione completa ed universale della musica. Permette di trasmettere non solo le note musicali, ma anche il ritmo, le dinamiche, le articolazioni e le altre sfumature musicali, che arricchiscono l'interpretazione di un brano. Il suo uso permette di riprodurre fedelmente l'intento del compositore e di mantenere l'integrità della partitura originale. Inoltre, la sua universalità lo rende adatto a qualsiasi strumento e a qualsiasi tipo di ensemble musicale. In particolare, nei generi classici e jazz, il pentagramma è essenziale per la coordinazione e la comunicazione tra i membri di un gruppo, per esempio un sassofonista e un chitarrista possono leggere la stessa melodia scritta sul pentagramma, adattando la musica al proprio strumento. Questo non sarebbe possibile con la tablatura, che è specifica per strumenti come la Chitarra. Leggere il pentagramma richiede una conoscenza delle note musicali e una comprensione più profonda della teoria musicale, è il sistema usato nei Conservatori e nelle Scuole di Musica.
 
Allora quali sono i vantaggi del pentagramma? Universalità e adattabilità suddetta, profondità, espressività e ricchezza musicale che permette una grande varietà espressiva. Quando un musicista legge una partitura, non solo suona le note, ma interpreta anche le sfumature emotive e tecniche suggerite da essa, arricchendo l’esecuzione di dinamiche è in grado di rappresentare facilmente la musica polifonica (più melodie che si intrecciano), in modo che ogni voce o strumento sia chiaramente visibile.
 
E gli svantaggi? La difficoltà iniziale. Leggere il pentagramma può essere difficile, per padroneggiarlo è necessaria una solida formazione musicale, che può essere un ostacolo per chi vuole iniziare a suonare rapidamente, infatti richiede una buona conoscenza della teoria musicale, la capacità di identificare le note e di comprendere il ritmo e la durata delle stesse, richiede studio continuo.
 
In sintesi mentre la tablatura è più immediata e utile per strumenti specifici come la Chitarra, il pentagramma è essenziale per i musicisti che vogliono comprendere la musica in modo più profondo e versatile. In definitiva, entrambi i sistemi hanno un posto fondamentale nel mondo della musica ed i musicisti più esperti sanno come utilizzare a seconda della situazione. Ad ogni modo per Suonare bene, non basta solo premere i tasti, devi farlo con passione perchè non è solo una sequenza di azioni e mosse, è il sentimento che metti in ogni nota che fa e farà sempre la differenza.
 
 
Mº Eugenio Altimari (Docente MusiCity Scuola Riconosciuta dalla Regione)

SOSTIENI SANTA MARIA DELLE MOLE

Spot 1
Il Comitato di Quartiere che gestisce questo portale informativo è a tutela di Santa Maria delle Mole, Cava dei SelciFrattocchie, Due Santi, Castelluccia e Fontana Sala, inoltre sostiene tutti gli altri CdQ territoriali e le Associazioni No-Profit dell’Interland.
 
Se hai a cuore il tuo ambiente e vuoi difenderlo, tutelarlo ma non hai i mezzi o capacità, noi siamo al tuo fianco.
Offriamo i nostri servizi unicamente ad Aziende e/o Privati che svolgono la propria attività nella nostra area geografica.

 
Vuoi pubblicizzare la tua azienda in questo portale?
Sostienici e potrai usufruire di pubblicità gratuita.
 
Noi non noleggiamo spazi pubblicitari.
 

 
Diventa Socio Sostenitore del Comitato di Quartiere ed avrai il tuo spazio.
 
Sarà un'ottima vetrina per la tua azienda o punto vendita.
 
I banner pubblicitari sono ben visibili da qualsiasi dispositivo.
 
Per poter dare risalto alla tua attività commerciale, ciò che devi fare è molto semplice e veloce: Contattaci.
 
 
 
 
Puoi richiedere informazioni, tramite il nostro “Modulo”, ai seguenti contatti:
 

- Presidente Antonio Calcagni
 

- Francesco Raso (responsabile web) 

CAFM APS: Laboratorio Gratuito di Cucito, Uncinetto e Ricamo

News 3 Frattocchie (181)
Antonio Calcagni

 
 
Ancora una volta, il Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM) si distingue per la sua capacità di coniugare tradizione e innovazione con un'iniziativa che valorizza l'apprendimento e la condivisione tra generazioni.
 
Grazie alla maestria di Lina, che vanta un'esperienza di una vita nella propria sartoria, nasce un nuovo laboratorio dedicato a cucito, uncinetto e ricamo.
 
Un'occasione unica per affinare o scoprire competenze preziose, ma soprattutto un'opportunità per creare legami tra soci, familiari e giovani partecipanti.
 
L’aspetto più innovativo dell’iniziativa è proprio l’apertura del laboratorio a figli e nipoti, rendendolo un punto d’incontro intergenerazionale.
 
Con queste parole, il presidente Claudio Bornaccioni ha presentato il laboratorio: “In un mondo sempre più digitale, recuperare il valore del lavoro manuale non solo offre un'importante risorsa pratica, ma rafforza il senso di comunità e appartenenza.
 
Se a questo obiettivo aggiungiamo lo spirito di volontariato puro e generoso che anima la nostra Associazione, ecco che tutto diventa possibile”.
 
Fanno eco le parole dell’artefice di questa iniziativa, la signora Lina, titolare di negozio di sartoria per lunghi anni: “Nella mia vita lavorativa ho potuto dare sfogo liberamente alla mia fantasia e immaginazione. Ho sempre pensato che ciò che può essere ideato… può essere realizzato! Non si può esaurire la creatività: più la usi più cresce!
 
Con questo laboratorio vorrei tanto riversare sui frequentatori questa possibilità che l’arte della sartoria ci consente di realizzare”. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina FaceBook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

La Nostra Voce

Spot 2
NOI DIAMO SPAZIO AL CITTADINO
BASTA CON LA POLITICA SUI SOCIAL
 
La Nostra Voce è anche La Tua Voce
 
Il Portale di Santa Maria delle Mole è nato proprio per tale scopo.
 
Indipendentemente dal nome, ci occupiamo di tutte le problematiche delle frazioni “a valle” del comune di Marino e quindi di: Castelluccia, Cava dei Selci, Due Santi, Fontana Sala, Frattocchie e Santa Maria delle Mole.
Portiamo avanti, già da anni e con evidenti risultati, questo impegno in modo assolutamente apolitico ed intendiamo sottolinearlo APOLITICO 

Perché questo:
In molti hanno tentato di percorrere tale strada ma alla fine si sono sempre dimostrati quel che intendevano mascherare; lavorare solo per scopi personali e di partito.
Infatti come potete tastare con mano:
- Tutti i siti tematici sono stracolmi di politica e pubblicità.
- Tutte le pagine e, ancor peggio, tutti i gruppi Facebook di zona sono ormai monopolizzati da tre/quattro individui che ci martellano dalla mattina alla sera di pubblicazioni politiche ed inserzioni pubblicitarie di attività in loco. Non portano benefici ma rimbalzano incessantemente informazioni già note!

Non è rimasto più spazio per chi vuole lamentarsi del solito malcostume comunale o di quelle problematiche che rendono difficile il quieto vivere perché soffocati da questo indecente comportamento.

Per tale motivo, noi APOLITICI ed ASCOLTATORI della comunità, abbiamo deciso di dare un taglio a tutta questa indecente volgarità di comportamento e dedicare delle aree per portare alla luce, solo e soltanto, le nostre difficoltà di vita.
Per la risoluzione delle problematiche ce ne occuperemo sul portale ed anche a suon di carte bollate, ove necessario!

 
Per qualsiasi problematica questo portale mette già a disposizione un Forum dove chiunque può dire la propria. Esiste anche la possibilità di intervenire sulle argomentazioni pubblicate periodicamente.

Per non creare troppa confusione e per coloro che non sono in grado di utilizzare tali strumenti ma sanno come muoversi sui social: abbiamo attivato degli Speciali Gruppi su Facebook per ogni frazione. Scegli il gruppo a te dedicato:
E’ ben inteso: A nessuna comunicazione politica, pubblicitaria o di semplice frivolezza verrà dato spazio.

 
Castelluccia e Fontana Sala:
Sono di Castelluccia - Fontana Sala ... senza SE
facebook.com/groups/castellucciafontanasalaplus/

Cava dei Selci:
Sono di Cava dei Selci ... senza SE
facebook.com/groups/cavadeiselciplus/

Due Santi:
Sono di Due Santi ... senza SE
facebook.com/groups/duesantiplus/

Frattocchie:
Sono di Frattocchie ... senza SE
facebook.com/groups/frattocchieplus/

Santa Maria delle Mole:
Sono di Santa Maria delle Mole ... senza SE
facebook.com/groups/santamariadellemoleplus/
 
Tutti questi gruppi sono gestiti da personale ultra qualificato e già facente parte della nostra redazione.
Esponete problemi ma mai parlare di politica, di attività commerciali, di ricette, cani e gatti smarriti e tutti quegli argomenti già martellanti altrove.

Siete i benvenuti a “Casa Vostra” ed il vostro smartphone smetterà di suonare o vibrare in continuazione per inutili motivi.
 

Il 29 marzo a Roma il 2° memorial Emiliano Scorzoni

News 4 S. Maria delle Mole (421)
Gianni Botta

Nel nostro articolo “Bentornata Gardensia” abbiamo fatto la conoscenza con Alessandra Kre, nostra concittadina.
 
Ebbene è proprio Alessandra che stavolta ci invita a trascorrere insieme a lei una giornata di festa nel ricordo di Emiliano Scorzoni, suo amico portatole via troppo presto dalla Sclerosi laterale amiotrofica.
 
Come detto sarà una giornata di festa celebrata presso l’A.S.D. Atletico 2000, in Via di Centocelle, 195 con un triangolare di calcio tra la Nazionale Italiana Poeti, l’Osvaldo Soriano Football Club e l’ItalianAttori.
 
Tra gli ospiti saranno presenti nomi dello spettacolo a partire da Massimiliano Maccarone – che arbitrerà gli incontri – Andrea Rivera, Beba Albanesi, Massimo Benenato, Ivan Cottini, Antonella Alessandro, Claudia Portale, Giorgia Lepore Martinelli.
 
Ecco la presentazione dell’evento che ci ha fatto pervenire Alessandra, a cui va tutto il cuore della redazione.
 
È il maggio del 2022, quando io ed Emiliano Scorzoni decidiamo di organizzare un evento benefico a favore di AISM e AISLA, le due associazioni con le quali, da qualche tempo, per forza di cose, abbiamo a che fare: io con la prima, lui con la seconda.
Un destino che ci ha improvvisamente costretti a rivalutare un bel po’ il significato della vita, le sue opportunità, le sue priorità, e la fortuna inestimabile di trascorrerla in piena salute, come avevamo fatto noi da quando ci eravamo conosciuti, qualche anno prima, fino ad allora; e che ci ha uniti, inevitabilmente, moltissimo.
Emiliano, sette mesi dopo, se ne è andato, prima che facessimo in tempo a realizzare il nostro proposito.
Ed io oggi, a tre anni di distanza, voglio portare a termine quello che avevamo cominciato insieme, e realizzare l’evento più bello, più inclusivo, più ottimistico, più partecipativo e più benefico possibile.
Proseguendo, così, inoltre, insieme alla sua Nazionale Italiana Poeti, la tradizione degli eventi a lui dedicati.
Con Emiliano.
Per Emiliano.
In memoria di Emiliano.

FraWeb.it

Spot 3
HAI NECESSITA’ DI UN SITO WEB?
Realizziamo siti web di ogni dimensione e per qualsiasi esigenza.
Curiamo ogni progetto a 360 gradi, dagli aspetti tecnici alla redazione di testi e slogan pubblicitari.
Dal semplice sito vetrina del piccolo esercizio commerciale, fino al sito corporate della grande azienda e ai complessi progetti editoriali ed e-commerce.
 
Siti completamente responsive. Fruibili da qualsiasi dispositivo.
Un sito ben fatto porta solo guadagno.
Un gestionale per la tua azienda, fatto su misura per le tue necessità.
 
FraWeb.it si è ormai consolidata nel settore informatico, grazie ad una lunga esperienza. Professionalità, qualità e convenienza sono gli elementi che ci identificano.

I nostri siti web si distinguono tutti per facilità di gestione, chiarezza e ampia compatibilità tecnologica.
 
– Grafica su misura
– Sito responsive
– Hosting e dominio incluso in offerta
– Settaggio mail personalizzata
– Cura sui particolari
– Ottimizzazione SEO
– Ottimizzazione per Google
– Report accessi
– Assistenza gratuita
– Formazione all’uso del sito
– Integrazione con i social network
– Adeguamento alle normative privacy
 
Per ottenere subito il tuo preventivo personalizzato puoi compilare il modulo di contatto presente in Questa Pagina, oppure inviare una mail a info@fraweb.it
Puoi anche contattarci telefonicamente al numero  (+39) 347 33 25 851 - a tua disposizione per rispondere a tutte le domande.

Roma nascosta non ha segreti per l’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino APS

News 5 Frattocchie (384)
Eleonora Persichetti

 
Il mosaico di Giovanni VII, le testimonianze di “damnatio memoriae” presenti nell’Arco degli Argentari, la storia e il significato delle statue vicino alla dea Roma in Piazza del Campidoglio. È con queste e altre scoperte che ancora una volta l’Associazione CAFM ha sorpreso ed entusiasmato i soci partecipanti alla passeggiata guidata e gratuita ai monumenti compresi tra il Foro Boario e S. Maria in Aracoeli svoltasi l’8 marzo scorso. “Sembra incredibile” esordisce il presidente del CAFM Claudio Bornaccioni, “la capacità dell’Associazione di attrarre sempre nuovi soci tanto da suggerire agli organizzatori di programmare più giorni per le attività previste onde evitare la formazione di gruppi troppo numerosi. Sicuramente la disponibilità gratuita e volontaria di alcuni soci favorisce il successo delle iniziative. E così, grazie all’organizzazione posta in atto dal socio Bruno Ciceroni è stato possibile parcheggiare i veicoli al sicuro a circa 100 metri dalla Bocca della Verità. Tutto questo ha reso ancora più gradevole la mattinata che sotto la guida del socio Tonino Dibello è stata arricchita di cultura dando la possibilità di scoprire, con un nuovo occhio attento ai particolari, i vari tesori nascosti e che sfuggono ad un turista frettoloso”. Ancora una volta sono i commenti pervenuti all’Associazione che ben descrivono la bontà delle iniziative offerte dal CAFM decisamente allettevoli in quanto gratuite e di ottimo contenuto. Cristina ha immediatamente commentato: Oggi ho festeggiato la festa della donna con un tour bello ed interessante, organizzato dal Generale Dibello; ho visto una parte di Roma che non conoscevo. Il percorso è stato studiato nel migliore dei modi, agibile a chiunque e comunque non faticoso; la spiegazione dei vari monumenti e delle opere d’arte è stata come sempre chiara e riassuntiva, cosa che rimane impressa. È stato piacevole anche stare insieme e condividere questa esperienza con tutto il gruppo. Grazie!” E Bruno sullo stesso tenore: “Oggi di nuovo in cammino. Su iniziativa del vulcanico Tonino ci siamo recati a Roma per un affascinante viaggio attraverso la storia, l'arte e l'architettura della città eterna. Prima tappa la chiesa di Santa Maria in Cosmedin con il Mosaico di Giovanni VII e l’antica Cripta, un’occhiata alla Bocca della Verità, poi tempio di Giano, San Giorgio al Velabro e passando per via di San Teodoro ci siamo incamminati verso il Campidoglio dove prima di arrivarci abbiamo gustato una magnifica vista sui Fori imperiali. Arrivati in cima, la statua equestre di Marco Aurelio ci viene incontro con la sua maestosità, così come ammiriamo la piazza disegnata da Michelangelo, il Palazzo Senatorio sede del comune di Roma e il palazzo dei Conservatori, sede dei musei capitolini. Siamo passati poi alla Basilica di Santa Maria in Aracoeli, chiesa medievale famosa per il suo interno ricco di affreschi e per il Bambinello, una statua del Bambino Gesù ("er Pupo") ritenuta miracolosa; una vista spettacolare su Roma ci ha ammaliato, con la Sinagoga, San Pietro ed innumerevoli altre cupole: ci sembrava di toccarle. Una discesa un po’ difficoltosa, vista l'affiorare di un’iniziale stanchezza, ci ha portato davanti al Teatro di Marcello dove la nostra visita è terminata contenti per avere ancora una volta partecipato a questa iniziativa del CAFM ed aspettando con trepidazione la prossima uscita”. Lina è orgogliosa di far parte del gruppo: “Ancora una volta il CAFM, cui appartengo con orgoglio, ha dato il meglio di sé per l’organizzazione e per la scelta dei siti archeologici molto importanti oggi visitati in taluni dei quali io stessa non ero mai entrata. Grazie!” Antonietta esprime la sua gratitudine all’Associazione: “Un grazie di cuore al CAFM per tutto l'impegno e la competenza che mette a nostra disposizione e ci fa vivere bellissime emozioni con queste passeggiate culturali di cui altrimenti non avremmo mai potuto godere! E tantissimi commenti positivi che non si riportano per motivi di spazio. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina Facebook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

La storia come avrei voluto fosse stata insegnata a me. Il Generale Ciampini, ospite dell’Associazione Centro Anziani Frattocchie di Marino

News 6 Frattocchie (210)
Eleonora Persichetti

 
Il Generale Ciampini è stato invitato dall’Associazione CAFM a tenere una conferenza dal titolo La Repubblica Romana del 1849, nel contesto dei moti rivoluzionari europei del 1848. Le grandi speranze di un forte cambiamento sociale e politico”, offrendo un approfondimento storico di grande rilievo ancora più apprezzato nella congiuntura attuale. Durante l'intervento, il Generale ha tracciato un parallelo illuminante tra le esperienze rivoluzionarie del 1848 e l'episodio della Repubblica Romana del 1849, sottolineando come, nonostante la sua breve durata, quest'ultima rappresentasse il simbolo di un rinnovamento inteso come impulso verso la giustizia e l’uguaglianza. Il relatore ha evidenziato come la conoscenza della storia sia fondamentale per interpretare e comprendere le dinamiche del presente. Secondo il Generale, solo analizzando le grandi trasformazioni sociali e politiche del passato possiamo apprezzare il valore delle conquiste attuali e affrontare le sfide contemporanee con maggiore consapevolezza. Con un linguaggio chiaro e appassionato ha invitato i presenti a considerare il patrimonio storico non solo come un ricordo, ma come una guida imprescindibile per il futuro. Durante l’incontro sono stati evidenziati i ruoli dei protagonisti: Pio IX, Garibaldi, Mazzini, ma anche Ciceruacchio e Pellegrino Rossi (cui si è ispirato Andreotti nel suo libro: “Ore 13: il Ministro deve morire”) e infine il contributo fornito nei giorni della Repubblica del 1949 da alcune donne straordinarie come Cristina di Belgioso, Margaret Fuller e Anita Garibaldi. Insomma un piacevole concentrato di approfondimenti fornito ai partecipanti. Le aspettative non sono andate deluse e lo dimostrano i commenti pervenuti all’Associazione. Bruno ha così commentato la sua soddisfazione: “Oggi il Generale Ciampini mi ha affascinato. Sarà che l'ho trovato in gran forma ma la sua narrazione della storia della Repubblica Romana è stata oltremodo interessante; storia che per certi versi apre gli occhi sui recenti avvenimenti europei. Molto coinvolgente, sempre interessante, molto preparato, starei ad ascoltarlo per ore. Alla prossima”. Luciana che ha seguito tutto il ciclo di lezioni finora tenuto:Questa è la storia come avrei voluto fosse insegnata a me: conoscere gli aspetti che spesso hanno portato i “signori della guerra” a determinate decisioni per poi ribaltarle in fase condotta tradendo anche i più elementari principi di lealtà. La storia si ripete anche oggi.” Angelo: “Sempre molto interessante”. E infine Claudio che con il conferenziere ha approfondito alcuni aspetti dell’argomento: “Ennesima conferma di preparazione ed esposizione di alto livello. Grazie al Gen. Ciampini”.
 
 
Gianni, grande ammiratore del Gen. Ciampini: Un oratore preparatissimo che racconta la storia in modo fluente e con estrema chiarezza. Ci ha calato negli eventi che hanno caratterizzato la Repubblica Romana e ce li ha fatti vivere come fossimo presenti. Un sentito ringraziamento al relatore e al nostro Generale Tonino Dibello che ne cura l’organizzazione”. Soddisfatto il presidente Claudio Bornaccioni: “Un’attività che dà lustro alla nostra Associazione, ma anche al territorio di Marino che ospita un’autorità che tiene regolarmente conferenze sul territorio nazionale e internazionale”. La partecipazione alle attività dell’Associazione è gratuità ma è necessaria l’iscrizione all’Associazione di Promozione Sociale CAFM. Per coloro che intendono seguire il programma offerto dal Centro Anziani Frattocchie di Marino APS (CAFM), l’invito a seguire la pagina Facebook e prendere contatto con il Presidente Claudio Bornaccioni al cel. 335-364847.

Benedizione della Famiglia - Basta una telefonata

News 7 Focus    (commenti:3) (467)
Francesco Raso

 
Già da piccini siamo stati abituati a vedere entrare il Parroco in casa per la benedizione pasquale della famiglia e della stessa abitazione.
Il Parroco, con due chierichetti al seguito, facevano prima il giro delle stanze irrorandole di acqua santa e poi una solenne benedizione a tutta la famiglia riunita per l’occasione.
 
Ormai queste sono immagini da pittura ad olio o da cartolina.

La realtà della vita odierna ci costringe ad effettuare dei cambiamenti irreversibili.
 
Un Parroco che suona al citofono non sa mai:
  • Se qualcuno è già in casa
  • Se la famiglia abbraccia una diversa religione
  • Se si teme un furto con inganno
  • Se il Parroco di colore è considerato un terrorista mediorientale
  • ecc. ecc.
A volte è più pericoloso per il Parroco che per chi teme un’abusiva intrusione di malavitosi.
Per scavalcare queste bilaterali problematiche del mondo moderno, è preferibile che il devoto cittadino contatti la propria parrocchia e prenda appuntamento in un orario a lui più consono, con la certezza che sarà un vero Parroco a suonare il campanello di casa.
Questo ormai è il sistema più sicuro per poter far benedire la propria famiglia e la propria casa in occasione della Pasqua.
 
Il nostro Parroco Don Jesus è pronto a ricevere la tua richiesta. Attende soltanto una tua telefonata per sapere quando e dove portare la benedizione alla tua famiglia e focolare domestico.
 
INIZIATIVA RISERVATA AI PARROCCHIANI DELLA NATIVITA' DELLA BEATA V. MARIA IN SANTA MARIA DELLE MOLE
 
TELEFONA IN PARROCCHIA AL NUMERO 06 93 000 60 E COMUNICA QUANDO GRADISCI RICEVERE, ACCOGLIERE IL PARROCO PER FAR BENEDIRE LA TUA FAMIGLIA

Bruni Immobiliare

Spot 4
PROPOSTA DI VENDITA
Porzione di quadrifamiliare in Via Fratelli Cervi a Santa Maria delle Mole
Questa è l’occasione che aspettavi!
ULTERIORI DETTAGLI
 
 
 
 
 
Compravendite Affitti
Residenziale Commerciale
Terreni edificabili
Notaio in sede Consulente finanziario
 
 
 
Bruni Immobiliare
Federica Bruni Agente Immobiliare da anni, dopo aver compiuto gli studi di Architettura e dopo aver lavorato presso un’azienda di famiglia che si occupava di edilizia, ha potuto sviluppare tecniche conoscitive in merito alla cantieristica.
Si abilita presso la CCIAA di Roma e fa esperienza nel campo immobiliare affiancando per un periodo il vicepresidente FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti Affari) per poi intraprendere l’attività di Agente Immobiliare su Roma e Castelli Romani.
 
 
Associata FIMAA, alla quale e’ iscritta dal 2009, grazie ai numerosi convegni e ai continui programmi formativi organizzati dall'associazione cui ha partecipato, ha acquisito una notevole e specifica competenza in materia, assistendo la clientela nelle compravendite e locazioni; nella cantieristica; offrendo servizi di consulenza sia immobiliare che per ciò che riguarda i finanziamenti oltre alle problematiche urbanistiche che alle valutazioni degli immobili.
 
LA PROFESSIONALITA' AL TUO SERVIZIO​​​​​​
CASA TE LA VENDE BRUNIMMOBILIARE
VENDI BENE, SCEGLI BRUNIMMOBILIARE
 
Bruni Immobiliare
immobiliarebruni@gmail.com
067934105
3208818415

"Arrivederci Gardensia!" - Tiriamo le somme della generosità popolare

News 8 S. Maria delle Mole (741)
Gianni Botta

Le giornate dedicate all'AISM sono concluse e possiamo tirare le somme di questa edizione di “Bentornata Gardensia”, organizzata in Piazza Togliatti dal Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole e dal Circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio” APS.
 
Tutte le 60 piantine messe a disposizione dall’AISM sono state acquistate, andando esaurite nel giro di pochissimo tempo sia nella mattinata di sabato che in quella di domenica.
 
Ciò nonostante i nostri concittadini di Santa Maria delle Mole e delle frazioni hanno continuato a visitare il banchetto facendo offerte libere e prendendo i palloncini colorati per le bambine ed i bambini nei passeggini, accolti dai volontari del Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole e del Circolo “Il Riccio”.
 
Il ricavato totale di questo weekend dedicato alla ricerca sullla Sclerosi Multipla è stato di 1.200,00 €.
 
Queste le parole di Antonio Calcagni, Presidente del Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole: “I risultati di questi 2 giorni sono stati straordinari: basti pensare che una volta vendute tutte le piante, con solo palloncini e dépliant sono stati raccolti ulteriori 200 € e oltre. Non smetterò mai di ringraziare tutti i nostri amici concittadini che sono accorsi e mi sia consentito un pensiero particolare ai volontari che non hanno lesinato il loro impegno senza scoraggiarsi anche quando le piantine sono finite, continuando a presidiare il banchetto per accogliere tutti coloro che volevano donare e prendere informazioni. Un grazie speciale, infine, ad Alessandra Kre per la sua presenza che è simbolo di coraggio”.
 
Dello stesso tenore la dichiarazione di Mirko Laurenti, Presidente del Circolo Legambiente Appia Sud “Il Riccio”: “Quando la solidarietà chiama “Il Riccio” è pronto a rispondere per accogliere le tante persone che vogliono contribuire in modo tangibile al sostegno di queste iniziative. Grazie a tutti i ragazzi del Circolo “Il Riccio” APS che con entusiasmo hanno messo a disposizione il loro tempo per questa iniziativa. L’anno prossimo cercheremo di farci dare più piantine per andare incontro alle numerose richieste. Nell’attesa vi aspettiamo all’infopoint di Via Appia Antica, casa di tutti”.
 
Arrivederci al prossimo anno Gardensia!!!

L'attività del volontario è un gesto d'amore

News 9 Volontari Decoro Urbano (302)
Gianni Botta

 
Come recita il post di Filippo Cuomo “ieri e oggi” (il 4 ed il 5 marzo, ndr), i Volontari del Decoro urbano non hanno scherzato.
 
Due giorni a curare un ulivo piantato tanti anni fa in Via Filippo Turati per abbellire una piccola aiuiola, un gesto d’amore verso la collettività, un lascito di un nostro concittadino che non è più tra noi.
 
Lo stesso sentimento che ci ha spinto ad intervenire per far sì che quella pianta continui a vivere e testimoniare questo gesto.
 
Ci hanno confortato le persone che passando si sono fermate a parlare oppure solo per un saluto passando in automobile, molte tra queste sono residenti proprio in via Filippo Turati: questo impegno è dedicato a voi, alla vostra strada. Come ci ha detto un amico passando “io mi occupo di pulire il tratto di strada davanti casa mia”: ecco, questo è lo spirito.
 
Prendersi cura del posto in cui si vive non è fare un favore all’Amministrazione, non è volerla mettere in difficoltà per denunciarne i limiti, no, niente di tutto ciò.
 
Prendersi cura è un gesto d’amore che se moltiplicato genera solo del bene perché, sappiatelo, al termine della mattinata anche se la fatica si sente ciò che resta è solamente una sensazione di bene, non altro, e personalmente sono grato ad Antonio Calcagni e Filippo Cuomo per avermi “preso a bordo” dandomi questa opportunità.
 
Amici di Santa Maria, noi ci siamo, il Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole c’è: chiamateci e nei limiti del possibile interverremo o cercheremo una soluzione, nel frattempo però non arrendetevi e non aspettate ma fate!
 
È il nostro paese, quello in cui crescono i nostri figli e nipoti ed in cui decine di anni fa si sono stabiliti gli amici che hannno visto crescere Santa Maria delle Mole con le loro famiglie, coloro che creato questo Comitato di Quartiere e che oggi, pur con qualche anno sulle spallle, vengono ad aiutarci senza lesinare.
 
Ah, dimenticavamo: come mostra l’immmagine di copertina abbiamo anche rimediato😂!!! (cose che succedono solo a Santa Maria delle Mole)
 

L'8 marzo nel nostro territorio

News 10 Cava dei Selci (244)
Eleonora Persichetti

 
Sabato 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, come Commissione Pari Opportunità del Comune di Marino guidata dalla Presidente Paola Testi, abbiamo calendarizzato una serie di iniziative, alle quali ho il piacere di estendere l'invito alla partecipazione.

La mattina, dalle ore 10:00 saremo presenti insieme alla Polizia Locale di Marino, in Piazza Togliatti a Santa Maria delle Mole con un Punto informativo sui servizi antiviolenza.

A seguire, alle 12:30 in Piazzale dello Sport a Cava dei Selci per la ri-apposizione della targa sulla prima Panchina Rossa del Comune di Marino, recentemente vandalizzata.

Il pomeriggio, alle 17:00 appuntamento con la creatività delle donne presso la Sala Lepanto a Marino centro, con la mostra "L'ingegno femminile".

Nel manifesto, il programma dettagliato della giornata patrocinata dal Comune di Marino, non mancando di segnalare anche la bella iniziativa a cura della Proloco Marino, che si svolgerà a Corso Trieste dalle 10:00 alle 18:00.

Buon 8 marzo di partecipazione, vi aspettiamo.

 
Così, in una nota, Franca Silvani, Consigliera Comunale Capogruppo PD - Vice Presidente Commissione Pari Opportunità Comune di Marino.

"BENTORNATA GARDENSIA" con ALESSANDRA KRE - Sabato 8 e Domenica 9 Marzo

News 11 S. Maria delle Mole    (commenti:3) (928)
Gianni Botta

 
Venerdì scorso ci siamo riuniti per parlare delle cose che faremo in questo 2025 iniziando da “Gardensia”, l’appuntamento che ci vedrà ancora protagonisti insieme al Circolo Legambiente Appia Sud Il Riccio APS, nella vendita delle gardenie e delle ortensie per sostenere la ricerca sulla Sclerosi Multipla.
Ambasciatrice d’eccezione è Alessandra Kre: attrice, sceneggiatrice e portavoce di coloro che convivono con questa malattia, insieme a Danilo, suo compagno di vita che l’affianca in questa battaglia.
Entrambi risiedono a Santa Maria e la arricchiscono con la loro presenza, come vi accorgerete leggendo questa breve, ma intensa intervista.
 
Ciao Alessandra, ti ho conosciuta quando sei passata insieme a Danilo a salutarci in occasione del pranzo di Natale del Comitato di Quartiere di Santa Maria delle Mole, dedicandoci un po’ del vostro tempo, e successivamente venerdì scorso quando avete partecipato alla riunione del Comitato di Quartiere, dedicandoci tutto il vostro tempo.
 
In entrambe le occasioni tu e Danilo, tuo marito e compagno, ci avete regalato il vostro sguardo attento e sorridente, siete sempre così?
 
Sarebbe bello essere sempre attenti e, soprattutto, sorridenti ma, essendo esseri umani, a volte falliamo miseramente nell'intento. Fortunatamente queste "volte" non sono tante, anche perché l'ironia e l'autoironia sono tra le cose di cui non riesco a fare a meno nella vita (e per fortuna, perché me l'hanno sempre salvata); diciamo solo che quando sento che è una di quelle volte lì, mi chiudo dentro casa coi miei gatti e un buon film e faccio in modo che la gente non se ne accorga. Ma non ditelo a nessuno!
 
L’argomento “tempo” domina questa breve intervista, per cui rotto il ghiaccio passo all’argomento per il quale abbiamo voluto incontrarti: la Sclerosi Multipla, malattia da cui sei affetta da 6 anni.
Durante la riunione del Comitato di Quartiere abbiamo parlato di “Gardensia”, l’evento che ci vedrà presenti sabato 8 e domenica 9 marzo a Santa Maria delle Mole insieme al Circolo Legambiente Appia Sud Il Riccio APS, con la vendita delle gardenie e delle ortensie a supporto dell’AISM a favore della ricerca sulla Sclerosi Multipla.
In quella occasione hai raccontato la tua esperienza e la cosa che più mi ha colpito è stata la tua disponibilità ad offrire ascolto alle persone che, improvvisamente, vengono a conoscenza di essere affette dalla stessa tua malattia.

Questo proiettarti all’esterno di te stessa per aiutare gli altri mi spinge a chiederti come un/una amico/a, un/una parente può stare vicino a chi vive questa malattia, farle sentire il proprio aiuto nel modo più appropriato?
Te lo chiedo perché quando una persona vive qualcosa a noi non nota c’è sempre quell’imbarazzo di dire o fare la cosa sbagliata: è realmente così (ovvero si può dire o fare qualcosa di sbagliato) o è proprio questo il primo comportamento da evitare perché è proprio quello che crea un muro con l’altra persona?
 
Partiamo col dire che ogni cosa fatta con amore non è mai sbagliata. E ricordiamoci che, prima di ricevere la diagnosi, anche io facevo parte dei "noi per i quali la cosa non è nota". Frequentandola e avendoci a che fare e frequentando e avendo a che fare con chi si trova nella mia stessa situazione, ho imparato (così è facile, vé? 😂) che le persone con Sclerosi Multipla hanno bisogno essenzialmente di tre cose:
1. Non essere identificate con la loro malattia: sono persone come tutte le altre, non sono la loro malattia;
2. Essere incoraggiate; sapere che non sono necessariamente condannate ad una vita orribile, perché di fatto non è così;
3. Che chi le ama si informi (bene) sulla Sclerosi Multipla, così da poterle incoraggiare al meglio e, come dici tu, “fargli sentire il proprio aiuto nel modo più appropriato”; e fargli capire una cosa fondamentale, che mi disse il primo neurologo che mi visitò e azzardò – a gamba tesa – un “Mi sa che hai la Sclerosi Multipla”: finì la frase con un “e spera che sia quella, perché potrebbe andare molto peggio”.
Forse può sembrare una cosa brutta da dire, ma oggi posso confermare che quel neurologo aveva ragione.
 
Il tuo nome ricorre nel web grazie al tuo lavoro di attrice e sceneggiatrice, amata ed apprezzata da molti colleghi che testimoniano questo affetto nel tuo sito https://alessandrakre.com.
Se si pensa al mondo del cinema lo si immagina come una cosa lontana dall’ordinario, lo stesso accade se ci si rapporta con una malattia. Sono vere queste affermazioni o, per dirla meglio, quanta normalità esiste nel vivere la sclerosi multipla nel quotidiano?
 
All'inizio niente è normale.
Non è normale il fatto di non potere più correre, saltare, “banalmente” camminare (e tutte le cose che fino a poco prima erano, appunto, le cose più normali e “banali” del mondo); non è normale il fatto di fare cinque passi e sentirti stanco come se avessi corso la maratona di New York; non è normale il fatto di passare buona parte della tua vita in ospedali, studi medici, case di cura per la fisioterapia, laboratori di analisi; non è normale (anzi è proprio paradossale, così grottesco che fa quasi ridere) il fatto di passare dal frequentare assiduamente (e con entusiasmo) negozi di scarpe (magari col tacco), al frequentare altrettanto assiduamente (e forse con più entusiasmo!) negozi di articoli ortopedici e ausili per disabili.
Oggi mi chiedo quanto mi sarei goduta anche quella che pensavo fosse una “banale” corsa dal portone alla macchina perché inizia a diluviare ed io ho dimenticato l’ombrello, se solo avessi saputo che di lì a poco avrei potuto correre solo la notte, nei sogni (sì, la notte sogno spesso di correre e la mattina penso a quanto mi manca; a me, che ho sempre odiato correre!).
E poi mi chiedo che persona sarei stata se non avessi ricevuto la diagnosi.
La risposta alla prima domanda è “Molto di più”, la risposta alla seconda è “Molto diversa; in peggio, perché avrei continuato ad ignorare il valore inestimabile di una corsa di pochi metri dal portone fino alla macchina perché inizia a diluviare ed io ho dimenticato l’ombrello”.
Col tempo le cose diventano più “normali”. O, più semplicemente, ti adatti, ti abitui, finisci col trovare le soluzioni migliori: i fisioterapisti mi hanno spiegato che il corpo si adatta ai nuovi modi in cui è “costretto” a vivere, senza che noi nemmeno ce ne rendiamo conto.
La gente mi dice spesso che sono “una grande”; io rispondo che non è vero manco pé gnente, e che credo che si tratti semplicemente dell’“istinto di sopravvivenza” al quale si aggrapperebbe disperatamente chiunque sia costretto dalla vita ad aggrapparcisi.
 
A proposito di cinema, ti andrebbe di parlarci dei tuoi progetti che “bollono in pentola”?
 
Sono parecchie le cose che bollono in pentola ma, come sempre, finché l'ufficio stampa non ha fatto il suo lavoro rendendole pubbliche, si deve tacere (pena la lapidazione sulla pubblica piazza!); ma dal momento che l'ufficio stampa ha fatto (egregiamente) il suo lavoro, per ora posso parlare de "La guerra di Elena": un lungometraggio che ho scritto insieme a Stefano Casertano (prodotto da Masi Film, con Titanus, Rai Cinema, M47, Sound Art 23) e che racconta la storia di Elena Di Porto, la partigiana ebrea che tentò di avvisare i suoi correligionari del rastrellamento del 16 ottobre 1943, senza essere creduta.
Un progetto al quale sono davvero molto legata e che spero ci dia tante soddisfazioni.
E che spero ne dia soprattutto a voi.
 
Le domande sarebbero molte altre ancora, ma ti lasciamo ai tuoi impegni non senza averti prima ringraziato per averci dedicato un po’ del tuo tempo.
Grazie a queste poche righe adesso Santa Maria delle Mole potrà sapere che la sua comunità annovera nuovi talenti: quelli di una donna coraggiosa, generosa e di un’artista come te.
Ciao Alessandra.
 
Grazie a voi e complimenti per le bellissime domande; potete quasi rubarmi il lavoro.
Ciao, Santa Maria delle Mole!

L'attività dei volontari diventa sempre più difficile

News 12 Volontari Decoro Urbano    (commenti:1) (377)
Gianni Botta

Il buongiorno di ieri ci è stato dato dalla notizia rimbalzata sui social che Leandro Paradoxa – cittadino esemplare che da tempo si impegna per mantenere il decoro di Marino Centro – è stato chiamato dalla Polizia Locale, la quale gli ha contestato un intervento fatto presso il Parco dell’Acquasanta, gioiello del territorio che versa in cattive condizioni.
 
Capirete, quindi, con quale stato d’animo i nostri Volontari del Decoro Urbano si sono accinti ad indossare la pettorina per tornare sulle strade per il loro consueto lavoro di pulizia, oltretutto con il rischio di vedersi additati come degli eversivi.
 
Ciò nonostante si sono recati presso il Parcheggio Mameli, da ieri ex area del mercato settimanale, per svuotare quel secchio giallo, stracolmo, posizionato sotto il lampione e raccogliere cartacce e bottiglie varie.
 
Fatto ciò sono tornati nel giardinetto antistante l’Asilo di Via Pietro Micca per rimuovere tutti i rifiuti abbandonati per terra, trovandosi tuttavia di fronte al desolante paesaggio composto dalle deiezioni dei cani portati a spasso che i loro “civili” proprietari non si curano di raccogliere. Non ci stancheremo mai di dire che quel giardinetto potrebbe essere un luogo accogliente per i bambini ed i loro accompagnatori al termine della giornata scolastica.
 
Infine tappa al Parcheggio di Via Frassati, dove per l’ennesima volta sono stati rinvenuti sacchetti abbandonati oltre al consueto, consistente, raccolto di di bottiglie e cartacce, come dimostra la foto in basso.
 
Esaurita la cronaca, passiamo alle considerazioni ed alle segnalazioni che inoltriamo a titolo di collaborazione al Sindaco Cecchi, al Presidente Pisani ed agli Assessori competenti:
  1. nel territorio di Santa Maria delle Mole scarseggiano i cestini per la spazzatura, se è vero che ciò non giustifica il comportamento di chi getta le cartacce o i sacchetti con le deiezioni, perché non valutare di incrementarli? Ci riferiamo in particolare nei punti meta abituale di chi porta a spasso il proprio cane e, con l’occasione, si hanno notizie circa la data di apertura dell’area cani prospiciente la Casa dei Servizi?
  2. l’area di fronte l’Asilo di Via Pietro Micca è o no un giardino pubblico? Se sì, perché non recintarlo, esporre dei divieti per l’ingresso dei cani e, anche qui, posizionare un secchio per la spazzatura?
  3. il Parcheggio di via Frassati, come abbiamo detto in altre occasioni, è terra di nessuno e nell’ultimo articolo chiedevamo che venisse illuminato con un lampione. Tuttavia durante le attività di pulizia di oggi è venuta un’idea: sarebbe possibile installare dei fari sui lampioni già esistenti puntandoli verso il parcheggio?
Chiudiamo queste poche righe salutando il gattone nella foto che, a fine attività, accompagnava i Volontari verso l’uscita col suo sguardo sornione.

EX PALAGHIACCIO - Partenza dei Mercati Riuniti

News 13 AVVISI (376)
Francesco Raso

Il giorno dell'Unione dei Mercati Rionali è giunto
 
Da mercoledì 26 febbraio 
 
Come già si sapeva, i mercati settimanali (del mercoledì) di Cava dei Selci, Frattocchie e Santa Maria delle Mole si sposteranno al parcheggio di Via Appia Vecchia Sede (ex Palaghiaccio) in via sperimentale.
 
La proposta è stata discussa con la Delibera di Consiglio n. 62  del 27/11/2024
La decisione è stata comunicata con la Delibera di Giunta n. 18 del 06/02/2025 ed ufficializzata  con la Delibera “- Area V - reg.gen. 20 del 13/02/2025”  
 
L' eco della notizia ha tuonato sui social per qualche giorno per poi cadere, come al solito, nel dimenticatoio.
Comunque sia, erano presenti mormorii di insoddisfazione e di elogio per la decisione presa.
 
Noi del Portale di smariamole.it, avendone i mezzi, le capacità e la curiosità, abbiamo aperto un sondaggio per capire, con numeri alla mano e senza discorsi campati in aria, in quanti sono favorevoli a questo cambiamento e quanti contrari. I risultati del Sondaggio popolare sono consultabili QUI
Come risulta, è ben evidente ed anche insospettabile, il 64,5% FAVOREVOLE. I contrari si limitano al 32,2% e si va a riempire il vuoto con il 3,3% dei soliti indecisi.
 
Quindi la scelta di spostare i mercati, oltre che ad intervenire sulla competizione dei prezzi, libera e sanifica quelle strade, parcheggi e rifiuti sopportati ormai da troppo tempo. Sembra che le differenti distanze da percorrere siano irrilevanti per la popolazione che, sicuramente, già ora si sposta motorizzata.
 
Nelle immagini allegate è presente la planimetria sulla disposizione dei banchi. Da notare l’area rossa: sarà quella dedicata agli alimentari delle tre frazioni riunite.
Per saperne di più, in tutti i link delle “delibere” è possibile accedere, scaricare e visionare tutta la documentazione comunale.
 

AVVISO DI INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA

News 14 AVVISI (1.080)
Francesco Raso

L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ  INTERROTTA
 
MERCOLEDÌ 19 FEBBRAIO 2025
dalle ore 13:45 alle ore 20:00
 
L’ENERGIA ELETTRICA VERRÀ INTERROTTA, CAUSA MANUTENZIONE.
L’INTERRUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA INTERESSERÀ SOLTANTO I CLIENTI IN BASSA TENSIONE.
 
IL DISTACCO MOMENTANEO INTERESSERÀ LE SEGUENTI VIE E NUMERI CIVICI:
 
Via Martiri di Belfiore nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari:
Dispari: da 1 a 7, 11 – da 15 a 23 – da 27 a 31 – da 37 a 39 – da 43 a 49, 1b
Pari: da 2 a 4 – da 8 a 16,20 – da 24 a 28 – da 32 a 52, 56, 2a, 10/b, 6/8, sn
 
Via S. Paolo Apostolo nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: 1 – da 9 a 11 – da 15 a 21 – da 25 a 27 – da 31 a 33 – da 37 a 41, 45 – da 49 a 52
Pari: 2 – da 6 a 20 – da 26 a 30, 12b, sn
 
Via Don Enrico Tazzoli nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: 3 – da 7 a 13, 19 – da 25 a 27
Pari: da 2 a 8, 16 – da 22 a 24, 30
 
Via Ciro Menotti nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 3 a 15, 23 – da 31 a 35
Pari: da 4 a 8, 12 – da 18 a 20, sn
 
Via Niccolò Tommaseo nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
Dispari: da 3 a 7
 
Via della Repubblica nei seguenti numeri civici raggruppati per pari e/o dispari
sn
 

Riflessioni sul Festival di Sanremo

News 15 Pillole di Musica (251)
Alfio La Rosa

 
L’uso della tecnologia su tutti i settori della vita umana, non poteva mancare nell’Arte musicale. Su questo concetto assodato, non è giusto e corretto fare recriminazioni in quanto il progresso va avanti quotidianamente portando vantaggi evidenti, viceversa porrei il punto su quando l’uso della tecnologia diventa massivo/estremo in un’Arte come la Musica.
 
L’uso delle “scorciatoie tecnologiche” (vedi anche il famigerato Autotune), già da un paio di decenni, non offre un riscontro qualitativo nel prodotto Canzone ed il Festival di San Remo, ogni anno, ce ne dà le prove.
 
I risultati sono evidenti: sempre più vanno avanti “Artisti” dalla dubbia preparazione musicale, costruiti a tavolino e dati in pasto ad una popolazione di ascoltatori sempre meno esigenti in quanto poco acculturata su questo settore. Anche quest’altro concetto è importante da capire, detto in altre parole: se per vent’anni ti danno solo cibo spazzatura, alla fine ti convinci che sia l’unica cosa buona da mangiare! Chiaro ora?
 
La colpa quindi non è affatto delle nuove generazioni, loro fanno quello che si è sempre fatto, ossia rompere con il passato, ritenuto vetusto a causa del classico conflitto generazionale che implica il cambiamento. La colpa risiede in chi avrebbe dovuto far conoscere, anche semplicemente con l’ascolto, la qualità musicale fino a quel momento espressa, contrariamente a quanto ad esempio, propongono le Radio che perseguono giustamente il solo profitto commerciale legato alla moda del momento… ma vuoi mettere la comodità di spingere un pulsante della Radio nella propria Auto al posto di portarsi dietro CD (per gli anni ’90) od addirittura musicassette (fino agli anni ’80) da propinare ai propri figli?
Peccato che il danno arrecato è stato ingente, musicalmente parlando.
 
Oggi si punta sul canto improvvisato, su artisti che scrivono nella loro cameretta e vengono lanciati su TikTok (per citare una fonte utile a tale scopo) con Forme musicali scontate (vedi la parte melodica), semplici e copiate (2 accordini basici, per la parte armonica) e con la ritmica affidata ai Sample mandati a Loop (dove fa tutto un Computer e “l’Artista” deve solo scegliere tra la vastità di possibilità offerte e cliccare su Play).
 
Le voci? Siamo passati da voci educate, tecnicamente preparate, capaci di sostenere una frase musicale con dinamiche, vibrato, messe di voce, gestione del fiato ed un vero controllo del suono, a voci che urlano, sbraitano, declamano, parlano e non cantano ma recitano sul beat, rifiutando ogni forma di studio musicale. Ecco questo è un punto saliente: non studiare la Musica (perché tanto per quello che va oggi serve relativamente) ti rende fenomeno passeggero, etichettato a vita per quello che sei: il nulla musicalmente parlando… e se non hai una preparazione professionale, che invece dovrebbe essere la normalità per affrontare le sfide prossime future, mi dispiace dirtelo ma non hai speranza.
 
Come affermò Giambattista Vico lumi fa, il percorso dell’esistenza della razza umana è fatto da “corsi e ricorsi storici…”, anche questa fase passerà e ci sarà un ritorno, anche se giustamente in modo diverso, alla tecnica ed alla Musica di spessore… è solo questione di tempo ma prima o poi avverrà.
 
Fatevi trovare pronti.
 
 
M° Alfio La Rosa (Direttore MusiCity)

Conosciamo le preziose "amiche" piante

News 16 Natura e Botanica    (commenti:4) (237)
Domenico Brancato

Partendo dal presupposto che per apprezzare qualsiasi cosa occorre conoscerne le caratteristiche, ne consegue che per stabilire un legame “affettivo” con le specie di piante che ci proponiamo di illustrare, necessita scoprire gli aspetti del rapporto che li pone in relazione con l’uomo e le influenze che esse esercitano sulla qualità della nostra esistenza. Influenze che ci prefiggiamo di esporre, per offrire ai lettori la possibilità di approfondire la conoscenza di questi insostituibili esemplari vegetali e scoprire alcune sorprendenti curiosità che li riguardano.
Tutto ciò troverà riscontro in una periodica sequenza della descrizione dei particolari relativi ai più rappresentativi soggetti arborei della flora territoriale, a partire dal presente comunissimo stupendo:
 
Pino
Nome Comune: Pino domestico o Pino da pinoli
Nome scientifico/Specie: Pinus pinea
Classificazione: Gymnospermae (piante che producono semi non protetti dall’ovario), Conifere
Famiglia: Pinaceae
Genere: Pinus
Ordine: Pinales
Origine etimologica del Nome: dal latino “pinus”
Luogo di origine: Mediterraneo settentrionale. In Italia è presente nelle regioni centro-meridionali, in Liguria, Romagna e alcune zone del Veneto. La specie è stata diffusa per coltivazione dai Romani e dagli Etruschi.
Consistenza e morfologia: portamento arboreo, alto fino a 25 m (in genere 12-20 m), con chioma tondeggiante fino a 25-30 anni, per poi assumere, da pianta adulta, la caratteristica forma ombrelliforme e fusto rettilineo o lievemente curvo che , a volte, si biforca a varie altezze, in rami secondari, a seconda della dimensione del fusto alla base.
Caratteristiche componenti struttura:
  • tronco: eretto rivestito da corteccia (ritidoma: rivestimento del fusto e delle radici che invecchiando si stacca in placche) grigio marrone che si screpola in grosse placche che col tempo diventano rossastre;
  • radici: robuste e profonde;
  • Foglie: aghiformi, flessibili, in coppie di 2, lunghe 10-12 cm, di colore verde grigiastro che persistono sulla pianta per 2- 3 anni, per poi cadere durante l’estate e riformarsi in Aprile e completare lo sviluppo in Autunno;
  • Infiorescenze: monoiche (con fiori maschili e femminili sulla stessa pianta), con fiori (sporofilli) maschili, di colore giallo, che appaiono fra aprile e maggio, formate da squame che producono notevole quantità di polline diffuso dal vento (impollinazione Anemofila); e femminili, simili a pigne (falsi frutti la cui formazione avviene dopo circa dopo 15 – 20 anni di età della pianta) di colore verde (strobili) che a maturazione, divenendo legnose e meno compatte, liberano i semi;
  • Frutti: (pigne) sono lunghe 8-15 cm, di forma ovoidale che maturano in 36 mesi (3 anni);
  • Semi: denominarti pinoli (in alcune zone chiamati “pinoccoli o “pinocchi”, da cui il nome del famoso Pinocchio), lunghi ca. 2 cm, di colore marrone, con guscio coperto da una guaina scura che si asporta facilmente. Sono molto gustosi ed hanno un elevato valore nutritivo.
Longevità: 200-250 anni in natura; mentre in ambiente urbano l’aspettativa di vita si dimezza.
Moltiplicazione: avviene in Primavera, in genere per seme ed in vaso, per alcuni anni, prima di porre la pianta a dimora, considerata la fragilità dei giovani esemplari. Raramente si procede per talea, sempre in primavera o in estate inoltrata, prelevandola da piante di età massima di 10 anni.
Esigenze:
  • Climatiche: Teme temperature inferiori allo zero, specie in presenza di umidità. La neve può provocare la rottura dei rami. E’ una pianta spiccatamente eliofila (non tollera l’ombra).
  • Terreno: si adatta a suoli di varia natura, anche se gradisce quelli sciolti e sabbiosi, mentre non tollera quelli prevalentemente calcarei, compatti ed eccessivamente acquitrinosi.
  • Idriche: sopporta bene l’aridità estiva, con temperature superiori ai 30 °C e piogge scarse, a differenza delle giovani piante che richiedono periodiche annaffiature .
  • Nutritive: limitate a periodiche somministrazioni di concime stallatico, in autunno.
  • Potatura: non necessita di potature regolari, se non per periodica eliminazione di rami secchi e danneggiati.
Parassiti:
  • Processionaria (Thaumetopoea-pityocampa), trattasi di un lepidottero (farfalla) le cui larve producono la defogliazione della pianta sulla quale compiono il loro sviluppo, ricoprendosi di peli urticanti che rappresentano un serio rischio per la salute delle persone e degli animali domestici. Pertanto i proprietari ed i gestori di giardini e parchi e gli amministratori di condomini con aree verdi comprendenti alberi di Pino insistenti sul territorio comunale, entro il 31 gennaio di ogni anno, devono effettuare tutte le verifiche delle alberature, al fine di accertare l’eventuale presenza dei voluminosi nidi. Affinché, laddove si riscontri la presenza, provvedano immediatamente all’asportazione mediante taglio dei rami infestati ed alla successiva bruciatura;
  • oltre a:
  • Fitomizi, quali afidi e cocciniglie che si nutrono della linfa della pianta;
  • scolitidi, comprendenti coleotteri che si nutrono del legno vivo o morto;
  • e acari e crittogame (funghi), che possono dare origine a carie e marciumi.
Utilizzazioni:
  • l’albero: essendo alto, resistente e dalla chioma folta, viene spesso usato nei parchi, nei giardini e per alberature cittadine e stradali, per il fatto che resiste, senza problemi, all’inquinamento atmosferico, ai forti venti, alla salsedine e a lunghi periodi di siccità;
  • il legno: formato dall’alburno (parte legnosa più giovane del tronco dove scorre la linfa grezza) di colore bianco-rosato posto sotto la corteccia e dal più scuro durame o “cuore del legno” (la parte più consistente che svolge solo una funzione di sostegno del tronco). E’ tenero e resinoso e resiste bene all’umidità, per cui trovava impiego nelle costruzioni navali, per puntoni da miniera e per traversine ferroviarie, bancali, cassette da imballaggio e tavole per cantieri. Mentre è poco adatto come combustibile, in quanto, anche se brucia facilmente per la presenza di resina, è pericoloso per il rischio d’incendio dovuto al notevole deposito di fuliggine che si forma nella canna fumaria dei camini;
  • le pigne vuote e i gusci dei pinoli: costituiscono, invece, un combustibile prezioso;
  • la resina: in passato, veniva utilizzata per la distillazione della trementina e la produzione della pece impiegata per calatafare (rendere stagna una struttura metallica o di legno) le imbarcazioni;
  • i pinoli: vengono utilizzati dall’industria dolciaria, per l’estrazione dell’olio; in cucina, per la preparazione del pesto alla genovese e del castagnaccio; e come alimento, per l’elevato contenuto della maggior parte degli elementi nutritivi vitali.
Proprietà medicamentose.
Le diverse varietà, di questa pianta, fra le quali il Pino silvestre – Pinus sylvestris - in particolare – ed il Pino mugo – Pinus mugo – possiedono molte proprietà che permettono di curare numerose patologie, soprattutto inerenti l’apparato respiratorio: bronchite, tracheite, polmonite, asma, raffreddore ed influenza; oltre alla cistite cronica, prostatite, leucorrea e colecistite.
In particolare:
  • le foglie: hanno un’azione purificante, utile per i polmoni, reni e vescica;
  • le gemme: sotto forma di decotti, sviluppano un’azione disinfettante
per la pelle e deodorante per l’ambiente;
  • la corteccia: come infuso, favorisce la digestione;
  • i pinoli (del Pino domestico): sono ricchi di sostanze preziose per l’organismo, quali: antiossidanti, utili a contrastare l’azione dei radicali liberi e il processo di invecchiamento; luteina altrettanto utile per la vista; sali minerali ed alcuni amminoacidi essenziali, utili per il mantenimento della salute dell’organismo, essendo dotati di proprietà adatte a proteggere il sistema cardio-vascolare; acido pinoleico (omega 6) che stimolando l’azione di alcuni ormoni contribuisce a limitare il senso della fame; acido oleico, che tenendo sotto controllo i livelli di colesterolo, protegge le arterie e previene attacchi cardiaci; vitamina K utile in caso di crampi mestruali e per migliorare la circolazione del sangue; vitamina C che rafforza il sistema immunitario; e vitamina D che aiuta il consolidamento delle ossa. Il consumo di pinoli inoltre, poiché promuove i movimenti intestinali, è considerato efficace contro la stipsi, oltre che in caso di debolezza, stress e convalescenza, essendo una straordinaria fonte di energia (100 g sviluppano 675 calorie).
Curiosità:
  • Strutturali:
  • per distinguere le giovani piante di Pino pinea da quelle, molto simili, di Pino pinaster (Pino marittimo) basta stropicciare una manciata di foglie verdi. Nel caso trattasi del primo esemplare si svilupperà un odore simile a quello dei pinoli;
  • la ramificazione del Pino marittimo è piuttosto ad angolo retto, mentre quella del Pino da pinoli è disposta ad angolo acuto; quest’ultimo ha solitamente dimensioni inferiori al Pino marittimo che, invece, può arrivare ad altezze di oltre 30 mitri;
  • la forma delle pigne è arrotondata per il Pino da pinoli ed allungata per quello marittimo.
  • Storico-mitologiche:
  • nell’antica Grecia il Pino era sacro a Rea: antica divinità della terra, mentre nella mitologia romana, era identificato con Opi (divinità antica romana, personificazione della terra e dispensatrice dell’abbondanza agraria); con Cibale (dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici e divinità ambivalente che simboleggiava la forza creatrice e distruttrice della natura); e con Bacco, chiamato dai greci Dioniso, considerato l’inventore del vino: bevanda che faceva dimenticare agli uomini gli affanni e venire gioia nei banchetti. E poiché si pensava che la resina della pianta servisse alla sua conservazione e miglioramento, ne consegue il collegamento tra Vite e il Pino e tra il Pino e Dionisio.
  • Virgilio – 70 a.C. – a Mantova -(Publio Virgilio Marone, poeta romano autore di tre opere, tra le più famose della letteratura latina: le Bucoliche, le Georgiche e le Eneide); Ovidio 43 a.C. a Sulmona – (Publio Ovidio Nasone è stato un poeta romano, tra i principali esponenti della letteratura latina e della poesia elegiaca: malinconica); e Plinio – 23 d.C. a Como - (scrittore romano di opere, di storia e di una vasta enciclopedia in 37 libri che rappresenta una raccolta antologica del sapere antico) ritenevano il Pino simbolo di fecondità e generosità.
  • Il mito ce lo mostra legato alla Madre Terra e all’unione degli opposti: maschile e femminile. Il Pino è, infatti , un albero ermafrodita (presenza sulla stessa pianta di fiori maschili e femminili) ed una delle specie più antiche presenti sulla Terra. Non c’è da stupirsi se gli antichi lo vedessero come simbolo dell’amore fra madre e figlio, in un contesto che può essere spezzato soltanto dall’estremo sacrificio: la morte, che tuttavia genera vita immortale. I suoi cicli biologici seguono, infatti, ritmi lenti, e sui suoi rami coesistono più generazioni di frutti, l’una accanto all’altra, impregnandosi di informazioni cosmiche.
  • Nel Medioevo (V – XV secolo) era simbolo di conoscenza e immortalità;
  • nel Rinascimento (inizio XV – fino a metà XVI secolo) invece era visto come un simbolo di morte, perché, una volta tagliato, non può rinascere da se stesso; la sua resina richiama all’immortalità e alla purezza, mentre la pigna chiusa alla castità e quella aperta alla fecondità.
  • Un notevole impiego della pianta si ebbe durante il Fascismo (Ottobre 1922 – Luglio 1943), che consacrò questa specie come emblema ufficiale dell’Italianità. La pianta è testimone di una lunga storia mediterranea, ci collega con antiche civiltà, ed è una frequente presenza nella letteratura, nelle arti decorative, nei miti e nella quotidianità.
  • Significato e Simbologia:
  • il Pino è uno degli alberi maggiormente rappresentati negli stemmi araldici (di Famiglie nobili), in quanto simboleggia benignità e cordialità, per il motivo della sua capacità di non nuocere, benché sia alto e ombroso, ad alcuna pianta sottostante; oltre che nobiltà antica e generosa, perché rappresenta il signore che non allontana i più umili che gli vivono dappresso.
  • essendo, come tutte le conifere, un albero sempre verde è simbolo di immortalità ed eternità, oltre che della felicità coniugale e della fertilità, per via degli aghi uniti a coppia e inseriti su corti rametti denominati “ brachiblasti”.
  • Nell’Oroscopo Celtico il Pino corrisponde ai segni zodiacali: Capricorno, Acquario, Pesci e Vergine.
  • I nativi del Pino, il cui compleanno è compreso fra il 19 e il 29 Febbraio – e fra il 24 di Agosto ed il 2 di Settembre, sono persone molto razionali, tanto da considerare qualsiasi mancanza alla logica, una vera e propria perdita di tempo. Per loro ci sono cose più importanti da realizzare che sognare ad occhi aperti, per cui a volte rischiano di sembrare troppo noiosi e quindi hanno bisogno di qualcuno che ricordi l’importanza di lasciar libera la fantasia e divertirsi un po’. Sono persone coraggiose e ottimiste ed estremamente tenaci nel soddisfare i loro obiettivi di vita. Faranno tutto ciò che è in loro potere per ottenere quello che vogliono; sono intransigenti quando si mettono in discussione. Hanno buone maniere ma possono essere un po’ sfacciate. Se sono sicure di avere ragione, non riconoscono l’autorità e possono essere molto testardi. Da una parte, corrono rischi quando è necessario, ma d’altra parte non amano crearsi problemi inutili.
  • Pro: La forza del Pino è certamente la loro obiettività. Sono ottimi organizzatori e riescono a costruire la loro vita su basi solide e razionali. Agiscono sulla spinta di considerazioni lucide e ragionate, e non stanno a perdere tempo dietro ragionamenti complicati, fini a se stessi. A livello lavorativo tale attitudine li rende competitivi e vincenti. I pini non sono i leoni della società, sono introversi, ma piace loro essere circondati da brave persone. Sono buoni amici, anche se ci sono alcuni limiti nei confronti della loro devozione. Amano una casa accogliente, piace loro spendere soldi, vedono il denaro solo come mezzo per ottenere le cose necessarie, ma non sono buoni custodi delle finanze familiari. Rimangono ottimisti in ogni momento e credono sempre in un futuro migliore. Le donne sono considerate molto fortunate e destinate ad una vita bella, senza seri problemi.
  • Contro: L’assenza di estrosità rende la vita dei nativi un tantino grigia e monotona. L’organizzazione razionale degli eventi che costituiscono la loro esistenza li fa sentire aridi e, a volte, come se la vita stessa gli stesse sfuggendo. A volte la loro mente razionale li rende incapaci di prendere decisioni improvvise, specie quando si sentono incapaci di capire quali possano essere le loro conseguenze.
  • Amore: I nati sotto questo segno hanno bisogno di tempo e di un lungo corteggiamento prima di lasciarsi andare. Cosa c’entra l’amore con la ragione? Poco o nulla. Per questo il loro partner è colui in grado di far riscoprire loro la gioia di vivere e la leggerezza che una relazione deve assolutamente avere per risultare duratura e positiva.
  • Salute: possibile predisposizione a disturbi relativi a: metabolismo, intestino, cuore, udito e occhi.
  • Erbe associate ai nati sotto il segno del Pino: Valeriana, Lavanda, Aneto, Finocchio e Maggiorana.
  • Ubicazione degli esemplari più antichi in Italia:
  • a Roma, piante di Pino domestico della fine del 1800 si possono osservare, costeggiando le pendici orientali degli Horti Farnesiani, e lungo il Clivio Palatino, dopo aver percorso la Via Sacra, superato l’Arco di Tito;
  • nel Parco nazionale de Pollino, in Calabria al confine con la Basilicata, fra i costoni rocciosi, si erge un Pino loricato, specie tipica del Pollino (la cui struttura della corteccia ricorda la corazza dei guerrieri romani, detta appunto lorica), che con i suoi 10 metri di altezza e i 1230 anni di età rappresenta il Pino più antico d’Europa;
  • a Lenne, in località Pino di Lenne, a pochi chilometri da Taranto, trova ubicazione il Pino d’Aleppo (ramificato fin dal basso con chioma espansa, ma di aspetto un po’ differente rispetto le specie precedenti, soprattutto per i getti giovani più radi e chiari e per gli strobili dalla forma ovale-conica, lunghi 5-10 cm e larghi 2-3 cm, di colore verde all’inizio e marrone, dopo 2 anni) più antico d’Europa, messo a dimora più di 300 anni fa e misura 20 metri d’altezza ed una circonferenza del tronco di 4 metri.
 

Pranzo conviviale del CRIAAC

News 17 S. Maria delle Mole    (commenti:3) (188)
la Redazione

 
In occasione del pranzo sociale a Marino degli aderenti e simpatizzanti del Comitato per la Riduzione dell’Impatto Ambientale dell’Aeroporto di Ciampino (CRIAAC), storico comitato di cittadini che da 20 anni si batte per la tutela dell’ambiente e della salute contro l’inquinamento acustico e ambientale prodotto dall’attività dell’aeroporto di Ciampino, è stato rinnovato l’impegno e l’attenzione del CRIAAC alle questioni che attengono l’aeroporto di Ciampino e la riduzione nell’ambito delle norme dell’impatto ambientale che questo produce.
 
L’iniziativa del pranzo sociale, alla quale hanno aderito circa 30 persone, si è svolta il 9 febbraio ed ha interrotto l’esclusivo uso delle videoconferenze per le riunioni ed incontri dei soci e dei sostenitori del comitato.
 
Nel corso dell’iniziativa il portavoce del comitato Roberto Barcaroli ha illustrato la situazione attuale in merito sia alle inutili pretese di Ryanair di eliminare le limitazioni al numero dei voli e delle connesse attività aeroportuali, introdotte dallo storico Decreto Ministeriale del Ministero dell’Ambiente n. 345 del 18/12/2018 la cui legittimità è stata confermata anche a livello di Consiglio di Stato.
 
Proprio in questa sede, infatti, sono state respinte, punto per punto, tutte le pretese avanzate sia da Ryanair che da Wizz Air.
 
Il Portavoce del comitato CRIAAC ha durante l’evento illustrato ai presenti come, nonostante le richieste espresse da Ryanair, sia attualmente impossibile per tale compagnia ottenere gli attesi 300 Boeing 737 max 10, ordinati alla Boeing da Ryanair per un importo di 40 miliardi di dollari.
 
Infatti, a causa delle difficoltà produttive della stessa Boeing e per stessa ammissione di Ryanair, tali velivoli potranno forse cominciare ad essere consegnati in ridottissime quantità a Ryanair solo nel 2027.
 
Inoltre, anche i già ordinati Boeing 737 max 8 – 200, a quanto pare verranno consegnati in ristrette quantità e con notevoli ritardi.
 
Infine, Barcaroli ha illustrato come non sia stata ricevuta ancora alcuna risposta dai Comuni interessati alla PEC, inviata l’11 ottobre 2024, dal Comitato CRIAAC a Regione Lazio, Ministero dell’Ambiente (oggi MASE), Arpa Lazio, Comune di Roma, Comune di Ciampino, Comune di Marino, in merito alle dovute verifiche di ottemperanza alle prescrizioni previste dal DM Ambiente n. 345 del 18/12/2018, come previsto dall’art. 4 comma 1 del citato Decreto.

FdI ha festeggiato il primo "compleanno" della sede di corso Vittoria Colonna

News 18 Marino    (commenti:1) (148)
Eleonora Persichetti

 
Pomeriggio di festa, quello di giovedì 6 febbraio, in corso Vittoria Colonna 84, a Marino, dove il Circolo territoriale di Fratelli d’Italia di Marino centro ha festeggiato il suo primo “compleanno”. Era, infatti, il 2 febbraio 2024 quando il capogruppo Simone Del Mastro, insieme al collega Fabrizio De Santis e ad amici, tesserati e simpatizzanti di Fratelli d’Italia, dava ufficialmente il via alle attività della sede, deputata a ospitare non soltanto a ospitare momenti di confronto e di lavoro per la comunità territorio marinese, ma anche eventi vòlti a informare in maniera puntuale e approfondita sugli obiettivi raggiunti e i progetti futuri, anche a livello regionale, del partito del Premier Giorgia Meloni.
 
Proprio per questo, durante l’incontro, sia la presidente del Circolo, Martina De Nicola sia il capogruppo Simone Del Mastro hanno voluto ripercorrere i numerosi appuntamenti organizzati da Fratelli d’Italia Marino nell’ultimo anno, come, ad esempio, il convegno “Urbanistica – Sfide e Soluzioni per il Lazio” (svoltosi lo scorso 5 dicembre nell’aula consiliare “Zaccaria Negroni” di Palazzo Colonna), il convegno del 5 aprile dello scorso anno sulla maternità surrogata come reato universale, l’incontro dello scorso giugno con l’eurodeputato Nicola Procaccini, capogruppo di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo e candidato alle ultime elezioni europee per la Circoscrizione Centro, o da ultimo, il mese scorso, l’incontro dal titolo “Costruiamo l’Europa insieme”, che ha avuto l’obiettivo di spiegare come la Sessione Europea 2024 possa essere trasformata in opportunità per i diversi Stati.
 
Il 2024 è stato un anno molto ricco e intenso – ha sottolineato la presidente del Circolo di Fratelli d’Italia – Marino Martina De Nicola, durante il quale abbiamo affrontato diverse tematiche, di natura prettamente politica e non solo. Il lavoro di questo Circolo, però, è stato anche un lavoro di militanza da parte di tante persone che sono state a contatto col territorio, perché abbiamo pensato a questa sede come una cassa di risonanza del territorio. Nel nostro intento, quindi, questo Circolo vuole essere anche uno sportello di ascolto delle istanze, delle fragilità e delle problematiche dei cittadini. Tanto abbiamo fatto e tanto ancora faremo: sicuramente in questo 2025 vogliamo ripartire dai giovani, che devono essere un nucleo centrale, per questo collaboreremo con il gruppo di Gioventù Nazionale e cercheremo di infondere nei nostri giovani l’importanza di avere una grande attitudine per il sociale. Una novità che introdurremo prossimamente sarà un blog di Fratelli d’Italia – Marino, per informare nel miglior modo possibile i cittadini sul nostro impegno per il territorio, a livello locale come a livello regionale e nazionale”.
 
Gioventù Nazionale – ha spiegato il responsabile locale Nicolò Toppi – è il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, che intende offrire una vera alternativa a tutti i giovani del nostro territorio. Abbiamo attuato diverse iniziative per far capire ai giovani che c’è una vita al di là di quella ordinaria: la vita della militanza, di chi sa cos’è il sacrificio e cosa significa combattere per un ideale. Una vita non semplice, ma che dà anche molte soddisfazioni, anche se spesso i genitori vedono con paura l’avvicinamento dei loro figli alla politica. Dal 2025 in poi ci impegneremo per spiegare ai più giovani l’importanza dei nostri valori, soprattutto la patria e l’identità. Noi confidiamo fortemente sull’appoggio di Fratelli d’Italia, a cui daremo, a nostra volta, il nostro supporto”.
 
L’anno scorso – ha spiegato il neo coordinatore Felice Catapanol’inaugurazione di questo Circolo ha segnato l’inizio di una battaglia: unificare il partito, cosa che a Marino non si era mai fatta per via di giochi di appartenenze e di potere. Abbiamo voluto creare una squadra di lavoro che andasse avanti per il bene del partito. Voglio ringraziare tutti i membri del direttivo e i tesserati per aver creato un gruppo di lavoro che è diventato un gruppo di amici. Stiamo avendo molte gratificazioni, da parte anche dei gruppi limitrofi, e anche un importante aumento dei tesserati: questo significa che Marino è ormai un punto di riferimento per tutti i Castelli Romani”.
 
Grazie a tutti i presenti intervenuti questa sera, alla consigliera regionale Micol Grasselli e al nostro nuovo coordinatore Felice Catapano, che ha saputo gestire una fase molto delicata per il nostro partito – così il capogruppo Simone Del Mastro. La nostra identità è molto forte, come molto forte per noi è il senso di appartenenza e il sentimento di amore per la politica e per la militanza. Vogliamo essere presenti politicamente sul territorio, per questo l’apertura di questa sede è stata un atto di coraggio importante, perché in un momento in cui le saracinesche spesso si chiudono noi abbiamo voluto aprirla e tenerla aperta. I tanti eventi che abbiamo ospitato in questo anno sono stati non solo di natura politica, ma anche di carattere sociale, e al di fuori di questa sede ci siamo impegnati molto anche in attività come la distribuzione di pacchi alimentari alle associazioni di volontariato: è importante sottolinearlo, perché spesso si pensa che la politica riguardi solamente questioni di carattere ‘poltronistico’, mentre noi siamo tutt’altra cosa. Ovviamente abbiamo abbinato a tutte queste attività anche azioni politicamente concrete, come la mozione per la creazione, sul territorio di Marino, per lo Sportello Europa in Comune: la mozione è stata approvata all’unanimità, ma siamo ancora in attesa che questo sportello venga istituito… aspettiamo fiduciosi. E non bisogna dimenticare il nostro impegno di carattere identitario: a breve ci sarà la commemorazione delle vittime delle foibe e, chiaramente, Fratelli d’Italia – Marino sarà presente, come ogni anno. Chiudo ricordando che il nostro Circolo ha saputo svolgere un grande lavoro di aggregazione, come dimostra l’aumento importante dei tesseramenti nell’ultimo anno. Con radici forti e con uno sguardo al futuro continuiamo a lavorare per il bene della nostra città e anche della nostra cara Italia”.
 
Per me è un grande onore essere qui – ha concluso la consigliera regionale Micol Grasselli. In diversi eventi svolti in questa sede sono stata presente, ormai questa è un po’ casa mia e torno sempre con grande piacere. Faccio i miei più sinceri auguri al nuovo coordinatore comunale Felice Catapano e tanti complimenti alla presidente del Circolo Martina De Nicola e al capogruppo Simone Del Mastro per il modo in cui Fratelli d’Italia sta lavorando sul territorio di Marino, con grande passione e voglia di migliorare questo comune”.

I misteri del bunker del Monte Soratte

News 19 S. Maria delle Mole (276)
Antonio Calcagni

 
Il Bunker si trova a Sant’Oreste, località a nord di Roma, a circa 65 km da Santa Maria delle Mole, ed è uno dei più grandi e complessi bunker antiaerei d’Europa.
 
La storia del Bunker Soratte è avvolto da un alone di mistero, tra cui quello dell’ “Oro di Mussolini”, di cui però non è stato mai provato nessun risconto effettivo.
 
Costruito intorno la 1937 il bunker fu pensato come rifugio antiaereo, diventando di volta in volta, un nascondiglio per le truppe naziste e successivamente, durante l’epoca della “Guerra Fredda”, rifugio antiatomico, per il Presidente della Repubblica, e per il Governo Italiano.
 
Le sue gallerie si snodano per circa 4 km e sono ora diventate un percorso della memoria che permette di scoprire la sua storia e l’importanza strategica che ha avuto per la Nazione.
 
Una gita giornaliera, organizzata dal “Centro Anziani di Santa Maria delle Mole”, e che vi consigliamo di non perdere.
 
Per ulteriori informazioni, consultate la locandina in allegato, e, se interessati, contattate direttamente i numeri telefonici indicati.

Il tuo Spazio pubblicitario

Vuoi pubblicizzare la tua azienda in questo portale?
Noi non noleggiamo spazi pubblicitari. Offriamo i nostri servizi unicamente ad Aziende e/o Privati che svolgono la propria attività nella nostra area geografica.
Se hai a cuore il tuo ambiente e vuoi difenderlo, tutelarlo ma non hai i mezzi o capacità, noi siamo al tuo fianco. Sostienici e sarai ripagato in pubblicità.
Diventa Socio Sostenitore del Comitato di Quartiere ed avrai il tuo spazio. Contattaci.

Partecipa ai nostri QUIZ

 

 

 

116

 

BENEDIZIONE PASQUALE DELLA FAMIGLIA E DELLA CASA

Il messaggio del Parroco Don Jesus ai fedeli parrocchiani


Tocca per approfondimenti